Inaugurata al Museo della deportazione la mostra “Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia”

Chiara Nencioni - Istituto della Resistenza e dell'età contemporanea in provincia di Lucca

7 Settembre 2022 - Prato Tutta la Toscana
Foto dell'inaugurazione [di Chiara Nencioni]: da sinistra a destra l'assessore Bosi del Comune di Prato, la console tedesca, la direttrice Brunelli, il presidente Pezzino, il curatore Creatini.
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Continua il suo viaggio la mostra Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia. Dopo l’inaugurazione a Milano, presso la Casa della Memoria, il 21 Aprile, il 6 settembre la mostra è approdata a Prato, presso il Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e della Resistenza, uno degli istituti associato alla rete nazionale del Parri e a Paesaggi della Memoria.
La data non è casuale, perché cade il giorno dell’avversario della liberazione della città di Prato.

L’inaugurazione, che ha visto una affluenza davvero notevole di pubblico, sia italiano che tedesco, è avvenuta alla presenza dell’instancabile Dott. ssa Camilla Brunelli, direttrice del Museo, del prof. Paolo Pezzino, presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, della console tedesca onoraria di Firenze, Renate Wendt, del sindaco di Prato Matteo Biffoni, di vari assessori e dei sindaci di Ebensee (con cui Prato è gemellata da 35 anni) e Wangen. La mostra è stata illustrata al pubblico dal Dottor Federico Creatini, uno dei curatori.

Il titolo della mostra richiama l’Italienische Reise (Viaggio in Italia) di Goethe, resoconto del celebre Grand Tour compiuto dall’autore in Italia tra il settembre 1786 e il giugno 1788.
La suggestione del Grand Tour è stata colta per proporre al pubblico europeo un altro (e diverso) viaggio nella penisola, i cui protagonisti sono un giovane visitatore tedesco, Jan, ed una sua coetanea italiana, Laura, che dialogano viaggiando oggi sui luoghi della memoria in Italia della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza. Jan, incuriosito, si lascia guidare dalle spiegazioni e dalle osservazioni di Laura, instaurando con lei un dialogo volto a superare i reciproci pregiudizi.
Abbiamo giocato – afferma il Professor Pezzino – sui luoghi comuni e sugli stereotipi ancora diffusi nell’opinione pubblica, ad esempio per la nostra nazione quello per il quale i Tedeschi sono cattivi e gli Italiani buoni e per la Germania quello per il quale gli Italiani sono traditori, al fine di decostruirli”. L’obiettivo della mostra è divulgativo, non accademico: il fatto che siano due giovani ad interrogarsi su ciò che è successo nel biennio 1943-45 visitando quei luoghi della memoria, partendo dal fascismo è finalizzato a rendere la mostra fruibile ad un pubblico anche giovane.
Si tratta di una mostra fisica, composta da 17 pannelli autoportanti e bifacciali, che, tramite QR code, rinviano al portale collegato che fornisce utili approfondimenti. Infatti, accanto alla mostra, c’è un sito internet con fotografie, cronologia, testi e molto materiale sulla storia dei luoghi citati.
Il percorso espositivo si snoda su dieci questioni centrali per comprendere la guerra in Italia: – Fascismo e antifascismo, Guerre fasciste, Italia divisa, Occupazione tedesca, Antisemitismo e Shoah, Deportazioni e internamenti, Guerra Tedesca, Guerra alleata, Resistenze (volutamente al plurale, perché la Resistenza ha tante anime), Dopoguerra.
Per ciascun è stato individuato un luogo simbolo e altri otto particolarmente significativi. Collegandoli è costruito un itinerario che tocca tutta la penisola, trattando le tematiche indicate.
A volte il luogo simbolico è spiazzante. Alcuni esempi: per Guerra Tedesca la spiaggia di Rimini, ora meta vacanziera di molti Tedeschi ma che a cavallo della guerra era stato per loro un grosso campo di prigionia o per Fascismo e antifascismo Lipari luogo di confino in epoca fascista e luogo di vacanza oggi. Altri luoghi sono poco conosciuti ma significativi per l’ambiguità della memoria storica in Italia, come per Guerre fasciste il Monumento ai caduti d’Africa a Siracusa o il Sacrario militare dei caduti d’Oltremare a Bari. Altri luoghi rimandano ad una duplice memoria, come per Resistenze Piazzale Loreto, dove furono fucilati il 10 agosto ’44 15 antifascisti partigiani i cui cadaveri rimasero esposti a monito e dove (memoria che ha soppiantato quella dei martiri) dopo il 25 Aprile ’45 furono appesi per i piedi i corpi di Mussolini, la Petacci e altri gerarchi. Altri luoghi ancora presentano analogie fra Italia e Germania, come per Dopoguerra Piazza Transalpina a Gorizia divisa dal muro nella Guerra Fredda come Berlino.
I luoghi sono al centro del dialogo tra i due giovani accompagnatori, ma vengono raccontati anche attraverso testi storici, citazioni memoriali, fotografie, cronologie, infografiche, mappe originali.

La mostra è trilingue (italiano, tedesco, inglese) perché anch’essa compirà il suo viaggio in 5 città in Italia (dopo Milano e Prato, Bologna, Venezia, Alessandria, Roma) e altrettante in Germania. Attualmente la mostra è esposta al Amburgo.
La mostra, è stata realizzata grazie al finanziamento del Fondo italo-tedesco per il futuro, progetto quadriennale gestito dal Ministero degli Esteri tedesco.

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