L’AVVIO DEL VENTENNIO A MONTECATINI

Fabrizio Rosticci

Protagonisti, tappe e dinamiche della conquista del comune.

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Dopo il Biennio rosso che si era caratterizzato per scioperi, occupazioni delle fabbriche ed anche aggressioni, i due anni successivi, 1921-1922, furono contrassegnati dallo spadroneggiare dello squadrismo fascista. Squadre pisane guidate da Bruno Santini e squadre fiorentine chiamate in soccorso del Fascio X di Larderello con a capo Giuseppe Fanciulli, imperversarono nella nostra provincia causando gravi fatti di sangue oltre a devastazioni di circoli politici, camere del lavoro e cooperative sociali. Ciò poté accadere nonostante l’opera del prefetto Alfredo De Martino tesa a fermare quella violenza, anche con l’arresto di alcuni fascisti.
Ormai il fascismo, che poteva godere della connivenza sempre più diffusa nei vari ambiti politici e militari ed in certi presidii dello Stato, aveva pressoché campo libero. Di ciò dà atto anche Renzo CASTELLI nel suo Fascisti a Pisa (Pisa, Edizioni Ets, 2006):

Il 2 giugno 1921 il prefetto ricevette il segretario politico regionale del Fascio, Dino Perrone Compagni, il quale lo minacciò di trasferimento se avesse continuato con la sua azione di contrasto all’azione fascista. Per tutta risposta, De Martino fece trasferire il sottoprefetto di Volterra considerandolo troppo condiscendente nei confronti dei fascisti. Due mesi dopo il prefetto di Pisa veniva però a sua volta trasferito, sostituito con il filofascista Renato Malinverno.

In realtà a sostituire De Martino (prefetto di Pisa dal 16 aprile 1920 al 20 giugno 1921) fu Pietro Frigerio (21 giugno 1921 – 31 agosto 1921) al cui posto fu subito nominato Malinverno (1° settembre 1921-14 aprile 1924). Quel Malinverno che poi, nel novembre 1922, a seguito delle dimissioni dell’intero Consiglio comunale, inviò a Montecatini Giulio Malmusi in qualità di commissario prefettizio.
Uomo salito alle cronache pisane fin dal 1919, accostato e associato alle gesta di ras famosi quali Bruno Santini, Bruno Leoni, Tito Menichetti, Sandro Carosi, Guido Buffarini, Paolo Pedani, Gherardo Maffei, tornerà alla ribalta della cronaca anche nella Rsi. (Si veda Giorgio Alberto CHIURGO, Storia della Rivoluzione fascista, Firenze, Vallecchi, 1929; Mauro CANALI, Dissentismo fascista a Pisa e il caso Santini, Roma, Bonacci, 1983; Andrea ROSSI, Fascisti toscani nella Repubblica di Salò, Pisa, Bfs, 2006; Marco PALLA (a cura di), Storia della Resistenza in Toscana, Roma, Carocci, 2009. Un ritratto di Malmusi lo troviamo in Renzo CASTELLI – Fig. 27 dell’inserto fotografico – insieme a quelli dei capi fascisti pisani più esagitati).

Un paio di settimane dopo la Marcia su Roma, la Giunta social-comunista con l’intero Consiglio, già decimato dagli abbandoni forzati, dette le dimissioni. Eletti il 19 settembre 1920, facevano parte di quell’Assemblea Lazzerini Luigi (Sindaco, dimissionario dalla metà del 1921), Rotondo Giuseppe (Vicesindaco, reggerà il Comune fino al novembre 1922), Bruci Costantino, Bartalucci Biagio, Ricotti Cesare (Assessori), Calvani Cherubino, Guiggi Primo, Cecchi Ugo, Bellucci Faustino, Nannini Lodovico, Co-stagli Artibano, Fornaciari Giulio, Fulceri Quintilio, Tinacci Casimirro, Mannucci Giu-seppe ed i 5 consiglieri delle frazioni, Agostini Ezio, Neri Michele, Nannini Egidio, Regoli Dario, Grassi Valentino.
Fu proprio Malmusi ad accompagnare Montecatini alle elezioni del 7 gennaio 1923.

Da Montecatini. 8 Gennaio
Preparazione elettorale – La preparazione per le elezioni amministrative e provinciali avvenute il 7 corrente in questo Comune e la vittoria ottenutane si deve in tutto alla instancabile operosità di questo Commissario Prefettizio sig. Giulio Malmusi del Fascio di Pisa e dei fascisti locali sig. Ceppatelli Giuseppe Pietro e Mar-tini Ernesto che non badando ai disagi visitarono tutte le località del Comune e le lontanissime frazioni di Castello di Querceto e Sassa portandovi quel seme nuovo di redenzione, di vittoria e di pace.
Furono pubblicati numerosi manifesti (Da “IL CORAZZIERE”, a. XLII, n. 2, 14 gennaio 1923).

Sempre nel solito numero, “IL CORAZZIERE” riporta anche i risultati di quelle elezioni, che sancirono la vittoria dei «candidati nazionali», ed i nomi degli eletti nei Consigli comunale e provinciale.

Esito delle elezioni – La lista portata dalla Sezione Fascista ebbe unanime approvazione conquistando mag-gioranza e minoranza.
Al Capoluogo – inscritti n. 1.021 – votanti n. 679. Contando gli assenti e i morti si può presumere una votazione del 90 per cento.
Gli eletti a consiglieri comunali sono: Mori cav. avv. Torquato, professionista; Tonelli cav. magg. Ansel-mo, industriale; Barzi Dario, possidente; Mori Francesco, possidente; Tassi Emilio, agente agrario; Cep-patelli Giuseppe Pietro, rappresentante; Bartolini Raffaello, boscaiolo; Bartolini Rodolfo, boscaiolo; Or-zalesi Adon Noè, meccanico; Lenci Ivo, operaio; Bigazzi Terzilio, contadino (mutilato); Staccioli Tran-quillo, contadino; Burgassi Duilio, operaio; Sarperi Alberto, impiegato; Orazzini Giusto, contadino.
Alla frazione Sassa – inscritti n. 332 – votanti n. 251. I candidati Fantacci Fantaccio, Grassi Valentino, Nannini Egidio ebbero voti eguali ai votanti.
Alla frazione di Castello di Querceto – inscritti n. 211 – votanti n. 173. Salvini Vezio, fascista, voti 172; Giannelli Angiolo, nazionalista, voti 171.
Nel Capoluogo come nelle frazioni i candidati a consiglieri provinciali Mori cav. avv. Torquato, Pagani-Nefetti cav. avv. Vincenzo, e Bresciani cav. ing. Lorenzo ebbero la unanimità dei voti.
Le presenti elezioni hanno dato una rilevante percentuale di votanti su tutte le precedenti elezioni e si so-no svolte col massimo entusiasmo ed ordine. Nessun incidente.

Come risulta dai documenti d’archivio (Archivio Storico Comune Montecatini V.C., Deliberazioni Consiglio Comunale anno 1923), nell’adunanza del 21 gennaio presieduta dal consigliere anziano Orzalesi Adon Noè, i 15 consiglieri eletti a Montecatini (i 5 di Sassa e Querceto erano assenti) procedettero all’elezione del Sindaco nella persona di Anselmo Tonelli che, su 15 schede, ottenne 12 voti contro i 3 di Alberto Sarperi.
Quindi si passò alla nomina della Giunta (ogni consigliere poteva esprimere 4 preferenze): Bartolini Rodolfo ottenne 14 voti; Sarperi Alberto, 13; Burgassi Duilio, 11; Mori France-sco, 10; Bartolini Raffaello, 3; Barzi Dario, 2; Orzalesi Adon Noè, 2; Staccioli Tranquillo, 2; Mori Torquato, 1; Tassi Emilio, 1; Ceppatelli Giuseppe Pietro, 1. Risultarono eletti come assessori effettivi Rodolfo Bartolini, Alberto Sarperi, Duilio Burgassi, Francesco Mori.
Con votazione separata furono nominati i due assessori supplenti (ogni consigliere 2 pre-ferenze): Mori Torquato ottenne 9 voti; Barzi Dario, 8; Orzalesi Adon Noè, 3; Bartolini Raffaello, 3; Ceppatelli Giuseppe, 2; Lenci Ivo, 2; Tassi Emilio, 1; Bigazzi Terzilio, 1; Staccioli Tranquillo, 1. Quindi, come assessori supplenti risultarono eletti Torquato Mori e Dario Barzi.
Quindici giorni dopo (ASCM, s.D, n. 54, Carteggio anno 1923, fasc. Amministrazione, Estratto dal Verbale di Giunta dell’11 febbraio 1923) furono assegnati gli incarichi. Designati “assessori delegati” Rodolfo Bartolini (di anni 45; 1878-1960), Alberto Sarperi (di anni 43; 1880-1935), Duilio Burgassi (di anni 35; 1888-1951), Francesco Mori (di anni 28; 1895-1965), Dario Barzi (di anni 52; 1871-1947), il sindaco Anselmo Tonelli (di anni 40; 1883-1929) procedette alla distribuzione delle cariche, stabilendo che «Sarperi Alber-to, delegato per gli Atti di Stato Civile e per rappresentare il Sindaco in caso di assenza, è investito della carica per Finanze e Scuole; Bartolini Rodolfo, delegato ai Servizi di Cal-miere, Dazio, Annona, è investito della carica per Stoffe in deposito e Stabili di proprietà comunale; Barzi Dario è delegato per il Comitato delle Miniere; Mori Francesco è investi-to della carica per Farmacia, Nettezza, Nuove costruzioni, Acque pubbliche; Burgassi Duilio è investito della delega per Strade comunali». Torquato Mori (di anni 54; 1869-1936), notaio a Volterra, non fu investito di alcuna delega.
Della Lista fascista – ossia dei 15 eletti nel capoluogo – che includeva 5 reduci dall’avventurosa marcia su Roma (Rodolfo Bartolini, Francesco Mori, Ivo Lenci, Tranquillo Staccioli e Giuseppe Pietro Ceppatelli), facevano parte pure alcuni rappresentanti dell’Ani (Associazione Nazionalista Italiana; 1910-1923).
Si tiene, oggi forse più di allora, ad evidenziare questa distinzione, che tuttavia fu tale solo fino al 26 febbraio 1923, allorché fu deliberato lo scioglimento dell’Ani e l’iscrizione «in blocco d’ufficio» dei suoi associati al Pnf. Unificazione che fu celebrata il 20 aprile, vigilia del Natale di Roma (Erminio FONZO, Storia dell’Associazione Nazionalista Italiana, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2017).

Con le elezioni del 7 gennaio prese quindi avvio il Ventennio montecatinese.
Già nella riunione dell’11 febbraio, l’Amministrazione comunale deliberò di assegnare un sussidio annuo di lire 250 per «far fronte alla pigione del locale ad uso sociale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Fascio di Combattimento» (ASCM, 14/B, De-liberazioni Giunta, 1921-1926, Del. n. 9). Nella medesima riunione (Del. n. 18) la Giunta stabilì che in seguito all’adesione alla Federazione dei Comuni fascisti, fosse «Emilio Tassi (di anni 48; 1875-1957) delegato a rappresentare il Comune alla riunione di tutti Comuni Fascisti il 17 p.v. a Pisa».
Furono questi i primi atti che caratterizzarono il 1923 come anno frenetico, intenso di provvedimenti, manifestazioni e riti instaurati per volontà del nuovo regime dei quali tratteremo, semmai, in altra occasione.

Articolo pubblicato su “La Spalletta”, a. XXXVIII, 4 dicembre 2021

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