“Nel nome di Rosa”: una conferenza per ricordare Rosa Luxemburg a 100 anni dalla morte

Chiara Nencioni - Insegnante

25 Gennaio 2019 - Lucca
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Sabato 19 gennaio alle ore 17:30 presso la sala della Casa del Popolo di Lucca, la Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi ha organizzato la conferenza dal titolo “Nel nome di Rosa” , per ricordare la “compagna” Rosa Luxemburg a 100 anni dalla morte, o meglio, dell’assassinio per mano dei Freikorps, avvenuto il 15 Gennaio 1919 a Berlino, a seguito dalla fallita rivoluzione di quell’anno, alla quale aveva preso parte come fondatrice, insieme a Karl Liebknecht, della Lega di Spartaco.

Relatore è Massimo Cappitti, insegnante e saggista, curatore, tra l’altro, del volume “La rivoluzione russa” di Rosa Luxemburg (uscito postumo), edito dalla BFS, edizioni di Pisa, nel 2016. Coordina il presidente della Giuseppe Garibaldi, Armando Sestani.

Il tema centrale è il rapporto fra democrazia e rivoluzione e la Luxemburg, il cui vero obiettivo polemico è l’SPD, con grande lucidità, individua quale sarà il pervertimento della rivoluzione. Già nel 1905 ella aveva denunciato l’ultra centralismo bolscevico, che vedeva in continuità con lo spirito giacobino e, nel saggio succitato, denuncia il pericolo della burocratizzazione del partito, la cui avanguardia chiama le masse solo a ratificare decisioni già prese, rendendole così solo “masse di manovra”, che vengono portate ai congressi ad applaudire. Così viene meno la creatività delle masse, che invece sono il vero motore della rivoluzione. Non è il partito che deve guidare le masse, ma sono quest’ultime che devono indirizzare indirizzare il partito, altrimenti viene meno la creatività della Rivoluzione. “E’ compito storico del proletariato, quando arriva al potere, portare la democrazia socialista al posto della democrazia borghese, e non di abolire ogni democrazia”, scrive la Luxemburg. La rivoluzione non è solo il sovvertimento del tempo, ma una ridefinizione dell’umano, deve essere in grado di mettere in pista un potere del tutto alternativo, oppure non può vincere. Non ci può essere una rivoluzione infelice, perché essa è potenza di vita, incremento dell’essere. “Gli errori commessi da un movimento operaio veramente rivoluzionario sono, dal punto di vista storico, infinitamente più fecondi e preziosi dell’infallibilità del miglior comitato centrale”.

La conferenza si conclude con la domanda “perché occuparsi di Rivoluzione a distanza di 100 anni?”. Perché, come dice la Arendt “nel passato ci sono grumi di futuro” e la rivoluzione è un grumo incandescente, un qualcosa che può ancora generarsi.

E perché ricordare Rosa Luxemburg? Innanzi tutto perché nella sua città natale, Zamosc, attualmente in Polonia, hanno perfino tolto la targa sulla sua casa natale, ed è dunque necessario preservarne la memoria; poi perché, nonostante ella parli ad un soggetto storico che non esiste più, cioè la prima classe operaia, quella morta nelle trincee, Rosa “è un tesoro nascosto”.

Dunque “non piangiamo il suo cadavere, celebriamo la sua vita”.

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