Museo Casa Rodolfo Siviero

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Sede e contatti
Lungarno Serristori 1-3, 50125 Firenze
Telefono: 055.2345219 / 055.4382652
E-mail: casasiviero@regione.toscana.it
Sito web: http://www.museocasasiviero.it/
Orari di apertura: sabato 10-18; domenica e lunedì 10-13.
Ingresso: gratuito.

Organi direttivi
Settore Musei della Regione Toscana

Breve storia e finalità
La casa e i suoi arredi sono stati lasciati in eredità alla Regione Toscana nel 1983 da Rodolfo Siviero, il cosiddetto “agente 007 dell’arte”, cui si deve il recupero di gran parte del patrimonio culturale trafugato dall’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. É un villino ottocentesco, acquistato da Siviero nel 1944. La casa-museo è aperta al pubblico dal 1991 ed è gestita direttamente dalla Regione Toscana, che ne cura la conservazione e la fruizione pubblica. L’ingresso è gratuito con orario il sabato dalle ore 10.00 alle 18.00; la domenica e il lunedì dalle 10.00 alle 13.00.

La casa-museo conserva ed espone la raccolta di Rodolfo Siviero, documenta il suo impegno nella difesa del patrimonio artistico pubblico, sostiene attività studi e progetti per approfondire la conoscenza del suo operato. Promuove iniziative di studio e di informazioni sui rischi di distruzione e dispersione del patrimonio culturale nel corso di conflitti armati. La Regione vi organizza mostre, conferenze, spettacoli, attività educative sempre in qualche modo legate alla figura di Siviero, alle opere della sua raccolta, alla sua attività di salvaguardia del patrimonio culturale, al periodo storico in cui si trovò ad operare.

Patrimonio
Le opere conservate nella casa museo non sono quelle recuperate da Siviero nel suo lavoro di capo della Delegazione per le Restituzioni istituita dal governo italiano nel 1946 e da lui diretta fino alla morte nel 1983; sono invece quelle che Siviero acquistò per il suo piacere di uomo di cultura che amava arredare la sua abitazione con opere d’arte sull’esempio dei grandi collezionisti di fine ottocento-inizio novecento come Horne, Bardini ecc… Ma la passione di Siviero nel raccogliere opere d’arte e la sua volontà di lasciarle in eredità come museo pubblico alla città di Firenze sono idealmente collegate al suo forte impegno e ai suoi straordinari successi nel ritrovare e riportare in Italia i capolavori che i nazisti avevano portato via durante la guerra e le opere che nel dopoguerra, per motivi commerciali o in seguito a furti, erano state illegalmente portate all’estero.

La raccolta è costituita da opere d’arte, mobili e suppellettili di varia natura, epoca e valore artistico ed è allestita con il criterio dell’arredo di una casa. Spazia da mobili, per lo piu’ di alta epoca, a raffinati oggetti d’uso ecclesiastici e domestici; reperti archeologici come ceramiche etrusche e sculture romane; opere d’arte medievali e rinascimentali: tavole fondo oro, dipinti su tela, sculture in marmo, bronzo legno e terracotta per arrivare fino a un rilevante nucleo di opere di artisti del Novecento con i quali Siviero intrattene rapporti di amicizia e collaborazione culturale. Nel gruppo novecentesco della raccolta si segnalano una ventina di opere di Giorgio De Chirico, artista che negli anni Venti soggiornò e lavorò a lungo in questa casa, per l’amicizia con lo storico dell’arte Giorgio Castelfranco, che allora vi abitava con la sua famiglia. Vi sono inoltre disegni e medaglie di Giacomo Manzù; dipinti di Ardengo Soffici e Pietro Annigoni; sculture di Antonio Berti; disegni di Bruno Becchi, il giovane artista fiorentino che collaborò con Siviero durante la Resistenza e morì nell’agosto 1944 colpito da un cecchino durante la battaglia per la liberazione di Firenze.

Di notevole interesse per la storia del Novecento anche il fondo fotografico con una ricca documentazione sulle mostre delle opere recuperate; alcuni documenti d’archivio e la biblioteca con libri di importanti personaggi della cultura del Novecento che furono amici di Siviero.

 

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