Monte Morello

Eleonora Imparati, Ilaria Siruffo - stagiste ISRT

I luoghi dell'occupazione nazifascista e della Resistenza fiorentina

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Nel periodo della resistenza all’occupazione nazi-fascista, Monte Morello si rivelò essere il rifugio perfetto per le bande partigiane, dove molti partigiani impararono le tattiche della guerriglia e molti giovani alla macchia divennero partigiani.
Uno dei primi scontri che videro confrontarsi i fascisti e i partigiani ebbe luogo a Ceppeto il 15 ottobre 1943.
Due giorni prima dello scontro i nazifascisti avevano pubblicato sui giornali della città un avvertimento, firmato dal capo della provincia Manganiello, nei confronti delle bande armate: “Presi accordi con il comando militare germanico, rendo noto a tutti i soldati facenti parte di bande armate… che il termine di presentazione è stato prorogato al 20 c.m. A chi si presenterà entri tale data posso garantire che non sarà applicata sanzione alcuna… A decorrere da questa data, ufficiali e soldati verranno considerati franchi-tiratori e, come tali, passati per le armi…”
Il giorno dello scontro la Banda Carità, che era stata incaricata di scovare i partigiani che si erano nascosti nei boschi di Monte Morello, riuscì ad individuarne alcuni. Nello scontro persero la vita il fascista Gino Cavari e il capo dei partigiani Giovanni Checcucci, che viene tutt’oggi considerato il primo caduto della resistenza fiorentina.
La battaglia di Ceppeto per la banda Carità risultò essere una sconfitta perché nonostante fossero riusciti a prendere alla sprovvista il gruppo di partigiani, vennero disorientati da un attacco a sorpresa di Checcucci che si sacrificò per permettere ai compagni di scappare.

In ricordo del sacrificio di Checcucci, nel luogo in cui trovò la morte, è stato posto un monumento in sua memoria.

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