La Sinagoga

Eleonora Imparati - stagista ISRT

I luoghi dell'occupazione e della Resistenza fiorentina: la persecuzione antiebraica.

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La comunità ebraica fiorentina nel 1940 era composta da circa 2500 persone e il rabbino capo era Nathan Cassuto. Dopo che la città di Firenze fu occupata dai nazisti, l’11 settembre 1944, la Sinagoga e tutti gli edifici adiacenti furono posti sotto stretta sorveglianza.
Per cercare di aiutare la loro comunità, Cassuto e Raffaele Cantoni organizzarono un comitato di assistenza per i profughi che si proponeva di aiutare gli ebrei a scappare o a nascondersi. Anche il Cardinale Elio Dalla Costa cercò di aiutare la popolazione ebraica fondando un’associazione che si occupò di aiutare dalle 300 alle 400 persone.
La situazione per gli ebrei a Firenze non era drammatica come lo era in altre città italiane, per questo motivo nessuno era pronto quando i tedeschi decisero di attaccare direttamente la comunità.
La mattina del 6 novembre 1943 alcuni militari tedeschi e dei militi fascisti circondarono la Sinagoga e irruppero all’interno del Tempio. Memo Bemporad per pura casualità proprio quella mattina stava scappando insieme alla famiglia e notò un certo trambusto in prossimità del Tempio, però non si allarmò pensando che fossero gli anziani che andavano a pregare.
Alcuni testimoni, sopravvissuti alla guerra, hanno reso testimonianza di quanto avvenuto quella mattina: “Il Tempio Maggiore fu invaso, furono distrutti alcuni arredi sacri e parte dell’arredamento”(Avv. Giuseppe Castiglioni).
Gli arresti attuati dai nazisti non si fermarono alla sinagoga, ma proseguirono in tutta la città;
In Via Masaccio i nazisti trovarono la famiglia Segrè, una delle figlie riuscì a sfuggire alla cattura perché si trovava dal tabaccaio sotto casa e da lì assistette alla cattura della sua famiglia.
Nel corso della giornata furono arrestate oltre duecento persone che furono deportate e mandate ad Auschwitz il 9 novembre.

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