Istituto chimico farmaceutico (Castello)

Eleonora Imparati - stagista ISRT

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L’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze è tristemente noto per i fatti che vi si sono svolti la notte del 5 agosto del 1944.
Pochi giorni prima della strage, precisamente il 3, i tedeschi ordinano ai cittadini della zona di Castello di lasciare le loro case. Per questa ragione circa 350 persone furono costrette a rifugiarsi all’interno dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare.
La sera del 5 agosto sette soldati tedeschi si presentarono alla porta di Anna Pieri Cammelli, che abitava in via Vittorio Locchi, poco distante dall’Istituto, chiedendole del vino. In casa erano presenti oltre alla signora Anna, i suoi figli, il fratello e sua la moglie e la cugina Maria Omaralgi. Dopo essere entrati con la forza nell’abitazione, i soldati rinchiudono ognuno in una stanza diversa e tentano di violentare la signora Anna e la cugina. Quest’ultima viene subito lasciata perchè non in buona salute. La signora Anna cerca di resistere alle pressioni dei soldati e nella colluttazione un proiettile della pistola estratta da uno dei soldati attraversa la manica del vestito della signora Anna e colpisce la spalla destra di un suo compagno. La signora Anna sviene.

Un soldato porta il compagno ferito al comando di Via Giuliano Ricci 10, riferendo di essere stati attaccati da un italiano. Da un comando ricevuto del telefono si ordina di uccidere 10 italiani.
Verso le 22 si avvertono spari ed esplosioni al cancello dell’Istituto Chimico Farmaceutico e dopo una colluttazione, dopo aver aperto la porta dell’edificio, i tedeschi sparano a Fiorini Silvano. Nel frattempo alcuni uomini vengono portati nel cortile e Beppino Mazzola, in un tentativo di fuga con Delfo Ignesti e Oreste Sarri, viene ucciso.
Nella rappresaglia tedesca vengono fucilati e uccisi Granili Francesco, Lepri Michele, Tiezzi Tullio, Lippi Mario, Bracciotti Ugo, Bartoli Aldo, Nardi Vittorio, Uvali Attilio, Iacomelli Francesco, Biondo Giorgio, oltre che precedentemente Fiorini Silvano e Mazzola Beppino, i cui corpi furono trovati ammucchiati in Via Reginaldo Giuliani, all’uscita dell’Istituto.
Nel 1945 in ricordo della strage venne affissa una lapide all’esterno dell’Istituto Chimico Farmaceutico.
Le informazioni riguardanti la strage sono reperibili grazie al rapporto del Sergente T.W. Smedley condotte nel marzo – aprile 1945 a seguito di una corrispondenza ricevuta il 28 febbraio 1945. Nel rapporto sono riportate circa 30 testimonianze e le relative prove di riconoscimento basate su due foto fatte scattare dai tedeschi da Armando Marchi l’8 agosto 1944. Le prove sono insufficienti e le testimonianze spesso non coincidono e il Sergente Smedley non riesce ad individuare i colpevoli.

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