A Viareggio l’ISREC presenta il libro Mio zio don Camillo, mio nonno Peppone… di Donato Ungaro

Chiara Nencioni - Insegnante

23 Maggio 2019 - Lucca
Copertina del volume
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Nella cornice liberty di Villa Argentina a Viareggio mercoledì 22 Maggio alle ore 17 l’ISREC di Lucca ha organizzato, in collaborazione con il Comune, la presentazione del libro Mio zio Don Camillo, mio nonno Peppone…. e la storia continua, 18 racconti scritti dal giornalista attivo nella lotta alla mafia Donato Ungaro, che a Brescello ha vissuto.

Ungaro è un grande appassionato dell’opera di Guareschi e aveva già pubblicato nel 1989 La Milano mia e di Giovannino, Tredici fotografie da me scattate a Milano, negli anni Ottanta, e accompagnate da altrettanti brani di Giovannino Guareschi (Editrice Castello, introduzione di Carlotta e Alberto Guareschi), in cui ad ogni foto scattata a Milano e dintorni l’autore associa il volume e il capitolo da cui è tratto il brano che accompagna ogni immagine.
Nel 2010 Ungaro ritorna su Guareschi nel libro Egregio ingegner Giuseppe Bottazzi, undici racconti ambientati nella Bassa, che vedono come protagonista un giovane ingegnere, che ha ereditato dal nonno non solo una casa, in un paese in riva al Po, ma anche il nome e il cognome: Giuseppe Bottazzi. L’ingegner Bottazzi lavora in Germania ma un giorno viene richiamato al paese per esumare la salma del nonno. La sua vita si intreccia così con quella di Cesira, una missionaria laica che aveva uno zio prete di cui è rimasta l’unica discendente. Anche lei viene chiamata dal municipio per esumare la salma dello zio. Nell’ufficio del sindaco i due s’incontrano…. Il seguito della storia si snoda in undici racconti.

L’idea di questo libro e del successivo gli è venuta -racconta Ungaro- quando faceva il vigile a Brescello e un giorno viene fermato da una donna che gli chiede indicazioni per il cimitero cittadino. Lui gliele dà, ma poi, preso dalla curiosità, chiede perché le interessi recarsi lì. Ella risponde: “per visitare le tombe di Peppone e Don Camillo!”. Quando Donato le spiega che non sono persone realmente esistite (e dunque inumate) ma personaggi frutto di finzione letteraria, la donna mostra lo stesso stupore che si impadronisce dei bambini quando scoprono che Babbo Natale non esiste. Riflettendo che è proprio una tomba che distingue una persona in carne ed ossa da una di carta, Ungaro decide di partire proprio dalla riesumazione per ridare “vita” ai mitici personaggi di Guareschi.

Così nel 2016 la “saga” continua con altri 18 racconti (quelli presentati a Lucca) mezzo secolo dopo, in quel borgo padano dove il tempo sembra essersi fermato e dove tornano ad alternarsi odio e amore, battaglie e alleanze, auto d’epoca e biciclette, falci e campane.

I racconti abbracciano anche temi di grande attualità: dall’integrazione multietnica al racket delle prostitute, dalle escavazioni abusive lungo il Po alla solidarietà bipartisan verso una bambina malata. Perché la Bassa è, prima di tutto, un luogo dell’anima.

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