In diversi contesti geografici, la storia ambientale come disciplina accademica è nata da sollecitazioni emerse nella società civile – dai movimenti ambientalisti degli anni Sessanta e Settanta alle emergenze locali, nazionali e globali dei decenni a venire. E, a seconda del contesto geografico, le questioni ambientali hanno creato intrecci diversi, ma anche incomprensioni e approcci divergenti, tra accademia, istituzioni e società civile. Infine, il rapporto tra storia ambientale, utilità pubblica e militanza si è evoluto nel tempo attraversando alti e bassi. La stringente attualità delle emergenze climatiche e territoriali e delle ingiustizie ambientali ha rimesso al centro della definizione della disciplina il dialogo tra accademia, società civile e istituzioni.
In Italia la storia ambientale ha avuto sia una genesi peculiare – che ha raccolto l’eredità di tradizioni storiografiche legate alla storia del paesaggio e dell’agricoltura, ma anche lo stimolo di prospettive interdisciplinari che hanno messo in relazione la storia locale con l’ecologia storica – sia uno sviluppo che ha intrecciato il mondo dell’ambientalismo e le suggestioni a esso legate e una pratica della storia riferibile a interventi di figure professionali e tecniche. Da un lato gli storici si sono trovati a rivendicare uno spazio all’interno della pianificazione e della gestione del territorio e delle risorse ambientali portata avanti da organismi tecnici e politici, spesso in concorrenza con altre figure di esperti cui è più comunemente affidata la competenza anche sugli aspetti più propriamente storici di questi interventi. Dall’altro, le esperienze di militanza attiva sono state e continuano ad essere fonte di ispirazione per la ricerca scientifica, che a sua volta assume sempre maggiore importanza laddove si renda necessario sostanziare rivendicazioni di tipo ambientale o promuovere consapevolezza storica delle trasformazioni ambientali. Saperi e conoscenze prodotte da gruppi di ricerca interdisciplinari, movimenti, comitati, associazioni e istituzioni hanno dunque arricchito il dibattito storiografico e hanno portato all’elaborazione di metodologie di ricerca partecipative, sperimentali e potenzialmente applicabili. Ne risulta una forte prossimità fatta di frequenti interrelazioni e potenziali contaminazioni e scambi sui quali riteniamo necessario interrogarsi criticamente.
Questa Call for Papers intende esplorare le possibilità di dialogo tra storia ambientale e Public History e continuare la riflessione sulla presenza e sull’incisività della disciplina nel dibattito pubblico. In che misura la storia ambientale può contribuire tanto all’impostazione di politiche ambientali efficaci, quanto, nel campo dell’educazione e della didattica, alla formazione di una coscienza critica nelle nuove generazioni circa l’importanza di tutelare la ‘’casa comune’’? E quali sono i limiti e le potenzialità a livello scientifico e metodologico di questo approccio? L’indagine di questi aspetti è al centro del secondo fascicolo monografico della rivista «Farestoria» del 2025.
Questa Call for Papers sollecita l’inivio di contributi per la sezione “saggi” e per quella “rubriche” che considerino i seguenti temi in età contemporanea (la lista non deve considerarsi esaustiva):
– Progetti incentrati su temi di storia ambientale condotti da o in collaborazione con istituti scolastici, associazioni e comunità locali;
– Storie dal basso di fenomeni di industrializzazione, contaminazione chimica, urbanizzazione, deterioramento di risorse naturali e della salute umana, trasformazione di paesaggi e perdita di biodiversità;
– Elaborazione e utilizzo di fonti e prodotti visuali, museali e audiovisivi;
– Progetti di divulgazione di storia ambientale e storia del paesaggio e relative metodologie (ad esempio: geoesplorazione, trekking, passeggiate, percorsi tematici, etc.);
– Didattica della storia ambientale: statuto della natura nell’insegnamento della storia fra il secolo XIX e il tempo presente; modalità in cui le questioni ambientali sono inserite nell’insegnamento della storia; quanto e come sono presenti e trattate nei manuali scolastici;
– Ruolo e possibili applicazioni della ricerca storica nel contesto di conflitti e vertenze ambientali aperte; rilevanza sociale e politica del dibattito storico e ruolo dei saperi prodotti dai movimenti nell’elaborazione scientifica;
– Riflessioni epistemologiche sul posizionamento dello storico; opportunità e limiti della storiografia militante;
– Storicizzazione del cambiamento climatico;
– Contributo della storia ambientale alle politiche ambientali e alla gestione e pianificazione territoriale attraverso la metodologia della storia applicata;
– Storia ambientale e processi di patrimonializzazione;
– Uso retorico del passato nelle decisioni riguardati la gestione ambientale;
– Negazionismo climatico e assenza della prospettiva della protezione dell’ambiente nei dibattiti pubblici passati e presenti;
– Natura, diritti e diritto.
CANDIDATURE
Le proposte, di massimo 3.000 battute spazi inclusi, e accompagnate da un breve curriculum del soggetto proponente, di massimo 2.000 battute spazi inclusi, dovranno essere inviate all’indirizzo e-mail farestoriaredazione@gmail.com entro il 22 giugno 2025. I risultati della selezione saranno resi noti entro fine luglio 2025. La consegna dei testi definitivi dovrà effettuarsi entro il 31 ottobre 2025.
Potranno essere inviate proposte — al massimo una per proponente — da parte di studiose e studiosi, associazioni, gruppi informali, musei, enti e istituti culturali, scuole di ogni ordine e grado. Gli abstract inviati dovranno contenere un titolo provvisorio, una breve sintesi dell’argomento che intendono trattare, gli eventuali interlocutori e/o i soggetti coinvolti. Il proponente deve indicare nell’abstract se intende candidarsi per la sezione ‘’saggi’’ o per quella ‘’rubriche’’, specificando in tal caso per quale tipologia si intende concorrere (vedi sotto). I curatori del numero potranno in ogni caso suggerire una collocazione specifica per le proposte pervenute sulla base del loro contenuto.
I saggi dovranno rientrare tra le 35.000 e le 50.000 battute, note e spazi inclusi, e saranno sottoposti a referaggio.
Tipologie di rubriche (non sottoposte a referaggio esterno) per le quali è possibile inviare proposte:
— “Comunicare la storia”
Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sugli obiettivi e sugli strumenti di comunicazione e divulgazione nelle attività realizzate.
— “Casi studio”
Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sullo studio di uno o più casi di particolare interesse.
— “I ferri del mestiere. Fonti per la storia”
Redazione di un testo di massimo 20.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia dove vengono presentati archivi, centri di documentazione, fondi, fonti, gruppi di documenti e biblioteche, ecc., con particolare attenzione a quelli che presentano problematiche di tutela, valorizzazione e conservazione.
— “Public History”
Redazione di un testo di massimo 20.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato su progetti di Public History che vedono forme di partecipazione del pubblico, sulla valenza pubblica degli stessi e/o sulla valorizzazione/patrimonializzazione/decostruzione di memorie storiche attraverso queste attività.
— “Storia orale”
Redazione di una ricerca di storia orale di massimo 30.000 battute spazi inclusi con possibilità di inserire note a piè di pagina con i promotori e le promotrici e/o con i fruitori e le fruitrici delle attività e dei progetti realizzati.
— “Conversazioni storiografiche”
Realizzazione e trascrizione di un dialogo, sotto forma di intervista, di massimo 50.000 battute spazi inclusi, con un/a storico/a, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.
— “Forum storiografico” Realizzazione e trascrizione di un dialogo a più voci, di massimo 70.000 battute spazi inclusi, con storici e storiche, da indicare nella proposta. Non sono previste note
Per tutte le info CfP-Storia-ambientale-e-Public-History-in-eta-contemporanea-2