Anteprima nazionale a Palazzo Vecchio del documentario di Correva l’anno: ‘Giorgio La Pira. La concretezza dell’utopia’ di Vanessa Roghi per Rai Tre. L’appuntamento è il 23 settembre alle 18.30 nel salone dei Cinquecento.
Presenti, insieme all’autrice, il sindaco Dario Nardella, lo storico Alberto Melloni, il direttore di Rai Tre Andrea Vianello, il capostruttura per la Cultura e Storia Luigi Bizzarri, e Mario Primicerio, presidente della Fondazione Giorgio La Pira.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Il documentario andrà in onda giovedì 2 ottobre alle 23.50 su Rai Tre.
Il documentario racconta l’impegno di un uomo che si trova a vivere e operare in anni di grandi passioni contrapposte, gli anni della guerra fredda; fervente cattolico, intransigente pacifista, Giorgio La Pira unisce alla instancabile attività di amministratore (note le sue battaglie per il lavoro e per la casa) quella di ambasciatore di pace: grazie alla sua opera di mediazione siedono allo stesso tavolo egiziani ed israeliani, russi e americani, negli anni che seguono la drammatica crisi di Suez, possibile prodromo di un nuovo conflitto atomico.
L’attualità del suo operato, l’urgente verità del suo messaggio, emergono nella ricostruzione storica che il documentario traccia, insieme alla sua grande concretezza: il programma di Rai Tre, infatti, intende mostrare l’aspetto strategico dell’attività di La Pira che, insieme a Enrico Mattei, e grazie all’appoggio di Amintore Fanfani, sconfigge l’ala liberista della Dc in una battaglia che non ha niente di ingenuo, così come invece a lungo è stata raccontata da una vulgata che nasce principalmente dal celebre film Il caso Mattei di Francesco Rosi (1972). Quella di La Pira è una raffinata strategia politica, come ricorda Alberto Melloni, una battaglia tesa a definire un nuovo modello di sviluppo per il paese, fondato sulla attiva partecipazione dello Stato alla vita economica, ma lontano dalla logica assistenziale delle partecipazioni statali ereditata dal fascismo; un modello, in breve, di cui l’Eni è il simbolo principale.
La strategia di La Pira riguarda anche la politica estera italiana, in questo affianca Enrico Mattei e i due, in un inedito binomio fatto di spiritualità e scaltrezza incoraggiano la lotta per la decolonizzazione e la liberazione dei paesi in via di sviluppo, dall’Algeria all’Egitto, aprendo di fatto la strada a nuovi legami commerciali.
Eppure La Pira riesce a coniugare a questo realismo politico un impegno che non verrà mai meno per la pace, un “giusto” come lo definisce Nahum Goldman, per la sua difesa dello Stato di Israele accanto a quella di un necessario Stato palestinese. Ma il documentario racconta anche la battaglia di La Pira per l’obiezione di coscienza, illegale in Italia, per cui finirà in tribunale; e la sconfitta del 1974 quando appoggia l’amico Fanfani nella campagna contro il divorzio.
Infine si chiude con una riflessione su cosa significhi il processo di beatificazione a cui è stato sottoposto La Pira a partire dal 1986 per opera del cardinale Silvano Piovanelli.
Con le testimonianze di Ettore Bernabei, Amintore Fanfani, Fioretta Mazzei, Vittorio Citterich, Nahum Goldman, Card. Silvano Piovanelli, Ernesto Balducci.