Presentato alla Domus Mazziniana il numero speciale della rivista “Modern Italy” dedicato alla Resistenza

Oggi, giovedì 4 settembre alle 17.30, sono riprese nel segno della Resistenza le attività della Domus Mazziniana con la presentazione, in collaborazione con ANPI e Associazione Mazziniana, del numero speciale della rivista Modern Italy – una delle più importanti riviste scientifiche sull’Italia contemporanea pubblicata dalla Cambridge University Press – dedicato alla Resistenza Italiana.
Questa iniziativa si colloca nell’ambito delle attività per ricordare gli 80 anni della Liberazione –che prendono avvio, ricorda il direttore della Domus Mazziniana, Pietro Finelli, in concomitanza con la celebrazione della liberazione di Pisa e continueranno per tutto l’anno a creare un vero e proprio ponte con la nascita della Repubblica, di cui l’anno prossimo ricorrerà l’80° anniversario, e che vedranno momenti di approfondimento scientifico alternarsi a mostre, spettacoli e concerti.
A discutere oggi con uno dei curatori del numero speciale della rivista Modern, il Prof. Gian Luca Fantoni, direttore della rivista ufficiale dell’Association for the Study of Modern Italy, e con due autori del volume -Francesco Fusi e Chiara Nencioni- , c’è Marta Baiardi, storica e collaboratrice dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Modera l’incontro Pietro Finelli, Direttore dalle Domus Mazziniana.
Il numero 30 del maggio 2025 di Modern Italy, curato da Gian Luca Fantoni, che insegna Storia contemporanea presso la Nottingham Trent University, e Rosario Forlenza, docente di Relazioni internazionali presso la LUISS, come spiega lo stesso Fantoni, decostruisce l’immagine consolidata della Resistenza e dà conto, in linea con la storiografia più attenta, degli aspetti meno noti di essa, come i gruppi marginali, le esperienze di genere e le prospettive transnazionali.
Questo numero speciale di Modern Italy, infatti, osserva Baiardi “raccoglie sotto il titolo accattivante di La Resistenza italiana: nuovi snodi e nuove prospettive, ben otto contributi e una rassegna di luoghi della Resistenza”. “Una Resistenza plurale che coinvolse decine di migliaia di italiane e di italiani nei venti mesi tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, e che appare centrale e imprescindibile nella ridefinizione dell’identità politica e culturale del Paese nella transizione dalla monarchia fascista alla democrazia repubblicana”, sottolinea Finelli.
E di fronte alla crisi odierna di questa democrazia e per sottrarsi alla fascinazione sempre più forte del fascismo, secondo Forlenza e Fantoni, serve che gli storici operino un deciso spostamento, focalizzandosi non sul fascismo, ma sulla Resistenza, che infine del fascismo è la creatura, perché da lì nasce, costituendone una sorta di indispensabile contravveleno, come anche il saggio di Andrea Rampini ipotizza.
Come esplicitato nell’Introduzione è l’idea che tutto sommato oggi “il cittadino medio conosca molto sul fascismo -anche grazie a film e documentari- ma molto poco degli uomini e donne che vi si opposero”, osserva Baiardi.
Fantoni sottolinea la volontà, in questo volume, di portare in evidenza storie meno note o considerate marginali della Resistenza, prestando attenzione anche all’elemento di genere, come dimostrano il contributo di Iara Meloni, che propone che alle tre guerre di Pavone (patriottica, civile, di classe) se ne aggiunga una quarta, di genere, non solo per marcare la specificità dell’esperienza femminile nella guerra totale, ma anche per dare respiro e visibilità compiuta alle protagoniste, e il contributo di Rossella Pace, la quale si focalizza sulle donne liberali, che non solo aiutavano gli uomini, ma, al pari delle partigiane socialiste, comuniste, cattoliche e azioniste, svolsero un compito di fondamentale importanza sul fronte dell’organizzazione, del coordinamento e della direzione della resistenza partigiana.
Già a prima vista, come semplici lettori, solo a scorrere i titoli dei saggi che costituiscono il volume, si rileva una certa anomalia, rispetto a molte pubblicazioni che hanno caratterizzato l’ottantesimo della Liberazione. Un’anomalia che Baiardi definisce “centrifuga” sotto almeno due aspetti:
• il tempo: una cronologia non limitata soltanto al biennio 1943-1945 ma che invece privilegia i tempi lunghi della Resistenza, per poter misurarne eredità difformità, silenzi, censure.
• i protagonisti: qui le bande partigiane sono guardate dal punto di vista delle minoranze, l’idea di occuparsi di persone concrete si invera del tutto.
È stato d’altronde esplicito il criterio dei curatori di mettere al centro la marginalità. Oltre alle donne, ci sono i partigiani cattolici nel saggio di Alessandro Santagata, che si impernia sui diversi aspetti dell’autorappresentazione dei cattolici resistenti, messi davanti ai dilemmi etico religiosi che la guerra civile proponeva e imponeva.
La rivista dedica spazio alle minoranze più sorprendenti e inedite: zone inesplorate e affascinanti della guerra partigiana, viste da vicino, che della Resistenza tutta restituiscono plasticamente la qualità irriducibilmente multiforme” osserva Baiardi. Ad esempio, Chiara Nencioni ricostruisce l’impegno di Rom e Sinti nella Resistenza, assai poco noto soprattutto in Italia, dove la popolazione chiamata dispregiativamente “zingara” è tutt’ora soggetta a un fortissimo stigma e non riconosciuta per lo più come parte della compagine del nostro paese.
E ci sono i soldati americani di origine italiana in guerra nel paese dei loro avi nel saggio di Francesco Fusi, che, da una prospettiva inedita, attraverso fonti autodiegetiche scritte o orali prodotte a diverse altezze cronologiche, indaga con perizia i vissuti dei soldati di questo particolar settore dell’esercito americano.
In conclusione, la conoscenza della Resistenza, grazie a questo volume di Modern Italy, si è arricchita di altre resistenze, di un senso di multiformità che ancora oggi stupisce.
Dopo questa carrellata di vite vere – donne, uomini; rom e sinti; soldati americani e paisà; cattolici alle prese con il dramma di dare la morte; altolocate signore liberali che dirigono la lotta armata da ville e salotti, giovani della Pantera degli anni Ottanta – il lettore di Modern Italy può acquisire una conoscenza maggiore, una confidenza salutare con le “periferie” della nostra Resistenza, che ne documentano la miracolosa e vivace varietà, conclude Baiardi.
Il numero della rivista è consultabile gratuitamente al seguente indirizzo: https://www.cambridge.org/core/journals/modern-italy/latest-issue
La collaborazione fra la Domus Mazziniana e l’Association for the Study of Modern Italy continuerà con la Postgraduate Summer School che si terrà a Pisa, proprio nei locali della Domus mazziniana, il 25 e 26 settembre prossimi.