Carrara celebra il 69° anniversario della liberazione

Venerdì 11 aprile alle ore 9.15 prenderanno avvio le celebrazioni per il 69° anniversario della liberazione di Carrara organizzate dal Comune, con il patrocinio della Provincia di Massa Carrara in collaborazione con il Comitato Comunale per le Celebrazioni del 70° Anniversario della Liberazione.

Dopo la deposizione delle corone ai Cippi della Provincia di Massa Carrara e del Comune di Carrara, interverranno Giovanna Bernardini, Assessore alla Cultura del Comune di Carrara, Giorgio Mori, in rappresentanza delle Associazioni della Resistenza e gli studenti degli Istituti Scolastici di Carrara.




I sacerdoti nella Resistenza

In occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della liberazione della Versilia, sabato 12 aprile alle ore 16 a Camaiore, presso la sala Bianchi in via delle Muretta si svolgerà un incontro promosso da ANPI di Camaiore e Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Lucca per ricordare l’attività dei sacerdoti durante la guerra e la Resistenza.

Intervengono, dopo i saluti di Mons. Damiano Pacini, Gianluca Fulvetti, ricercatore presso l’Università di Pisa e Direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Lucca con una relazione su Clero e Resistenza, Giuseppe Vezzoni, storico locale, con I preti del 12 agosto, David Zappelli, di Terra Viareggio, con un intervento dal titolo Fra’ Bargagli, una storia minima. Coordina l’iniziativa Giovanni Cipollini, dell’ANPI di Pietrasanta. Chiude la giornata con alcune riflessione don Luigi Sonnefield.




Livorno città “non toscana”

livornoLo dicevano Curzio Malaparte e Indro Montanelli, l’ha ripetuto più volte il presidente Carlo Azeglio Ciampi: Livorno è in Toscana ma non è una città toscana. La conferenza in programma per giovedì 10 aprile (ore 17.30) ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva, 25, Livorno) “Livorno città “non toscana”: la storia fra mito e realtà” vuole verificare proprio questa interpretazione, ripercorrendo la storia di Livorno e comparandola a quella delle maggiori città della regione.

Relatore della conferenza Massimo Sanacore, direttore dell’Archivio di Stato di Livorno che evidenzierà l’effettivo dualismo della città, anche se contaminato da elementi di “toscanità” che sono comunque presenti nella storia livornese. Ciò nonostante, anche se negli ultimi decenni vi è stato un processo di “assimilazione”, il quadro attuale resta di sostanziale particolarità antropologica della città, ancora in grado di influenzare chi vi immigra.

La conferenza in programma per giovedì chiude il ciclo di conferenze Fra(m)menti Livornesi, promosso dal Comune di Livorno su aspetti particolari o poco noti della città.

* Ingresso gratuito

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Livorno

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“Resistenza 2.0”. Call for paper dell’Istituto De Martino

Il numero 24 de «Il de Martino», rivista dell’omonimo istituto fondato da Gianni Bosio a Milano nel 1966 e ora con sede a Sesto Fiorentino, sarà curato dal collettivo di Archivi della Resistenza di Fosdinovo e verterà sull’uso degli strumenti audiovisivi e multimediali per la raccolta, analisi e diffusione della memoria storica della Resistenza.
Il numero dedicherà una parte all’esperienza dell’Associazione Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani, in occasione del suo decimo anniversario di attività, ma intende ampliare lo spettro d’interesse alle metodologie di ricerca e alle modalità di divulgazione contemporanea della memoria della Resistenza includendo altre realtà, contattando studiosi delle discipline storiche e antropologiche come pure filmaker, progettisti museali, organizzatori culturali, ecc., per poter così scattare un’istantanea sullo stato dell’arte in Italia della Resistenza ai tempi del Web, insomma di quella che potremmo chiamare “Resistenza 2.0”.

Si riporta il testo del Call for paper “Resistenza 2.0”

Al fine di poter coinvolgere esperienze anche molto diversificate si è deciso di aprire il numero a contributi esterni mediante una /call for paper/. Gli interessati possono inviare entro il 10 maggio 2014 un /abstract/ (al massimo 3000 battute spazi compresi) e un breve /curriculum vitae/ all’indirizzo info@archividellaresistenza.it.

Entro il 30 maggio verrà comunicata l’accettazione o meno delle proposte. Entro, e non oltre, il 15 settembre 2014 gli articoli dovranno essere consegnati, secondo le norme redazionali della rivista e con una lunghezza massima di 40.000 battute spazi compresi.

I temi che vorremmo affrontare in questo numero sono i seguenti:

– “elogio della telecamera”, ovvero uso della videointervista nella storia orale: dalla Resistenza alle lotte recenti (Genova 2001, No Tav, No Ponte, No Dal Molin, No Muos, movimenti delle donne, movimenti antirazzisti, movimenti studenteschi, movimento operaio, ecc.);

– creazione di archivi digitali, metodologie di inventariazione, risorse e criticità del digitale, tecniche di conservazione;

– Resistenza e web: utilizzo di strumenti di divulgazione multimediale ma anche ricerche basate su fonti multimediali;

– eventi, musei, presidi della memoria e percorsi didattici dedicati alla Resistenza in Italia e in Europa, con un’attenzione particolare ai mezzi audiovisivi e multimediali.

 

 




L’Appartamento di Wilder a Castiglioncello per il ciclo la Storia del cinema

stdelcinemaE’ in programma per mercoledì 9 aprile, alle ore 21.30, presso il Cinema di Castiglioncello (via Ugo Foscolo, 1, Castiglioncello, Livorno)  il quarto appuntamento della Storia del Cinema con la proiezione de L’appartamento di Wilder, introdotto da Aldo Viganò.  Il ciclo di proiezioni è organizzato dal Centro Studi Commedia all’Italiana di Castiglioncello nell’ambito di un progetto che intende ricostruire un ideale percorso attraverso le opere più significative della settima arte, allo scopo di favorire un percorso di crescita e di sensibilità critica.

Le proiezioni in sala, a cadenza periodica, sono precedute e seguite da letture, intermezzi musicali, analisi dei contenuti e del linguaggio cinematografico. Se il primo capitolo del progetto era dedicato ai Capolavori (2011-2012), il secondo (2013-2014) indaga sulle capacità del cinema di generare miti. Il programma si declina in una rassegna costituita da cinque opere e in un’Appendice estiva, che riguarda la Commedia all’italiana. Cornice dell’antologia è il “Cinema Castiglioncello”: a sottolineare l’importanza della visione in sala, a dispetto della sempre più diffusa visione domestica. E questo non solo per fattori tecnici, ma anche per il particolare ruolo culturale che ricopre la fruizione collettiva di un’opera.

Calendario incontri aprile | luglio 2014
(INGRESSO LIBERO)

Mercoledì 9 aprile 2014 ore 21.30

BILLY WILDER | L’appartamento
Introduzione di Aldo Viganò

Mercoledì 16 aprile 2014 ore 21.30

INGMAR BERGMAN | Il settimo sigillo
Introduzione di Massimo Ghirlanda

Mercoledì 7 maggio 2014 ore 21.00

FRANCIS FORD COPPOLA | Apocalypse Now
Introduzione di Maurizio Ambrosini

Mercoledì 21 maggio 2014 ore 21.30

WOODY ALLEN | Manhattan
Introduzione di Vita Maria Nicolosi

Appendice: Autori della Commedia all’italiana

Lunedì 21 luglio 2014 ore 21.30

ALBERTO SORDI | Il vedovo di Dino Risi
Introduzione di Masolino d’Amico

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Giovanni Frullini. Partigiano, testimone, scrittore

Sabato 12 aprile alle ore 17.00 presso la Biblioteca Comunale di Fiesole (via Giovan Battista Sermei, 1)  il Comune di Fiesole assieme all’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (Isrt) e all’Associazione Amici della Biblioteca di Fiesole organizzano un incontro dedicato alla figura di Giovanni Frullini, partigiano e scrittore.

L’incontro, coordinato dall’assessore alla formazione del Comune di Fiesole Maria Luisa Moretti, prevede interventi mirati sulla figura e l’opera di Giovanni Frullini a cura di:

Prof. Simone Neri Serneri (direttore dell’Isrt),La liberazione di Firenze”

Eugenia Corbino (Isrt), Poesie e scritti letterari

Silvano Priori (Isrt), “Alla guerra contro la guerra” l’esperienza militare e l’antimilitarismo

 

 

 

 




“Non fare giustizia significa rendersi complici dell’ingiustizia”

Benché la Linea Gotica attraversi la Garfagnana, la valle – al contrario di quanto avviene in altre zone dell’Italia centro-settentrionale occupate dai nazifascisti – già prima del proclama Alexander (13 novembre 1944) non è al centro di attività belliche o partigiane particolarmente importanti. Resta un fronte tutto sommato secondario fino alla Liberazione, che avverrà il 20 aprile 1945.

Nonostante ciò, negli ultimi mesi del 1944 la guerra civile raggiunge da queste parti livelli impensabili soltanto pochi mesi prima. La 36° Legione Brigate Nere “Benito Mussolini”, comandata da Idreno Utimpergher, nelle poche settimane in cui è rimasta di stanza in Garfagnana ha contribuito parecchio a surriscaldare il clima, con soprusi, razzie, rappresaglie contro i civili (il 23 settembre vengono uccise otto persone e saccheggiate diverse abitazioni, in risposta a un attentato nel quale è rimasta ferita una donna, cognata di un ufficiale fascista) e atti di barbarie contro i partigiani catturati e uccisi. Luigi Berni per esempio viene legato con una corda a un autocarro e trascinato sulla strada fino alla sua morte. Racconta in una testimonianza inedita un partigiano garfagnino, Franco Bravi:

«Di eroi tra noi non ce n’era. Però si era presi da questo sistema: “…altrimenti ci portano in Germania, altrimenti ci distruggono, bisogna combattere questa gente”. Non che avessimo idee politiche. L’odio venne dopo i fatti del Berni. A quel punto, triste a chi capitava. Si era saputo di questo fatto, le voci giravano, si sapevano più o meno le cose, si sapeva che avevano trascinato questo Berni sulla strada e quindi l’idea “se si chiappa un fascista gli si fa uguale” c’era».

Nelle settimane successive a questi episodi, nonostante le Brigate Nere abbiano lasciato la Garfagnana, i partigiani della Divisione Garibaldi Lunense, operante nella zona ancora occupata, iniziano una sorta di epurazione. A farne le spese sono alcuni uomini segnalati dai locali CLN comunali come collaborazionisti nazifascisti e accusati di aver organizzato i fasci repubblicani, denunciato i renitenti alla leva fascista, fornito notizie alle truppe nazifasciste o, infine, esser stati dirigenti in aziende impiegate ai fini bellici del nemico. La corte marziale è guidata dal comandante Anthony John Oldham e dal commissario di guerra Roberto Battaglia. Si tratta ovviamente di processi sommari, la cui tragicità è aumentata dall’impossibilità di infliggere pene detentive: chi viene giudicato colpevole viene ucciso (e un errore giudiziario sarebbe irrimediabile), chi viene giudicato innocente viene rilasciato (e anche in questo caso, la rimessa in libertà di un collaborazionista potrebbe rivelarsi esiziale per la formazione partigiana). Lo spirito di queste settimane e di questi processi è ben riassunto in un’ordinanza del 28 ottobre 1944, firmata da Oldham e Battaglia:

“Epurazione

Chiedere ai CLN comunali elenchi di spie e favoreggiatori del nemico tenendo però presente che il giudizio definitivo spetta solo al Tribunale militare di guerra regolarmente costituito presso ogni comando di Brigata. Arrestare solo quando si è sicuri della colpevolezza in modo da poter procedere con la necessaria rapidità al giudizio. Conservare documentazione dell’istruttoria e della sentenza sottoscritta dai membri del Tribunale. Nel caso che una denuncia risulti falsa punire il delatore con la stessa pena che sarebbe stata inflitta al denunciato se riconosciuto colpevole. In ogni caso nessuna pietà, nessun compromesso, nessuna via di scampo per il nemico. Non fare giustizia significa rendersi complici dell’ingiustizia.”

In calce all’ordinanza, un appello del Corpo Volontari della Libertà Comando Settore Garfagnino, che avverte la popolazione dell’arrivo nella zona della Divisione Italiana Monterosa, diffidandola dall’aver qualsiasi rapporto con elementi della suddetta divisione, pena la fucilazione. (Si veda trascrizione del documento allegato).

Questa è la situazione in Garfagnana ai primi di novembre. Il 4 di quel mese, a Foce di Careggine, dove ha sede il comando partigiano, viene fucilato Saul Grandini, accusato di aver collaborato con la Guardia Nazionale Repubblicana.

Due giorni dopo i tedeschi prelevano dalle carceri di Castelnuovo tre uomini, Antonio Bargigli, Ferruccio Marroni, Telmo Simoni, e una donna, Natalina Peranzi: l’accusa è di far parte della Resistenza e di avere istigato alla diserzione soldati repubblicani. I quattro vengono uccisi al cimitero di Castelnuovo Garfagnana.

Il 7 novembre i partigiani uccidono tre uomini, sempre a Foce di Careggine. Uno è un tenente abruzzese della Monterosa, catturato pochi giorni prima, Paolo Carlo Broggi. Gli altri due sono uomini del posto: Aristide Contadini, segretario del fascio di Careggine, e Fedele Bianchi, medico condotto del paese. In questi ultimi due casi, le accuse sono controverse e la loro effettiva attività antipartigiana è più presunta che acclarata. Contadini ha assunto la carica mesi prima forzatamente per ordine dell’ispettore di zona del fascio repubblicano, il medico pare abbia addirittura aiutato qualche partigiano.

Ma, come detto, la guerra civile è all’apice in questa zona d’Italia e un sospetto sottovalutato può risultare decisivo per la vita di una intera formazione partigiana. E anche per Contadini e Bianchi non c’è speranza di salvezza. Sono in totale sedici (quindici civili e il militare Broggi) in poco più di un mese i condannati a morte fascisti dalla Corte marziale della Garibaldi Lunense nella sola Garfagnana.

Oldham, Battaglia e i partigiani che eseguono le sentenze verranno processati negli anni successivi: le esecuzioni verranno considerate azioni di guerra e gli imputati assolti in virtù del Decreto Luogotenenziale 194 del 12 aprile 1945.

 

Feliciano Bechelli si è laureato in Scienze politiche presso l’Università di Pisa e collabora con l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Lucca. Giornalista pubblicista, è direttore responsabile della rivista dell’Istituto “Documenti e studi”.

Articolo pubblicato nell’aprile 2014.




Ernesto Rossi. Breviario di un liberista eretico

Fondazione Circolo Fratelli Rosselli  e  Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini, con il patrocinio del Comune di Firenze, vi invitano in Sala delle Miniature in Palazzo Vecchio, alle ore 16.45 per la presentazione del libro:

Ernesto Rossi. Breviario di un liberista eretico  a cura di Gianmarco Pondrano Altavilla
Rubbettino editore 2014

Intervengono:
Sandro Rogari – Università di Firenze
Valdo Spini – Presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli
Simonetta Michelotti – Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini
Federico Gianassi – Segretario Comunale Partito Democratico.