69° anniversario della Liberazione a Lucca

Il 25 aprile Comune di Lucca e Provincia di Lucca ricordano la Liberazione con una celebrazione pubblica che prenderà avvio alle 9.30 con la Santa messa, seguita alle ore 10.30 dall’ingresso dei gonfaloni  e gli onori al gonfalone di Stazzema. Dopo il saluto di Walter Ramacciotti, presidente della Federazione italiana Associazioni partigiane, e un pensiero scritto dai bambini della scuola primaria “Lombardo Radice” di Lucca, seguiranno gli interventi di Alessandro Tambellini, sindaco di Lucca, Stefano Baccelli, presidente della provincia, l’orazione ufficiale di Umberto Sereni, ordinario all’Università di Udine, e gli onori al Prefetto della città, Giovanna Cagliostro.




Resistere per l’arte

“Mia cara Giusta, così eccomi qui, dove passano la loro misteriosa ora di destino i tesori più preziosi della nostra Galleria e non solo. Penso alle migliaia di custodi, ispettori, direttori, di studiosi che sempre vigilarono la minima di queste cose, giorno e notte, e io non posso fare altro che camminare per queste sale devastate e aperte a tutti”.
È il 23 luglio 1944: dal castello di Montegufoni in val di Pesa Cesare Fasola, funzionario della soprintendenza fiorentina e antifascista, inizia un resoconto appassionato alla moglie. Appena due giorni prima aveva deciso di partire da Firenze a piedi, da solo, alla volta dei rifugi di Montagnana, Montegufoni e Poppiano per sorvegliare i capolavori degli Uffizi e provare ad impedire la distruzione o il furto delle opere da parte dei tedeschi.

Se il tema “arte e guerra” è diventato negli ultimi anni di crescente interesse (anche per il successo mediatico di pubblicazioni e pellicole dedicate al contributo degli Alleati nel recupero dei capolavori europei), meno nota è tuttavia la dedizione commovente alla causa da parte della comunità civile toscana. Dipendenti della soprintendenza, uomini di cultura, partigiani, parroci di campagna rischiarono continuamente la loro vita per mettere in salvo il patrimonio artistico toscano o le collezioni delle famiglie ebree e di nazionalità nemica residenti a Firenze, come quella dell’illustre storico dell’arte Bernard Berenson.

La straordinaria concentrazione in Toscana di opere d’arte disseminate capillarmente in tutto il territorio impose negli anni della guerra l’adozione di misure eccezionali. I soprintendenti e tutto il personale addetto già dal 1940 iniziarono le grandi manovre per l’individuazione di rifugi in campagna, ritenuti in quel momento più sicuri che la città, come ricovero per le opere d’arte di chiese e musei. Tra il novembre del 1942 e il gennaio del 1943 il soprintendente alle Gallerie Fiorentine Giovanni Poggi, coadiuvato dal direttore delle Gallerie Filippo Rossi e dal responsabile del laboratorio di restauro Ugo Procacci, riuscì a far partire da Firenze 174 convogli con 3107 casse contenenti dipinti e altre opere, nonché 4170 fra dipinti e sculture imballate singolarmente. A disposizione aveva solo sei camion e il carburante razionato.

Evacuazione delle sculture degli Uffizi dalla chiesa di Sant'Onofrio a DicomanoLa Primavera del Botticelli salutò gli Uffizi e fu trasportata a Montegufoni; parallelamente la Nascita di Venere prese la via del castello di Poppi e La Venere di Urbino di Tiziano fu rinchiusa in una delle 57 casse alla volta del monastero Camaldoli. Se le porte di bronzo dorato di Ghiberti furono staccate dal Battistero fiorentino e custodite nella galleria ferroviaria abbandonata di Sant’Antonio a Incisa Val d’Arno, le monumentali sculture di Michelangelo della Sagrestia Nuova di San Lorenzo trovarono riparo nella villa a Torre a Cona. La Certosa di Calci fu il rifugio strategico individuato per le opere mobili delle province di Pisa, Apuania, Livorno e Lucca, mentre i Quattro Mori di Livorno furono nascosti nel Cisternino di Pian di Rota.

Tra la fine del 1943 e l’estate del 1944, proprio quando si presentarono i pericoli maggiori per opere note in tutto il mondo, si registrarono alcuni tra gli episodi più commoventi e significativi nella difesa del patrimonio artistico toscano. Nel gennaio del 1944 Ugo Procacci fu sorpreso dai bombardamenti nell’alta val del Tevere mentre trasportava da Borgo San Sepolcro il celebre Polittico della Misericordia di Piero della Francesca: sotto il fuoco alleato, Procacci e il restauratore Edo Masini non se la sentirono di abbandonare il furgone con il capolavoro di Piero e rimasero a sorvegliare il prezioso carico: “Ma io come facevo? Non potevo lasciarle così. Pensai: morirò. Pazienza”, raccontò anni più tardi il funzionario.

Un rischio simile corse il giovane restauratore Leonetto Tintori a Prato, dove il 7 marzo 1944 era stato frantumato il venerato tabernacolo di Filippino Lippi, gioiello della città: mentre incombeva continuo il pericolo degli attacchi aerei e delle deportazioni, Tintori rimase per più giorni sul luogo per ricercare fra le macerie i frammenti di affresco e portarli in salvo nella sua casa di campagna. Se a nulla poté il coraggio del tecnico dell’Opera Primaziale del Duomo di Pisa Bruno Farnesi, che in pieno incendio (causato dal bombardamento alleato) si era arrampicato sul tetto del Camposanto con picconi, bastoni e badili per cercare di spengere inutilmente il fuoco che stava distruggendo gli affreschi monumentali, a Volterra i cittadini riuscirono in extremis a salvare l’etrusca Porta dell’Arco. Destinata ad essere abbattuta dal Comando tedesco per bloccare l’accesso alla città, pur di salvarla i volterrani raccolsero tutte le pietre del circondario e le accatastarono all’interno dell’arco, rispettando l’ultimatum di 24 ore che era stato concesso loro.

Con i tedeschi in ritirata, il più grande pericolo per le opere d’arte mobili toscane divennero le razzie che i nazisti iniziarono a compiere sistematicamente avanzando verso nord: centinaia di opere furono prelevate dai vari rifugi e, lungo una rincorsa per tutta Italia, scortate in depositi in Alto Adige e in alcuni casi in Austria e Germania. A tali furti si aggiunsero le intere collezioni requisite alle famiglie ebree e il Tesoro della Sinagoga di Firenze, che invano fu nascosto dai Forti negli scantinati della loro villa nelle campagne pratesi.

Solo nel luglio del 1945, grazie a un lavoro congiunto tra Alleati e italiani, dove si distinse in particolare la figura di Rodolfo Siviero, iniziarono a tornare ‘a casa’ i primi capolavori. Tra gli applausi e le lacrime, tutti i cittadini scesero in piazza per salutare il ritorno di un patrimonio che di fatto costituiva l’identità di molte città toscane e in particolare di Firenze.

Dalla primavera del 2014 la Fondazione CDSE Valdibisenzio e Montemurlo coordina il progetto “Resistere per l’arte. Guerra e patrimonio artistico in Toscana”, sostenuto dalla Regione Toscana. Con cadenza mensile compariranno nel portale di ToscanaNovecento articoli di approfondimento su questo tema, corredati da fonti e materiali di difficile reperibilità.

Articolo pubblicato nell’aprile 2014.




Segmenti di Linea Gotica

Segmenti di Linea Gotica  è un imponente progetto di land-art di Ivano Cappelli, un’azione/progetto che agisce sul territorio, laddove è ancora leggibile, la Gothic Line che sul finire della II Guerra Mondiale divise letteralmente in due l’Italia.

Il Comune di Cantagallo  è impegnato da alcuni anni nel progetto  “Per non Dimenticare”, coordinato dal CDSE della Val di Bisenzio,  e il progetto di Cappelli  ci ha offerto “ ’occasione per  rappresentare plasticamente , il discrimine, tra oblio e ricordo” afferma Ilaria Bugetti – Sindaco di Cantagallo.

Segmenti di Linea Gotica”  è un opera che andrà ad arricchire il parco di arte ambientale del Comune di Cantagallo, e  come “Chi mi parla” di Corsini, anch’essa  è tesa a recuperare la memoria e le memoria di un territorio, rendendoci  percepibile un passato prossimo.

Domenica 27 Aprile 2014 presso il Rifugio Ambientale di Cave,  Ivano Cappelli, con una performance, definirà due punti della  Linea Gotica, un segmento  definito e racchiuso da due punti,  fisici e concettuali definiti dall’artista  e da due tangibili cippi.

L’azione si svolgerà la mattina del 27, a partire dal Rifugio Ambientale di Cave,  che negli stessi giorni ospiterà anche  il passaggio dei  ciclisti della “Staffetta della Memoria”; dal 25 Aprile al Primo Maggio un gruppo di ciclisti effettua, in mountain bike, un itinerario in sette tappe – dal Tirreno all’Adriatico – ripercorrendo il tracciato storico della Linea Gotica e toccando alcune delle località più significative nei territori delle provincie di Massa, Lucca, Pistoia, Prato, Firenze, Bologna, Forlì-Cesena, Arezzo, Rimini, Pesaro.

Nell’ambito della Provincia di Prato la Staffetta delle Memoria  passerà proprio dal luogo  nel quale si svolgerà la performance  “Segmenti di Linea Gotica”.

Chi intende partecipare potrà  pernottare presso il Rifugio Ambientale di Cave nell’Area Naturale Protetta dell’Acquerino Luogomano (http://www.rifugiolecave.it/), o recarsi la mattina del 27 presso lo stesso rifugio.

Chi invece fosse interessato ad arrivare a Cave con la “Staffetta della Memoria” questo è il programma del percorso locale ed è libero di aggregarsi:

Sabato 26 aprile

9.30  S. Marcello Pistoiese: partenza in bici: lungo la pista ciclabile della ex-ferrovia FAP 11.30  Campo Tizzoro: visita al Museo e Rifugi della S.M.I. 12.30  Campo Tizzoro: partenza alla volta del P. della Collina 14.00  P. della Collina: sosta per visita ai resti delle fortificazioni nei dintorni 14.45  P. della Collina: partenza alla volta della Foresta dell’Acquerino 16.00  Transito all’Acquerino 17.00  Transito al Passo degli Acquiputoli 18.45  Arrivo al Rifugio Le Cave 20.30  Cena e serata al rifugio

Domenica 27 aprile

9.00  Rifugio “Le Cave”: incontro con delegazione del comune di Cantagallo, ANPI Cantagallo e pubblico. A seguire: intervento di land art dal ciclo “SEGMENTI DI LINEA GOTICA” dell’artista concettuale Ivano Cappelli. 10.15  Partenza della staffetta dal Rifugio “Le Cave” 11.30 S. Quirico di Vernio: visita alla Mostra Permanente degli oggetti ritrovati sulla Linea Gotica (a cura dell’Associazione Linea Gotica Alta Val Bisenzio. A seguire incontro con autorità, associazioni, ecc. 12.40  Località Torricella: sosta per breve escursione a piedi al Parco Memoriale della Linea Gotica 13.00  Partenza in bici per Mangona – Dogana –  P.della Futa 16.00  P. della Futa: visita al cimitero di guerra germanico 16.20  Partenza dal P. della Futa e discesa verso Panna (visita ai resti di un bunker nelle vicinanze) 17.15  Transito per Sant’Agata 18.15  Arrivo a Scarperia.




Voci e volti di Montemurlo in guerra

1-locandina-doc-24-aprilePresso la Sala Banti di Montemurlo (Piazza della Libertà, 2), alle ore 21.15, proiezione del documentario Voci e volti di Montemurlo in Guerra, a cura della Fondazione CDSE e di Saraceno Cineclub. Il video, promosso dal comune di Montemurlo, si inserisce all’interno del progetto di documentazione sulle memorie della Guerra e della Resistenza nel territorio di Montemurlo iniziato nel 2012 da CDSE e Saraceno Cineclub.




Celebrazioni della Liberazione

“Una giornata per non scordare i valori della libertà riconquistata e di festa per grandi e bambini” è questo lo spirito con il quale il comune di Londa festeggia il 25 aprile anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
Per queste celebrazioni sono previsti un momento “istituzionale” ed uno dedicato ai più piccoli.

Parlando delle celebrazioni istituzionali l’appuntamento è alle 10,30 con la Santa Messa nella Chiesa della SS Concezione ed alle 11,15 sempre in piazza Umberto I partirà il corteo per le vie del paese per la deposizione delle corone al parco della Rimembranza e in via Ricci. Alle 11,30 ci sarà la commemorazione vera e propria con gli interventi delle autorità locali.

In contemporanea a Rincine ci saranno una serie di attività con pony ed asinelli per i bambini messi a disposizione dal centro ippico “il Bosco di Rincine”. Con questi particolari “mezzi di trasporto” prenderà il via una escursione (i grandi viaggeranno a piedi i bimbi si alterneranno in groppa agli animali) lungo il percorso del bosco della durata di circa due ore. I partecipanti dovranno munirsi di pranzo a sacco che sarà consumato in località lago dell’Aina. Sono previsti giochi e racconti di fiabe e leggende. Il ritorno è previsto prima dell’imbrunire. Per info 0558354080 e 3388881402.




70° Anniversario dell’eccidio del lunedì di Pasqua

Si terrà il 21 aprile la cerimonia solenne per il 70° anniversario della strage nazista del Lunedì di Pasqua del 1944, nella quale furono trucidati sette civili in località Ceppeto, sul Monte Morello. Il Comune di Sesto Fiorentino e la Consulta Comitato Unitario Antifascista hanno organizzato una mattinata di celebrazioni che comincerà alle 10,30 con la deposizione di corone alle lapidi della Casa del Popolo di Pian di San Bartolo, della Stazione di Montorsoli e di piazza della Chiesa a Cercina. Alle 11,15 la cittadinanza e le autorità si concentreranno nel piazzale di Ceppeto per deporre una corona alla lapide in memoria del partigiano Giovanni Checcucci: da lì partirà un corteo fino al cippo che ricorda i caduti del Lunedì di Pasqua 1944. L’intervento del sindaco concluderà come di consueto le celebrazioni.




Celebrazioni del Comune di Campi Bisenzio

Il 25 aprile si svolgeranno le celebrazioni sul territorio di Campi Bisenzio: alle 8.45 il Sindaco partirà dal cimitero comunale per deporre fiori sulle tombe di Lanciotto Ballerini e Guglielmo Tesi. Verrà ricordata anche Tosca Fiesoli. Alle 10 verrà celebrata la Messa in memoria di tutti i caduti e poi il corteo proseguirà con la deposizione delle corone al Monumento dei caduti e al cippo in Piazza della Resistenza.

A seguire, in collaborazione con il comune di Calenzano, a Valibona si svolgerà, alle 11.30, la visita al Memoriale e la deposizione della corona al cippo dei caduti. Sarà possibile pranzare a Valibona col servizio offerto dal Circolo ARCI di Carraia.

Il 26 aprile alle 16.30 in sala consiliare verrà proiettato il film L’ultima corsa sulla storia di Lanciotto Ballerini.




Sui passi della memoria

Il Comune di Scarperia e San Piero invita la cittadinanza a prendere parte ad un nutrito programma.
Si parte alle 9.00 del mattino da San Piero a Sieve dove, presso la Pieve, sarà celebrata la S. Messa in memoria dei caduti di tutte le guerre e, alle 9.35, verrà deposta la corona di alloro nel Parco della Rimembranza, attiguo alla Chiesa, con il discorso del Commissario e l’alzabandiera.
Alle 10.45 seguirà la deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti presso la Chiesa di Santo Stefano a Cornetole (San Piero a Sieve) e, alle 10.45, Santa Messa alla Pieve di Scarperia, alle 11.45 deposizione corona al monumento ai caduti presso i giardini pubblici e, alle 12.30, deposizione della corona al monumento ai caduti del 363° reggimento della 91^ divisione USA, in località Omomorto.
“Per onorare una solennità nazionale come quella del 25 aprile, così ricca di significato – commenta il Commissario Stelo – proponiamo una mattinata decisamente intensa, ma con un unico programma, che prevede le tappe che, fino all’anno scorso, venivano presenziate dalle rispettive amministrazioni comunali.”
E continua: “Oltre alla presenza delle Forze dell’Ordine, degli Alpini, delle Misericordie, delle Pro Loco e delle associazioni, mi auguro vi sia anche quella di tanti cittadini per ricordare, insieme, i caduti per la Patria e la libertà.”

… E CON LA BIBLIOTECA, SUI PASSI DELLA MEMORIA, UN PERCORSO A PIEDI SUI LUOGHI STORICI DELLA LIBERAZIONE
Anche la Biblioteca comunale di San Piero a Sieve propone una iniziativa per il 25 aprile, una camminata sui luoghi significativi della Resistenza locale, che furono teatro delle attività della Formazione Partigiana ‘Fanfulla’, nata su iniziativa di alcuni giovanissimi sanpierini, i quali dettero il loro contributo alla liberazione dal regime nazifascista, dall’inverno del ’43, fino alla Liberazione. Per chi voglia partecipare a questa scarpinata a tema, la partenza è fissata alle ore 14.00 davanti al Parco della Rimembranza, attiguo alla Pieve di San Pietro.
Per informazioni e prenotazioni chiamare la Biblioteca ‘Piero Bargellini’ di San Piero a Sieve (055/8487528), oppure inviare una email all’indirizzo biblioteca.sanpiero@comune.scarperiaesanpiero.fi.it, oppure recarvisi direttamente dal lunedì al venerdì, dalle ore 15.00 alle 19.00, il sabato dalle ore 9.00 alle 13, ed il giovedì anche dalle ore 9.00 alle 12.00.