Il sentiero dei martiri d’Istia

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Il sentiero percorso corteo che accompagnò le salme degli 11 ragazzi da Maiano Lavacchio a Istia (cliccare sulla foto per ingrandire)

Nel febbraio 2008 Marco Grilli, ricercatore dell’ISGREC e autore del volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia” (Isgrec-Effigi, Arcidosso 2014), raccolse la preziosa testimonianza di Ernesto Simoni, all’epoca dei fatti adolescente di Istia d’Ombrone, che ha permesso di ricostruire il percorso compiuto da alcuni cittadini di Istia al seguito del parroco del paese, Don Omero Mugnaini, che si ribellò alla volontà delle autorità fasciste di seppellire i corpi sul luogo dell’uccisione, Maiano Lavacchio, in una fossa comune. Simoni fece parte del mesto e coraggioso corteo che accompagnò le salme degli 11 giovani, che avevano pagato con la vita la scelta di non prendere le armi al servizio della RSI.

Voi occupatevi dei vivi, che dei morti me ne occupo io”. Sono le parole con cui Don Mugnaini replicò seccamente ai fascisti: un gesto di umanità nell’Italia dilaniata dalla guerra civile. I ragazzi trucidati furono trasportati su 5 carri al cimitero di Istia e lì sepolti dopo una semplice cerimonia, strettamente vigilata.

Nell’aprile 2013, per la prima volta, la strada percorsa da quei 5 carri è divenuta un sentiero della memoria, grazie alla collaborazione dell’Isgrec con l’associazione FIAB-Grossetociclabile. L’iniziativa “Pedalare Resistere Pedalare! Percorsi di Liberazione”, finalizzata a tenere viva la memoria della Resistenza, ha visto ciclisti esperti e meno esperti ripercorrere l’itinerario compiuto da Don Mugnaini e da alcuni abitanti del paese, la sera del 22 marzo 1944 per portare in paese i corpi degli 11 martiri. Il percorso ciclistico è la prima tappa verso una riqualificazione ed una più ampia fruizione di questo prezioso sentiero della Memoria.

A Maiano Lavacchio è inoltre possibile visitare la cappella votiva che i genitori dei fratelli Matteini, 2 degli 11 martiri d’Istia, fecero costruire nel luogo della fucilazione in memoria degli 11 martiri e l’obelisco che il Comune di Magliano fece erigere nel ventesimo anniversario della strage.

Dati del percorso: Km totali 36 di cui circa il 5% su strada a fondo sterrato, dislivello 320 mt, bici consigliata mtb/city bike, itinerario medio facile. Da Maiano Lavacchio a Grosseto possibilità di itinerario che ripercorre sentieri e stradelli che si addentrano nella macchia di Montebottigli. La lunghezza sale a 42 km e il dislivello a 561 mt. Itinerario impegnativo riservato a mtb, per il fondo e il dislivello richiede un discreto allenamento e padronanza della bici.




Fondazione Giorgio La Pira

Sede e contatti
Via G. La Pira 5, 50121 Firenze
Telefono: 055.284542
E-mail: fondazionelapira@gmail.com
Sito web: http://www.fondazionelapira.org/it
http://www.giorgiolapira.org/it
Orari di apertura:
Segreteria
: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-12 e 15-17
Archivio: la consultazione è consentita soltanto presso la Fondazione, previo appuntamento con l’archivista Beatrice Armandi, di regola il martedì e il giovedì tra le 9 e le 18.

Organi direttivi
Presidente: Mario Primicerio
Vicepresidente: Giulio Conticelli e Gabriele Pecchioli

Breve storia e finalità
Nel gennaio 1978 (due mesi dalla morte di La Pira 5 novembre 1977) nasce l’Associazione Fondazione Giorgio La Pira, presso i locali di San Marco (la sua Segreteria è stata, fino dai primi anni cinquanta, sita in via Lamarmora 5, ora via La Pira, e tuttora mantiene la stessa sede); nel maggio 1995 avviene il riconoscimento in Fondazione Giorgio La Pira; infine eretta in Ente Morale con D. M. del 28/03/1996.
Finalità: dall’art. 2 dello Statuto: “Lo scopo della Fondazione, senza fini di lucro, è la promozione di iniziative culturali e sociali nel nome del Prof. La Pira per tramandarne il pensiero e l’azione a livello nazionale ed internazionale e per conservare ed utilizzare a fini scientifici e culturali l’Archivio e la Biblioteca del Prof. La Pira”.

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio La Pira (Epistolario, lettere, appunti, discorsi), composto da oltre 40.000 documenti (interamente digitalizzato); Biblioteca La Pira: composta da 3.500 circa volumi appartenuti al Prof. La Pira insieme ad altri 2.500 circa volumi della Biblioteca della Fondazione (le due Biblioteche sono catalogate con SDIAF-WINISIS); Archivio fotografico e Archivio video; i vari Archivi e Biblioteca sono consultabili previa richiesta e successiva autorizzazione del Consiglio.

 

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La Sinagoga di Livorno

Nel cuore della città di Livorno sorge la Sinagoga nuova. Nuova perché quella vecchia, bellissima e molto grande, non c’è più. Tutti dicono che la sinagoga secentesca fosse seconda solo a quella di Amsterdam ma poiché fu pesantemente danneggiata dai bombardamenti, svuotata (come del resto il Duomo) dai cittadini alla ricerca di legno per scaldarsi in una città il cui centro era ridotto ad una maceria, fu scelto di costruirne una del tutto nuova. Le considerazioni su questa scelta sono molto discordanti ma non è questo che qui ci preme sottolineare. L’aspetto che a noi è più caro è legato alla sua collocazione, nel centro della città, alla vista di tutti, in una piazza intitolata ad uno dei più importanti rabbini e intellettuali di tutti i tempi, Elia Benamozegh. La spiegazione di questo fatto è semplice. A Livorno non è mai esistito il ghetto. Gli ebrei arrivarono a partire dal cinquecento e prosperarono in un contesto di grande tolleranza, sia religiosa che giuridica, che permise loro nel Settecento di rappresentare il 25% dell’intera popolazione labronica.

Purtroppo molto cambiò nel Novecento con le Leggi razziali e le persecuzioni. Una parte degli ebrei emigrarono all’estero, una parte cercò di trasferirsi in altri luoghi per dare meno nell’occhio. Molti sfollarono nelle campagne per salvarsi dai fascisti e dai tedeschi ma anche dalle bombe. Furono 116 i deportati e solo in 11 tornarono vivi. La comunità si raccolse attorno a quello che rimaneva dei vecchi edifici e ricominciò a vivere. Finalmente il 23 ottobre 1962 gli ebrei di Livorno riebbero il loro luogo di culto e di incontro. Ancora oggi la comunità ebraica è molto presente nelle manifestazioni culturali e civili della città e la città, nel suo complesso intrattiene un rapporto positivo con la comunità stessa al punto che non gli ebrei, oramai pochi, ma tutti i livornesi per indicarti quel luogo ti dicono: “E’ lì, alla sinagoga”.

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I luoghi della memoria della provincia di Livorno. La guerra e la Resistenza dalla strada al social web

Parte dalla piccola località di Gabbro (Rosignano Marittimo, Livorno) e prosegue verso Livorno e poi più a sud a Castagneto Carducci e Piombino l’itinerario della memoria della guerra e della Resistenza che l’Istoreco ha ideato per commemorare il 70° anniversario della Liberazione. In tutto, al momento, cinque pannelli e sei segnalatori, che costituiscono altrettante tappe dell’innovativo progetto dell’Istoreco. Dalle installazioni, tramite la tecnologia QR Code, è possibile accedere direttamente al sito web del progetto “Luoghi della memoria” nel quale i visitatori possono trovare approfondimenti e partecipare alla costruzione di una memoria condivisa.

VISITATE IL SITO DEI “LUOGHI DELLA MEMORIA”: http://istorecolivorno-ldm.it/

Il progetto
Nei prossimi mesi l’itinerario si arricchirà di nuove installazioni nei Comuni di Livorno, Rosignano Marittimo, e Cecina: tutte le installazioni conterranno informazioni essenziali in italiano e in inglese e il rimando con QR Code al sito web. Il progetto intreccia i tradizionali strumenti di divulgazione della memoria come i pannelli, totem e segnalatori che verranno installati via via sul territorio provinciale e nei territori limitrofi, con le possibilità didattiche e partecipative offerte dalle nuove tecnologie. Con il coordinamento e la direzione scientifica dello storico Stefano Gallo dell’Istoreco, e in collaborazione con le varie amministrazioni comunali coinvolte, sono state condotte specifiche ricerche per selezionare i luoghi più significativi in cui sono conservate le tracce lasciate dagli uomini e dalle donne dell’antifascismo e della Resistenza.

Il sito web e il progetto grafico
Il sito sviluppato da Daniele Tabellini e da Erika Gabbani dello Studio Nasonero con la tecnologia Opensource, è allo stesso tempo il website del progetto ed un vero e proprio archivio geo-localizzato in cui un sistema di navigazione attraverso mappe di Google permette di accedere a tutti i contenuti e di avere sempre una visione d’insieme del territorio e delle sue memorie resistenti. Sul sito è possibile fare ricerche incrociate per Comune, per parole chiave, per data e per vicinanza ad un luogo dato. Il sito è pensato poi come una risorsa per la didattica e l’approfondimento in cui vengono raccolti materiali multimediali, ma anche come uno strumento aperto a disposizione della cittadinanza che può contribuire al suo arricchimento inviando post-it e propri materiali di memoria.

Grande attenzione è stata data al progetto grafico, ideato dallo Studio Nasonero. Il disegno del marchio del progetto – due triangoli rossi e verdi che incorniciano un quadrato bianco – è frutto di una approfondita ricerca storica sui rapporti tra grafica e Resistenza e mostra evidenti influenze con Albe Steiner, grafico italiano di fama internazionale, il quale, utilizzando queste forme e questi colori, realizzò già in periodo clandestino una sorta di progetto grafico per il Comitato di Liberazione Nazionale della Valdossola.

Le installazioni

Gabbro (Rosignano Marittimo)
Nella centrale piazza della Democrazia è stata posta un’installazione che ricorda il rastrellamento di 17 ebrei avvenuto in quella località il 20 dicembre 1943. L’installazione del Gabbro è stata curata in collaborazione con il Comune di Rosignano Marittimo, il Comitato di gestione del Centro Civico del Gabbro e l’Anpi. Gli approfondimenti storici per l’Istoreco sono stati curati dal ricercatore Enrico Acciai. Nel rastrellamento dei diciassette cittadini ebrei sfollati da Livorno, c’era anche Isacco Bayona, cui è dedicato il pannello, che fu l’unico superstite di quel gruppo di deportati. Sul sito web del progetto è possibile approfondire il tema, grazie anche a documenti originali capaci di raccontare efficacemente quelle tragiche vicende.

Castagneto Carducci
A Castagneto Carducci sono state collocate 7 installazioni (2 pannelli e 5 segnalatori).
Il primo pannello si trova alla Stazione ferroviaria di Donoratico (in via della Vecchia Aurelia): su di esso i visitatori trovano la mappa dei “Luoghi della Memoria” di Castagneto Carducci, Donoratico e Bolgheri. Il secondo pannello, collocato in largo Peppino Impastato a Donoratico, ricorda l’uccisione dei giovani contadini Dilvo Creatini (24 anni) e Paris Caprai (27 anni) avvenuta il 23 giugno 1944 per mano delle SS.

I cinque segnalatori sono invece collocati a Castagneto Carducci e Bolgheri, in luoghi dove già esistono lapidi o placche commemorative. Questi i segnalatori a Castagneto Carducci: al Parco della Rimembranza il segnalatore è posto sotto la lapide che ricorda l’uccisione dei partigiani Giovanni Banchini e Augusto Menchi avvenuta il 24 giugno del 1944; tra via Gramsci e Piazza del Popolo si ricorda la figura di Dante Dallari, ucciso per la liberazione di Castagneto, a 22 anni, il 27 giugno 1944; presso il Municipio (via Giosuè Carducci) si ricorda il passaggio del Fronte; all’Istituto “G. Borsi”, via Umberto I, si fa memoria dei 5 bambini uccisi da una bomba nel dopoguerra; a Bolgheri (in Piazza Alberto) il segnalatore è posto vicino alla lapide che ricorda i caduti del 1940-1945.
Le installazioni sono state curate in collaborazione col Comune di Castagneto Carducci e col supporto delle aziende Sassicaia e Ornellaia, della Banca di Castagneto Carducci e della Rea di Rosignano Marittimo. Gli approfondimenti storici sono stati curati da Stefano Gallo.

Piombino
E’ dedicato a Ilio Salvadorini, protagonista dell’antifascismo e della Resistenza piombinese, il pannello collocato in via Casalini (ex via Salvestrini), dove nel novembre 1942 il Fascio di Piombino, per dare una lezione a chi criticava il regime di Mussolini, fece manganellare per strada decine di persone. Ilio Salvadorini, braccato dagli squadristi si rifugiò in una fiaschetteria in Corso Vittorio Emanuele: all’uscita sparò e ferì un aggressore. Dalla fine del 1943 fu uno degli organizzatori della Resistenza. L’installazione è stata curata in collaborazione con il Comune di Piombino e col supporto della Banca di Castagneto Carducci e della Rea di Rosignano Marittimo. Gli approfondimenti storici sono stati curati da Stefano Gallo e sono anche frutto di un percorso didattico che ha coinvolto gli studenti delle classi 3A e 3B (anno scolastico 2012-2013) della scuola media Guardi di Piombino.

Livorno
Nel capolouogo sono stati collocati un pannello ed un segnalatore. Il pannello è stato installato sul viale Caprera (esattamente sul palazzo sede degli uffici Attività Educative del Comune) nel quartiere della Venezia che ricadde in quella parte di città che fu sgombrata su ordine dell’esercito tedesco, creando la cosiddetta “zona nera”;  il segnalatore in via Galilei, all’angolo con via Garibaldi, dove morirono numerosi livornesi sotto i bombardamenti aerei del ’44, rifugiandosi invano in una cantina all’epoca esistente.




Teatro della Memoria. 70 anni fa… La Liberazione di Siena

Teatro della memoriaSi intitola “70 anni fa… La Liberazione di Siena” il secondo appuntamento del “Teatro della Memoria”, la rassegna di teatro civile organizzata dall’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea e dalle Stanze della memoria di Siena.  Mercoledì 19 marzo, alle ore 21.30, presso le Stanze della Memoria (via Malavolti, 9, Siena) va in scena lo spettacolo a cura di Laura Mattei nel quale Francesco Burroni con storie, aneddoti, testimonianze e poesie accorderà la sua rappresentazione con le relazioni storiche di Sandro Orlandini e Fabio Masotti per  ricordare la Liberazione di Siena.

Con le proposte del “Teatro della memoria” l’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea vuole affrontare temi ancora oggi impegnativi e controversi sia della storia recente sia di quella ormai più lontana, in considerazione anche del doppio anniversario della Liberazione e della prima guerra mondiale.

Sotto la direzione artistica di Francesco Burroni e il coordinamento di Laura Mattei, nel corso della rassegna vengono portate in scena varie rappresentazioni di tematiche diverse che partono dal contesto locale (la Liberazione di Siena, la storia di un partigiano della brigata Spartaco Lavagnini) per poi allargarsi a tematiche di interesse nazionale e internazionale (la prima guerra mondiale e le poesie di Hikmet).

Dopo il primo appuntamento del 5 marzo scorso con “La solitudine del re. I 55 giorni di Aldo Moro nella prigione del popolo”, la rassegna prosegue con l’appuntamento del 19 marzo e i nuovi appuntamenti di aprile.  Il 2 aprile Silvia Bruni porterà in scena “Un anno sull’altipiano” di E. Lussu, mentre il 16 aprile saranno le poesie del grande statista e poeta turco Nazim Hikmet ad essere al centro dello spettacolo di Francesco Burroni e Marcella Cappelletti, “Il turco in Italia” con le musiche dal vivo di Francesco Oliveto. Ultimo appuntamento sarà la mattina del 4 maggio con uno spettacolo itinerante de “La rana gracida” per le vie di Siena, con Francesco Burroni accompagnato dalla musica di Francesco Oliveto, che si concluderà un pranzo al sacco nel sito partigiano di Pornella.

Info:
Stanze della Memoria,
Via Malavolti, 9 Siena
Per tutti gli appuntamenti è consigliata la prenotazione. 0577-236607 – 338.8062038




Geografia e storia degli insediamenti colonici tra Arno, Elsa e Pesa

La mostra fotografica, a cura di Nicola Fontana, Alessandro Mancini, Carla G. Romby, Leonardo Giovanni Terreni, Stefania Terreni, è stata promossa e realizzata dalle associazioni Amici dell’Archivio storico di Empoli e Amici del Museo del Vetro, con il patrocinio e il sostegno finanziario del Comune di Empoli e della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e Castelfiorentino e sarà accompagnata da una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza sul tema delle case coloniche e, in senso più ampio, del paesaggio agrario.
Si tratta di una ricognizione/repertorio di immagini fotografiche che testimoniano le diverse caratteristiche dei complessi colonici, con particolare attenzione alla connessione tra tipologie, aree geografiche e pratiche colturali e produttive.
La mostra ha come obiettivo la valorizzazione della varietà dei paesaggi agrari dell’area che è parte significativa della “Toscana di mezzo”; ne risulteranno comparazioni e valutazioni che potrebbero costituire un utile riferimento per una tutela attiva dell’ambiente.

Periodo di apertura: 29 marzo – 31 agosto 2014
Museo del vetro, via  Ridolfi 70 Empoli
Orario: 10-19 (escluso il lunedì)

Nel periodo di svolgimento della mostra si terranno alcune escursioni nelle aree interessate dalla mostra: 

 

 

 

Firenze. Gli irripetibili anni ’60

La Fondazione Circolo Fratelli Rosselli invita alla presentazione del volume:
Firenze. Gli irripetibili anni ’60 (ed. Scramasax)
alle ore 17.00 presso la propria sede (Spazio QCR, via Alfani 101r)

Presiede: Valdo Spini presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli
Intervengono:
Fabrizio Borghini, Alessandro Fiesoli, Marcello Giannini, Andreas Lotti, Paolo Serena
Coordina: Pier Francesco Listri
Parteciperanno il curatore, Luca Giannelli, e sportivi dell’epoca.
Saranno proiettate foto dal volume.

 

 

 




Fondazione Valore Lavoro onlus – Pistoia

Sede e contatti
Via Puccini 104, 51100 Pistoia
Telefono: 0573.378525
E-mail: archiviostorico@pistoia.tosc.cgil.it
Sito web: https://fvl.cgilpistoia.it/

Organi direttivi
Presidente: Sergio Frosini;
Coordinamento attività scientifiche e curatore: Stefano Bartolini

Breve storia e finalità
La Fondazione Valore Lavoro nasce nel 2011 come evoluzione del “Progetto archivio” inaugurato tra il 2008 e il 2009 dalla Camera del Lavoro di Pistoia, acquisendo la proprietà dell’archivio storico (dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” con Decreto N° 657/2010 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), della biblioteca e dell’emeroteca. Allo stesso periodo risale la sua partecipazione a pieno titolo alle attività della sezione della Fondazione Di Vittorio denominata “Rete degli archivi, delle biblioteche e dei centri di documentazione della CGIL” (vedi il sito).
La FVL promuove lo studio e la conoscenza della storia sociale, politica, economica e culturale dell’Italia contemporanea e della comunità locale, con particolare riferimento alle vicende del lavoro, del movimento sindacale e delle lotte politiche e sociali. La Fondazione ispira la propria attività ai valori e agli ideali di democrazia, libertà e pluralismo espressi dalla lotta di Liberazione e contenuti nella Costituzione Repubblicana.

Tra i suoi scopi:
– Promuovere la conoscenza, la divulgazione e l’approfondimento della storia della CGIL e del movimento sindacale locale, italiano ed europeo;
– Curare la tutela, la conservazione, la catalogazione e l’arricchimento dell’archivio storico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Valorizzare ed incrementare l’archivio storico, la biblioteca e l’emeroteca della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Mettere a disposizione del pubblico il patrimonio bibliotecario e archivistico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Promuovere lo studio della ricerca economica, sociale ed istituzionale, il confronto tra i modelli di integrazione economica e sociale europea e i grandi temi della politica internazionale;
– Attivare rapporti di collaborazione scientifica e culturale con omologhe istituzioni italiane o straniere;
– Cooperare con omologhe istituzioni italiane o straniere rispetto alle problematiche della ricerca scientifica, della sostenibilità e dei saperi;
– Pubblicare in proprio o avvalendosi di editori: studi, informazioni sullo stato delle ricerche e delle nuove acquisizioni, analisi delle articolazioni delle forme espressive della cultura;
– Promuovere la diffusione della cultura democratica e dei suoi corollari di giustizia sociale e pluralismo per l’affermazione di libertà paritarie e la valorizzazione delle differenze;

La FVL promuove ed organizza ricerche, corsi, convegni, manifestazioni culturali e pubblicazioni. Progetta organizza e gestisce attività formative o seminariali e le attività di conservazione, catalogazione, implementazione ed apertura al pubblico dell’archivio storico e della biblioteca.

Patrimonio
L’archivio storico della CGIL di Pistoia conserva i documenti prodotti dalla Camera del Lavoro, dalle Federazioni di categoria e dagli uffici del centro servizi. L’archivio è andato formandosi fin dalla fine della seconda guerra mondiale, durante il periodo del sindacato unitario, e raccoglie documenti a partire dal 1944 fino ad oggi. Progressivamente stiamo rendendo disponibili alla consultazione ed ai ricercatori tutti i nostri materiali, in un ottica che vede l’archivio come un luogo aperto e da valorizzare. L’archivio contiene anche materiali iconografici, quali fotografie, manifesti, volantini. É presente anche una Memoteca dove vengono raccolte le registrazioni di testimonianze orali.

Annesse all’archivio storico sono la biblioteca e l’emeroteca, altre due importanti luoghi di conservazione e di accesso alle fonti e al sapere, le cui risorse sono consultabili sia sul catalogo Opac della Redop (vedi il sito) sia sul catalogo di rete Biblioteche del Lavoro, progetto sperimentale che vede lavorare insieme strutture analoghe della Toscana, dell’Emilia Romagna e del Lazio (vedi qui).

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