Alla scoperta del patrimonio artistico…

La Fondazione CDSE organizza un ciclo di visite guidate alla scoperta del patrimonio storico-artistico del territorio:

Sabato 12 aprile 2014: visita guidata alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze

Visite a cura di  Alessia Cecconi.

Tutte le elargizioni ricavate durante le visite guidate saranno destinate alle attività culturali del CDSE (laboratori didattici, pubblicazioni, iniziative, mostre).

Per prenotarsi o avere informazioni sui contributi alle visite occorre chiamare il CDSE (0574.942476) tutti i lunedì e giovedì dalle 15.00 alle 19.00 o scrivere a info@fondazionecdse.it.




Conoscere il Novecento

Guerra, resistenze e democrazie: una questione europea
relatore: Simone Neri Serneri, Università di Siena

Laboratorio: Dalla Resistenza antifascista alla Costituzione repubblicana: il caso italiano, conduttori: Paolo Mencarelli e Silvano Priori, Isrt

Quarto incontro del corso di formazione sulla Storia e memoria del Novecento che anche quest’anno l’Istituto storico della Resistenza in Toscana propone, in collaborazione con il Comune di Firenze, agli insegnanti delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado per affrontare una serie di nessi concettuali che muovono dal rapporto fra stato-nazione alle dinamiche di repressione e discriminazione dei regimi totalitari.

Il corso è costituito da un ciclo di lezioni di 15 ore, suddivise in 5 incontri pomeridiani, di 3 ore ciascuno, articolati in due sezioni (lezione frontale; attività laboratoriale). Gli incontri si tengono presso la sede dell’Isrt dalle ore 16.00 alle ore 19.00.




Lezioni su “Donne e Costituzione”

Le lezioni e i laboratori alla scuola superiore di primo grado di Paganico sono indirizzati a valutare, a distanza di oltre 65 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, il permanere del divario tra il modello di democrazia sostanziale che la Carta disegna/auspica e la realtà sociale, politica, economica: stereotipi, pregiudizi, discriminazione, mancanza di pari opportunità, prima, e di parità, poi, limitano ancora “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.




Morire sotto le mura di Santa Barbara

CalugiE’ la sera dell’otto settembre 1943 quando dagli apparecchi radio il popolo italiano apprende della firma dell’armistizio tra l’Italia e gli alleati. Ciò che potrebbe significare la conclusione del conflitto per il nostro Paese e il nostro malcapitato esercito si rivela l’opposto poiché nei venti mesi successivi una durissima e pesantissima occupazione militare da parte delle truppe nazifasciste condurrà a stragi di civili, danni ingentissimi al patrimonio architettonico, artistico e storico ma anche alle stesse infrastrutture.

La quasi contestuale nascita della RSI portò, proprio per contrastare le nascenti formazioni partigiane, all’emanazione di bandi di leva per le classi 1924 e 1925, anche se vi risponderà soltanto il 40% dei richiamati e tra gli arruolati sono in tanti a disertare.

Proprio dai bandi della RSI ha origine la storia di Aldo, Alvaro, Lando Vinicio e Valoris ciascuno con una propria storia personale, con vicende di vita diverse e anche con formazione culturale differente anche se in realtà solo Valoris aveva terminato gli studi elementari. I quattro provenivano da famiglie con un tenore di vita non particolarmente elevato e aiutavano i propri cari a “sbarcare il lavoro”, chi operaio, chi calzolaio, chi chiamato alle armi e inviato nell’ARMIR sul fronte orientale.

L’aver rifiutato di aderire ai bandi della RSI fa si che siano arrestati dalla GNR e rinchiusi nelle carceri mandamentali delle Ville Sbertoli in attesa del processo, presso il Tribunale Militare di Guerra che si sarebbe insediato di lì a pochi giorni. Il processo si concluderà con una sentenza già scritta: la condanna a morte per i 4 ragazzi e la reclusione a 24 anni per Vannino Urati, e a 10 e 12 anni di carcere per Secondo Fibucchi e Salvatore Crescione.

All’alba del 31 marzo 1944, i quattro saranno fucilati presso la Fortezza S. Barbara dove saranno schierati appena fuori della piazza interna, nello stessa dove un secolo prima, Attilio Frosini era stato fucilato dalle truppe austriache. Nessuno dei condannati vuole essere bendato, i quattro vogliono vedere in faccia i loro aguzzini fisicamente finiti da una raffica di mitra da un fascista di Larciano.

Questo delitto compiuto dai fascisti cittadini come altri avvenuti nello stesso periodo contribuirono ad accelerare il distacco del popolo italiano da un regime sempre più in agonia, sempre meno credibile, che aveva condotto il paese ad una tragedia dalle incalcolabili proporzioni, mentre all’opposto si erano rafforzate le formazioni partigiane, il cui ruolo insieme a quello degli alleati si rivelerà decisivo per la liberazione della città di Pistoia e del Paese dal nemico tedesco.

Ogni 31 marzo, alla presenza delle autorità cittadine, di studenti e cittadini comuni viene celebrata alla Fortezza la commemorazione dei quattro ragazzi, evento che desta ancora oggi una emozione particolare poiché vide il coinvolgimento di giovani vite che si erano battute per la costruzione di una societˆ libera e democratica.

Il sacrificio di questi quattro eroi  stato riconosciuto nel 2007 dal Presidente della Repubblica con la concessione della medaglia d’oro al merito civile ad Aldo,Alvaro, Lando Vinicio e Valoris.celebrazione 31 marzo Pistoia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo pubblicato nel marzo 2014.




Fondazione Ezio Franceschini onlus

Sede e contatti
Via Montebello, 7 50123 – Firenze
Telefono: 055.2049749
E-mail: segreteria@fefonlus.it
archivi@fefonlus.it
biblioteca@fefonlus.it
Sito web: http://www.fefonlus.it/

Organi direttivi
Presidente: Paolo Blasi (presidenza@fefonlus.it)
Direttore: Lino Leonardi (direzione@fefonlus.it)

Breve storia e finalità
La FEF è un istituto di ricerca sulla cultura testuale dell’Europa medievale, nato dopo la morte di Ezio Franceschini per iniziativa dei suoi familiari, del suo allievo Claudio Leonardi e di alcuni amici, tra i quali Oscar Luigi Scalfaro, che ne fu il primo presidente. Dopo un periodo di attività non ufficiale, la FEF si è costituita a Firenze il 13 dicembre 1987.

Ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica nel 1990 e da allora figura nella tabella degli enti che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali considera meritevoli di contributo e sostegno da parte dello Stato; nel 1998 ha acquisito la qualifica di ONLUS; è Ente di ricerca scientifica (DPCM 8 maggio 2007).

La FEF promuove ricerche, convegni, formazione post-universitaria sulle tradizioni testuali del Medioevo, in collaborazione con numerose Università italiane ed europee.

Patrimonio
Oltre a una biblioteca di circa 120.000 volumi, punto di riferimento per gli studi di medievistica in Italia, la Fondazione Ezio Franceschini possiede i fondi archivistici di personaggi di rilievo della cultura del Novecento: Gianni Baget Bozzo (1925-2009), Vittore Branca (1913-2004), Gianfranco Contini (1912-1990), Ezio Franceschini (1906-1983), Claudio Leonardi (1926-2010), Lorenzo Minio Paluello (1907-1986), Bruno Nardi (1884-1968), Aldo Rossi (1948-2005), José Ruysschaert (1914-1993). Ai fondi archivistici si affianca la collezione Baldassari, costituita da cartoline d’epoca, italiane e straniere, con soggetto dantesco.

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Centro documentazione e archivio storico CGIL regionale Toscana

Sede e contatti
Via Pier Capponi 7, 50132 Firenze
Telefono: 055.5036288
Fax: 055.5036200
E-mail: centrodocumentazione.regionale@tosc.cgil.it
Sito web: http://www.tosc.cgil.it/pagina177_centro-documentazione.html
http://www.tosc.cgil.it/ftp/centrodocumentazione/docume_home.htm
Orari di apertura: da lunedì al venerdì 9-12.30 e 14.30-18.30, previo appuntamento tel. 344 10115711.

Organi direttivi
Responsabile: Chiara Bonaiuti

Breve storia e finalità
Il Centro, costituito nel 1977, ha come compito istituzionale quello di recuperare, catalogare, conservare, valorizzare, permettere la consultazione e la circolazione dei materiali prodotti prioritariamente dalla CGIL regionale Toscana e delle altre strutture sindacali toscane e nazionali, confederali e non.
Ha il compito altresì di reperire materiali (documentazione grigia, monografie, periodici ecc.) che attengano alle tematiche della tutela, difesa, salvaguardia dei lavoratori, sia nell’ambito del rapporto di lavoro che al di fuori della prestazione lavorativa.
In questo secondo aspetto il Centro si pone quale supporto e sussidio documentario all’attività dell’organizzazione sindacale, dei lavoratori ad esso iscritti, di quanti operano nel settore o in specifici segmenti di esso (consulenti del lavoro, medici del lavoro, giuslavoristi, operatori socio sanitari, ecc.) o che comunque si occupano del mondo del lavoro (storici, sociologi, studenti universitari, ecc.). Promuove inoltre la divulgazione l’approfondimento e la conoscenza della storia della CGIL e del movimento operaio e sindacale a livello locale e nazionale. Partecipa a pieno titolo alla “Rete nazionale delle biblioteche e dei centri di documentazione Cgil”. Il Centro fornisce supporto logistico alle altre strutture documentarie toscane di ambito CGIL fornendone i recapiti, i link di accesso, e, dove presenti, ai cataloghi o agli inventari dei materiali degli archivi e biblioteche CGIL.

Patrimonio
Il Centro documentazione e archivio storico è una struttura integrata composta da due sezioni:
a) quella documentaria costituita da Biblioteca con circa 14.000 volumi nelle materie socio-economiche, diritto, statistica. storia sindacle, ecc., catalogo consultabile sul sito web del Centro, e da Emeroteca di 1152 periodici sindacali (150 circa ancora aperti), 40 periodici non sindacali, 542 periodici sindacali toscani, catalogo consultabile al sito suddetto.
b) quella archivistica, costituita da diversi Archivi riordinati con inventari (cartacei o elettronici, queste ultime versioni sono consultabili on-line come file pdf sul sito del Centro): Confederterra toscana 1944-1978; FIOM provinciale Firenze 1944-1972; Sindacato pittori e scultori 1926-1956; FIDAT 1944-1954 dipendenti aziende telecomunicazioni; FIDAE-FNLE regionale toscana, prov. Firenze, Larderello 1945-1990, lavoratori elettrici; FIDAC-FISAC prov.le Firenze 1935-1990 bancari e assicuratori; Camera del lavoro di Pontassieve con aggregato Pelago 1945-1985; Associazione nazionale licenziati per rappresaglia politica e sindacale, Comitato provinciale di Firenze 1947-2009.
Altri archivi sono in fase di riordino, come quello della Camera del lavoro di Firenze (1952-1997), altri sono in attesa di inventariazione (CGIL regionale Toscana, Cordinamento donne regionale, Federazione unitaria CGIL CISL UIL, ecc.)

Il Centro possiede numerose altre tipologie di materiali quali foto, manifesti, locandine, tessere, bandiere, striscioni in parte catalogati e presenti sul “catalogo dei materiali grafici” sul sito e sull’opac dello SDIAF.
Altri materiali posseduti sono le registrazioni sonore e video dei quali esistono degli elenchi consultabili in locvo. Sono attive le sezioni di documentazione sul mobbing, sulle parità uomo-donna e la violenza di genere, ecc.

La nostra struttura aderisce allo SDIAF e a SBN; collabora con le analoghe strutture CGIL a livello nazionale e locale e con alcune di queste gestisce un catalogo in fase di implementazione denominato “Biblioteche del lavoro”.

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Conferenza cantata di Pardo Fornaciari sul canto sociale livornese

pardo fornaciari“Quando la rivoluzione bussa alla porta, è il canto che l’annuncia. Livorno ha una tradizione socio-politica tanto breve quanto tumultuosa ed originale, rispetto a numerose altre città toscane, e questo si riverbera anche nell’innodia sociale”. Con queste parole il cantastorie Pardo Fornaciari annuncia il prossimo appuntamento (giovedì 20 febbraio , ore 17.30Granai di Villa Mimbelli),  di Fra(m)menti Livornesi, il ciclo di conferenze sulla storia della città.

Pardo Fornaciari dedicherà l’appuntamento al “Canto sociale livornese da Pietro Gori a Ezio Taddei, ai contemporanei” illustrandone i momenti salienti. Dal 1796 in avanti ricorrono esempi di cantabilità popolare anonima, accanto ad autori identificabili, che accompagnano la vita e l’impegno collettivo livornese, sino ai giorni nostri. Così, accanto alle strofette della Carmagnola in livornese e della Tirolese  verrà esaminata ed ascoltata la ricostruzione dei canti del ’49, per passare ai contenuti prevalentemente libertari delle composizioni di Pietro Gori (alcune su melodie composte da Carlo Della Giacoma), Ugo Titta , Carlo Vita ed Ezio Taddei. Si passerà poi alla creatività popolare del periodo che attraversa l’ultima fase del fascismo, la Resistenza ed il successivo scelbismo. L’ascolto delle creazioni degli ultimi cantori che si iscrivono in questa tradizione concluderà la conferenza cantata.

Il ciclo Fra(M)menti Livornesi è in programma fino al 10 aprile con cadenza settimanale (ogni giovedì). Le conferenze in calendario affronteranno, o  hanno già affrontato ( siamo al 7° appuntamento), argomenti inconsueti legati a temi di storia moderna e contemporanea, di storia dell’arte, di letteratura, di architettura e di musica , come in questo caso,  abbracciando 5 secoli di storia della città, dal XVI al XX secolo.

Ingresso gratuito. Le conferenze vengono tenute al 1°piano dei Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva).




Avere vent’anni a Teheran

Un ciclo di incontri per cercare di conoscere chi sono i giovani delle città del Nord Africa, del Medio Oriente, dei Balcani, così simili ai nostri. Li abbiamo visti giocare a pallone, sentire musica, partecipare a cortei, occupare piazze, barricarsi nelle strade, ma li osserviamo anche frequentare le nostre vie, scuole, città. Amici e coetanei dei nostri figli. Parliamo di loro, parliamo di noi.

Ne parliamo con:

Jasmine Nassir, Associazione degli studenti iraniani di Firenze
Antonello Sacchetti, giornalista e blogger

11 marzo, ore 15,30
Aula Magna Liceo classico Michelangelo
via della Colonna 9/11, Firenze