I luoghi della memoria della provincia di Livorno. La guerra e la Resistenza dalla strada al social web

Parte dalla piccola località di Gabbro (Rosignano Marittimo, Livorno) e prosegue verso Livorno e poi più a sud a Castagneto Carducci e Piombino l’itinerario della memoria della guerra e della Resistenza che l’Istoreco ha ideato per commemorare il 70° anniversario della Liberazione. In tutto, al momento, cinque pannelli e sei segnalatori, che costituiscono altrettante tappe dell’innovativo progetto dell’Istoreco. Dalle installazioni, tramite la tecnologia QR Code, è possibile accedere direttamente al sito web del progetto “Luoghi della memoria” nel quale i visitatori possono trovare approfondimenti e partecipare alla costruzione di una memoria condivisa.

VISITATE IL SITO DEI “LUOGHI DELLA MEMORIA”: http://istorecolivorno-ldm.it/

Il progetto
Nei prossimi mesi l’itinerario si arricchirà di nuove installazioni nei Comuni di Livorno, Rosignano Marittimo, e Cecina: tutte le installazioni conterranno informazioni essenziali in italiano e in inglese e il rimando con QR Code al sito web. Il progetto intreccia i tradizionali strumenti di divulgazione della memoria come i pannelli, totem e segnalatori che verranno installati via via sul territorio provinciale e nei territori limitrofi, con le possibilità didattiche e partecipative offerte dalle nuove tecnologie. Con il coordinamento e la direzione scientifica dello storico Stefano Gallo dell’Istoreco, e in collaborazione con le varie amministrazioni comunali coinvolte, sono state condotte specifiche ricerche per selezionare i luoghi più significativi in cui sono conservate le tracce lasciate dagli uomini e dalle donne dell’antifascismo e della Resistenza.

Il sito web e il progetto grafico
Il sito sviluppato da Daniele Tabellini e da Erika Gabbani dello Studio Nasonero con la tecnologia Opensource, è allo stesso tempo il website del progetto ed un vero e proprio archivio geo-localizzato in cui un sistema di navigazione attraverso mappe di Google permette di accedere a tutti i contenuti e di avere sempre una visione d’insieme del territorio e delle sue memorie resistenti. Sul sito è possibile fare ricerche incrociate per Comune, per parole chiave, per data e per vicinanza ad un luogo dato. Il sito è pensato poi come una risorsa per la didattica e l’approfondimento in cui vengono raccolti materiali multimediali, ma anche come uno strumento aperto a disposizione della cittadinanza che può contribuire al suo arricchimento inviando post-it e propri materiali di memoria.

Grande attenzione è stata data al progetto grafico, ideato dallo Studio Nasonero. Il disegno del marchio del progetto – due triangoli rossi e verdi che incorniciano un quadrato bianco – è frutto di una approfondita ricerca storica sui rapporti tra grafica e Resistenza e mostra evidenti influenze con Albe Steiner, grafico italiano di fama internazionale, il quale, utilizzando queste forme e questi colori, realizzò già in periodo clandestino una sorta di progetto grafico per il Comitato di Liberazione Nazionale della Valdossola.

Le installazioni

Gabbro (Rosignano Marittimo)
Nella centrale piazza della Democrazia è stata posta un’installazione che ricorda il rastrellamento di 17 ebrei avvenuto in quella località il 20 dicembre 1943. L’installazione del Gabbro è stata curata in collaborazione con il Comune di Rosignano Marittimo, il Comitato di gestione del Centro Civico del Gabbro e l’Anpi. Gli approfondimenti storici per l’Istoreco sono stati curati dal ricercatore Enrico Acciai. Nel rastrellamento dei diciassette cittadini ebrei sfollati da Livorno, c’era anche Isacco Bayona, cui è dedicato il pannello, che fu l’unico superstite di quel gruppo di deportati. Sul sito web del progetto è possibile approfondire il tema, grazie anche a documenti originali capaci di raccontare efficacemente quelle tragiche vicende.

Castagneto Carducci
A Castagneto Carducci sono state collocate 7 installazioni (2 pannelli e 5 segnalatori).
Il primo pannello si trova alla Stazione ferroviaria di Donoratico (in via della Vecchia Aurelia): su di esso i visitatori trovano la mappa dei “Luoghi della Memoria” di Castagneto Carducci, Donoratico e Bolgheri. Il secondo pannello, collocato in largo Peppino Impastato a Donoratico, ricorda l’uccisione dei giovani contadini Dilvo Creatini (24 anni) e Paris Caprai (27 anni) avvenuta il 23 giugno 1944 per mano delle SS.

I cinque segnalatori sono invece collocati a Castagneto Carducci e Bolgheri, in luoghi dove già esistono lapidi o placche commemorative. Questi i segnalatori a Castagneto Carducci: al Parco della Rimembranza il segnalatore è posto sotto la lapide che ricorda l’uccisione dei partigiani Giovanni Banchini e Augusto Menchi avvenuta il 24 giugno del 1944; tra via Gramsci e Piazza del Popolo si ricorda la figura di Dante Dallari, ucciso per la liberazione di Castagneto, a 22 anni, il 27 giugno 1944; presso il Municipio (via Giosuè Carducci) si ricorda il passaggio del Fronte; all’Istituto “G. Borsi”, via Umberto I, si fa memoria dei 5 bambini uccisi da una bomba nel dopoguerra; a Bolgheri (in Piazza Alberto) il segnalatore è posto vicino alla lapide che ricorda i caduti del 1940-1945.
Le installazioni sono state curate in collaborazione col Comune di Castagneto Carducci e col supporto delle aziende Sassicaia e Ornellaia, della Banca di Castagneto Carducci e della Rea di Rosignano Marittimo. Gli approfondimenti storici sono stati curati da Stefano Gallo.

Piombino
E’ dedicato a Ilio Salvadorini, protagonista dell’antifascismo e della Resistenza piombinese, il pannello collocato in via Casalini (ex via Salvestrini), dove nel novembre 1942 il Fascio di Piombino, per dare una lezione a chi criticava il regime di Mussolini, fece manganellare per strada decine di persone. Ilio Salvadorini, braccato dagli squadristi si rifugiò in una fiaschetteria in Corso Vittorio Emanuele: all’uscita sparò e ferì un aggressore. Dalla fine del 1943 fu uno degli organizzatori della Resistenza. L’installazione è stata curata in collaborazione con il Comune di Piombino e col supporto della Banca di Castagneto Carducci e della Rea di Rosignano Marittimo. Gli approfondimenti storici sono stati curati da Stefano Gallo e sono anche frutto di un percorso didattico che ha coinvolto gli studenti delle classi 3A e 3B (anno scolastico 2012-2013) della scuola media Guardi di Piombino.

Livorno
Nel capolouogo sono stati collocati un pannello ed un segnalatore. Il pannello è stato installato sul viale Caprera (esattamente sul palazzo sede degli uffici Attività Educative del Comune) nel quartiere della Venezia che ricadde in quella parte di città che fu sgombrata su ordine dell’esercito tedesco, creando la cosiddetta “zona nera”;  il segnalatore in via Galilei, all’angolo con via Garibaldi, dove morirono numerosi livornesi sotto i bombardamenti aerei del ’44, rifugiandosi invano in una cantina all’epoca esistente.




Teatro della Memoria. 70 anni fa… La Liberazione di Siena

Teatro della memoriaSi intitola “70 anni fa… La Liberazione di Siena” il secondo appuntamento del “Teatro della Memoria”, la rassegna di teatro civile organizzata dall’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea e dalle Stanze della memoria di Siena.  Mercoledì 19 marzo, alle ore 21.30, presso le Stanze della Memoria (via Malavolti, 9, Siena) va in scena lo spettacolo a cura di Laura Mattei nel quale Francesco Burroni con storie, aneddoti, testimonianze e poesie accorderà la sua rappresentazione con le relazioni storiche di Sandro Orlandini e Fabio Masotti per  ricordare la Liberazione di Siena.

Con le proposte del “Teatro della memoria” l’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea vuole affrontare temi ancora oggi impegnativi e controversi sia della storia recente sia di quella ormai più lontana, in considerazione anche del doppio anniversario della Liberazione e della prima guerra mondiale.

Sotto la direzione artistica di Francesco Burroni e il coordinamento di Laura Mattei, nel corso della rassegna vengono portate in scena varie rappresentazioni di tematiche diverse che partono dal contesto locale (la Liberazione di Siena, la storia di un partigiano della brigata Spartaco Lavagnini) per poi allargarsi a tematiche di interesse nazionale e internazionale (la prima guerra mondiale e le poesie di Hikmet).

Dopo il primo appuntamento del 5 marzo scorso con “La solitudine del re. I 55 giorni di Aldo Moro nella prigione del popolo”, la rassegna prosegue con l’appuntamento del 19 marzo e i nuovi appuntamenti di aprile.  Il 2 aprile Silvia Bruni porterà in scena “Un anno sull’altipiano” di E. Lussu, mentre il 16 aprile saranno le poesie del grande statista e poeta turco Nazim Hikmet ad essere al centro dello spettacolo di Francesco Burroni e Marcella Cappelletti, “Il turco in Italia” con le musiche dal vivo di Francesco Oliveto. Ultimo appuntamento sarà la mattina del 4 maggio con uno spettacolo itinerante de “La rana gracida” per le vie di Siena, con Francesco Burroni accompagnato dalla musica di Francesco Oliveto, che si concluderà un pranzo al sacco nel sito partigiano di Pornella.

Info:
Stanze della Memoria,
Via Malavolti, 9 Siena
Per tutti gli appuntamenti è consigliata la prenotazione. 0577-236607 – 338.8062038




Geografia e storia degli insediamenti colonici tra Arno, Elsa e Pesa

La mostra fotografica, a cura di Nicola Fontana, Alessandro Mancini, Carla G. Romby, Leonardo Giovanni Terreni, Stefania Terreni, è stata promossa e realizzata dalle associazioni Amici dell’Archivio storico di Empoli e Amici del Museo del Vetro, con il patrocinio e il sostegno finanziario del Comune di Empoli e della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e Castelfiorentino e sarà accompagnata da una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza sul tema delle case coloniche e, in senso più ampio, del paesaggio agrario.
Si tratta di una ricognizione/repertorio di immagini fotografiche che testimoniano le diverse caratteristiche dei complessi colonici, con particolare attenzione alla connessione tra tipologie, aree geografiche e pratiche colturali e produttive.
La mostra ha come obiettivo la valorizzazione della varietà dei paesaggi agrari dell’area che è parte significativa della “Toscana di mezzo”; ne risulteranno comparazioni e valutazioni che potrebbero costituire un utile riferimento per una tutela attiva dell’ambiente.

Periodo di apertura: 29 marzo – 31 agosto 2014
Museo del vetro, via  Ridolfi 70 Empoli
Orario: 10-19 (escluso il lunedì)

Nel periodo di svolgimento della mostra si terranno alcune escursioni nelle aree interessate dalla mostra: 

 

 

 

Firenze. Gli irripetibili anni ’60

La Fondazione Circolo Fratelli Rosselli invita alla presentazione del volume:
Firenze. Gli irripetibili anni ’60 (ed. Scramasax)
alle ore 17.00 presso la propria sede (Spazio QCR, via Alfani 101r)

Presiede: Valdo Spini presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli
Intervengono:
Fabrizio Borghini, Alessandro Fiesoli, Marcello Giannini, Andreas Lotti, Paolo Serena
Coordina: Pier Francesco Listri
Parteciperanno il curatore, Luca Giannelli, e sportivi dell’epoca.
Saranno proiettate foto dal volume.

 

 

 




Fondazione Valore Lavoro onlus – Pistoia

Sede e contatti
Via Puccini 104, 51100 Pistoia
Telefono: 0573.378525
E-mail: archiviostorico@pistoia.tosc.cgil.it
Sito web: https://fvl.cgilpistoia.it/

Organi direttivi
Presidente: Sergio Frosini;
Coordinamento attività scientifiche e curatore: Stefano Bartolini

Breve storia e finalità
La Fondazione Valore Lavoro nasce nel 2011 come evoluzione del “Progetto archivio” inaugurato tra il 2008 e il 2009 dalla Camera del Lavoro di Pistoia, acquisendo la proprietà dell’archivio storico (dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” con Decreto N° 657/2010 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), della biblioteca e dell’emeroteca. Allo stesso periodo risale la sua partecipazione a pieno titolo alle attività della sezione della Fondazione Di Vittorio denominata “Rete degli archivi, delle biblioteche e dei centri di documentazione della CGIL” (vedi il sito).
La FVL promuove lo studio e la conoscenza della storia sociale, politica, economica e culturale dell’Italia contemporanea e della comunità locale, con particolare riferimento alle vicende del lavoro, del movimento sindacale e delle lotte politiche e sociali. La Fondazione ispira la propria attività ai valori e agli ideali di democrazia, libertà e pluralismo espressi dalla lotta di Liberazione e contenuti nella Costituzione Repubblicana.

Tra i suoi scopi:
– Promuovere la conoscenza, la divulgazione e l’approfondimento della storia della CGIL e del movimento sindacale locale, italiano ed europeo;
– Curare la tutela, la conservazione, la catalogazione e l’arricchimento dell’archivio storico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Valorizzare ed incrementare l’archivio storico, la biblioteca e l’emeroteca della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Mettere a disposizione del pubblico il patrimonio bibliotecario e archivistico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Promuovere lo studio della ricerca economica, sociale ed istituzionale, il confronto tra i modelli di integrazione economica e sociale europea e i grandi temi della politica internazionale;
– Attivare rapporti di collaborazione scientifica e culturale con omologhe istituzioni italiane o straniere;
– Cooperare con omologhe istituzioni italiane o straniere rispetto alle problematiche della ricerca scientifica, della sostenibilità e dei saperi;
– Pubblicare in proprio o avvalendosi di editori: studi, informazioni sullo stato delle ricerche e delle nuove acquisizioni, analisi delle articolazioni delle forme espressive della cultura;
– Promuovere la diffusione della cultura democratica e dei suoi corollari di giustizia sociale e pluralismo per l’affermazione di libertà paritarie e la valorizzazione delle differenze;

La FVL promuove ed organizza ricerche, corsi, convegni, manifestazioni culturali e pubblicazioni. Progetta organizza e gestisce attività formative o seminariali e le attività di conservazione, catalogazione, implementazione ed apertura al pubblico dell’archivio storico e della biblioteca.

Patrimonio
L’archivio storico della CGIL di Pistoia conserva i documenti prodotti dalla Camera del Lavoro, dalle Federazioni di categoria e dagli uffici del centro servizi. L’archivio è andato formandosi fin dalla fine della seconda guerra mondiale, durante il periodo del sindacato unitario, e raccoglie documenti a partire dal 1944 fino ad oggi. Progressivamente stiamo rendendo disponibili alla consultazione ed ai ricercatori tutti i nostri materiali, in un ottica che vede l’archivio come un luogo aperto e da valorizzare. L’archivio contiene anche materiali iconografici, quali fotografie, manifesti, volantini. É presente anche una Memoteca dove vengono raccolte le registrazioni di testimonianze orali.

Annesse all’archivio storico sono la biblioteca e l’emeroteca, altre due importanti luoghi di conservazione e di accesso alle fonti e al sapere, le cui risorse sono consultabili sia sul catalogo Opac della Redop (vedi il sito) sia sul catalogo di rete Biblioteche del Lavoro, progetto sperimentale che vede lavorare insieme strutture analoghe della Toscana, dell’Emilia Romagna e del Lazio (vedi qui).

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Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana

Sede e contatti
Via di Cantagallo 250, 59100 Prato (Loc. Figline)
Telefono: 0574.470728
0574.461655
Sito web: http://deportazione.po-net.prato.it/
Orari di apertura: Museo – da lunedì a venerdì 9.30-12.30; lunedì e giovedì, sabato e domenica 15-18. Centro di documentazione – lunedì e giovedì 15-18.

Organi direttivi
Soci fondatori: Comune di Cantagallo, Comune di Carmignano, Comune di Montemurlo, Comune di Poggio a Caiano, Comune di Prato, Comune di Vaiano, Comune di Vernio, ANED – Associazione Nazionale ex Deportati sez. Prato ANPI – Associazione Nazionale Partigiani sez. di Prato Comunità Ebraica di Firenze.
Presidente: Aurora Castellani
Direttore: Camilla Brunelli

Breve storia e finalità
Il Museo della Deportazione è stato inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile lavoro dell’ANED e dell’allora suo Presidente Roberto Castellani, e al Comune di Prato che decide di realizzarlo. È una delle poche strutture museali in Italia a essere dedicata alla conservazione della memoria della deportazione. Nel 2008 il Museo è diventato Fondazione con il nome di Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, nel 2012 è stato accreditato come museo di rilevanza regionale. La Fondazione ha tra le proprie finalità quella di avvicinare i visitatori, soprattutto le nuove generazioni, alle vicende storiche che hanno caratterizzato la prima metà del Novecento. Ogni anno sono migliaia gli studenti in visita provenienti perlopiù dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia ma anche da altre località italiane ed estere. Attraverso la sua costante attività culturale, didattica, di documentazione e di ricerca la struttura permette, in particolare, di approfondire le tematiche legate alle persecuzioni e deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, ai movimenti di resistenza e di opposizione al fascismo e al nazismo.

Presso il Museo vengono organizzate visite guidate, proiezioni di film/documentari, laboratori di indagine sulle fonti storiche. Sono inoltre promosse iniziative e corsi di aggiornamento per insegnanti sui temi legati prevalentemente al periodo della Seconda guerra Mondiale e sono ospitati convegni, conferenze, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, mostre temporanee, anche in collaborazione con i maggiori studiosi di storia contemporanea italiani e stranieri. La Fondazione cura iniziative dedicate alla memoria per conto dei fondatori, della Regione Toscana e di altri enti pubblici.

La Fondazione si occupa della progettazione di viaggi studio e di attività legate al “Giorno della Memoria”, istituito con la Legge dello Stato n. 211 del 20 luglio 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. La struttura è stata inoltre incaricata per le edizioni 2009, 2011 e 2013 del coordinamento e dell’organizzazione del progetto “Treno della Memoria” della Regione Toscana, delle edizioni 2012 e 2014 del Meeting al Nelson Mandela Forum che ha coinvolto ogni anno oltre 8.000 studenti della Toscana e della realizzazione di altri eventi correlati come la mostra “Il processo. Adolf Eichmann a giudizio” in collaborazione con la Fondazione Topografia del Terrore di Berlino. Il Museo è un luogo vivo, di confronto, che lavora per la conservazione della memoria storica e per la sensibilizzazione dei giovani sui temi della Pace e dei diritti universali dell’uomo.

Patrimonio
Il percorso nel museo della Deportazione è concepito come un viaggio simbolico in un campo di concentramento e di sterminio nazista, quel percorso di sofferenza e di morte compiuto da milioni di donne e di uomini, arrestati per motivi razziali, politici o di “igiene sociale”, vittime del progetto nazista attuato durante il secondo conflitto mondiale.

In una prima sala sono esposti pannelli di carattere storico con schede, documenti e cartine sul sistema concentrazionario nazista, sull’organizzazione interna del lager, sulla deportazione dall’Italia, sulla persecuzione degli ebrei in Toscana, sulla vicenda regionale della deportazione politica e altri con testi, foto e cartine dedicate al campo di Ebensee. Tra gli autori di queste schede ci sono storici importanti come Enzo Collotti.

Nella seconda sala del Museo, con un suggestivo allestimento scuro di forte impatto realizzato dall’architetto Alessandro Pagliai, si introduce il visitatore al contatto con la realtà e i simboli del campo di concentramento (KZ). I vari oggetti esposti posseggono un indubbio valore di testimonianza e sono illustrati da didascalie con citazioni tratte dalla memorialistica, da interviste di superstiti prevalentemente toscani e anche dai libri di Primo Levi.

Nel settembre 2010 è stato inaugurato un nuovo e moderno percorso museale audiovisivo “CON I MIEI OCCHI – voci e volti di superstiti dei campi di concentramento e sterminio nazisti”, realizzato grazie al contributo dell’Unione Europea. Il percorso è composto da sette postazioni video, con trasmissione diretta nelle cuffie distribuite ai visitatori,  nelle quali  appaiono testimoni, ebrei sopravvissuti al genocidio e deportati politici prevalentemente  toscani, ma anche sinti e rom, omosessuali e testimoni di Geova che raccontano le loro esperienze secondo un percorso suddiviso a tappe tematiche in cui vengono narrati vari aspetti della deportazione come l’arrivo, la vita e la morte nel campo, le selezioni e lo sterminio.

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Museo di arte contemporanea e del Novecento

Sede e contatti
Villa Renatico Martini, via di Gragnano 349, 51015 Monsummano Terme (Pistoia)
Telefono: 0572.952140
E-mail: museoarte@comune.monsummano-terme.pt.it
Sito web: http://www.macn.it/
Orari di apertura: lunedì, giovedì, venerdì 15.30 – 18.30 (ora solare); 16 – 19 (ora legale); mercoledì 9.30 – 12.30; sabato e domenica 9.30 – 12.30 e 15.30 – 18.30 (ora solare) o 16 – 19 (ora legale)

Organi direttivi:
Direttore: Marco Giori
Responsabile scientifico: Paola Cassinelli

Breve storia e finalità
Il Museo di arte contemporanea e del Novecento di Monsummano Terme è ospitato all’interno della Villa Renatico Martini, fatta costruire da Ferdinando Martini dal 1885 al 1886.
La Villa Renatico Martini dal 1988, anno di inaugurazione quale spazio di rappresentanza del Comune di Monsummano Terme, ha ospitato esposizioni culturali di vario genere organizzate dall’amministrazione comunale, in collaborazione con importanti istituti culturali. Dal 2000 la Villa è divenuta sede del Museo di arte contemporanea e del Novecento e luogo espositivo per mostre d’arte contemporanea, conferenze e seminari di studi, concerti di musica da camera, cinema e teatro all’aperto durante la stagione estiva. Il museo ha riaperto nel 2005, dopo un adeguamento agli standard museali richiesti dalla Regione Toscana. I lavori hanno permesso la riorganizzazione degli spazi interni, adattandoli alle esigenze del museo con la realizzazione degli impianti di climatizzazione, antincendio e di allarme.
Il museo ha ha ottenuto dalla Regione Toscana la qualifica di “Museo di rilevanza regionale” ai sensi della Legge regionale n. 21 del 25 febbraio 2010.

Patrimonio
Dipinti, sculture, grafica con opere dalla seconda metà del Novecento ad oggi (oltre 170 pezzi). Il museo ospita un nucleo permanente di opere di pittura, grafica e scultura di artisti di ambito locale (Collezione Civica “Il Renatico”) ed organizza periodicamente esposizioni temporanee ed eventi. Tra le opere presenti nel Museo quelle di Pietro Annigoni, Vinicio Berti, Ferdinando Chevrier, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Ketty La Rocca.
Il museo dispone di un Fondo bibliotecario (Fondo Mac,n) composto da 1201 volumi a carattere prettamente storico-artistico con particolare e importante riferimento all’arte contemporanea del XX e XXI secolo (con testi relativi alle diverse correnti artistiche della contemporaneità, cfr informale, performance artistiche, etc) a cui si aggiungono numerosi cataloghi di esposizioni fatte a Villa Renatico Martini o in altri luoghi, molti dei quali relativi ad artisti di spicco del XX e XXI secolo.

Tra il materiale catalogato compare un ricco fondo di testi sull’arte del secolo XIX e in generale sulle diverse correnti artistiche a cui si associano specifiche riviste di ambito artistico e di carattere locale. La biblioteca del Mac,n è in continuo aggiornamento e si pone come un vero e proprio fiore all’occhiello nel campo dell’arte contemporanea.
La catalogazione, promossa dal Comune di Monsummano Terme e dalla Biblioteca Comunale “Giuseppe Giusti” con il contributo anche della Rete Provinciale delle biblioteche, va ad arricchire il già cospicuo patrimonio presente nell’Opac di rete, fornendo in questo caso uno specifico ambito destinato ad un’utenza di studenti, studiosi e cultori della materia.

 

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Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux

Sedi e contatti
Biblioteca, Centro Romantico, Archivio storico
Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi, 50123 Firenze
Telefono: 055.288342 (biblioteca); 055.290131 (archivio storico)
E-mail: biblioteca@vieusseux.it; archiviostorico@vieussuex.itcentroromantico@vieusseux.it
Sito web: https://www.vieusseux.it/
Archivio Contemporaneo “A. Bonsanti”
Palazzo Corsini Suarez, via Maggio 42, Firenze
Telefono: 055 290131
E-mail: archivio@vieusseux.it

Organi direttivi
Presidente: Alba Franceschini
Direttore: Gloria Manghetti
Responsabile biblioteca: Laura Desideri
Responsabile archivio contemporaneo: Gloria Manghetti

Breve storia, finalità, patrimonio
Fondato nel 1819 da Giovan Pietro Vieusseux come gabinetto di lettura di riviste e gazzette provenienti da tutta Europa, il Gabinetto Vieusseux diventa con gli anni una grande “biblioteca circolante”, destinata al prestito a domicilio, aggiornata delle novità italiane e straniere. Le collezioni sono caratterizzate da una vasta presenza di edizioni in lingua originale (in particolare francese e inglese) di ambito storico letterario dell’Otto–Novecento, su alcuni filoni specifici: narrativa, viaggi, memorie, biografie. Le ricche collezioni di libri stranieri, frutto del cosmopolitismo del Gabinetto originario, documentano il carattere europeo di questa biblioteca, unica nel suo genere non solo a Firenze, ma anche in tutto il territorio nazionale.

Oggi il patrimonio librario ammonta a circa 450.000 volumi, distribuiti tra Palazzo Strozzi, il Magazzino di Novoli, e Palazzo Corsini–Suarez. Circa 1/3 del patrimonio generale è costituito oggi di fondi speciali, in prevalenza Biblioteche d’Autore, di personalità del mondo artistico letterario del ‘900, giunte all’Istituto in donazione o in comodato. I periodici italiani e stranieri (che costituiscono una parte cospicua del patrimonio) ammontano complessivamente a 2700 testate, di cui 600 ottocentesche; i correnti sono 270. Dal 2002 l’Emeroteca (quotidiani e settimanali correnti) è stata trasferita al Palagio di Parte Guelfa, pur conservando le annate pregresse di alcune testate straniere non presenti nelle altre biblioteche della città.

Nel corso del Novecento l’istituto si è arricchito di alcuni settori specializzati:

il Centro Romantico, che dal 1973 promuove, a partire dalla documentazione conservata presso l’Istituto, ricerche e iniziative sulla civiltà europea dell’Ottocento, in particolare per quanto riguarda l’acquisizione e la diffusione di conoscenze e il confronto fra le diverse esperienze e culture, che caratterizzarono il gabinetto di Giovan Pietro Vieusseux;

l’Archivio Contemporaneo, costituito nel 1975 per iniziativa dell’allora Direttore Alessandro Bonsanti, di cui oggi porta il nome, con lo scopo principale di raccogliere materiale vario relativo a personalità del mondo contemporaneo, rappresentative di discipline diverse: dalla letteratura creativa (es. Giorgio Caproni, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini, Mario Tobino, Federigo Tozzi, Giuseppe Ungaretti) alla critica letteraria (es. Luigi Baldacci, Emilio Cecchi, Giacomo Debenedetti, Giuseppe De Robertis, Pietro Pancrazi) dalla musica (es. Luigi Dallapiccola, Carlo Prosperi) al teatro (es. Edward Gordon Craig, Eduardo De Filippo, Rossella Falk, Anna Prolemer), dall’architettura (es. Ugo Giovannozzi, Ferdinando Poggi) alla pittura (es. Giovanni Colacicchi, Ottone Rosai, Alberto Savinio, Nino Tirinnanzi, Gianni Vagnetti), dalla fotografia (es. Fosco Maraini, Mario Nunes Vais, Giacomo Pozzi Bellini) alla critica artistica (es. Silvio Branzi, Piero Santi, Tommaso Paloscia), ad oggi l’Archivio Contemporaneo conta oltre 150 fondi archivistici;

l’Archivio Storico raccoglie la documentazione prodotta dall’Istituto, dalla fondazione ai nostri giorni, conserva inoltre alcuni nuclei archivistici aggregati e carte private ottocentesche: la corrispondenza fra G.P. Vieusseux e l’Istituto di corrispondenza archeologica di Roma e le lettere di G.P. Vieusseux a Carlo Martelli e Carlo Nota ed inoltre le carte e la corrispondenza dello scultore Hiram Powers.

 

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