Quel marzo del ’44. Dramma e testimonianze

Alle 21.30 al cinema La Perla si terrà la proiezione del reportage intitolato “Quel Marzo del ‘44”, realizzato da Nuria Biuzzi e Cristian Gonnelli, per conto della Associazione Nazionale Ex Deportati di Empoli: una serata ‘per non dimenticare’ il dramma di centinaia di empolesi che furono deportati nei campi di concentramento in Austria e Germania, attraverso le testimonianze dei familiari e di due partigiani friulani, Riccardo Goruppi e Ljubo Susic.
Il documentario prende spunto dai rastrellamenti notturni che seguirono gli scioperi del 4 Marzo del 1944 e dà anche conto dello straordinario lavoro che l’A.N.E.D. porta avanti, da anni, sul territorio per non dimenticare gli orrori delle guerre e delle dittature, organizzando nel mese di maggio “Il viaggio della Memoria”, coinvolgendo i ragazzi delle scuole del Circondario.
Alla serata parteciperà il sindaco di Empoli, Brenda Barnini. L’iniziativa si colloca nell’ambito del progetto comunale denominato ‘Investire in democrazia’ ed è un contributo al settantesimo anniversario della deportazione a Empoli e nell’empolese.




“Il sole dell’avvenire”. Il libro di Evangelisti presentato a Lucca

evangelisti2Giovedì 12 giugno alle ore 17.30 in Sala Accademia I nel Palazzo della Provincia di Lucca sarà presentato il nuovo libro di Valerio Evangelisti, Il sole dell’avvenire. Vivere lavorando o morire combattendo, edito da Mondadori e uscito nel dicembre 2013.

Il sole dell’avvenire è il primo volume di una trilogia, in cui l’autore vuole descrivere la storia del movimento operaio e contadino in Italia tra luci e ombre, attraverso il racconto delle storie di tre famiglie di contadini emiliani.  Questo primo volume è ambientato, come gli altri due in Emilia Romagna, e narra attraverso gli occhi e le esperienze dei Verardi la crisi agraria, la formazione del bracciantato di massa, i contrasti tra mazziniani, anarchici e socialisti, la nascita delle cooperative, le bonifiche, l’ingresso dei socialisti in Parlamento e nei comuni, le prime leghe di resistenza.

Ne discutono a Lucca:

Giuseppe Matteucci – Società Popolare di Mutuo Soccorso “ G. Garibaldi” – Lucca

Armando Sestani – Vice presidente ISREC – Lucca

Luciano Luciani – ISREC – Lucca

Franco Bertolucci – Biblioteca Franco Serantini – Pisa




Teresa Mattei, la “ragazza di Montecitorio”

2 giugno 1946, le cronache del voto descrivono lunghe file di donne in attesa alle urne per votare. E’ la prima volta che sono chiamate ad esercitare il proprio diritto di voto. Si chiede loro un atto di grande responsabilità, poiché con quelle elezioni si edifica la Repubblica italiana che deve dotarsi di uno degli strumenti atti a preservare la democrazia, la Costituzione. Ma è anche la prima volta che le donne hanno la possibilità di essere elette. Sono 21 le madri costituenti che il 25 giugno 1946 entrano per la prima volta alla Camera dei deputati insieme agli altri politici (556 in totale). Generi e generazioni a confronto, impegnati nella costruzione della democrazia italiana. Tra loro anche la giovane toscana Teresa Mattei.

teresa mattei a vent'anniNata a Quarto (Genova) il 1 febbraio 1921 da Ugo Mattei, industriale, attivo in Giustizia e Libertà, e da Clara Friedmann, Teresa cresce in una famiglia di ispirazione antifascista. Dopo l’infanzia passata a Milano, dove la famiglia si era stabilita per il lavoro del padre, i Mattei si spostano a Bagno a Ripoli nel 1933, dove la casa è frequentata da intellettuali e da quelle che sarebbero divenute personalità di spicco dell’antifascismo prima, della resistenza poi e infine della vita politica italiana del dopoguerra, come per esempio Piero Calamandrei, Giorgio La Pira, Natalia Ginzburg, Carlo Levi. L’apprendistato alla politica avviene quindi per Teresa in famiglia, partecipando ai dibattiti e anche ad alcune azioni concrete che il padre le affida. Appena sedicenne, nel 1937, accetta per esempio di portare a Nizza una colletta raccolta da alcuni compagni in sostegno dei fratelli Carlo e Nello Rosselli. Al ritorno da questa prima azione incontra don Primo Mazzolari a Mantova per portargli alcuni messaggi, ma in questa circostanza incorre nel fermo da parte della polizia fascista. Scagionata dall’intervento del padre e tornata a Firenze, manifesta in più occasioni apertamente le proprie convinzioni, soprattutto a scuola, discutendo e disobbedendo ad alcuni regolamenti, fino a che nel 1938, interrompendo un professore che sta esaltando in classe le leggi razziali, viene espulsa da tutte le scuole del Regno.

Nel 1942 si iscrive, insieme al fratello Gianfranco, al Partito comunista italiano e successivamente, in seguito alla destituzione di Mussolini, alla firma dell’armistizio e all’occupazione tedesca, fa parte della resistenza col nome di battaglia Chicchi. All’interno dei Gruppi di difesa della donna e dei GAP si occupa di tenere i collegamenti tra i diversi gruppi e i componenti delle brigate partigiane, ma è protagonista anche di azioni più impegnative. È questo il periodo in cui incontra Bruno Sanguinetti, poi suo futuro marito, del quale diventa stretta collaboratrice. Nel febbraio 1944 la famiglia Mattei è segnata da un tragico avvenimento. Il fratello Gianfranco, trasferitosi a Roma, dove fa parte dei GAP, viene catturato dai tedeschi, imprigionato e torturato in via Tasso. Per non rischiare di tradire i suoi compagni e rivelare informazioni sul movimento partigiano, si suicida in cella con la cintura dei pantaloni. Teresa parte subito per Roma, anche per dare conforto ai genitori, e porta con sé le matrici dell’Unità. Durante il tragitto è anche lei fermata da soldati tedeschi, interrogata, percossa e, come ha rivelato solo cinquant’anni dopo in un’intervista a Gianni Minà, stuprata.

La violenza subita non la fa desistere dal suo impegno e, tornata in Toscana, organizza e prende parte agli scioperi del marzo 1944 a Firenze e a Empoli, e più tardi è in prima fila, guidando una squadra di una cinquantina di partigiani, nella battaglia per la liberazione della città nel settembre del 1944.

Dopo la fine della guerra l’impegno attivo politico e sociale di Teresa continua: lavora nella Federazione fiorentina del PCI, soprattutto nell’ambito femminile e nell’UDI. E’ infatti proprio durante il primo congresso nazionale dell’UDI, tenutosi a Firenze tra il 20 e il 23 ottobre 1945, che Palmiro Togliatti rimane colpito dalla personalità della Mattei, che viene quindi chiamata a lavorare a Roma, alla direzione del partito.

In vista delle elezioni per la Costituente viene candidata per la circoscrizione Firenze-Pistoia. Ottiene 5299 preferenze, poche in confronto alle 15384 dell’altra candidata fiorentina, la socialista Bianca Bianchi, ma quante bastano per essere una delle 21 donne che entrano a far parte dell’Assemblea.

19471222-presentazione-costituzione-al-presidente-de-nicola-4In seno ai lavori della Costituente sono da ricordare in particolare la battaglia di Teresa Mattei affinché al comma secondo dell’art. 3, relativo alla “completa uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”, venisse aggiunta l’espressione “di fatto”; l’impegno, disatteso, per ottenere che il testo costituzionale riconoscesse esplicita­mente il diritto delle donne ad entrare in magistratura; la discussione  per l’articolo 37, laddove, con riferimento al lavoro femminile, si fissava l’obiettivo di assicurare “alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione” (articolo che ha destato aspre polemiche, per quella espressione, che identificava “l’essenziale” funzione di madre delle donne).

Il 27 dicembre 1947 viene conferito a Teresa l’incarico, in qualità di costituente più giovane, di consegnare nelle mani del presidente Enrico De Nicola il testo costitutivo della neonata Repubblica Italiana.

In seguito Teresa Mattei ha alcune divergenze con Togliatti, già avviate in seno alla discussione per l’art. 7, in quanto sostenitrice della laicità dello Stato, proseguite per la sua gravidanza, frutto della relazione extraconiugale con Sanguinetti, e culminate nel 1955 quando, per la sua opposizione alla linea antidemocratica del partito, viene espulsa.

Negli anni seguenti l’impegno di Teresa Mattei, dopo la fase pisana di partecipazione al fermento della fine degli anni ’60 e inizio degli anni ’70, si rivolge prevalentemente alle tematiche dell’ educazione e dei diritti dell’infanzia e nella fase finale della sua vita, si  dedica alla testimonianza e all’impegno civile nell’ANPI, sul terreno dei diritti e della difesa della Costituzione, mostrando fino alla più tarda età la fierezza, la determinazione e il coraggio delle proprie idee.

Articolo pubblicato nel giugno 2014.




Celebrazioni rosselliane

In occasione delle celebrazioni per commemorare l’uccisione dei fratelli Rosselli, perpetrata a Bagnoles-de-l’Orne il 9 giugno 1937 su mandato del governo fascista italiano, la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli organizza quest’anno una mostra dedicata allo scultore Carlo Signori, nell’ambito della quale verrà esposto un bozzetto successivo dell’opera, realizzata da Carlo Sergio Signori presso i Laboratori Artistici Nicoli di Carrara.

La mostra verrà inaugurata il 9 giugno 2014, alle 17.30, presso i locali della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli (via degli Alfani 101r, Firenze).

Interventi di

Giovanna Bernardini, assessore alla Cultura del Comune di Carrara

Francesca Nicoli, titolare dei Laboratori Artistici Nicoli di Carrara e critica d’arte

Francesca Taliani, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze

Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli

Con un saluto di Alberto Rosselli




il 70° della Liberazione di Manciano

Il 12 giugno, in occasione del 70° anniversario della Liberazione di Manciano,nella Sala del Consiglio Comunale di Manciano, alle ore 17.00, sarà presentato il volume Banda Armata Maremmana 1943-44 (Resistenza, guerra, persecuzione degli ebrei a sud di Grosseto) di Giulietto Betti e Franco Dominici (Effigi, Arcidosso 2014). Saranno presenti gli autori. 

Interverranno: Marco Galli (Sindaco di Manciano), Nello Bracalari (Presidente ANPI provinciale di Grosseto), Giuseppe Corlito (ANPI, comitato comunale di Grosseto), Francesca Lotti (ARCI). 

Elena Servi, Licia Lucchini, Francesco Sonno e Mario Babbanini daranno testimonianza della loro esperienza durante la guerra. A conclusione: Canti  della Resistenza con IBadilanti.




70° della Resistenza a Roccalbegna

foto roccalbegnaIn occasione delle celebrazioni del 70° della Resistenza, il 7 giugno 2014 si terrà un incontro-dibattito sulla strage di Roccalbegna e sul movimento della Resistenza nel territorio comunale.

Presso la Sala Casa Roccalbegna alle ore 15 interverranno Massimo Galli (Sindaco di Roccalbegna), Sergio Martini (presidente del coniglio provinciale), Nello Bracalari (Presidente provinciale ANPI), Luciana Rocchi (Direttrice dell’ISGREC) e i rappresentanti del Comitato di Roccalbegna per le Celebrazioni della Resistenza e della Liberazione.




Fondazione Spadolini Nuova Antologia

Sede e contatti

Fondazione Nuova Antologia
Via Pian dei Giullari, 139, 50125 Firenze
Telefono: 055.687521
E-mail: fondazione@nuovaantologia.it
nuovaantologia@pec.it
Sito web: http://nuovaantologia.it/


Biblioteca

Via Pian dei Giullari, 139, 50125 Firenze
Telefono: 055.2336071
E-mail: fondazione@nuovaantologia.it
Orari di apertura: da lunedì a giovedì 9.20-16.40
Settore di Storia contemporanea
Via Pian dei Giullari, 36/a, 50125 Firenze
Sede di via Cavour
Via Cavour, 28, 50122 Firenze

 

La Biblioteca è dislocata in tre sedi: nella sede della Fondazione a Pian dei Giullari (n. 139), con i volumi relativi a Illuminismo, Rivoluzione francese ed epoca napoleonica, opere di letteratura e critica letteraria, riviste e periodici del XIX Firenze e alla Toscana.
Sempre in questa sede si trova la collezione d’arte con varie opere di artisti italiani dell’Ottocento e primo Novecento, stampe e documenti, la raccolta di oggetti napoleonici e risorgimentali.
Nella biblioteca aperta al pubblico, situata sempre a Pian dei Giullari (n. 36/A), si trova il settore di Storia contemporanea e risorgimentale. Nella dimora storica della famiglia Spadolini, in via Cavour a Firenze, posta di recente sotto vincolo dalla Soprintendenza della Toscana quale “casa della memoria”, sono raccolti i volumi correlati all’Arte e alla storia delle città italiane, alla fondazione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, oltre ad alcune sezioni minori.

Organi direttivi
Presidente: Cosimo Ceccuti
Vicepresidente: Sandro Rogari

Breve storia e finalità
La Fondazione Spadolini Nuova Antologia fu costituita da Giovanni Spadolini nel luglio 1980, con decreto del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, al fine di assicurarle la proprietà della “Nuova Antologia”, una delle più prestigiose riviste culturali italiane ed europee, nata a Firenze nel 1866, erede della ”Antologia” di Giovan Pietro Vieusseux.

ETR_0379Spadolini ha collaborato fin dagli inizi della sua carriera di storico e giornalista alle pagine della Nuova Antologia e intorno alla metà degli anni Cinquanta ne assunse la Direzione, incarico che ha mantenuto per quarant’anni.
Alla sua morte Spadolini lascia la Fondazione erede di tutto il suo patrimonio culturale e immobiliare perché il suo desiderio era “quello di vedere le stanze della mia casa a Pian dei Giullari – quando io non ci sarò più – popolate di giovani che studiano le carte e i libri che ho raccolto nel corso di tutta la mia vita…. Voglio che quella casa, dopo la mia morte, rimanga la “casa dei libri”. Tutto dovrà rimanere così come è, in cima a quel poggio di cipressi antichi: l’emeroteca, i libri, le collezioni, al servizio delle nuove generazioni di studiosi”.

Dal momento della scomparsa del fondatore, il 4 agosto 1994, retta da un Consiglio di Amministrazione, la Fondazione ha proseguito e incrementato l’impegno culturale senza fine di lucro, con particolare attenzione alla formazione dei giovani: ha portato avanti sia la pubblicazione della rivista che delle altre pubblicazioni ad essa correlate; ha iniziato un importante e necessario lavoro di catalogazione degli oltre ottantamila volumi raccolti da Spadolini e delle nuove acquisizioni, il riordino degli innumerevoli documenti e oggetti di particolare rilevanza storica e la conservazione della pinacoteca che consta di pezzi di grande valore artistico.

Fini e compiti istituzionali:

  • Garantire la continuità della pubblicazione della rivista “Nuova Antologia”.
  • Promuovere ricerche e pubblicazioni di studi e documenti alla storia contemporanea.
  • Assicurare la continuazione del Premio Spadolini su “Storia politica e culturale dell’Italia contemporanea (‘800-‘900)”.
  • Ordinare raccolte di volumi, materiale d’archivio, di documenti storici legati alla storia dell’Italia contemporanea.
  • Collaborare con istituzioni culturali ed enti pubblici e privati italiani e stranieri.
  • Offrire al pubblico l’uso della propria biblioteca, emeroteca e archivio.

Il catalogo della biblioteca della Fondazione (aderente a SDIAF e SBN) è consultabile sul sito www.nuovaantologia.it.

Attività. In base allo statuto, compiti prioritari della Fondazione sono quelli di assicurare la continuità della pubblicazione della “Nuova Antologia – rivista di Lettere Scienze ed Arti” – nel rispetto della sua lunga tradizione culturale, politica e civile, mantenendo la sua indipendenza dal potere politico ed economico, e di garantire l’apertura al pubblico della Biblioteca.

Ma l’attività della Fondazione comprende numerose iniziative correlate, dall’assegnazione annuale di diverse borse di studio per tesi di laurea e di dottorato relative alla “Storia politica e culturale dell’Italia contemporanea (‘800-‘900)”, all’organizzazione di giornate di studio, seminari e convegni nazionali e internazionali. Le sale della biblioteca vengono utilizzate per incontri, presentazioni di libri e l’allestimento di mostre di documenti storici, ma anche di opere d’arte antica e moderna, con particolare riferimento al nutrito patrimonio artistico e documentario lasciato dallo stesso Giovanni Spadolini in eredità alla Fondazione.

La Fondazione in collaborazione con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze cura il funzionamento del “Centro Studi della Civiltà Toscana fra ‘800 e ‘900” e le relative pubblicazioni nella specifica collana, edite da Mondadori Education, Firenze. L’attività editoriale della Fondazione, in collaborazione con Edizioni  Polistampa di Firenze, si arricchisce con la pubblicazione delle collane: “Biblioteca della Nuova Antologia” e “Scritti giornalistici di Giovanni Spadolini”; oltre alla pubblicazione di atti di convegni e cataloghi di esposizioni organizzate sia in  sede che fuori.
La rivista “Nuova Antologia”, pubblicata con cadenza trimestrale, è diretta da Cosimo Ceccuti ed edita da Mondadori Education.

1. GalleriaPatrimonio

Biblioteca: c. 80.000 volumi e periodici
Archivio: Archivi 1974-76 Ministro fondatore dei Beni Culturali; 1976-79 Presidente Commissione Pubblica Istruzione; 1979 Ministro della Pubblica Istruzione; 1979-87 Segretario PRI; 1980 Costituzione Fondazione Nuova Antologia; 1981-82 Presidente del Consiglio;1987-94 Presidente Senato.
Fondi e carteggi, fra i quali: Fernando Zannetti,  Giuseppe Montanelli, Pasquale Villari,  Romolo Murri, Paoletti – Le Monnier, Guido De Ruggiero, Alfredo Oriani, Ugo Ojetti,  Nellie Galiani, Georges Sorel,  Luigi Federzoni. Lettere di Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Tito Speri, Bettino Ricasoli, Thaon de Ravel, Nello Rosselli, Eugenio Montale.




Biblioteca Nazionale Centrale Firenze

Sede e contatti
Piazza dei Cavalleggeri 1, 50122 Firenze
Telefono: Centralino 055.249191; informazioni 055.24919 280; relazioni con il pubblico 055.24919 257; amministrazione 055.24919 31
E-mail: bnc-fi@beniculturali.it
Sito web: http://www.bncf.firenze.sbn.it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8.15-19; sabato 8.15-13.30. La Biblioteca è chiusa al pubblico la prima e la seconda settimana di agosto. Durante tale periodo,saranno comunque consentiti la consultazione dei cataloghi e l’espletamento dei servizi di informazione e di prestito dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Nel restante periodo del mese di agosto la biblioteca sarà aperta in orario antimeridiano dal lunedì al sabato dalle 8.15 – 13.30.
Per ulteriori informazione riguardo gli orari dei singoli servizi offerti dalla biblioteca, consultare il sito web.

Organi direttivi
Consiglio di Amministrazione
Collegio Revisori dei Conti
Consiglio Scientifico
Direttore: Luca Bellingeri

 Breve storia e finalità
L’attuale Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha origine dalla biblioteca privata di Antonio Magliabechi, costituita da circa 30.000 volumi, lasciata nel 1714, secondo il suo testamento, “a beneficio universale della città di Firenze”. Per incrementare la nascente Biblioteca nel 1737 fu stabilito per decreto che vi fosse depositato un esemplare di tutte le opere che si stampavano a Firenze e dal 1743 in tutto il Granducato di Toscana. Nel 1747 fu aperta per la prima volta al pubblico con il nome di Magliabechiana. Nel 1771 il granduca Pietro Leopoldo rinunciò alla Biblioteca Mediceo-palatino-lotaringia e la volle unita alla Magliabechiana. Da allora in poi la Biblioteca si arricchì ulteriormente di molti altri pregevoli fondi. Spiccano quelli delle biblioteche ex monastiche, incamerati a seguito della politica di soppressione dei conventi messa in atto da Pietro Leopoldo e ripresa da Napoleone.

Nel 1861, su iniziativa di Francesco De Sanctis, allora ministro dell’Istruzione, il neonato Regno d’Italia promulgava, in data 22 dicembre, un decreto che stabiliva l’unificazione della Biblioteca Magliabechiana con la grande Biblioteca Palatina (costituita da Ferdinando III di Lorena e continuata dal suo successore Leopoldo II).
Il nuovo istituto assume la denominazione di Biblioteca Nazionale.

Dal 1869, dalla promulgazione del Regio Decreto in data 25 novembre, la Biblioteca Nazionale di Firenze  riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che viene pubblicato in Italia. Nel 1885 il “Regolamento organico delle biblioteche del Regno” sancisce per la Nazionale di Firenze e quella di Roma l’attribuzione del titolo “Centrale”.

Originariamente la Biblioteca ebbe sede in locali che facevano parte del complesso degli Uffizi; nel 1935 fu trasferita nella sua sede attuale, costruita, a partire dal 1911, su progetto dell’architetto Cesare Bazzani e successivamente ampliata dall’architetto Vincenzo Mazzei. L’edificio, uno dei rari esempi di edilizia bibliotecaria, fa parte dell’area monumentale del complesso di Santa Croce.

Patrimonio
La Biblioteca dispone di un patrimonio di6.000.000 volumi a stampa; 120.000 testate di periodici di cui 15.178 in corso; 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.120 edizioni del XVI secolo, 2.696.327 opuscoli e oltre 1.000.000 di autografi.  Le scaffalature dei depositi librari coprono attualmente 136 Km  lineari, con un incremento annuo di oltre 1 Km e mezzo.