16 Un 25 aprile a Monte Sole
Alle ore 20 c’è una cena in solidarietà con l’ANPI Tavarnelle-Barberino.
Ingresso libero
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Mario Lenzi (foto Iltirreno.it)
Si apre venerdì 21 marzo (ore 17) ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva, Livorno) la rassegna letteraria promossa dal Comune di Livorno e Istoreco (Istituto Storico della resistenza e della Società Contemporanea di Livorno): Il Novecento in tre storie, scritti inediti di tre illustri giornalisti livornesi (Mario Lenzi, Gastone Orefice e Aldo Santini).
Il primo in calendario ad essere presentato sarà domani il volume di Mario Lenzi “O miei compagni”. Una testimonianza. A presentarlo saranno l’assessore alle culture Mario Tredici, Bruno Manfellotto (Direttore de “L’Espresso”) e Giovanni Gozzini dell’Università di Siena.
Nel volume Mario Lenzi, recentemente scomparso, non solo ripercorre le proprie esperienze di combattente nella III Brigata Partigiana “Garibaldi” durante la guerra di liberazione, ma attraverso i suoi ricordi adolescenziali ricostruisce un affresco della Livorno antifascista negli anni Trenta del Novecento.
Il volume “O miei compagni” di Mario Lenzi edito dal Comune di Livorno sarà donato al pubblico presente.
Prossimi appuntamenti: Gastone Orefice.Un giornalista livornese nel mondo intervista a cura di Catia Sonetti (edizione ETS Pisa) in programma per il 27 marzo e Giuseppe Emanuele Modigliani di Aldo Santini (edito dal Comune di Livorno) che verrà presentato il 4 aprile.
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I ragazzi che arrivano nelle nostre aule sono nati e cresciuti in una società “multischermo” e fin dalla più tenera età hanno imparato ad interagire con molti di questi schermi dai quali sono stati circondati (computer, consolle per i videogiochi portatili, cellulari smartphone, navigatori satellitari…). Tutto questo merita una profonda riflessione, per comprendere quale deve essere oggi il ruolo delle nuove tecnologie nella scuola, onde evitare facili e ingenue esaltazioni, per cui si è portati a pensarle come ad un toccasana in vista dell’apprendimento da parte delle nuove generazioni, ma anche per evitare il rifiuto a priori e ad allontanarle quali strumenti diabolici o quanto meno inutili. È dunque importante porsi di fronte alle nuove tecnologie e al loro inserimento nel mondo della scuola con mente critica, soprattutto con l’attenzione rivolta ai nostri studenti: la rivoluzione digitale ci pone di fronte ad una sfida in più, in quanto, come sappiamo, i ragazzi vengono sempre più spesso lasciati soli nella rete. Per questo, mercoledì 26 marzo, alle ore 16, nella biblioteca dell’ISGREC, ne discuteremo con il Prof. Giuseppe di Tonto, docente di Storia ed esperto di tecnologie e metodologie formative, sul tema della didattica della Storia e dell’ingresso degli ebook nella scuola.
L’Italia era in guerra da almeno otto anni. Prima per conquistare l’Etiopia, appoggiare i franchisti in Spagna, occupare l’Albania. Poi, dal 1940, affiancando la Germania nazista nella guerra continentale, invase la Francia meridionale, la Grecia, il Montenegro, la Slovenia, e infine l’Unione sovietica. Fu l’inverno russo a raffreddare gli entusiasmi: chi ne tornava raccontava di una catastrofe. Nel 1943, difficoltà materiali e lutti alimentarono disillusione e presto sfiducia aperta verso il regime che la guerra aveva voluto ed esaltato. E che crollò, come un colosso d’argilla, quando tra giugno e luglio gli Alleati sbarcarono sulle coste meridionali. Sorpresi dalla guerra in casa come da un uragano estivo, gli italiani sperarono che anch’essa – impetuosa, ma rapida – passasse oltre.
Invece, per venti mesi imperversò nella penisola. In autunno, l’esercito tedesco ne occupò oltre metà, sostenuto dai fascisti, riorganizzatisi nella Repubblica sociale italiana. Il fronte si stabilizzò tra Napoli e Roma fino al maggio 1944, quando gli Alleati avanzarono verso nord, non riuscendo però a impedire che i nazifascisti si attestassero sulla linea Gotica, il sistema difensivo approntato lungo il crinale appenninico, dalle Marche alla Lunigiana, ove resistettero dall’autunno 1944 al termine del conflitto, nell’aprile 1945.
Tra l’autunno del 1943 e quello del 1944 – settant’anni or sono – la Toscana fu investita in pieno dalla guerra. Se dal 1940 aveva lamentato, si stima, oltre 11 mila morti militari e quasi 1500 civili, dal settembre 1943 i caduti per cause belliche furono oltre 22.000.
Per i tedeschi divenne cruciale come serbatoio di risorse e transito di materiali e truppe per il fronte meridionale, oltreché caposaldo da difendere per approntare la Gotica e impedire uno sbarco alle spalle del fronte. Per ragioni speculari, anche gli Alleati aggredirono massicciamente la Toscana, bombardando a tappeto l’area costiera, le vie di comunicazione e le maggiori infrastrutture. Da Arezzo a Livorno, numerosi centri subirono distruzioni ingenti, migliaia di morti e decine di migliaia di famiglie costrette a sfollare. Firenze fu meno colpita, ma i ponti sull’Arno e una vasta area del centro cittadino furono invece distrutti dai tedeschi, per ostacolare l’avanzata degli Alleati nell’agosto del 1944.
Il governo collaborazionista della Repubblica sociale dapprima provò a rialimentare il consenso goduto un tempo dal regime, affiancando ai moderati ispirati da Giovanni Gentile gli estremisti inquadrati da Alessandro Pavolini nelle schiere del fascismo repubblicano. Presto però, fascisti ed occupanti dovettero dispiegare a pieno la violenza per proseguire nello sforzo bellico: ciò significò deportazione nei campi di sterminio di almeno 675 cittadini ebrei, arresti e fucilazioni dei renitenti alla leva, ritorsioni nei confronti dei contadini disobbedienti agli ammassi, arresti, torture e deportazioni (oltre un migliaio di persone) di quanti ostacolavano l’economia di guerra – scioperando o sottraendosi al lavoro obbligatorio –, oltreché di chi aderiva alla resistenza o anche solo favoriva i partigiani.
Provvedimenti efferati quanto vani. Neppure servirono i reparti speciali di polizia, come quello di Mario Carità a Firenze o la prima Brigata nera, costituita a Lucca da Idreno Utimpergher. Ma il prezzo fu altissimo. Alla mancata collaborazione della popolazione e alla crescente offensiva di partigiani e Alleati, si rispose considerando l’intera popolazione rurale una minaccia per l’esercito germanico: le stragi di civili fecero almeno 3.824 vittime. Di contro, alimentato dai risorti partiti politici e guidato dai Comitati di liberazione nazionale, il movimento di resistenza giunse a mobilitare quasi venticinquemila partigiani – che sostennero audacemente l’offensiva militare alleata e la anticiparono con l’insurrezione dell’agosto 1944 – e avviò la ricostruzione delle istituzioni democratiche.
Articolo pubblicato nel marzo 2014.
Nel 50° della morte di Palmiro Togliatti, avvenuta a Yalta il 21 agosto 1964, la Mostra, allestita in Palazzo Fabroni (via Sant’Andrea 18), espone per la prima volta al pubblico le immagini con le quali il fotografo Mario Carnicelli documentò la partecipazione alle esequie del leader Pci nei tre giorni, dal 22 al 25 agosto, che fermarono il cuore dell’Italia comunista e non solo.
Inaugurazione venerdì 21 marzo ore 18.00
Intervengono:
Samuele Bertinelli, Sindaco di Pistoia
Mario Carnicelli, fotografo
Bärbel Reinhard e Marco Signorini curatori
Coordina: Elena Testaferrata, responsabile dei musei comunali di Pistoia
La Mostra resterà aperta dal 22 marzo al 2 giugno dal giovedì alla domenica, 22/23 aprile e festivi con orario 10.00-13.00 e 15.00-18.00, 2-6 aprile e 23-25 maggio ore 10.00-20.00
Alle ore 16,30 in Sala Gigli, Palazzo Panciatichi, via Cavour 4 (Fi), presentazione del volume, Deportati italiani a Berlino e nel Brandeburgo (1943-1945) vol. II, di Bodo Forster Gianfranco Ceccanei
Saluto di Giuliano Fedeli, Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana
Intervengono:
Francesca Cavarocchi, Istituto Storico della Resistenza in Toscana
Antonio Ceseri, testimone
Saranno presenti gli Autori.
Modera Francesca Mercanti, Movimento federalista europeo
Livorno nella Grande Storia del ‘900 attraverso gli scritti inediti di tre illustri giornalisti livornesi: Mario Lenzi, Gastone Orefice e Aldo Santini. Sta per iniziare ai Granai di Villa Mimbelli (Via San Jacopo in Acquaviva 65, Livorno) una rassegna letteraria promossa dal Comune di Livorno e Istoreco (Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea nella provincia di Livorno): Il Novecento in tre storie; tre storie appunto che ci regaleranno pagine di testimonianze indimenticabili, ricordi adolescenziali, memorie inedite di una Livorno passata.
Si tratta nello specifico dei volumi: O miei compagni di Mario Lenzi (edito dal Comune di Livorno), Gastone Orefice. Un giornalista livornese nel mondo intervista a cura di Catia Sonetti (edizione ETS Pisa) e Giuseppe Emanuele Modigliani di Aldo Santini (edito dal Comune di Livorno) che saranno presentati al pubblico rispettivamente il 21, il 27 marzo e il 4 aprile.
“Attraverso le tre pubblicazioni che andiamo a presentare – sostiene l’assessore alla cultura del Comune di Livorno, Mario Tredici – possiamo ripercorrere tappe importanti della storia di tutti noi, ma in particolare riusciamo a ricomporre la vicenda di quella particolare intellettualità collegata al migliore giornalismo e che, nella nostra città, si è presentata e si presenta ricca e articolata”.
“Dal romanzo “memoria” di Mario Lenzi all’intervista rilasciata a Catia Sonetti da Gastone Ortona Orefice fino al volume sulla biografia di Giuseppe Emanuele Modigliani scritta da Aldo Santini – afferma ancora l’assessore – possiamo rileggere infatti pagine di storia del secolo scorso sul filo di narrazioni vivaci, colloquiali ma anche profondamente pertinenti e stimolanti”.
Primo appuntamento venerdì 21 marzo (ore 17) con la presentazione del libro di Mario Lenzi O miei compagni. Una testimonianza. A presentarlo saranno l’assessore alle culture Mario Tredici, Bruno Manfellotto (Direttore de “L’Espresso”) e Giovanni Gozzini dell’Università di Siena.
Nel volume Mario Lenzi, recentemente scomparso, non solo ripercorre le proprie esperienze di combattente nella III Brigata Partigiana “Garibaldi” durante la guerra di liberazione, ma attraversi i suoi ricordi adolescenziali ricostruisce un affresco della Livorno antifascista negli anni Trenta del Novecento.
Giovedì 27 marzo (ore 17) sarà la volta della presentazione del libro Gastone Orefice. Un giornalista livornese nel mondo. Intervista a cura di Catia Sonetti. A presentare il libro sarà il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, insieme alla stessa Catia Sonetti (autrice e direttrice di Istoreco) e Dora Liscia dell’Università di Firenze.
Gastone Orefice (1922-2006), ebreo livornese e giornalista di vasta esperienza internazionale, si presenta nelle pagine di questo volume come un vero e proprio “testimone del suo tempo”. Al centro del libro c’è la lunga intervista che Orefice concesse, abbastanza a sorpresa, nel 1994 a Catia Sonetti. Intorno a questo dialogo sono poi accostati ricordi e riflessioni di importanti giornalisti che lo hanno conosciuto come maestro e come amico (Furio Colombo, Vincenzo Pascale, Alessandra Farkas, Mila Crespi Gaudio, Gianna Pontecorboli, Duccio Faggella). Il libro è corredato anche da un ricco repertorio iconografico, e dall’elenco commentato dei libri del Fondo Orefice che il giornalista decise di donare alla biblioteca dell’Istoreco di Livorno.
Terzo ed ultimo appuntamento venerdì 4 aprile (ore 17) con la presentazione del libro di Aldo Santini Giuseppe Emanuele Modigliani. A presentarlo saranno l’assessore alle culture Mario Tredici, Roberto Bernabò, direttore de “Il Tirreno” e Maurizio Vernassa dell’Università di Pisa. L’iniziativa ha il patrocinio di ESSMOI- Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani.
Nel volume di Aldo Santini, con lo stile letterario proprio dell’autore, viene approfondita la figura dell’avvocato e uomo politico livornese, parte civile nel processo contro gli assassini di giacomo Matteotti; deputato socialista negli anni della prima guerra mondiale e dell’avvento del fascismo, membro dell’Assemblea costituente. In questa ricerca storica e umana Santini riesce a costruire un mondo ormai lontano e che solo l’occhio esperto e la profonda cultura del giornalista di razza riesce a far rivivere.
I due volumi editi dal Comune di Livorno: O miei compagni di Mario Lenzi e Giuseppe Emanuele Modigliani di Aldo Santini saranno distribuiti gratuitamente al pubblico in occasione delle presentazioni.
Info
Comune di Livorno
Ufficio Cultura, Spettacolo, Rapporti con Università e Ricerca
Tel. 0586.820500
e-mail: servizi.culturali@comune.livorno.it
www.comune.livorno.it
Istoreco
Tel. 0586.809219
e-mail: istoreco.livorno@gmail.com
www.istorecolivorno.it
Al Caffè letterario delle Murate, ore 17,30, Regione Toscana, Istituto storico della Resistenza in Toscana, la rete degli Istituti Storici provinciali della Resistenza presentano ToscanaNovecento, il nuovo Portale per in/formarsi sulla storia contemporanea nella nostra regione.
Intervengono:
Sara Nocentini, assessore alla Cultura Regione Toscana
Simone Neri Serneri, direttore Istituto Storico della Resistenza in Toscana
Elena Pianea, responsabile Settore Musei Regione Toscana
Domenico Guarino, giornalista
Matteo Mazzoni, responsabile ToscanaNovecento
Gianluca della Maggiore, Francesca Gori, coordinamento redazionale ToscanaNovecento
Coordina: Massimo Cervelli Regione Toscana
Partecipano Presidente e Direttori della rete degli Istituti Storici della Resistenza
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