Visita alla Casa natale di Modigliani

amedeo_modiglianiSabato 12 aprile, alle ore 17, è in programma una visita guidata alla Casa natale di Amedeo Modigliani in Via Roma, 38 a Livorno. La famosa casa di via Roma, che per una serie di circostanze fortuite non è stata modificata, conserva ancora tutto il fascino vintage di un appartamento della borghesia livornese all’indomani dell’Unità d’Italia, con i suoi pavimenti in graniglia a motivi floreali, i suoi vetri sottili, la vecchia cucina con il lavello in marmo bianco e le dispense in muratura. Questa è la casa dove è nato Dedo, ormai 130 anni fa, e dove ha iniziato i primi esperimenti artistici.

E’ allestita come un museo con riproduzioni di vecchie foto e documenti della famiglia Modigliani, che ci aiutano a ricostruire la vita del pittore, dalla nascita “assistita da un ufficiale giudiziario” ai suoi legami con la città, la vita parigina, gli amori, gli amici, e la morte tragica a soli 36 anni. A Livorno Amedeo frequenta il Ginnasio Guerrazzi, in via Ernesto Rossi, a pochi passi da casa, ma in seguito a problemi di salute abbandona gli studi classici per andare a scuola da Guglielmo Micheli, dove conoscerà tantissimi ragazzi che presto diverranno i suoi amici più cari: Gino Romiti, Oscar Ghiglia, Aristide Sommati, Benvenuto Benvenuti, Renato Natali, Llewelyn Lloyd, Manlio Martinelli, Lando Bartoli.

Sabato 12 aprile sarà, quindi, l’occasione per trascorrere un bel pomeriggio di primavera a contatto con l’arte e la storia di Livorno, ma soprattutto per respirare il fascino di un ambiente ricco di emozioni, e ripercorrere la vita del livornese più amato e più famoso al mondo: Amedeo Modigliani.

Evento organizzato da Cooperativa Amaranta, con il patrocinio del Comune di Livorno. Costo: 5 €

Per info e prenotazioni: 320.8887044

Fonte: Ufficio stampa comune di Livorno

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“Il Novecento, opere su carta” dalle collezioni di grafica del Museo Civico “Giovanni Fattori”

operesucarta“Il Novecento, opere su carta”: è il titolo della mostra che si apre giovedì 17 aprile, ore 17, ai Granai di Villa Mimbelli (Museo G.Fattori, via S. Jacopo in Acquaviva 61, Livorno) e che si potrà visitare fino al 18 maggio. In esposizione una serie di opere della collezione grafica del Museo”G.Fattori” che, lungi da pretese di esaustività, tentano di fornire al visitatore un approccio all’espressività artistica del XX° secolo in Italia.

Dai disegni di Plinio Nomellini, degli inizi del secolo, si attraversa il Novecento con Modigliani, Guttuso, con lo spazialismo di Fontana, l’astrattismo di Piero Dorazio, l’arte concettuale di Giulio Paolini. Il nucleo di opere incise offre uno sguardo su artisti come Carlo Carrà presente con una litografia che riproduce un suo celebre quadro, Emilio Vedova che con Giò Pomodoro e Luigi Veronesi hanno lasciato al Museo tre litografie realizzate nel 1982 in favore della libertà del Cile dalla dittatura di Pinochet.

Il tema sociale è presente anche nell’acquaforte di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli”, mentre degne di nota sono le stampe fotografiche di Luciano Fabro, il “Pinocchio” di Ugo Nespolo con i suoi accesi cromatismi, le litografie del surrealista Roberto Sebastian Matta. In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il volume dallo stesso titolo, “Il Novecento. Opere su carta”, a cura di Mattia Patti (edizioni Pacini, Pisa). Introdurrà la critica d’arte Antonella Capitanio.

Il volume, insieme alla mostra, costituisce la prosecuzione della campagna di valorizzazione del patrimonio del Museo “G. Fattori” iniziata alla fine degli anni Novanta, dapprima con il volume delle opere dell’Ottocento, e successivamente con i due volumi dedicati alle prestigiose collezioni dei disegni e delle incisioni di Giovanni Fattori alle quali il Museo dedicò due mostre rispettivamente nel 2001 e nel 2002.

Il volume presenta appunto la collezione molto eterogenea di opere di grafica del Novecento conservata al Museo ed acquisita nel corso del tempo attraverso acquisti, lasciti e donazioni. La collezione è costituita da disegni ed incisioni, opere alle quali spesso viene data un’importanza marginale rispetto ai dipinti. In realtà il disegno ha un ruolo fondamentale nell’attività di un artista perché in molti casi rivela la sintesi del suo processo di ricerca, i suoi momenti di riflessione, costituendo spesso delle espressioni del tutto autonome.

Analogamente, la tecnica dell’incisione, che ha origini molto antiche e che richiede comunque una notevole abilità, consente all’artista che la sperimenta di ottenere dei risultati espressivi molto diversi e talvolta impossibili da raggiungere con il disegno o la pittura.

Info mostra “Il Novecento, opere su carta”

Giorni di apertura: 18 aprile – 18 maggio 2014
Orari:
• Dal martedì alla domenica 10-13 e 16-19
• Domenica 20 aprile (Pasqua) CHIUSO
• Lunedì 21 aprile APERTO
• Sabato 17 maggio, in occasione della Notte dei Musei, apertura straordinaria serale 21-23
Luogo:
Museo Civico Giovanni Fattori- Granai di Villa Mimbelli
Livorno, Via S. Jacopo in Acquaviva 61

INGRESSO LIBERO

Info
Tel .0586-808001/0586-811114
museofattori@comune.livorno.it

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MINE – Museo delle miniere e del territorio

Sede e contatti
via II Febbraio, Borgo abbandonato di Castelnuovo dei Sabbioni, Cavriglia (Arezzo)
Telefono: 055.3985046
E-mail: info@minecavriglia.it
Sito web: www.minecavriglia.it
Orari di apertura: da martedì a domenica 10-13; sabato e domenica 15-18. Chiuso il lunedì.
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3; gratuito per gli studenti delle scuole del Comune di Cavriglia e per gli insegnanti accompagnatori.

Breve storia e finalità
Il complesso museale MINE documenta e valorizza la storia del territorio di Cavriglia e in particolare le vicende minerarie che hanno modificato profondamente una parte rilevante di questo territorio ed è ospitato in alcuni edifici nella parte alta di Castelnuovo dei Sabbioni. Questo paese ebbe un grosso sviluppo nella seconda metà dell’800 con lo sfruttamento dei giacimenti di lignite e la successiva creazione di un distretto minerario-industriale che collegava le miniere con la ferriera di San Giovanni Valdarno e infine con la nuova linea ferroviaria Milano-Roma. Fino a metà del ‘900 continuò l’attività delle miniere in sotterraneo, poi il passaggio ad una nuova tecnica: l’estrazione a cielo aperto, con questo metodo la lignite veniva estratta dalla superficie. Lo scavo giunse a lambire Castelnuovo dei Sabbioni, e questo costrinse negli anni Sessanta ad abbandonare il vecchio borgo che venne distrutto dagli smottamenti del terreno provocati dall’escavazione.

Precedentemente il paese aveva vissuto un altro momento drammatico con l’eccidio perpetrato dai nazisti il 4 luglio del 1944. Settantaquattro  abitanti, tutti di sesso maschile, vennero improvvisamente rastrellati, messi contro al muro sottostante il museo e mitragliati. Non fu sufficiente. Anche contro i corpi dei morti si scagliò la folle rabbia dei soldati tedeschi bruciando i poveri corpi. Lo stesso avvenne nel vicino borgo di Meleto, a Massa dei Sabbioni, e alcuni giorni dopo, a Le Matole.

Recentemente, nella parte superiore dell’abitato ormai abbandonato, sono stati recuperati alcuni edifici e rifunzionalizzati in spazi museali dedicati: alla storia delle miniere e del territorio, a centro di documentazione e laboratori educativi e ad Auditorium. La logica comune che pervade questi spazi è fortemente tesa al coinvolgimento dello spettatore per una conoscenza approfondita del patrimonio culturale conservato. Il museo è stato inaugurato il 4 luglio 2012.

Patrimonio
Il Percorso museale si sviluppa attraverso sette sale dedicate alla storia e alle vicende minerarie e del territorio. La storia del bacino minerario è fatta di intense lotte dei lavoratori per il miglioramento delle condizioni di lavoro, nel periodo 1895-1947, e per il mantenimento del posto di lavoro, attraverso forme di autogestione, nel periodo 1947-1955, e viene proposto attraverso documenti video ed audio che gravitano attorno alla ricostruzione artistica di un segmento di miniera.

Un apposito spazio fortemente evocativo ricorda le stragi del 1944, mentre lo sconvolgimento del territorio dovuto all’escavazione a cielo aperto viene presentato con un “ tappeto virtuale” che permette di conoscere le immagini del territorio prima dell’escavazione a cielo aperto, durante la fase dell’escavazione ed ora, nella fase cioè di ricostruzione del territorio.

Punto caratteristico dell’allestimento è l’interazione con le moderne tecnologie che permettono al visitatore di essere soggetto attivo nella conoscenza dei temi presentati. É presente una figura parlante, che rappresenta Priamo Bigiandi, un personaggio simbolico della storia territoriale che introduce alla visita, ed inoltre possibilità di esperienze tattili ed olfattive che rendono particolarmente densa la visita al museo.

Il museo sta costituendo un centro di documentazione dotato di un archivio cartaceo e di uno digitale. Nella ricorrenza del 70° anniversario degli eccidi commessi nel comune di Cavriglia, il museo sta organizzando delle iniziative insieme con altri comuni del Valdarno interessati da stragi nazifascite, per ricordare quei tragici episodi.




Fondazione Ernesto Balducci Onlus

Sede e contatti
Via dei Roccettini 9, 50016 Fiesole (Firenze)
Telefono: 055.599147
E-mail: fondazionebalducci@virgilio.it
Sito web: http://www.fondazionebalducci.it/
Orari di apertura: su appuntamento.
Orari della segreteria: lunedì ore 15-19; mercoledì e venerdì ore 9 – 14:00 e 15-19

Organi direttivi
Presidente: Andrea Cecconi

Breve storia e finalità
All’indomani della scomparsa di P.Balducci, avvenuta nell’aprile del 1992, fu costituito un comitato promotore, con lo scopo di costituire una Fondazione intitolata al Padre Scolopio, che ne costituisse  l’eredità spirituale e culturale, a partire dalla conservazione dell’ingente materiale archivistico ad essa ceduto dagli eredi. La Fondazione ebbe il riconoscimento giuridico da parte della regione Toscana nel Febbraio del 1996 e poco dopo fu iscritta nell’albo degli Enti Onlus.

La Fondazione Balducci ha per Statuto lo scopo di promuovere iniziative in grado di diffondere la conoscenza ed il pensiero do P,.Balducci e di dar luogo ad eventi politici, culturali e sociali per un educazione ad una cultura di pace, alla convivenza interetnica ed interreligiosa ispirate alla concezione balducciana dell’uomo planetario. In particolare le attività pubbliche, editoriali e formative si rivolgono soprattutto alle giovani generazioni nella prospettiva di un rinnovamento culturale, sociale ed ecclesiale.

L’impegno della Fondazione si articola in varie modalità : da quelle seminariali e convegnistiche a quelle editoriali, fino ad iniziative artistiche, mostre, tavole rotonde e presentazioni di libri. Gli atti degli eventi promossi sono raccolti nella pubblicazione quadrimestrale dei “Quaderni della Fondazione”. 

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio e dalla Biblioteca di P.Balducci, riconosciti “di notevole interesse storico” dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici.  L’archivio è ripartito in due grandi settori pubblico e privato e da un’ingente raccolta di materiale emerotetecario, iconografico ed audiovisivo. La Biblioteca appartenuta a Balducci ha una consistenza di circa 5000 volumi suddivisi nelle sezioni teologica, filosofica, letteraria e storiografica. Dal 2003 la Biblioteca partecipa alla rete del Servizio Documentario Integrato Area Fiorentina (SDIAF).

Della Biblioteca esiste il catalogo on-line e cartaceo. L’Archivio e la Biblioteca sono a disposizione per lo studio e la consultazione nell’orario di apertura della Segreteria della Fondazione. Nella sala di lettura sono a disposizione : un Catalogo cartaceo della Biblioteca, una fotocopiatrice, opere di riferimento. Il servizio di assistenza alla consultazione ed alla ricerca bibliografica è assicurato al materiale presente.




Casa studio Fernando Melani – Comune di Pistoia

Sede e contatti
Corso Gramsci, 159, 51100 Pistoia
Telefono: 0573.371296
0573.371279
E-mail:  al.giachini@comune.pistoia.it
Sito web:
http://musei.comune.pistoia.it/rete-museale/casa-studio-fernando-melani/
https://www.comune.pistoia.it/5024/Casa-Studio-Fernando-Melani/
Orari di apertura: La casa-studio è aperta solo su prenotazione.
Ingresso gratuito.

Organi direttivi
Servizio Educazione e Cultura, Unità Operativa Musei e Beni Culturali.

Breve storia e finalità
La casa-studio di Fernando Melani (1907-1985) è un esempio unico di spazio dove in perfetta sintonia si inseriscono le numerose opere dell’autore, frutto di una ricerca che sfiora e in molti casi anticipa i principali movimenti artistici della seconda meta del XX secolo: dall’Arte Povera, all’Arte Concettuale, alla Minimal Art. Nei diversi ambienti, una gran quantità di “esperienze” occupa i soffitti, le pareti, i pavimenti, secondo la disposizione data da Melani stesso. La visita fra cumuli di materiali sedimentati, sperimentazione sui metalli, lamiere e fili di ferro che pendono dai travicelli del soffitto, è un percorso intenso e ricco di suggestione nel mondo poetico di questo straordinario protagonista dell’arte contemporanea.

Acquistata dal Comune di Pistoia nel 1987 insieme alle  oltre  2800 opere ivi contenute, è aperta al pubblico dal 1998, dopo un lungo restauro realizzato con il contributo della Regione Toscana., e si visita su prenotazione.

La collezione civica è stata arricchita nel 2005 dal lascito testamentario di Donatella Giuntoli, costituito da 148 opere di Melani, in parte donatele dall’amico artista, in parte acquistate da Donatella con competenza e lungimiranza, al preciso scopo di integrare il patrimonio conservato nella casa-studio. A lei si devono gli studi più completi sull’artista, dal CD-Rom del 1998 sulla casa-studio al libro pubblicato postumo (Gli Ori, 2010)  Fernando Melani. Un’esperienza bio-artistica.

Patrimonio
Con l’acquisizione della casa-studio dell’artista pistoiese Fernando Melani, nel 1987, sono state annesse al patrimonio comunale tutte le opere, i lavori  e le diverse esperienze artistiche di vario tipo, conservate nell’edificio. La catalogazione, sulla base precisa degli inventari redatti dall’artista stesso delle sue elaborazioni, ha portato all’individuazione di un numero elevato di opere suddivisibili per categorie di materiali e tecniche in: pittura; metalli; sculture; grafica; altre esperienze; per un totale complessivo di 2.840 opere.

Devono inoltre essere considerati fra i beni comunali anche le seguenti categorie presenti nella casa-studio di Fernando Melani,  ancora non catalogate: circa 500 libri della biblioteca dell’artista, circa 3.000 fogli di scritti teorici, circa 300 fotografie eseguite dall’artista; n. 148 opere e scritti vari derivanti dalla donazione D. Giuntoli (2005).




Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni – Pistoia

Sede e contatti
Palazzo Fabroni, via Sant’Andrea 18, Pistoia
Telefono: 0573.371817
E-mail: fabroni.artivisive@comune.pistoia.it
Sito web: http://musei.comune.pistoia.it/rete-museale/museo-di-palazzo-fabroni/
Orari di apertura: dal martedì al giovedì 10-14; dal venerdì alla domenica e festivi 10-18; Natale e Capodanno 16-19
Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2

Organi direttivi
Servizio Educazione e Cultura
Direzione dei Musei Civici: Elena Testaferrata (e.testaferrata@comune.pistoia.it)

Breve storia e finalità
Nel centro storico di Pistoia, a pochi passi da piazza del Duomo, Palazzo Fabroni si attesta su via Sant’Andrea dirimpetto alla pieve romanica con il pulpito di Giovanni Pisano. Il nucleo più antico, appartenuto intorno alla metà del Trecento alla nobile famiglia pistoiese dei Dondori, era costituito da una tipica casa-torre, il cui orto confinava sul retro con le mura della seconda cerchia della città.

All’inizio del XVII secolo i Fabroni, già proprietari di altre casa nella zona, acquistarono la dimora dei Dondori e alla metà del secolo successivo (1748-1769), per volere di Atto Fabroni, tutti i nuclei abitativi ancora separati furono riuniti in una ristrutturazione complessiva che conferì al palazzo l’aspetto attuale, con la nuova facciata elegante e scenografica, caratteristica per il suo andamento curvilineo. I Fabroni, proprietari anche della villa e della fattoria di Celle, sede attualmente della prestigiosa collezione di arte ambientale, mantennero la dimora cittadina, fornita di una ricca galleria di quadri e di una notevole biblioteca, fino al 1842.

Divenuto proprietà della Comunità civica di Pistoia nel 1861, il palazzo, destinato nel corso degli anni ad usi incongrui, fu variamente ristrutturato e trasformato nella distribuzione interna degli spazi. Sede prima della Sottoprefettura e dal 1928 al 1945 della Federazione del Partito fascista, venne poi usato come scuola media statale. Successivamente il lungo restauro, a cura dell’ufficio tecnico comunale, liberò la struttura architettonica dalle modifiche e superfetazioni otto-novecentesche e riportò in luce elementi preesistenti delle case-torri trecentesche, delle quali alcune parti sono visibili nel salone del piano nobile.

Al termine degli interventi di recupero, la storia recente del palazzo inizia negli anni 1990-1993 con la scelta da parte dell’Amministrazione Comunale di destinare il primo e secondo piano allo svolgimento di attività espositive, permanenti e non, relative alle arti visive moderne e contemporanee.

Lo storico palazzo vanta attualmente circa 2000 mq. di superficie espositiva distribuita su due piani, con accesso da via Sant’Andrea 18.

Insieme al Museo Civico in Palazzo Comunale e alla casa-studio di Fernando Melani, Palazzo Fabroni è un’istituzione pubblica, permanente e senza fini di lucro, che opera nell’ambito dei principi stabiliti dallo Statuto del Comune di Pistoia.

Al primo piano la collezione permanente consente un itinerario attraverso il panorama artistico dell’arte contemporanea dal dopoguerra ai giorni nostri. Intorno al grande salone centrale a doppio volume, individuato come luogo privilegiato per la riflessione sull’arte anche grazie all’imponente Scultura d’ombra di Claudio Parmiggiani sulle pareti, il percorso inizia con le sale monografiche che ospitano le opere di Mario Nigro, Gualtiero Nativi e Agenore Fabbri. Pistoiesi di nascita, si tratta di artisti che hanno svolto la maggior parte della loro attività fuor di Toscana percorrendo, a livello nazionale, la strada dell’Astrattismo e dell’Informale. Interamente dedicata al pistoiese Fernando Melani è la sala in cui sono collocate opere di dimensioni maggiori e particolari ‘progetti’ non ubicati nella casa-studio di Corso Gramsci. Un particolare approfondimento documentario è riservato proprio all’abitazione dove Melani ha vissuto e operato a partire dal secondo dopoguerra occupandone progressivamente tutti gli ambienti, in un’azione di totale interazione con lo spazio e le opere in esso contenute. Il percorso museale prosegue con le sale collettive che ospitano le opere donate al Comune di Pistoia da molti degli artisti intervenuti dal 1990 a Palazzo Fabroni con mostre personali o tematiche. I nuovi linguaggi dell’arte contemporanea – dall’Arte Povera al Concettuale, dalla Minimal Art alla Poesia visiva – vi si trovano testimoniati con opere di tutto rilievo di Roberto Barni, Bizhan Bassiri, Umberto Buscioni, Enrico Castellani, Giuseppe Chiari, Diego Esposito, Luciano Fabro, Alberto Garutti, Jannis Kounellis, Daniele Lombardi, Vittorio Messina, Nunzio, Claudio Parmiggiani, Alfredo Pirri, Renato Ranaldi, Gianni Ruffi, Daniel Spoerri, Marco Tirelli. Nell’autunno del 2011 la collezione si è arricchita di undici ritratti fotografici di artisti donati da Aurelio Amendola al Comune di Pistoia.

Patrimonio
Fondi civici originari, acquisizioni e donazioni.




Rete Ecomuseale del Casentino. Mostra permanente sulla Guerra e la Resistenza

Sede e contatti
Via del Prato, 48, Loc. Moggiona, Poppi (AR).
Informazioni e aperture su richiesta: Pro Loco di Moggiona
Telefono: 334 3050985
E-mail ecomuseo@casentino.toscana.it
danilotassini@libero.it
Pagina web:
http://ecomuseodelcasentino.it/content/bottega-del-bigonaio-e-mostra-permanente-sulla-guerra-e-la-resistenza-casentino

Orari di apertura:
Aperto tutto l’anno su richiesta e in occasione di particolari iniziative.

Organi direttivi
La struttura, che rappresenta un’antenna dell’Ecomuseo del Casentino, è coordinata da un comitato composto da Unione dei Comuni del Casentino, Comune di Poppi e Pro Loco di Moggiona. La gestione è a cura della Pro Loco di Moggiona.

Breve storia e finalità
La struttura nasce con lo scopo di tutelare il patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della resistenza promuovendo una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli. Le motivazioni per l’ubicazione della mostra permanente nel paese di Moggiona sono dettate da precisi avvenimenti legati alla storia recente della comunità interessata dal passaggio della Linea Gotica e segnata da un eccidio nazifascista con l’uccisione di 18 persone tra anziani, donne e bambini avvenuto il 7 Settembre 1944.

La mostra di Moggiona è particolarmente attiva nel settore didattico-educativo, annualmente, infatti, attraverso operatori specializzati (ANPI Arezzo)  vengono svolti seminari, escursioni e incontri in classe rivolti principalmente alle scuole del comprensorio.

Direttamente collegata alla sede espositiva, in continuità con la filosofia ecomuseale, è anche il “Sentiero della Linea gotica” realizzato all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Un percorso suggestivo dal punto di vista naturalistico lungo il quale sono evidenziati i segni di alcune fortificazioni che ospitavano le postazioni tedesche in risposta all’avanzata degli alleati.

Patrimonio
Lo spazio, provvisto anche di piccola biblioteca tematica, espone pannelli didattico-informativi, disegni e documenti storici originali oltre ad alcune testimonianze materiali. Di particolare interesse la raccolta di avvisi e manifesti d’epoca riferiti alla Seconda Guerra Mondiale e al Regime Fascista. La struttura ospita anche mostre temporanee.
É possibile inoltre visionare materiale audiovisivo con interviste e testimonianze tratte dalla “Banca della Memoria” della Mediateca dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino da anni impegnata in attività di documentazione e raccolta sulle “memorie di guerra” a livello locale e non.




70 anni di memoria: ricordando Vallucciole

Presso la Biblioteca comunale del Palagio (Stia):

ore 15.00 Saluto delle Autorità partecipano:
Luca Santini, Presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
Marcello Biagni, Ass. al CRED dell’Unione dei Comuni montani del Casentino
Amedeo Sereni, Presidente ANPI Arezzo
Liviana Rossi, Presidente ANPI Santa Sofia

Ore 15.30: Vallucciole e la memoria delle stragi nazifasciste: Seminario storico, giuridico e audiovisivo a 70 anni dalla strage, intervengono:

Luca Grisolini, storico, Presidente ANPI Casentino, Vallucciole, Lonnano e le stragi dell’aprile 1944: 70 anni di ombre
Carla Nassini, docente e storica della Resistenza, Le donne di Vallucciole: la popolazione femminile e il prezzo della memoria
Enzo Gradassi, scrittore, Le stragi nazifasciste nell’aretino
Andrea Rossi, Coordinatore Ecomuseo del Casentino-Unione dei Comuni, L’Ecomuseo e la didattica per la cultura della memoria del Novecento
Mario Spiganti, Responsabile CRED Unione dei Comuni, La Banca della Memoria della Mediateca del Casentino
Vittorio Martinelli, avvocato e regista, I processi contri i reati nazifascisti: la giustizia ristabilita

La mano mi trema il cuore mi sanguina…
Lettura interpretata da Alessandra Aricò di brani tratti dal libro di Rosanna Nanni

Durante il seminario verranno proiettati videodocumentari dedicati alle stragi nazifasciste a cura del CRED Casentino e il cortometraggio Ogni splendido giorno dedicato dal regista V. Martinelli alla strage di Vallucciole