seminario di studio “I MONDI DI ENZO COLLOTTI Percorsi e luoghi di uno storico e intellettuale del ’900”




Giornata del Ricordo 2024

Per il Giorno del Ricordo quest’anno l’Isgrec ha coorganizzato con la Provincia di Grosseto, un’iniziativa pubblica, che si terrà martedì 6 febbraio 2024 alle ore 17 nella Sala Pegaso del Palazzo della Provincia su “Le vicende del confine orientale italiano tra storia e rappresentazione pubblica”. Dopo i saluti di Francesco Limatola (Presidente della Provincia di Grosseto) e di Ilaria Cansella (Direttrice Isgrec), Luciana Rocchi dialogherà con Federico Tenca Montini (Centro di ricerche scientifiche di Capodistria). A seguire, l’intervento di Laura Benedettelli (Isgrec), che negli anni scorsi ha pubblicato per l’Isgrec gli esiti della ricerca pluriennale su “I profughi giuliani, istriani, fiumani e dalmati in provincia di Grosseto”. Durante l’incontro saranno distribuite 50 copie della ristampa del volume (Produzione Isgrec, prima ed. digitale 2017, prima ed. a stampa 2020, seconda ed. 2024)

L’impegno dell’Isgrec sui temi del confine orientale prosegue nella giornata del 9 febbraio (ore 10) al Teatro la Compagnia di Firenze con un evento Sulle tracce della storia. Viaggio sul confine orientale italiano”, coorganizzato con Regione Toscana, Ufficio scolastico regionale, ISRT e Fondazione Sistema Toscana aperto alle scuole toscane e trasmesso anche in streaming (www.regione.toscana.it/diretta-streaming), durante il quale, dopo i saluti istituzionali di Alessandra Nardini (Assessora all’Istruzione e Cultura della Memoria Regione Toscana), Maria Federica Giuliani (Assessora alla Cultura della Memoria Comune Firenze) e Ernesto Pellecchia (Direttore Ufficio Scolastico Regionale) e l’intervento di Matteo Mazzoni (Direttore ISRT) su “Violenze e guerra al confine orientale italiano”, sarà dato conto del progetto di scambio culturale tra studenti toscani e studenti fiumani. Saranno in collegamento con il Teatro la Compagnia Michele Scalembra (Preside della Scuola media superiore italiana di Fiume) e Marino Micich (Direttore della Società di Studi Fiumani – Archivio Museo storico di Fiume), mentre Luca Bravi e Ilaria Cansella (Isgrec) presenteranno i progetti dei 4 gruppi di studenti italiani e fiumani che hanno partecipato al viaggio di scambio culturale. Chiude i lavori Eugenio Giani (Presidente della Regione Toscana).

Il ruolo ventennale dell’Isgrec nella didattica sui temi del confine orientale è riconosciuto da anni sul piano nazionale, tant’è che Elena Vellati e Ilaria Cansella sono state invitate a intervenire su “La nostra storia e la storia degli altri. L’esperienza degli Istituti toscani tra didattica e ricerca” al convegno del 2 febbraio a Trieste “Prima del Giorno del Ricordo. Ricerca, didattica e divulgazione sulla Frontiera Adriatica della rete degli Istituti per la storia della resistenza e dell’età contemporanea”, organizzato dall’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Trieste, in collaborazione con l’Istituto nazionale Ferruccio Parri di Milano.




Grazie al contributo di ISGREC anche la Toscana è presente a “Prima del Giorno del Ricordo. Ricerca, didattica e divulgazione sulla frontiera adriatica”

Venerdì 2 febbraio 2024, alle ore 15.00 -19-00, presso il Circolo della Stampa, Corso Italia, 13, Trieste con possibilità di collegamento da remoto.

In occasione del 20° anniversario dell’istituzione del Giorno del Ricordo, l’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Trieste, in collaborazione con l’Istituto nazionale Ferruccio Parri – rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea – ETS organizzano il Convegno nazionale:
“𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐑𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨. 𝐑𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚, 𝐝𝐢𝐝𝐚𝐭𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐮𝐥𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐅𝐫𝐨𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐀𝐝𝐫𝐢𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐈𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐭𝐚̀ 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐚”
Il fine è esporre e valorizzare la pluridecennale attività promossa in primo luogo dall’istituto triestino, ma anche dagli altri istituti della rete, sul piano della ricerca, della didattica e della formazione dei docenti, della divulgazione, sulle vicende delle foibe e dell’esodo, nel contesto della complessa storia della Frontiera Adriatica. Ricordiamo anche che l’istituto Parri ha in corso, nell’ambito di una convenzione con il CNR una ricerca per la creazione di un atlante dei campi di raccolta creati nel dopoguerra in Italia per l’accoglienza delle comunità giuliano-dalmate.
Per l’Isgrec partecipano al seminario Elena Vellati e Ilaria Cansella con un intervento on line dal titolo “𝑳𝒂 𝒏𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊. 𝑳’𝒆𝒔𝒑𝒆𝒓𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝑰𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒕𝒊 𝒕𝒐𝒔𝒄𝒂𝒏𝒊 𝒕𝒓𝒂 𝒅𝒊𝒅𝒂𝒕𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂”




Grazie alla Fondazione C. Marchi, ISRT offre progetti didattici gratuiti per le scuole!

Con piacere l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea comunica che, grazie al contributo della Fondazione Carlo Marchi, offre nuove occasioni didattiche gratuite per la primavera del 2024.

Un’opportunità formativa per noi e per le nostre classi, interessante e piacevole al contempo.

Si tratta di percorsi dedicati alle classi IV e V delle scuole secondarie di II grado che prevedono trekking didattici urbani, lezioni in classe tra narrazioni e musica, visite al Museo della Deportazione (quest’ultime previste per ottobre).

In allegato trovate una scheda sintetica che vi consentirà di conoscere il progetto e scegliere se e a cosa aderire.

Progetto Conoscere la storia. Una bussola per la cittadinanza

Per prenotarsi i docenti possono scrivere a didattica@istoresistenzatoscana.it indicando nome, la scuola, la classe, il percorso scelto, la mail e il telefono; per il percorso al Museo di Prato invece possono scrivere direttamente al referente indicato nella scheda.

La scadenza per iscriversi è tra un mese, il 16 febbraio, ricordiamo che le adesioni verranno accolte in base all’ordine di arrivo della richiesta.




Giorno della Memoria 2024: le iniziative Isgrec per le scuole e la cittadinanza

Tutti gli eventi sono GRATUITI su prenotazione.

Per partecipare all’incontro on line 👉 mail a segreteria@isgrec.it

Per le proiezioni (fino a esaurimento posti) e le passeggiate 👉 0564 415219

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🟥 19 gennaio 2024, h. 18 (online)

LA SHOAH NEL CINEMA D’ANIMAZIONE

Con Christian Uva (Uni3 Roma)

Incontro online gratuito valido per l’aggiornamento docenti* (pari a 2 ore di crediti formativi)

 

🟥 25 gennaio 2024, h. 10 – Aurelia Antica Multisala

Proiezione per le classi V delle primarie e le scuole secondarie di I grado

Introduzione degli storici Isgrec

ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO (2022) di Ari Folman

 

🟥 26 gennaio 2024, h. 10 – Aurelia Antica Multisala

Proiezione per le scuole secondarie di II grado

Introduzione degli storici Isgrec

ONE LIFE (2023) di James Hawes

 

🟥 Dal 22 al 27 gennaio – Centro storico di Grosseto

PASSEGGIATE DELLA MEMORIA

a cura di Elena Vellati




Convegno “Foibe e Esodo – Storia e Memoria” e presentazione del libro “In tempo di Pace”




Presentazione del libro: “Fascismo e democrazia al MOMA di New York nel 1940”




La scelta di vita di Guido Battista Galeotti

Quando salì sul treno per Firenze e, via Bologna, arrivò alla stazione centrale del Milano da poco più di un anno le armi avevano cessato di sparare nelle martoriate contrade del nord d’Italia. Nel capoluogo lombardo si respirava un’aria che già sapeva di rinascita e la politica la incontravi dietro a ogni angolo di strada. Nella piazza principale, sovrastata dall’imponenza del Duomo, ogni sera si formavano capannelli di persone, uomini di tutte le età che discutevano sulle novità della giornata. Mescolato tra la gente, qualcuno più avveduto provava a immaginare il domani, il futuro del paese. Un giovane, un ragazzone diciassettenne, alto e magro, ascoltava ogni parola e non perdeva una battuta. Arrivato dalla periferia toscana, ascoltava e apprendeva. Ascoltava e ricomponeva nella sua mente il complesso mosaico del dopoguerra italiano. Ma cosa ci faceva in piazza Duomo a Milano quel toscano ancora imberbe e un po’ spaesato? E soprattutto chi era?

Tre anni prima.
Per uno scherzo della storia ai primi del 1944 furono proprio i tedeschi a dare a Guido Battista Galeotti il suo primo lavoro quando lungo la costa tirrenica bisognava allestire fortificazioni d’ogni tipo in previsione di sbarchi del nemico. Un lavoro per i nazisti, proprio a lui che in casa, dallo zio Beppe e dal padre Giannino, aveva sempre sentito parlare di antifascismo e alle adunate della gioventù fascista mai aveva partecipato. Ben presto, però, ancora adolescente avrebbe conosciuto la durezza della guerra.
Dopo la liberazione di gran parte della Versilia e di Pietrasanta, sua città natale, dalla fine di settembre del ’44 l’abitazione dei Galeotti venne a trovarsi da un giorno all’altro a poche decine di metri da una batteria americana che sparava colpi verso le ultime propaggini delle Alpi Apuane dove terminava (o iniziava) la linea Gotica, la fortificazione tedesca che tagliava in due l’Italia e giungeva, attraverso tutto l’Appennino tosco-emiliano, fino alla costa adriatica. Guido Battista, con la curiosità dei ragazzi, si intrufolò subito nel campo allestito dai soldati alleati. A comandarli era un certo Peter, unico bianco del battaglione, che tutte le sere andava a dormire nella cucina dei Galeotti, ritenendola la stanza più sicura perché più a sud e, dunque, meno esposta ai tiri dei tedeschi. Una convivenza con i soldati americani che per la famiglia Galeotti e in particolare per Guido Battista significò razioni extra di pane, alimenti in scatola e cioccolate. Cosa non da poco per quei tempi.
Dalle stragi nazifasciste di Sant’Anna e di numerose altre località versiliesi i Galeotti ne restarono fuori avendo deciso di non allontanarsi dalla loro abitazione del Verzieri, poco fuori le mura di Pietrasanta. Subito dopo il 25 Aprile 1945 Guido Galeotti si avvicinò e poi si iscrisse al Partito Comunista Italiano. La voglia di gettarsi in prima persona nel gorgo della politica lo spinse alla militanza attiva. Un passo che gli avrebbe cambiato la vita. Ma questo ancora non poteva saperlo. In un primo momento si dedicò all’organizzazione del Fronte della Gioventù (così si chiamava allora quella che sarà la Federazione Giovanile Comunista Italiana). Poco tempo dopo il suo impegno lo rivolse al partito impegnandosi nel popolare quartiere di Porta a Lucca, a due passi dalla sua casa, dove partecipò al comitato per l’assistenza invernale ai disoccupati maggiormente bisognosi. Un organismo inizialmente formato da soli comunisti che, in accordo con la Cooperativa di Consumo di Pietrasanta, gestì la somministrazione giornaliera e gratuita di quattrocento minestre calde ad altrettante bocche da sfamare. La cellula comunista del quartiere, attraverso la capillare rete organizzativa del Pci, doveva redigere gli elenchi di chi aveva diritto a quel tipo di assistenza. Regole rigide e severi controlli incrociati supportavano il lavoro giornaliero dei militanti comunisti e chi rientrava nei requisiti richiesti riceveva il buono pasto col quale recarsi alla mensa della Cooperativa. Galeotti visse in prima persona quello straordinario immediato dopoguerra. E ne fece tesoro.

Con Togliatti alla scuola comunista.
L’attivismo di Guido Battista Galeotti fu notato da un operaio marmista, Dino Fracassini, dirigente della locale sezione del Pci. Fracassini frequentava la federazione di Lucca e segnalò al segretario Fulvio Zamponi quel giovane comunista di Pietrasanta che, tra tutti gli iscritti affluiti al partito dopo la liberazione, si stava distinguendo per passione e capacità. Non passò molto tempo e la federazione mandò a chiamare Galeotti.
Senza troppi giri di parole mi venne proposto di partecipare a un corso di formazione di cinque mesi che si sarebbe svolto alla scuola di partito a Milano” ricorda Guido Battista. Le lezioni stavano per iniziare e una risposta doveva essere data molto presto.
La famiglia non si oppose a questa opportunità e così, dopo qualche giorno, Guido Battista in piena notte si trovò a bussare al portone di una grande villa, forse requisita a qualche gerarca fascista, in piazzale Libia a Milano. Spaesato, un po’ confuso, timoroso per quello che l’attendeva aveva fatto la sua scelta di vita.
Il paese stava vivendo una formidabile stagione. A marzo era iniziata la più lunga tornata elettorale della storia d’Italia, conclusasi solo in autunno per via di una mobilità viaria ancora ridotta o resa impossibile dalla guerra in certi comuni della penisola. Pertanto, le elezioni amministrative slittarono in alcune parti del territorio nazionale. Le donne votarono per la prima volta e poterono anche essere elette. Una grande conquista. In giugno, col referendum istituzionale, l’elettorato fu chiamato a scegliere tra monarchia e repubblica e contemporaneamente a eleggere l’Assemblea costituente.
Con Galeotti partecipavano al corso una quarantina di allievi, di età diverse e provenienti da varie regioni. “Vi trovai compagni che avevano combattuto in Spagna contro i franchisti, nelle Brigate internazionali e da quella presenza, per me come per altri, partì lo sforzo per una più approfondita presa di coscienza. Ero il più giovane di tutti. In quelle stanze scoprì lo studio approfondito della storia, un modo nuovo di guardare agli uomini e ai fatti accaduti e a quelli in corso”.
Per Guido Battista la permanenza a Milano non significò soltanto studiare e seguire con atten-zione le lezioni alla scuola di partito. Appena ambientatosi prese a uscire ogni sera. Ai capannelli di gente in piazza Duomo lo accompagnava con la moto Giulio Seniga, un partigiano di diversi anni più grande di lui che poi diventerà segretario di Pietro Secchia, il numero due del Pci, e causa del suo allontanamento dai vertici del partito. Altre volte Guido Battista visitò alcune fabbriche nel vi-cino comune di Sesto San Giovanni. Durante la sua permanenza a Milano ebbe anche la possibilità di andare alla Scala, subito ricostruita dopo le distruzioni dei bombardamenti, e dal loggione vide la “Bohème” di Puccini. Così i cinque mesi trascorsi alla scuola comunista furono un tutt’uno con il contesto urbano e con la società milanese, in un orizzonte che generosamente si allargò alle conoscenze di quel giovanissimo allievo.
Nella villa di piazzale Libia una mattina arrivò, inatteso, Palmiro Togliatti. L’emozione di Galeotti e di tutti i presenti fu grande davanti al capo dei comunisti italiani, il leggendario Ercoli, l’uomo della “svolta di Salerno” nella primavera del ’44 appena giunto da Mosca.
Il caloroso ma breve saluto di Togliatti agli allievi della scuola di Milano non consentì approfondimenti né tantomeno di parlare della novità del “partito nuovo”, delle sue caratteristiche ideolo-giche, politiche e organizzative. Temi sui quali Togliatti tornerà qualche giorno dopo nella sede della federazione in un rapporto ai quadri dirigenti milanesi. Anche in quella occasione Galeotti fu presente. “Ascoltare Togliatti era un piacere” ricorda Guido Battista Galeotti.

A Lucca, al lavoro in federazione.
Rientrato dalla scuola comunista, Galeotti venne chiamato a lavorare in Federazione per saggiarne sul campo le qualità e il grado di maturazione raggiunta. L’operazione però si rivelò prematura. Fu un’esperienza breve e tutto sommato sofferta come ricorda lui stesso. Da quel momento avrà inizio un intermezzo lungo una decina di anni, con l’attività politica e sindacale portate avanti prevalentemente nella sua città e nell’ambito del suo primo vero lavoro, l’impiego nella Cooperativa di Pietrasanta, grande complesso commerciale che si collocava ai vertici nazionali nel ramo del consumo. La costituzione della federazione comunista della Versilia, a fine 1958, si presenterà per Galeotti come seconda occasione per iniziare la carriera di “rivoluzionario di professione”. E questa volta sarà colta senza ripensamenti.

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Guido Battista Galeotti l’11 ottobre 2023 ha festeggiato il novantacinquesimo compleanno. Con una memoria e una lucidità non frequenti per quell’età è tornato di recente con una riflessione sui tempi lontani che segnarono la sua adolescenza e i primi anni della maturità. Lo ha fatto con un libro, pubblicato, in relazione alla sua scelta di vita, col titolo emblematico di “Un amore così grande”.