Presentazione dei lavori di inventariazione dell’Archivio storico di Campiglia Marittima

archivio campigliaSabato 17 maggio 2014 alle ore 11.00 presso i locali di Palazzo Pretorio in Campiglia Marittima (Livorno) il Comune promuove la Presentazione dei lavori di inventariazione dell’Archivio Storico preunitario.
La presentazione dei lavori sarà a cura di Claudio Cerrini (Dirigente Settore servivi sociali e cultura), Paolo Volpini (Bibliotecario), Graziana Alagna e Agnese Lorenzini (Curatrici dell’inventario dell’Archivio Storico prenunitario), Luciano Barsotti (Presidente Fondazione Livorno).

Seguirà la visita guidata ai locali dell’Archivio.

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A Livorno “E poi venne il silenzio” per ricordare l’eccidio di S. Anna di Stazzema

BraschiMercoledì 14 maggio alle ore 9,30, presso il Cinema Teatro 4 Mori, a Livorno, l’ANPI comunale di Livorno propone agli studenti e agli insegnanti la proiezione del film di Irish Braschi “E POI VENNE IL SILENZIO”, nel ricordo del 70° dell’eccidio da parte dei nazi-fascisti di 564 persone a Sant’Anna di Stazzema.

Presenzieranno alla proiezione, oltre al regista livornese, anche 4 sopravvissuti della strage: Enio Mancini, Enrico Pieri e le sorelle Pardini.

 




“Il treno che bucò il fronte” a Sant’Anna di Stazzema

Dopo sedici mesi dalla presentazione ufficiale e della messa in rete gratuita in rete (www.treno1944.com), il documentario di Stefano Ballini, Il Treno che Bucò il Fronte, arriva a Sant’Anna di Stazzema. Sabato 17 maggio alle ore 16.30 al Museo della Resistenza è prevista la proiezione, con dibattito a seguire.
Alla proiezione, oltre all’autore Stefano Ballini, sarà presente il Sindaco di Stazzema Michele Silicani e i superstiti del 12 agosto.
Prima della proiezione, alle ore 15.30, è inoltre prevista la visita guidata al Monumento Ossario con l’Associazione dei Martiri di Sant’Anna di Stazzema e alcuni superstiti.

Il film, patrocinato da Regione Toscana, Regione Emilia Romagna, Provincia di Firenze e Lucca, Comune di Marzabotto e dell’Unione Comunale del Chianti Fiorentino (Tavarnelle VP, Barberino VE, San casciano VP),Comune di Stazzema, Associazione dei Martiri di Sant’Anna di Stazzema, Associazione dei Famigliari delle Vittime Eccidio di Marzabotto e zone limitrofe, prende spunto dalle vicende che resero protagonista David Ballini detto”Carlino”, padre di Stefano e classe 1922, che l’8 settembre del 1943, al ritorno da una licenza, riuscì a sottrarsi al rastrellamento nazifascista disobbedendo all’ordine dei tedeschi di scendere da un treno diretto a sud e rimanendovi a bordo a loro insaputa. Oltre alla vicenda personale il film si pone l’obbiettivo di diffondere la verità su alcuni dei fatti più tragici che si consumarono in Italia durante il secondo conflitto mondiale come le stragi di Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e Pratale.




Il contributo di militari versiliesi alla Resistenza e alla Liberazione

Martedì 20 maggio  alle ore 16.30 presso il Museo della Marineria a Viareggio si terrà un incontro, promosso dal Comune, l’ANPI di Viareggio e l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Lucca dal titolo Il tributo dei militari alla Resistenza ed alla Liberazione, storie versiliesi. 

Interverranno Giovanni Cipollini (ANPI Pietrasanta), con un Ricordo di militari versiliesi decoratiEsther Fintz Menascé (storica), con una relazione sulla vicenda dell’Ammiraglio Inigo Campioni a Rodi, e Marco Minardi (direttore Istituto Storico della Resistenza di Parma), su Il processo di Parma e l’epilogo.




In Spagna per la libertà. Antifasciste italiane. 1936-1939

Sabato 17 maggio a partire dalle ore 18, presso il Circolo culturale enogastronomico Archivi della Resistenza di Fosdinovo sarà presentato il libro Non avendo mai preso un fucile tra le mani. Antifasciste italiane alla guerra civile spagnola 1936-1939 di Augusto Cantaluppi e Marco Puppini.

Dopo il saluto di Massimo Dadà (presidente MaR), ci saranno gli interventi di Italo Poma (presidente AICVAS) e Archivi della Resistenza. Sarà presente l’autore Marco Puppini.

A seguire la cena dedicata alla Spagna repubblicana tratta dal libro La cuoca di Buenaventura Durruti(Derive Approdi, 2002) e il concerto di Alessio Lega “Di qua e di là dell’Ebro: canción contra la indecision”

Per info e prenotazioni 329 0099418




I manifesti del Pci nella storia d’Italia. Un incontro su Oriano Niccolai, il “creativo rosso”

Oriano Niccolai nel manifesto della mostra a lui dedicata (grafica Studio Nasonero)

Oriano Niccolai nel manifesto della mostra a lui dedicata (grafica Studio Nasonero)

Il 14 maggio, alle ore 17, presso lo Spazio Soci di Unicoop Tirreno di Livorno, via Settembrini, il direttore dell’Istoreco Catia Sonetti, terrà una lezione dal titolo La storia dell’Italia nel secondo Novecento attraverso i manifesti di Oriano Niccolai. L’iniziativa sarà organizzata utilizzando il materiale e i contenuti della mostra Rosso Creativo. Oriano Niccolai 50 anni di manifesti, organizzata dall’Istoreco nel novembre 2013. Durante la serata sarà possibile acquistare il catalogo della mostra curato da Margherita Paoletti.

Dopo la presentazione del libro Buriazia del 7 maggio scorso, prosegue con questa iniziativa la collaborazione tra l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno (Istoreco) e la Sezione Soci di Unicoop Tirreno Livorno, tesa a valorizzare la storia del territorio.

Leggi l’approfondimento curato da ToscanaNovecento.

Scheda descrittiva Catologo della mostra Rosso Creativo. Oriano Niccolai 50 anni di manifesti:

Il catalogo, curato da Margherita Paoletti, ed edito da Belforte Editore nel 2013, raccoglie le informazioni ed una parte del materiale della mostra “Rosso Creativo. Oriano Niccolai: 50 anni di manifesti” organizzata dall’Istoreco nel novembre 2013. La mostra è un tour nell’universo creativo di Niccolai e nella storia per immagini del Partito comunista italiano. Si scoprono le varie facce del grafico rosso: dai pionieristici approcci, nei primi anni Cinquanta, nel mitico “Nido delle aquile” della federazione del Pci livornese fino alle campagne elettorali ideate a partire dagli anni Sessanta per la federazione nazionale e le varie federazioni regionali. E poi una selezione per grandi tematiche (il lavoro, la pace, le donne, i giovani) e i focus sulle Feste dell’Unità e sull’evoluzione delle tecniche nella grafica. Il catalogo ha le prefazioni del presidente Istoreco Laura Bandini e del presidente della Fondazione Livorno Luciano Barsotti, contiene poi i ricordi di Bruno Magno, Sergio Staino e Daniele Tabellini di Fupete/Studio Nasonero (autore del manifesto della mostra) e l’introduzione del direttore Istoreco Catia Sonetti. La biografia di Niccolai e i testi di presentazione delle varie sezioni sono curati da Margherita Paoletti.

 

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Sant’Anna di Stazzema: il passato, il presente, il futuro

sant'annaIl Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, d’intesa con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, il Comune di Stazzema e l’Unione dei Comuni della Versilia, in occasione del 70″ anniversario della Strage di Sant’Anna dì Stazzema, indice il Il Concorso Nazionale Sant’Anna di Stazzema: il passato, il presente, il futuro, rivolto a tutte le scuole secondarie di secondo grado.

Il concorso chiede agli studenti di sviluppare una profonda riflessione sui drammatici eventi accaduti a Sant’Anna di Stazzema durante la seconda guerra mondiale, per poi affrontare il tema delle stragi, della violazione dei diritti umani e della “guerra ai civili”, attraverso una prospettiva storiografica o un ripensamento a partire dall’oggi. Gli elaborati da presentare potranno essere in forma letteraria, fotografica o video e dovranno pervenire entro e non oltre il 30 maggio 2014 esclusivamente per mezzo di posta elettronica all’indirizzo progettoscuolastazzema@gmail.com.




Per il divorzio ma contro il referendum.

Sono trascorsi quarant’anni da quel 12 e 13 maggio 1974, quando il paese venne chiamato ad esprimersi per l’abrogazione della legge sul divorzio nel primo referendum della Repubblica. La storia del divorzio in Italia inizia però alcuni anni prima e si intreccia con il più generale e complesso contesto politico degli anni a cavallo della stagione della contestazione e delle riforme, della strategia della tensione e del compromesso storico.

Dopo un’iniziale riflessione sulla questione, apertasi a partire dalla proposta di legge del deputato socialista Sansone nel 1954, poi integrata dalla collega Giuliana Nenni nel 1958, in quello che viene definito il “piccolo divorzio”, il dibattito sull’inviolabilità del matrimonio si riaccende nell’ottobre 1965, quando il deputato socialista Loris Fortuna presenta un progetto di legge sui Casi di scioglimento del matrimonio. Sono però soprattutto le mutate condizioni politiche, il movimento studentesco, l’autunno caldo, i primi movimenti femministi a dare la spinta propulsiva per una maggiore discussione sui temi dei diritti civili, mostrando che si è avviato anche in Italia un processo di secolarizzazione.

Il 1 dicembre 1970, il divorzio diventa legge, con alcune integrazioni rispetto al progetto del 1965, secondo la proposta di legge del 1968 dell’on. liberale Antonio Baslini, e perciò conosciuta come “Legge Fortuna-Baslini”. Intanto è stata varata anche la legge sui referendum e la DC inizia immediatamente a premere affinché si passi alle consultazioni popolari per abrogare il divorzio. La questione è soprattutto politica: riguarda la laicità dello stato e i rapporti tra Stato e Chiesa, ma soprattutto la DC di Fanfani, in conseguenza del maggior consenso raggiunto dal PCI, vuole evitare un’apertura della stanza dei bottoni anche ai comunisti.

NO referendumIl Partito comunista italiano, alla cui guida era passato Enrico Berlinguer, teme invece che lo scontro sul divorzio diventi terreno fertile per lanciare una nuova crociata anticomunista, come era accaduto per le elezioni dell’aprile 1948 e tenta quindi di evitare la guerra di religione, perseguendo una strada di apertura e tolleranza. Il PCI considera la legge sul divorzio “un importante passo in avanti sulla via del progresso democratico e civile del rinnovamento della nostra società”, pur ribadendo l’importanza e la centralità riservata alla famiglia. Il partito si pone quindi a favore del divorzio, ma contro il referendum, poiché teme che dalla campagna elettorale possano derivare spaccature profonde e risvolti negativi nella vita politica italiana, tenendo anche conto del pericolo eversivo di destra che si era aperto nel paese a partire dalla strage di Piazza Fontana. Il PCI si rivolge quindi a un elettorato ampio che comprenda anche il mondo cattolico. Le parole d’ordine che ritornano, e che richiamano la scelta unitaria del PCI di Togliatti del 1947, sono quelle di unità e pace religiosa del popolo italiano per l’avvenire della democrazia italiana.

La Federazione lucchese del PCI accoglie le direttive di apertura, che si adattano pienamente al contesto locale, in cui la Democrazia Cristiana è da tempo il partito maggioritario. A conclusione dei seminari sul referendum che vengono organizzati nelle diverse sezioni del PCI il 16 e il 17 marzo 1974 il gruppo dirigente lucchese constata che sul territorio anche molti compagni sono cattolici praticanti e che devono portare avanti “una battaglia di tolleranza”, evitando di arrivare a uno scontro pro e contro il PCI. A questo fine viene deciso che in nessun volantino debba apparire il simbolo del partito e che dovranno rivolgersi contestualmente “alla classe operaia, ai contadini, alle donne, ai cattolici lucchesi e agli elettori nel suo complesso”.

firma divorzioNonostante la volontà del PCI di evitare il referendum, portata avanti fino quasi alle soglie del voto, il 12 maggio si aprono le consultazioni popolari. Vince il NO con 19.138.300 voti (il 59,26%). Anche nella bianca Lucca, dove alle elezioni del 1972 il fronte dei partiti che si schieravano contro il divorzio disponeva del 53% dei voti, vince il No, con lo scarto maggiore tra le province Toscane tra fronte divorzista e antidivorzista (il 10%) rispetto alle elezioni politiche del 1972. La partecipazione è altissima, il 90,54% dei votanti si reca ad esprimere la propria preferenza e i risultati a livello provinciale vedono il SI al 43,72% e il NO al 56,28%.

Il segretario della federazione del PCI lucchese, Merano Bernacchi, nel suo intervento alla manifestazione per la vittoria del No, che si tiene a Lucca il 18 maggio 1974, sottolinea che “ha vinto la libertà e la democrazia; ha vinto lo stato laico e pluralistico al posto dell’integralismo e dell’autoritarismo del senatore Fanfani; […] ha vinto infine la pace religiosa e il Concilio al posto della rissa e della guerra di religione”. Ribadisce poi che “da questa vittoria emerge ancora con più forza di prima lo stimolo all’unità di tutte le forze democratiche e antifasciste, laiche e cattoliche, per operare subito senza soste e senza attese alla soluzione dei gravi problemi del paese, per garantire giusti e corretti rapporti tra Stato e Chiesa per un nuovo diritto di famiglia, perché sull’onda del successo vada avanti con più speditezza l’esigenza indilazionabile di profonde riforme sociali e civili, per un’Italia più giusta, socialmente più avanzata, nella libertà e nella democrazia repubblicana nata dalla resistenza antifascista”.

Nelle parole di Merano Bernacchi vi è l’eco della linea politica di avvicinamento tra comunisti e cattolici, inaugurata già da Enrico Berlinguer nella relazione introduttiva al XIII Congresso del Partito, nel marzo 1972, e confermata dagli articoli su “Rinascita” con i quali il segretario del Pci commentava la virata antidemocratica e il golpe cileno, e apriva al “compromesso storico”, politica che trova nella vittoria del No al Referendum sul divorzio il primo passo verso la “solidarietà democratica”.

 

Articolo pubblicato nel maggio 2014.