Biblioteca Nazionale Centrale Firenze

Sede e contatti
Piazza dei Cavalleggeri 1, 50122 Firenze
Telefono: Centralino 055.249191; informazioni 055.24919 280; relazioni con il pubblico 055.24919 257; amministrazione 055.24919 31
E-mail: bnc-fi@beniculturali.it
Sito web: http://www.bncf.firenze.sbn.it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8.15-19; sabato 8.15-13.30. La Biblioteca è chiusa al pubblico la prima e la seconda settimana di agosto. Durante tale periodo,saranno comunque consentiti la consultazione dei cataloghi e l’espletamento dei servizi di informazione e di prestito dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Nel restante periodo del mese di agosto la biblioteca sarà aperta in orario antimeridiano dal lunedì al sabato dalle 8.15 – 13.30.
Per ulteriori informazione riguardo gli orari dei singoli servizi offerti dalla biblioteca, consultare il sito web.

Organi direttivi
Consiglio di Amministrazione
Collegio Revisori dei Conti
Consiglio Scientifico
Direttore: Luca Bellingeri

 Breve storia e finalità
L’attuale Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha origine dalla biblioteca privata di Antonio Magliabechi, costituita da circa 30.000 volumi, lasciata nel 1714, secondo il suo testamento, “a beneficio universale della città di Firenze”. Per incrementare la nascente Biblioteca nel 1737 fu stabilito per decreto che vi fosse depositato un esemplare di tutte le opere che si stampavano a Firenze e dal 1743 in tutto il Granducato di Toscana. Nel 1747 fu aperta per la prima volta al pubblico con il nome di Magliabechiana. Nel 1771 il granduca Pietro Leopoldo rinunciò alla Biblioteca Mediceo-palatino-lotaringia e la volle unita alla Magliabechiana. Da allora in poi la Biblioteca si arricchì ulteriormente di molti altri pregevoli fondi. Spiccano quelli delle biblioteche ex monastiche, incamerati a seguito della politica di soppressione dei conventi messa in atto da Pietro Leopoldo e ripresa da Napoleone.

Nel 1861, su iniziativa di Francesco De Sanctis, allora ministro dell’Istruzione, il neonato Regno d’Italia promulgava, in data 22 dicembre, un decreto che stabiliva l’unificazione della Biblioteca Magliabechiana con la grande Biblioteca Palatina (costituita da Ferdinando III di Lorena e continuata dal suo successore Leopoldo II).
Il nuovo istituto assume la denominazione di Biblioteca Nazionale.

Dal 1869, dalla promulgazione del Regio Decreto in data 25 novembre, la Biblioteca Nazionale di Firenze  riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che viene pubblicato in Italia. Nel 1885 il “Regolamento organico delle biblioteche del Regno” sancisce per la Nazionale di Firenze e quella di Roma l’attribuzione del titolo “Centrale”.

Originariamente la Biblioteca ebbe sede in locali che facevano parte del complesso degli Uffizi; nel 1935 fu trasferita nella sua sede attuale, costruita, a partire dal 1911, su progetto dell’architetto Cesare Bazzani e successivamente ampliata dall’architetto Vincenzo Mazzei. L’edificio, uno dei rari esempi di edilizia bibliotecaria, fa parte dell’area monumentale del complesso di Santa Croce.

Patrimonio
La Biblioteca dispone di un patrimonio di6.000.000 volumi a stampa; 120.000 testate di periodici di cui 15.178 in corso; 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.120 edizioni del XVI secolo, 2.696.327 opuscoli e oltre 1.000.000 di autografi.  Le scaffalature dei depositi librari coprono attualmente 136 Km  lineari, con un incremento annuo di oltre 1 Km e mezzo.




Pensieri al futuro

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Il 9 giugno, alle ore 10, in sala Pegaso del Palazzo della Provincia prenderà inizio  una intensa giornata: numerosi interventi e una tavola rotonda. Le presenze locali, oltre al Presidente Turbanti e alla direttrice Rocchi dell’ISGREC che ne è promotore: il Sindaco Emilio Bonifazi e il Presidente della Provincia di Grosseto, Leonardo Marras, i Presidenti della Banca di Credito cooperativo della Maremma Francesco Carri e della Fondazione Cultura del Comune di Grosseto Loriano Valentini. Hanno accolto l’invito a partecipare rappresentanti di Istituzioni e della cultura nazionale: il Giudice della Consulta Giuliano Amato, l’Assessore regionale alla Cultura Sara Nocentini, la Sovrintendente archivistica per la Toscana Diana Toccafondi, il Presidente dell’INSMLI Valerio Onida, il direttore del supplemento domenicale de “Il Sole24ore” Armando Massarenti, il membro della Commissione nazionale per gli anniversari Anna Villari e il professor Nicola Bellini, della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.

Il nostro Istituto, nell’attesa di ormai imminenti modifiche di ruoli e compiti delle istituzioni locali, non senza un riferimento alle ristrettezze delle risorse per la cultura, sta riflettendo sul proprio futuro. Abbiamo così in programma una sorta di conferenza di organizzazione, intesa come momento di condivisione, con soggetti locali e non, dei temi della cultura che ci riguarda più direttamente. Cerchiamo di cogliere nella congiuntura locale quali bisogni potremmo essere nella condizione di soddisfare, quale ruolo possiamo disegnare per un soggetto, com’è il nostro istituto, perché sia una risorsa adatta ai tempi. La Provincia, i Comuni, gli enti con cui abbiamo in corso momenti di progettualità e lavoro culturale sono invitati a riflettere e discutere. Non pensiamo a un dibattito autoreferenziale, ma alla messa a fuoco di temi che a noi paiono di interesse collettivo. C’è poi il contesto più generale. Abbiamo da poco alle spalle  le elezioni per il Consiglio d’Europa. Non siamo ancora in grado di comprenderne gli esiti, di capire che cosa ha prevalso, se la fiducia o la riduzione della linea dell’orizzonte. Il riferimento può apparire fuori misura, per i pensieri al futuro di un soggetto che è un frammento minimo dell’Europa, ma questo 2014 risveglia sentimenti e ragioni per confermare la inevitabile dimensione europea del nostro futuro. Il 100° della Grande Guerra e il 70° della Liberazione da guerra, nazismo e fascismo riguardano popoli e paesi oggi capaci di riconoscere, pur tra crisi e debolezza delle politiche, le radici comuni e il dovere di fare i conti con un cattivo passato. Perciò, la nostra attuale riflessione sui compiti di un istituto che si occupa di storia e memoria e di promozione di cultura civile ci porta ad ampliarla, la linea dell’orizzonte. Così, se l’appartenenza alla rete nazionale degli istituti storici della Resistenza ci consegna come preziosa eredità una tradizione consolidata di attenzione alla storia locale, la sfida sta oggi nella ricerca di una relazione efficace tra storia/memoria locale e dimensione generale, almeno europea, della cultura e della cittadinanza. Mancano risorse nella fase che stiamo attraversando, il nesso cultura-crescita-sviluppo-occupazione è un’idea forte, non ancora un fatto. Ma è possibile che si aprano generosi spazi di lavoro culturale, se istituzioni pubbliche e soggetti collettivi, anche privati, accettano di far salire tra le priorità l’uso di risorse per premiare la qualità del “servizio culturale”, concetto che può apparire trito, ma significa cura di archivi, biblioteche, basi di dati per conoscenze diffuse, innovazioni applicate all’educazione, dialogo tra culture. 

Al momento disponiamo solo di domande. Per le risposte, confidiamo nell’incontro fra competenze e ruoli differenti.

INFO: ISGREC, Via De’ Barberi,61 | 58100 Grosseto | tel/fax 0564 415219 | www.isgrec.it | www.grossetocontemporanea.it | segreteria@isgrec.it




Presentato a Lucca “Nel Regno della Mafia”

Sabato 7 giugno a Lucca alle ore 18.30, presso la libreria Ubik, sarà presentata la  ristampa di un classico della letteratura sulla mafia, Nel Regno della Mafia, scritto da Napoleone Colajanni nel 1900. Il volume è a cura e con introduzione di Gianluca Fulvetti, che sarà presente e interverrà insieme a Alberto Vannucci, studioso e docente di corruzione e criminalità presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa.

Un istant book scritto al tempo del processo contro il deputato Raffaele Palizzolo, mafioso, responsabile e mandante dell’uccisione dell’ex-sindaco di Palermo e Direttore del Banco di Sicilia Emanuele Notarbartolo, avvenuta nel 1893 su un treno, lungo la tratta Palermo-Termini Imerese.  Napoleone Colajanni, ex-garibaldino, mazziniano, parlamentare repubblicano, scrive a caldo un libro nel quale denuncia una vicenda di straordinario interesse e rilevanza, che ebbe a fare della mafia e dei rapporti tra mafia e politica una questione nazionale.




Viareggio sotto le bombe, settant’anni dopo

bombardamento viareggioSabato 7 giugno a Viareggio alle ore 20.45, presso la chiesa di Sant’Antonio e poi nello spazio teatrale “Leoonardo Pacini”, un’intera serata dedicata alla memoria dei bombardamenti sulla città. L’incontro è organizzata da ISREC Lucca, ANPI Viareggio, Parrocchia di Sant’Antonio e Terra di Viareggio. Ass.Culturale in collaborazione con il Comune di Viareggio, nell’ambito del progetto provinciale ISREC I luoghi della Memoria (cofinanziato dalla Regione Toscana e patrocinato da Provincia di Lucca, ANPI provinciale Lucca, e da numerosi Enti locali della provincia).

Alla presenza delle autorità, verrà apposta una targa sul muro della Chiesa, in ricordo dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Poi, nello spazio teatrale adiacente, dopo una breve introduzione di Stefano Bucciarelli e David Zappelli, seguirà una rievocazione attraverso proiezioni di immagini e filmati; narreranno gli avvenimneti Lidia Cerri e Antonio Melani.




Presentazione del libro “Alpini della Garfagnana” a Villa Bottini

Italiani_-ARMIRVenerdì 6 giugno alle ore 17 sarà presentato a Villa Bottini il volume di don Lorenzo Angelini, Alpini di Garfagnana, strage in Russia, con il sostegno del Comune di Lucca.

Tra gli alpini dell’ARMIR arruolati  in Russia, molti provenivano dalla Garfagnana e proprio attraverso le storie, i documenti, anche personali, e le testimonianze di questi si sono ricostruiti quei due anni (1942-1943) di stento, dolore e morte dopo i quali solo pochi soldati sono riusciti a tornare alle a casa nella Valle del Serchio.

Interverranno il presidente del consiglio comunale Matteo Garzella, l’assessore alla cultura Alda Fratello, il presidente dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, e Gianluca Fulvetti, direttore dell’Istituto Storico della resistenza della Provincia di Lucca.

Durante l’incontro sarà anche presentatati una selezione della raccolta di immagini della presenza militare Italiana in Russia conservate nell’Archivio Fotografico del Comune di Lucca e scattate da Giampiero Brancoli Pantera, presidente dell’Unione Nazionale Reduci di Russia (1922 – 2005) presente sul fronte russo in qualità di fotografo della III sezione fotocineoperatori dell’VIII armata Armir.

Saranno presenti alla manifestazione gli eredi Brancoli Pantera e l’autore Don Lorenzo Angelini.




Centenario della prima edizione dei Canti orfici di Dino Campana

Non poteva mancare nell’anno della ricorrenza che non riguarda l’anagrafe di una persona, ma i cento anni di un libro, il libro stesso: i Canti Orfici di Dino Campana.

Edita dal Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”,  che da 25 anni promuove lo studio, la ricerca, la divulgazione, l’interpretazione dell’opera tutta del poeta, uscirà a breve l’anastatica della prima pubblicazione dei Canti Orfici  coi tipi della tipo-litografia Fabbri di Modigliana.

Rimanendo fedeli al contratto di stampa, sottoscritto in Marradi il 7 giugno 1914 da Dino Campana e dal tipografo Bruno Ravagli, la tiratura sarà in mille copie numerate e avrà per quanto è possibile  le stesse caratteristiche dell’originale di proprietà  dell’Associazione: il colore giallo della copertina, la rilegatura ad intonso, l’inspiegabile   scritta “ Die Tragödie des lezten Germanem in Italien” e la dedica a Guglielmo II imperatore dei Germani ( pagina non sempre presente perché censurata, come dimostrano le molte copie in cui manca).

É ormai conosciuta la delicata questione della peregrinazione del manoscritto originale Il più lungo giorno consegnato a Papini per l’eventuale pubblicazione e da questo dato a Soffici che lo smarrisce, costringendo il poeta disperato a riscrivere il testo in pochi mesi e a chiedere aiuto all’amico Luigi “Gigino” Bandini perché,come scrive a Prezzolini nel gennaio 1914, “ ho bisogno di essere stampato per dimostrare che esisto”.

Vogliamo sottolineare le modalità con cui  il poeta riesce a stampare l’opera con il  nuovo titolo Canti Orfici, che lui stesso evidenzia nell’ultima pagina  del libro dove non dimentica di  ringraziare   il “ coscienzioso coraggioso e paziente stampatore sig. Bruno Ravagli”, “gli amici che mi hanno incoraggiato” e “i signori sottoscrittori” cioè i 44 cittadini marradesi che anticipando due lire e cinquanta ciascuno, rendono possibile la pubblicazione di una delle più celebri e ricercate raccolte poetiche del Novecento.

A partire dal 7 giugno p.v.  presso il Centro Studi sarà possibile reperire non solo l’anastatica  dei Canti Orfici ma anche la cartolina celebrativa del centenario realizzata con l’opera “…tutto è vano vano è il sogno…” di Liu Yu , allieva dell’Accademia di Belle Arti di Firenze vincitrice del 2°concorso grafico pittorico indetto dall’Associazione.

La sede del Centro Studi in occasione delle giornate celebrative del centenario sarà aperta ai visitatori sabato 7 giugno (h. 15,00- 17,00)e domenica 8 giugno (h. 10,30-12,00 e h.15,30-18,00) per ammirare i più importanti scritti critici e biografici sul poeta, i documenti e la raccolta delle varie pubblicazioni dell’opera campaniana compresa la 1° edizione marradese originale del 1914.

Coloro che sono interessati potranno trovare l’anastatica dei Canti Orfici e la cartolina del centenario direttamente al Centro Studi  nell’orario di apertura( martedì e venerdì ore 17,00- 19,00 e nei giovedì di luglio e agosto dalle 21,00 alle 23,00) o  richiederli tramite mail al seguente indirizzo di posta elettronica : centrocampana@tiscali.it.




“Berlinguer ti vogliamo (sempre) bene”

berlinguer-2Il teatro Affratellamento vi invita alle ore 19.00 a questa serata su Enrico Berlinguer.
Interverranno: Fulvia Bandoli, Giulio Marcon, Marisa Nicchi, Aldo Tortorella, Michele Ventura.

Intervento del coro delle donne del Musiquorum

Proiezione del film L’addio a Enrico Berlinguer documentario collettivo (1984)

A conclusione della serata, ad ingresso libero, un brindisi per ricordare insieme Enrico Berlinguer.




Io che conosco il tuo cuore

Io che conosco il tuo cuoreIl teatro Affratellamento vi invita alle ore 17.30 alla presentazione del volume di Adelmo Cervi: Io che conosco il tuo cuore. Storia di un partigiano raccontata da un figlio.
Interviene Giovanni Zucca

Ingresso libero

Un ex-ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, racconta quel padre, Aldo, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi, per rivendicare la sua storia e, al tempo stesso, per rivendicare di essere figlio di un uomo, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Una vicenda straordinaria racchiusa tra due fotografi e. La prima, degli anni Trenta: una grande famiglia riunita, contadini della pianura, sette fratelli, tutti con il vestito buono, insieme alle sorelle e ai genitori. La seconda, due anni dopo la fucilazione dei sette fratelli: solo vedove e bambini, indifesi di fronte alle durezze del periodo, alla miseria, ai debiti, anche alle maldicenze. Adelmo è seduto sulle ginocchia del nonno, in faccia l’espressione di chi è sopravvissuto a una tempesta. O a un naufragio. C’è tutto un mondo da raccontare in mezzo a quelle due foto, con la voce di un bambino che ha imparato a cullarsi da solo, perché suo padre è morto troppo presto e sua madre ora è china sui campi. Questa è una storia vera, talmente vera che sembra un romanzo. Il romanzo d’amore di chi sa bene che l’amore si nutre di libertà.

Adelmo Cervi è figlio di Verina Castagnetti e Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. Adelmo aveva appena compiuto quattro mesi. Suo nonno Alcide, la cui figura entusiasmò Italo Calvino («Lotta contro la guerra, patriottismo concreto, nuovo slancio di cultura, fratellanza internazionale, inventiva nell’azione, coraggio, amore della famiglia e della terra, tutto questo fu nei Cervi»), ha pubblicato nel 1955 I miei sette figli, a cura di Renato Nicolai, un classico della Resistenza stampato in centinaia di migliaia di copie e tradotto in moltissime lingue.

Giovanni Zucca è traduttore editoriale ed editor di narrativa e saggistica. Vive e lavora a Milano.