Per il divorzio ma contro il referendum.

Sono trascorsi quarant’anni da quel 12 e 13 maggio 1974, quando il paese venne chiamato ad esprimersi per l’abrogazione della legge sul divorzio nel primo referendum della Repubblica. La storia del divorzio in Italia inizia però alcuni anni prima e si intreccia con il più generale e complesso contesto politico degli anni a cavallo della stagione della contestazione e delle riforme, della strategia della tensione e del compromesso storico.

Dopo un’iniziale riflessione sulla questione, apertasi a partire dalla proposta di legge del deputato socialista Sansone nel 1954, poi integrata dalla collega Giuliana Nenni nel 1958, in quello che viene definito il “piccolo divorzio”, il dibattito sull’inviolabilità del matrimonio si riaccende nell’ottobre 1965, quando il deputato socialista Loris Fortuna presenta un progetto di legge sui Casi di scioglimento del matrimonio. Sono però soprattutto le mutate condizioni politiche, il movimento studentesco, l’autunno caldo, i primi movimenti femministi a dare la spinta propulsiva per una maggiore discussione sui temi dei diritti civili, mostrando che si è avviato anche in Italia un processo di secolarizzazione.

Il 1 dicembre 1970, il divorzio diventa legge, con alcune integrazioni rispetto al progetto del 1965, secondo la proposta di legge del 1968 dell’on. liberale Antonio Baslini, e perciò conosciuta come “Legge Fortuna-Baslini”. Intanto è stata varata anche la legge sui referendum e la DC inizia immediatamente a premere affinché si passi alle consultazioni popolari per abrogare il divorzio. La questione è soprattutto politica: riguarda la laicità dello stato e i rapporti tra Stato e Chiesa, ma soprattutto la DC di Fanfani, in conseguenza del maggior consenso raggiunto dal PCI, vuole evitare un’apertura della stanza dei bottoni anche ai comunisti.

NO referendumIl Partito comunista italiano, alla cui guida era passato Enrico Berlinguer, teme invece che lo scontro sul divorzio diventi terreno fertile per lanciare una nuova crociata anticomunista, come era accaduto per le elezioni dell’aprile 1948 e tenta quindi di evitare la guerra di religione, perseguendo una strada di apertura e tolleranza. Il PCI considera la legge sul divorzio “un importante passo in avanti sulla via del progresso democratico e civile del rinnovamento della nostra società”, pur ribadendo l’importanza e la centralità riservata alla famiglia. Il partito si pone quindi a favore del divorzio, ma contro il referendum, poiché teme che dalla campagna elettorale possano derivare spaccature profonde e risvolti negativi nella vita politica italiana, tenendo anche conto del pericolo eversivo di destra che si era aperto nel paese a partire dalla strage di Piazza Fontana. Il PCI si rivolge quindi a un elettorato ampio che comprenda anche il mondo cattolico. Le parole d’ordine che ritornano, e che richiamano la scelta unitaria del PCI di Togliatti del 1947, sono quelle di unità e pace religiosa del popolo italiano per l’avvenire della democrazia italiana.

La Federazione lucchese del PCI accoglie le direttive di apertura, che si adattano pienamente al contesto locale, in cui la Democrazia Cristiana è da tempo il partito maggioritario. A conclusione dei seminari sul referendum che vengono organizzati nelle diverse sezioni del PCI il 16 e il 17 marzo 1974 il gruppo dirigente lucchese constata che sul territorio anche molti compagni sono cattolici praticanti e che devono portare avanti “una battaglia di tolleranza”, evitando di arrivare a uno scontro pro e contro il PCI. A questo fine viene deciso che in nessun volantino debba apparire il simbolo del partito e che dovranno rivolgersi contestualmente “alla classe operaia, ai contadini, alle donne, ai cattolici lucchesi e agli elettori nel suo complesso”.

firma divorzioNonostante la volontà del PCI di evitare il referendum, portata avanti fino quasi alle soglie del voto, il 12 maggio si aprono le consultazioni popolari. Vince il NO con 19.138.300 voti (il 59,26%). Anche nella bianca Lucca, dove alle elezioni del 1972 il fronte dei partiti che si schieravano contro il divorzio disponeva del 53% dei voti, vince il No, con lo scarto maggiore tra le province Toscane tra fronte divorzista e antidivorzista (il 10%) rispetto alle elezioni politiche del 1972. La partecipazione è altissima, il 90,54% dei votanti si reca ad esprimere la propria preferenza e i risultati a livello provinciale vedono il SI al 43,72% e il NO al 56,28%.

Il segretario della federazione del PCI lucchese, Merano Bernacchi, nel suo intervento alla manifestazione per la vittoria del No, che si tiene a Lucca il 18 maggio 1974, sottolinea che “ha vinto la libertà e la democrazia; ha vinto lo stato laico e pluralistico al posto dell’integralismo e dell’autoritarismo del senatore Fanfani; […] ha vinto infine la pace religiosa e il Concilio al posto della rissa e della guerra di religione”. Ribadisce poi che “da questa vittoria emerge ancora con più forza di prima lo stimolo all’unità di tutte le forze democratiche e antifasciste, laiche e cattoliche, per operare subito senza soste e senza attese alla soluzione dei gravi problemi del paese, per garantire giusti e corretti rapporti tra Stato e Chiesa per un nuovo diritto di famiglia, perché sull’onda del successo vada avanti con più speditezza l’esigenza indilazionabile di profonde riforme sociali e civili, per un’Italia più giusta, socialmente più avanzata, nella libertà e nella democrazia repubblicana nata dalla resistenza antifascista”.

Nelle parole di Merano Bernacchi vi è l’eco della linea politica di avvicinamento tra comunisti e cattolici, inaugurata già da Enrico Berlinguer nella relazione introduttiva al XIII Congresso del Partito, nel marzo 1972, e confermata dagli articoli su “Rinascita” con i quali il segretario del Pci commentava la virata antidemocratica e il golpe cileno, e apriva al “compromesso storico”, politica che trova nella vittoria del No al Referendum sul divorzio il primo passo verso la “solidarietà democratica”.

 

Articolo pubblicato nel maggio 2014.

 




Gandhi e i tessitori della pace

Domenica 11 maggio sarà inaugurata alla Certosa di Calci la mostra Gandhi e i tessitori della pace, che resterà aperta al pubblico fino al 22 giugno.

La mostra, che inizialmente è stata allestita dall’Università di Pavia e viene ora riproposta da Pisa, ha carattere storico e si concentra sulla figura di Gandhi e sulla sua visione morale della politica. Alle fotografie d’epoca, che ritraggono Gandhi, leader del Congresso Nazionale indiano, si accompagna l’esposizione di manufatti di tre diverse cooperative indiane, ispirate ai valori gandhiani e attente alla sofisticata tradizione dell’alto artigianato indiano.




Fondazione Archivio Diaristico Nazionale Onlus

Sede e contatti
Sede legale: Piazza Plinio Pellegrini, 1, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Sede operativa: Piazza Amintore Fanfani, 14, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Telefono: 0575.797730; -797731
E-mail: adn@archiviodiari.it
Sito web: http://archiviodiari.org/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8:30-13 e 15-18; è consigliata la prenotazione.
Chiuso sabato, domenica e festivi.

Organi direttivi
Presidente: Albano Bragagni
Vicepresidente: Lisa Marri
Direttore scientifico: Camillo Brezzi
Direttrice organizzativa: Natalia Cangi.

Breve storia e finalità
L’Archivio Diaristico Nazionale nasce come centro italiano di raccolta delle scritture autobiografiche nel 1984, su iniziativa del giornalista e scrittore Saverio Tutino e per volontà del Comune di Pieve Santo Stefano. Dal 1991 diviene una Fondazione con personalità giuridica privata, riconosciuta inizialmente dalla Regione Toscana e, il 7 giugno 2000, con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali. La Fondazione Adn, per la sua vocazione di raccolta pubblica e pubblicamente fruibile, non ha fini di lucro.

Il 16 luglio 1999 ottiene dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana la notifica di “Archivio di notevole interesse storico” ai sensi del D.P.R. del 30 settembre 1963, n° 1409. La motivazione della certificazione è così esplicitata: “Archivio in oggetto costituisce la più importante raccolta sul territorio nazionale di diari personali, memorie, epistolari e, in generale, di documenti di tipo memorialistico”.
Il 3 giugno 2009 l’Archivio riceve dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la notifica relativa alla Dichiarazione di interesse culturale (di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 – Codice dei Beni Culturali) con la seguente motivazione: “Perché costituisce un complesso di eccezionale valore storico, riunendo un complesso di diari, memorie ed altri scritti inediti, testimonianze orali e fotografiche relativi ai vari aspetti della storia, del lavoro e della vicenda umana costituendo un complesso di fonti di interesse antropologico utili a documentare, tra l’altro, la storia italiana ed europea”.

Patrimonio
Il patrimonio dell’Archivio, costituito da circa 7000 scritti autobiografici, in continuo incremento, è interamente catalogato, con il software Cds/Isis fornito in Italia dalla Dba per conto dell’Unesco. Per completare la catalogazione informatica, la Fondazione ha ricevuto finanziamenti dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Arezzo e dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. É stato realizzato dall’Ufficio centrale dei Beni Archivio centrale di Stato, Archivio. I cataloghi Archivio, sia del fondo inedito (6515 testi) che della sua biblioteca di saggi e volumi Opac del polo bibliotecario aretino. Nel 2014 il sistema di catalogazione verrà sostituito da EOS.web.

Molti dei 7000 testi sono arrivati di anno in anno per partecipare al Premio Pieve Saverio Tutino, al quale possono partecipare diari, memorie ed epistolari. Oltre cento diari che hanno partecipato al premio, sono stati pubblicati presso case editrici di prestigio, come Einaudi, Mondadori, Giunti, Baldini & Castoldi, Mursia, Il Mulino. Con il titolo Terra matta, l’editore Einuadi ha pubblicato nel marzo 2007 l’opera di Vincenzo Rabito, vincitore del concorso 2000, ritenuta da molti esponenti del mondo culturale, nonché dallo stesso Ministero per i beni culturali, un capolavoro letterario.

 




Mario Augusto Martini. Un protagonista del nostro ‘900

Alle ore 17.00 in Palazzo Medici Riccardi, Sala Luca Giordano, il Presidente della Provincia invita alla presentazione del volume Mario Augusto Martini. Un protagonista del nostro ‘900 a cura di Roberto Aiazzi, Pier Luigi Ballini, Manila Soffici (Polistampa, 2013).

Intervengono:
Bruna Bocchini (Università di Firenze)
Giulio Conticelli (Fondazione Giorgio La Pira)
Simone Neri Serneri (Università di Siena, Direttore Istituto Storico della Resistenza in Toscana)

Alfonso Mirto, Presidente dell’Associazione Amici dell’Archivio Storico del Comune di Scandicci




All our yesterday. Mostra fotografica al Museo della grafica di Pisa

aoy_banner_240x400_cyan_itaDall’11 Aprile al 2 Giugno 2014, nella sede del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, a Pisa, si tiene la mostra fotografica e multimediale “All Our Yesterdays” promossa dal progetto europeo EuropeanaPhotography, nel quale 18 archivi storici di tutta Europa digitalizzano ed offrono al pubblico il meglio delle loro collezioni fotografiche risalenti al periodo 1839 – 1939, cioè i primi 100 anni dall’invenzione della fotografia.
All Our Yesterdays mostrerà dunque la vita in Europa a cavallo dei due secoli, immortalata dai pionieri dell’arte della fotografia, e il pubblico potrà diventare protagonista dell’evento: all’ interno della mostra, infatti, una stazione di digitalizzazione a cura dell’associazione fotografica Imago permetterà di digitalizzare gratuitamente e in tempo reale le fotografie d’epoca portate dai visitatori.

Le vecchie foto di famiglia costituiscono infatti un importante patrimonio storico del nostro territorio: un patrimonio che non deve andare perso e che questa particolare iniziativa mira a valorizzare e conservare per il bene collettivo di oggi e di domani. L’iniziativa è rivolta a tutti i cittadini, collezionisti di foto d’epoca, alle associazioni di fotoamatori ecc. i quali potranno portare a Palazzo Lanfranchi le loro foto originali, possibilmente in buono stato di conservazione e indicativamente relative al periodo 1839 – 1950. Le foto verranno digitalizzate nei giorni di giovedì e domenica durante tutto il periodo di apertura della mostra All Our Yesterdays.

Le foto che verranno acquisite saranno conservate e utilizzate solo per scopi di studio, ricerca e conservazione della memoria storica.

Tra le possibilità di utilizzo non commerciale delle immagini raccolte, citiamo senz’altro le iniziative del progetto MemorySharing, al quale le foto verranno rese disponibili. MemorySharing è un progetto promosso dall’associazione culturale Acquario della Memoria e finalizzato a riutilizzare il patrimonio culturale digitale raccolto sul territorio in percorsi di narrazione coinvolgenti ed interattivi quali laboratori, film-documentari, mostre multimediali, concorsi, letture e spettacoli, e-books, volumi cartacei e molto altro.

Una selezione delle più belle fra le immagini raccolte costituirà inoltre l’oggetto di una nuovamostra fotografica che verrà organizzata dall’associazione culturale Imago nel Dicembre 2014 a Pisa.

ALL OUR YESTERDAYS
Pisa, Palazzo Lanfranchi
11 aprile – 2 giugno 2014
INGRESSO LIBERO
con il patrocinio di: Comune di Pisa, Università di Pisa, Regione Toscana




Tour della memoria assieme al Ngarimu VC Pilgrimage Group

Ricordiamo e riviviamo i giorni della Liberazione  assieme ad una importante  e nutrita  rappresentanza del popolo maori della Nuova Zelanda : il  Ngarimu VC Pilgrimage Group, formato da più di  80 persone e composto da veterani, familiari dei veterani,  studenti, rappresentanti istituzionali e  guidato dallo storico maori Monty Soutar .

Firenze ed il suo territorio costituiscono una delle tappe più  importanti del lungo e ricco tour della memoria che ripercorre le strade delle truppe neozelandesi ed in particolare  del 28° Bn maori, nei luoghi ove vi furono le battaglie più decisive contro le truppe tedesche , gli scontri  piu’ cruenti e  le maggiori perdite e distruzioni, durante  la risalita e liberazione dell’Italia dallo sbarco a Taranto nell’ottobre del ’43 fino all’arrivo a Trieste nel maggio ’45.

Programma

12 maggio

Ore 12.00 Cerimonia e visita al Cimitero Alleato del Girone

ore 15.30 Incontro  in Sala Luca Giordano, Palazzo Medici Riccardi – Firenze  con i rappresentanti di   Regione, Provincia e dei  Comuni di Barberino, Tavarnelle, San Casciano, Montespertoli, Empoli , Scandicci e Firenze.

13 maggio

ore 9.30   Cerimonia alla presenza dei Sindaci al monumento ai caduti con musiche e danze maori in   Piazza Matteotti , Tavarnelle
ore 10.30  Cinema Olimpia: racconti della guerra  con testimoni e storici italiani
ore 11.30  Visita  a Pratale/Fabbrica ai luoghi dell’eccidio
ore 13.00  Pranzo presso agriturismo Pratale  ( g.c. )
0re 15.00  Cerimonia al monumento a S.Michele a Torri alla presenza delle rappresentanze istituzionali locali e  delle Associazioni Partigiane

 




Una mostra di manifesti politici per ricordare Franco Serantini

serantiniIl 7 maggio ricorre il 42° anniversario della morte dell’anarchico Franco Serantini, giovane studente pisano, trovato morto nella sua cella del carcere di Don Bosco dopo che, il 5 maggio, era stato percosso e incarcerato dalla polizia in seguito a una manifestazione antifascista.

Per ricordare la sua morte la Biblioteca Franco Serantini, centro di documentazione storica del XIX e XX secolo aperta nel 1979, inaugura una mostra on line di manifesti politici, dai primi usciti nei giorni immediatamente successivi a quel 7 maggio 1972, fino al manifesto del 1992 affisso in occasione della manifestazione commemorativa per il 20° anniversario.

Il manifesto politico è stato uno dei principali strumenti di agitazione e denuncia utilizzati dai movimenti di opposizione sociale nei secoli 19° e 20°, entrando a far parte del paesaggio urbano. Oggi questi documenti sono una delle fonti preziose, per altro acclarata dalla comunità scientifica, per la ricostruzione della storia sociale e politica.

È possibile consultare una parte della banca dati di questa raccolta, con la descrizione analitica dei manifesti, nel catalogo online della biblioteca. La Biblioteca è impegnata da tempo in un’ampia ricerca di materiali e sarà grata a quanti potranno contribuire alla raccolta dei documenti e delle testimonianze al fine di offrire alle nuove generazioni una ricca documentazione che contribuisca a mantenere viva la memoria di Franco Serantini.

Al momento è già consultabile nel catalogo della biblioteca una consistente rassegna stampa, composta da oltre 300 articoli riguardanti Serantini e il suo caso a partire dal maggio 1972 fino ai nostri giorni. Inoltre, si sta raccogliendo una ricca collezione di fotografie e si è avviato l’inventariazione e il riordinamento dei fondi archivistici sul caso, tra i quali quelli di Luciano Della Mea e degli avvocati di parte civile Giovanni Sorbi e Arnaldo Massei.




Artist Talk / Valeria Muledda

Logo ComitatoAlle ore 17,30, presso la Sala vetrata alle Murate, Valeria Muledda racconta al pubblico il percorso creativo e di ricerca che l’ha portata ad addentrarsi nella storia delle Murate con le sue detenzioni e le vicende umane e politiche, dopo sei mesi di residenza artistica presso “Le Murate. Progetti Arte Contemporanea per la realizzazione dell’installazione site specific Nuclei (Vitali)“.

Il lavoro, attivato dalla riflessione tra cella ed il suo diminutivo dal latino cellulatraduzione che diviene reale respiro cellulare con le pietre del carcere e con le sue storie. In un dialogo con il pubblico l’artista indagherà il processo artistico ed umano che ha permesso la creazione di un’opera complessa e coinvolgente.

IMG_0301_Nuclei_Vitali_Interverranno con l’artista:
l’Assessore alla Cultura della Regione Toscana Sara Nocentini, l’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze Sergio Givone e il Direttore artistico de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea Valentina Gensini.

Nel corso della serata saranno presentati alcuni progetti di mediazione realizzati all’interno del progetto Between finanziato da Arcus, Comune di Firenze e Regione Toscana per ToscanaIncontemporanea 2013 curati da Valentina Zucchi.

Questa iniziativa si inserisce all’interno del Programma promosso dal Comitato per il 70° della Liberazione di Firenze. Il Comitato è composto da: Comune di Firenze, Regione Toscana, Archivio Storico Comunale e Collezioni Librarie Storiche, Biblioteche Comunali Fiorentine, Mus-E, Università degli Studi di Firenze, Accademia di Belle Arti di Firenze, Consolato Usa, Consolato di Germania, Anpi, Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Aned, Federazione Regionale Toscana delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza, Società Italiana di Storia Militare, Associazione Nazionale Reduci del Friuli, Associazione Toscana-Usa, Arci , Fondazione Circolo Rosselli, Sikh.