Anniversario della battaglia di Fonte dei Seppi

14luglio_locandinaA partire dalle ore 19,30 presso l’Unione Operaia di Colonnata (piazza Rapisardi n. 6, Sesto Fiorentino), nell’ambito delle iniziative per il 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione di Sesto Fiorentino, si terrà una festa in occasione dell’anniversario della battaglia di Fonte dei Seppi.

La serata prevede musiche con la Nuova Compagnia “Gruppo Albino Sarti”,  proiezioni video, cena a buffet e una lettura spettacolo dal diario di Elio Bartolozzi  (contadino deportato in campo di concentramento per aver dato aiuto a un partigiano ferito) “La mia vita prigioniera”  a cura di DireMare Teatro.




Fascisti repubblicani a Lucca

Nel giugno del 1944 la notizia della liberazione di Roma e la veloce avanzata degli Alleati aveva destato nella popolazione toscana un grande entusiasmo, radicando la convinzione, che si rivelerà poi errata, di una rapida fine della guerra e dell’occupazione tedesca. A Lucca, come nel resto della Toscana, crollavano senza clamori le istituzioni del fascismo repubblicano e noti esponenti del fascismo locale, preoccupati per la propria sorte, avevano provveduto a varcare l’Appenino, a nascondersi, oppure tentato un rapido cambiamento ideologico.

Pavolini, il segretario nazionale del Fascio Repubblicano, aveva intrapreso agli inizi di giugno un viaggio attraverso le città toscane per valutare personalmente l’entità della crisi serpeggiante tra le istituzioni saloine del territorio.  Conscio dell’imminente avanzata degli Alleati, aveva deciso, in accordo con Mussolini, di direzionare tutti i suoi sforzi verso una militarizzazione del partito attraverso la creazione delle Brigate Nere, considerate quale unica possibilità di salvezza per la RSI, ormai assediata sul fronte interno dalla guerriglia partigiana e su quello esterno dalle armate anglo-americane. Il partito subiva così una trasformazione, da partito di massa a partito armato, d’avanguardia, di combattenti al servizio del fascismo e fedeli a Mussolini, per contrastare i nemici interni, i “ribelli”, gli antifascisti, ma anche verso tutti coloro che non si erano schierati e aspettavano soltanto la fine della guerra.

Ѐ con queste premesse che Pavolini arriva a Lucca il 17 giugno 1944, accompagnato dal suo braccio destro, il colonnello Giovan Battista Riggio, Beniamino Fumai e da Idreno Utimpergher, fascista della prima ora, che aveva fatto carriera durante il Ventennio come segretario provinciale dei sindacati dell’Industria. Dopo la costituzione della Repubblica Sociale, nell’autunno del ’43 si era spostato a Trieste dove aveva riaperto la sede del Fascio e insieme a Beniamino Fumai, a capo della squadra del “Mai Morti”, aveva seminato il terrore in città con rapine, estorsioni e assassinii, episodi che gli erano costati la destituzione da ogni incarico e l’allontanamento da Trieste. Utimpergher si era poi spostato nei territori dell’Italia occupata con il compito di riorganizzare squadre di fascisti e proprio con questo obiettivo era arrivato a Lucca.

Pavolini assegna a Utimpergher il compito di presiedere e organizzare la prima Brigata Nera della Repubblica Sociale italiana, intitolata a Mussolini e poi contrassegnata con il numero XXXVI. Si tratta di un unicum in Italia perché in realtà il decreto che ordina la creazione delle Brigate Nere viene pubblicato alcuni giorni dopo, il 30 giugno, e la maggior parte delle Brigate nere riesce a costituirsi soltanto due mesi più tardi, nell’agosto del 1944.

manifesto BNMa chi sono gli uomini che nell’estate del ’44 scelgono di entrare nelle Brigate Nere?

Le ricerche sull’argomento hanno rivelato che a determinare l’arruolamento nel partito armato intervengono motivazioni molteplici e diverse tra loro: condivisione convinta e agguerrita dell’ideologia fascista, opportunismo, volontà di emulazione nei confronti dei tedeschi, tentativo di rivendicare l’umiliazione dell’8 settembre, volontà di vendetta verso quelli che venivano considerati “voltagabbana” e di lotta senza quartiere al movimento partigiano, assimilazione della violenza, del razzismo e dell’intolleranza agguerrita contro il nemico, disvalori di cui il fascismo italiano si era fatto interprete fin dal ventennio.

Quando Utimpergher ai primi di luglio del ’44 provvede a organizzare la Brigata Nera lucchese si rivolge ai fascisti lucchesi con un appello che fa leva proprio su questi sentimenti. Il gruppo dei brigatisti lucchesi che risponde alla richiesta di arruolamento è molto eterogeneo, sia per esperienze politiche e militari precedenti, sia per appartenenza generazionale. Troviamo giovani e giovanissimi nati durante il Ventennio, educati e assuefatti alla retorica fascista, che compiono questa scelta a volte in modo convinto, altre ingenuamente; troviamo ex squadristi, marcia su Roma, delusi dalla burocratizzazione del partito e di nuovo esaltati all’idea dell’uso della forza e delle armi; troviamo veri e propri clan familiari che si arruolano insieme all’interno della brigata.

Completato l’organico, di circa 150 unità, alla metà di luglio, la Brigata Nera “Mussolini” diventa operativa lavorando al fianco degli occupanti tedeschi di zona ma anche in modo autonomo. Tante le operazioni che la vedono protagonista, come per esempio quella del 3 agosto 1944, quando i brigatisti organizzano una rappresaglia nella frazione di S. Lorenzo a Vaccoli che porta all’incendio delle case del paese e all’arresto e successiva deportazione nei campi di lavoro di alcuni contadini. Pochi giorni dopo i brigatisti della “Mussolini” partecipano ad interrogatori eseguiti con l’uso di sevizie nei confronti di presunti fiancheggiatori dei partigiani locali, e ancora partecipano insieme ai tedeschi al rastrellamento avvenuto il 21 agosto 1944 sul Monte Faeta, durante il quale vengono fucilati sette giovani uomini appartenenti a gruppi di resistenti accampati sui Monti Pisani. Nei primi di settembre hanno inoltre un ruolo determinante di delazione nella strage della Certosa di Farneta e infine, in questa escalation di violenza, il 23 settembre, in risposta al ferimento di un brigatista nero, pianificano ed eseguono, in totale autonomia rispetto alle forze tedesche presenti in zona, la strage del Convento dei Cappuccini a Castelnuovo Garfagnana in località Merlacchiaia, durante la quale vengono uccisi, per mano dei brigatisti lucchesi, otto giovani uomini.

Alla fine di settembre 1944 con lo spostamento del fronte e l’avanzata degli Alleati la XXXVI Brigata Nera lascia la lucchesia e continua ad essere operativa prima in Emilia, nel modenese e a Piacenza, poi in Piemonte. Ciò che resta della “Mussolini” converge infine a Milano il 25 aprile 1945: da qui un piccolo gruppo di militi lucchesi ancora al comando di Utimpergher segue Mussolini nel suo ultimo disperato viaggio. Il 27 aprile 1945, in testa alla colonna dei camion tedeschi e delle automobili del duce e dei ministri, l’autoblinda della BN lucchese viene fermata a Dongo.

Il giorno successivo Utimpergher verrà fucilato sul lungolago di Como insieme a Pavolini e ai gerarchi, gli aderenti alla Brigata invece saranno processati per collaborazionismo e per la partecipazione alle rappresaglie e alle stragi sopra citate presso le Corti d’Assise straordinarie di Lucca e di Firenze. Dopo un’iniziale comminazione di pene severe i brigatisti verranno perlopiù prosciolti o amnistiati, in linea con l’allentamento della politica in materia di epurazione e punizione dei crimini fascisti che caratterizza i governi italiani a partire dal ’46.

Articolo pubblicato nel luglio 2014.




Festa della Liberazione della Valdambra

Alle ore 21.00 al Teatro di Ambra, apertura della celebrazione con la Banda della Filarmonica di Ambra.

Ore 21,15 Saluto delle Autorità

Ore 21.30 Prof. Ivo Biagianti, Guerra, passaggio del fronte e Liberazione in Valdambra

Ore 22.30 Concerto della Banda della Filarmonica di Ambra

Durante la manifestazione sarà presente una mostra di elaborati prodotti dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Bucine




Le parole della memoria: settant’anni dalla Liberazione

Programma della serata:

Ore 21.15, piazza Masaccio

 Saluto delle Autorità: Maurizio Viligiardi, Sindaco di San Giovanni Valdarno
Massimo Merlini, Presidente ANPI Valdarno
Intervento: on. Marco Donati

Seguiranno:

Proiezione del documentario Le parole della memoria
Concerto Orientoccidente, con Letizia Fuochi (voce, chitarra), Frank Cusumano (chitarra), Arlo Bigazzi (basso), Antonio Superpippo Gabellini (chitarra).

 




I festeggiamenti per i 130 anni di Modigliani alla Casa natale

Modigliani._Torso_datletaIl 12 luglio di 130 anni fa nella casa di via della Barriera Maremmana, 8 a Livorno (attualmente via Roma 38) nasceva Amedeo Modigliani.  Racconta la figlia Jeanne: “mia nonna mi raccontava spesso che capitando l’usciere a casa proprio al momento delle doglie, i familiari le ammucchiarono addosso gli oggetti più preziosi, poiché la legge interdiceva di pignorare quel che si trovava sul letto di una partoriente. Superstiziosa come tutti i Garsin, nonostante il loro razionalismo filosofico, Eugenia aveva visto in questo incidente un funesto presagio. Così è venuto alla luce il livornese più famoso al mondo”.

La casa natale Amedeo Modigliani per l’occasione vuole condividere questo evento con aperture straordinarie, visite guidate e festeggiamenti.  Il 12 luglio 2014 sarà esposto per la prima volta un’opera originale di Amedeo Modigliani, gentilmente concessa da Giorgio e Guido Guastalla (nella foto): disegno su carta “Torso di atleta” del 1910. Sul retro del foglio una profezia di Nostradamus scritta da Modigliani. L’opera rimarrà esposta esclusivamente nell’orario di apertura nel giorno del compleanno di Dedo, nella sala espostiva all’interno della Casa natale.

Durante il periodo estivo la casa è aperta tutti i giorni dalle ore 10,30 alle 12,30, ma il 12 luglio la casa sarà aperta la mattina dalle 10.00 alle 13.00 con un biglietto ridotto. Nel pomeriggio le visite saranno alle ore 18, 19, 20, 21 e 22. Alle ore 19.00 brindisi A Modigliani! con vino rosso e Cinque & Cinque, lo street food preferito da Modigliani. Alle 21.00 torta di compleanno e brindisi con champagne.

Per info e prenotazioni 320.8887044

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Il 70° anniversario della Liberazione di San Gimignano

Sangimignano70San Gimignano festeggia il 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo con una tre giorni di eventi organizzati dal Comune e dall’Anpi. Si comincia, con un’anteprima, venerdì 11 luglio alle 18, presso il cortile del Palazzo Comunale, con l’inaugurazione della mostra fotografica: NEL CUORE DEL FUTURO di  Alessio Duranti. Dopo i saluti di Giacomo Bassi, Sindaco di San Gimignano e di  Igor Marrucci, Vice Presidente Sezione A.N.P.I. San Gimignano,  ci sarà l’intervento del fotografo Duranti (la mostra sarà aperta fino a domenica 20 luglio). Alle 18.30 sarà effettuata la  consegna ufficiale dei riconoscimenti ai partigiani sangimignanesi da parte dell’Amministrazione Comunale.

Sabato 12 luglio, alle 21, in  Piazza Duomo, sarà il momento delle  Celebrazioni ufficiali del 70° Anniversario della Liberazione della Città di San Gimignano dal nazifascismo. Dopo i saluti di Giacomo Bassi, Sindaco di San Gimignano e di Simone Tabani, Presidente Sezione A.N.P.I. San Gimignano,  ci sarà l’intervento del partigiano Guido Lisi, cui seguirà il concerto della filarmonica Giacomo Puccini diretta dal maestro Massimo Ceccarelli.

Sabato 12 e Domenica 13 luglio sarà inoltre allestito dalle 10 alle 21, in piazza Duomo, un punto informativo permanente della Sezione Anpi San Gimignano, con pubblicazioni, merchandising, informazioni, tesseramento, postazione multimediale e l’angolo de “La sedia resistente”.

Da venerdì 11 a domenica 20 luglio, dalle  ore 10 alle ore 19, presso la Sala di Cultura sarà inoltre allestita la  Mostra della Sezione A.N.P.I. San Gimignano, a cura di Laboratorio|25. Queste le sezioni:  Luglio ‘44. La Liberazione ed il passaggio del fronte e Una storia partigiana. La Resistenza disegnata dalla matita di Alberto Pagliaro.

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70° Anniversario della Liberazione di Arezzo

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Fase conclusiva della celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione. Nei giorni scorsi si sono tenute cerimonie a La Chiassa, Mulinaccio e Sant’Andrea a Pigli, San Severo, San Polo, Villa Gigliosi.

In occasione dell’anniversario della Liberazione della città, come ogni anno il Comune di Arezzo e la Provincia di Arezzo, in collaborazione con la Confederazione provinciale fra le associazioni combattentistiche e partigiane, il Coordinamento fra le associazioni d’arma e l’Istituto storico aretino della resistenza e dell’età contemporanea, organizzano le cerimonie celebrative.

Programma:
Ore 8.00 Partenza dal Palazzo Comunale di delegazioni che porteranno mazzi di fiori ai cippi lapidi e monumenti ai caduti.
Ore 9.00 Deposizione Corona di Alloro al monumento che ricorda i 729 Caduti al Cimitero di Arezzo, posto all’ingresso del Cimitero Urbano
Ore 9.30 S. Messa officiata dall’Arcivescovo Riccardo Fontana presso la cattedrale di Arezzo
Ore 10.45 Sala del Consiglio Comunale:
Saluto del Sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani
Proiezione del saluto del brigadiere Henry Brooke del Queen’s Royal Lancers 16/5 (primo militare dell’Esercito Inglese entrato in Arezzo)
Saluto del Presidente dell’Amministrazione provinciale, Roberto Vasai
Saluto dell’Arcivescovo, Riccardo Fontana
Saluto di un rappresentante della Confederazione provinciale fra le Associazioni combattentistiche e partigiane
Ore 11.30 Sacrario dei Caduti, Deposizione Corona di alloro
Ore 11.45 Piazza Poggio del Sole – Monumento alla Resistenza: cerimonia dell’alzabandiera, deposizione corona di alloro
Ore 18.00 Indicatore – Cimitero del Commonwealth
Cerimonia in ricordo dei 1267 Caduti Alleati nella liberazione del territorio aretino
Deposizione corona d’alloro
Benedizione a cura di don Santi Chioccioli e Padre William, cappellano militare inglese
Saluto dell’Assessore del Comune di Arezzo alle Politiche Internazionali, Stefania Magi
saluto del Presidente della Comunità Provinciale Indiana, Singh Surinder

La memoria
Arezzo ha pagato un alto prezzo alla liberazione. Complessivamente sono state 254 le vittime per rappresaglie nazifasciste.   Il 6 luglio a San Leo (4 caduti), il 24 giugno a Palazzo del Pero (10), il 6 luglio al Mulinaccio (15), il 10 luglio a Badicorte (13), l’11 luglio a Staggiano, Villa Sacchetti, (11), il 14 luglio a San Polo, Pietramala, Molin dei Falchi, Vezzano (65)

Sotto i bombardamenti più rilevanti, perirono oltre 300 persone mentre circa 500 furono i feriti.

Le stragi, i rastrellamenti, le uccisioni arbitrarie colpirono chiunque e ovunque:

      15 giugno 1944, carcere di Arezzo:   i prigionieri Sante Tani, suo fratello don Giuseppe e il partigiano Aroldo Rossi e altri tre partigiani vennero ricondotti nella cella dopo un tentativo di liberazione per venire massacrati,

      23 e 24 giugno quando furono la Chiassa Superiore, Palazzo del Pero, Molin Nuovo e Muraglione a subire rastrellamenti e fucilazioni di civili,

      primi giorni di luglio quando a Rigutino, Mulinaccio fattoria di Badicroce, Meliciano e Staggiano i tedeschi passarono per le armi sfollati, partigiani e civili

      e infine San Polo il 14 luglio quando i partigiani feriti e moribondi ed i civili furono portati in un campo nel retro di Villa Gigliosi, requisita dalla truppa tedesca. I civili obbligati a scavare tre fosse dove furono gettati alcuni ancor vivi, i partigiani sotterrati con la testa fuori dalla terra, con cariche di tritolo addosso, poi esplose. I tedeschi impedirono il seppellimento delle 48 vittime.

 Le iniziative per il 70° anniversario
Oltre 40 le iniziative che si sono svolte nelle settimane scorse: cerimonie ufficiali, convegni, conferenze, concerti, spettacoli, realizzazioni di video, incontri teatrali, tornei di calcio, mostre. Alla Liberazione è stata dedicata la lancia d’oro dell’edizione di giugno della Giostra del Saracino. L’Anpi sta lavorando alla ristampa del volume edito nel 1957 “Fuochi sui monti dell’Appennino Toscano” , di Antonio Curina.

Lunghissimo l’elenco dei soggetti che hanno collaborato alle iniziative con il coordinamento del Comune di Arezzo. Tra gli altri ricordiamo Prefettura di Arezzo, Provincia di Arezzo, Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, Istituzione Giostra del Saracino, Biblioteca città di Arezzo, Anpi, Associazioni Combattentistiche, Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea, Società Storica Aretina, Università di Siena – Dipartimento scienze della formazione e scienze umane, Oklahoma University, Associazione nazionale Divisione Acqui, Sezione soci Arezzo Unicoop, Coni, Acli, Arci, Circolo Aurora, Itis, Fiab, Uisp, Associazione nazionale bersaglieri, Associazioni nazionale carristi, Fraternita dei laici, una lunga serie di associazioni e di comitati locali.

Ricordiamo infine che gli studenti del Liceo Artistico di Arezzo hanno elaborato il logo del 70° anniversario della liberazione della città di Arezzo.




70° Anniversario dell’eccidio di San Polo

liberazione_70_logoCome ogni anno il Comune di Arezzo e la Provincia di Arezzo, in collaborazione con la Confederazione provinciale fra le associazioni combattentistiche e partigiane, il Coordinamento fra le associazioni d’arma e l’Istituto storico aretino della resistenza e dell’età contemporanea, organizzano la cerimonia celebrativa.

Alle ore 18.00 Deposizione delle corone di alloro al cippo dei Caduti di San Polo (villa Gigliosi) ed al Monumento ai caduti.
Alle ore 18.30 S. Messa presso la Pieve di san Polo
Interverrà il Ministro Plenipotenziario dell’Ambasciata tedesca Martina Nibbeling Wriessnig