70° anniversario della Liberazione, sei borse di studio in memoria di Silvano Lippi

Silvano LippiUn racconto, una poesia, una canzone o un video. Ognuno può scegliere il modo che più gli piace per parlare di “Libertà, bene supremo”. È questo il tema del concorso per sei borse di studio indetto dall’Associazione Comunale Anziani di Sesto Fiorentino e rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Il 70° anniversario della Liberazione fa da cornice al progetto dedicato a Silvano Lippi, scomparso lo scorso 3 ottobre, che tante volte aveva incontrato i ragazzi nelle scuole per raccontare la sua terribile esperienza e mantenere viva la Memoria.

I partecipanti possono presentare un solo lavoro, a scelta tra prosa, poesia, testo di una canzone, grafica, fotografia, ricerca, in modalità video o audio. Il nome dell’autore non dovrà essere indicato direttamente sull’elaborato, ma in una busta chiusa nel plico di consegna, insieme al numero di telefono, indirizzo mail, nome dell’istituto scolastico di appartenenza, la dichiarazione di “lavoro frutto di impegno personale” e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lg. 196/2003. Se il partecipante è un minore, l’autorizzazione dovrà essere firmata anche da un genitore.

I lavori dovranno essere consegnati, a mano o spediti,  entro le ore 18 del 15 dicembre 2014 all’indirizzo: Associazione Comunale Anziani – viale Ariosto 210 – 50019 Sesto Fiorentino.

Gli elaborati verranno giudicati da una commissione costituita dall’Associazione. Ai primi tre classificati delle scuole secondarie di primo grado saranno assegnati i seguenti premi: 450 euro al primo, 250 al secondo e 150 al terzo. Per le scuole secondarie: 600 euro al primo classificato, 350 al secondo e 200 al terzo.




“Forma sinarum” a Montepulciano un seminario sulla Cina. Personaggi, scritture, esplorazioni che si ritrovano nella letteratura italiana

FORMA SINARIUM_LOCANDINAUn profondo legame stringe la cultura italiana a quella cinese. E la letteratura del nostro paese lo dimostra in maniera chiara visto che in modo sotterraneo ma incisivo, un preciso immaginario intorno alla Cina si è imposto nell’opera di numerosi autori italiani, da Marco Polo fino a Ermanno Rea passando per l’opera di Boccaccio, Ariosto, Metastasio, Leopardi, Calvino, Malerba e decine di altri, fino alla nutrita produzione di scritti di viaggio che hanno raccontato Cina e cinesi attraverso modalità diverse e uniformi insieme.

E’ la finalità della conferenza – seminario “Forma sinarum” che Danilo Soscia, dottore di ricerca italianistica all’Università di Trieste e giornalista, terrà sabato 25 ottobre, alle 17.00, presso la Sala Master del Palazzo del Capitano, a Montepulciano.

L’iniziativa è organizzata dalla Biblioteca – Archivio “Piero Calamandrei”, istituzione del Comune di Montepulciano, e dall’Istituto Confucio di Pisa; si inquadra nell’ambito dei rapporti culturali e scientifici che, nel 2013, hanno consentito alla Biblioteca di siglare un accordo con l’Hanban, ente del Ministero dell’Istruzione cinese per la creazione di un Chinese corner (angolo cinese) allo scopo di far conoscere il patrimonio linguistico e culturale del paese asiatico e di sensibilizzare il territorio su queste tematiche.

Il Chinese corner di Montepulciano ha ricevuto, primo in Italia ed unico in Toscana, una donazione di trecento libri.

La ricerca di Soscia delinea un excursus intorno ai personaggi, motivi, figure in qualche misura riconducibili alle diverse rappresentazioni dell’Estremo Oriente nella letteratura italiana, all’interno di un arco temporale che muove dal Quattordicesimo secolo fino al Ventesimo.

L’intervento si articolerà in dieci, concise tappe con passaggi tratti dagli autori che hanno trattato la materia “cinese”.




Museo dell’oro “Unoaerre”

Sede e contatti
Via Fiorentina 550 – 52100 Arezzo
Telefono:
0575 925953
0575 925862
E-mail: centrodi@unoaerre.it
Sito web: http://www.unoaerre.it/it/museo
Orari di apertura: per visitare il museo è gradita la prenotazione.

Organi direttivi
Direttore e Conservatore del Museo: Giuliano Centrodi (giulianocentrodi@gmail.comcentrodi@unoaerre.it)

Breve storia e finalità
L’industria orafa Uno A Erre, leader mondiale nel settore dell’oreficeria, il 7 marzo 1998 ha inaugurato il primo museo aziendale aretino, primo museo italiano di oreficeria, legato al più prezioso dei metalli e alla più prestigiosa delle produzioni per non disperdere la memoria storica della sua laboriosa attività ed offrire un percorso espositivo dall’archeologia industriale alle ultime creazioni di Giò Pomodoro.

L’archeologia industriale presenterà vecchi macchinari e utensili a documentare i primi sussidi tecnologici applicati all’industria orafa: le macchine per la fabbricazione delle catene storiche degli anni ’30 – ’40 – ’50, per l’incisione meccanica (il guilloché), per la costruzione delle palline e gli utensili per sbalzare, cesellare , incidere e incastonare le pietre preziose.

I disegni e i progetti creativi partono dal 1946, i materiali cartacei furono distrutti durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale; restano notevoli i progetti acquisiti a Parigi negli anni Cinquanta che influenzeranno la produzione italiana e saranno di insegnamento per l’affermarzione dell’Italian Style; da segnalare anche presenze di creativi tedeschi e naturalmente italiani.

La collezione storica con oltre cinquecento gioielli e oreficerie d’oro e d’argento, alcuni anche esemplari unici che dagli anni’20,  raccoglie gli ultimi bagliori della Belle Epoque e dello stile ghirlanda per giungere agli stilemi geometrici dell’Art Déco e ai gioielli autarchici di argento. Il dopoguerra è rappresentato dai bracciali “tank” e hollywoodiani, dai pendenti a “mina”, dalle spilline “animalier” tratte anche dai personaggi della Walt Disney.

Gli anni ’60 si caratterizzano per i gioielli ricchi di colore; si recuperano le antiche lavorazioni degli smalti traslucidi e l’affermazione della microfusione cambia il volto al gioiello, da bassorilievo a tuttotondo. Gli scultori e anche i pittori fanno le loro “incursioni” nell’oreficeria e influenzeranno le produzioni successive (Cappello, Galoppi, Bini), così nei primi anni ’70 vedremo i gioielli optical e pop. Gli anni ’80 si arricchiranno delle collaborazioni degli stilisti francesi e americani (Luois Fèraud e Oscar de la Renta) per giungere alle creazioni degli artisti orafi-gioiellieri (Forlivesi, Fallaci) e designer (Buti)..

Sono presenti anche alcuni pezzi unici realizzati dal grande scultore, Giò Pomodoro che nel 1995-99 realizzò queste opere nei laboratori Uno A Erre alla presenza dei giovani studenti dell’Università degli Studi di Siena e di Venezia svelando i suoi sistemi di progettazione, di fusione nell’osso di seppia, nella pietra friabile di Vicenza e nei mattoncini di carbone di cerro. Queste pregiate realizzazioni hanno fatto il giro del mondo nelle più importanti rassegne dell’oreficeria d’artista (New York, Tokyo, Vienna e Venezia nel circuito della Biennale del 1985).

 Il medagliere raccoglie numerose medaglie e placchette di grandi artisti e famosi incisori delle zecche più importanti di Europa (B.Bini, Canuti, P.Cascella, Dalì, Fiume, Galoppi, C.Giampaoli, Giannone, Greco, Manzù, Messina, Moschi, O.P.Orlandini, G.Pomodoro, Romagnoli, Rousseau, Scatragli, Sikora, Tot, Venturi e Veroi).

 Il Museo della Gori&Zucchi rispecchia l’immagine della più grande industria orafa, la sua notorietà e la sua storia, l’autorevole affermazione nel mondo creativo ed economico produttivo sulla scia dei saldi valori culturali, sociali, artistici della grande civiltà della laboriosa terra aretina.

Patrimonio
In fase di schedatura, non ancora quantificato




“Mi sa che avevano sensazioni confuse là in basso”

Il 24 ottobre 1943 gli Inglesi bombardarono per la prima volta la città, come nei giorni precedenti avevano colpito Prato, il 2 settembre, e Firenze, il 23. Che per Pistoia si stesse avvicinando lo stesso destino lo si poteva quindi supporre, un opuscolo della protezione antiaerea infatti avvertiva il 18 ottobre: «All’inizio della guerra Pistoia fu classificata di scarsa importanza agli scopi bellici. Oggi però la guerra è entrata in una fase talmente attiva e violenta che anche Pistoia ha assunto importanza ai detti effetti, e occorre mettere in atto quanto è al momento possibile, affinché la popolazione possa affrontare con animo sereno una eventuale offesa aerea».
Quella notte l’allarme durò 2 ore e 40 minuti e uno stormo di aerei Wellington britannici bombardò la città dalle 23.25 alle 24.10. Gli obiettivi sensibili della città erano sia le linee di comunicazione che le postazioni di valore militare: Pistoia infatti rappresentava un importante snodo ferroviario di collegamento tra il sud ed il nord del Paese, dato che si trovava lungo la linea ferroviaria Porrettana che costituiva un collegamento verso nord in alternativa alla linea “direttissima” da Prato. Erano poi presenti in città tre caserme militari ed un’importante industria per la riparazione di velivoli e apparati militari di notevole importanza. Le Officine Meccaniche San Giorgio erano infatti adibite alla riparazione di velivoli della Regia Aeronautica e si ipotizza che nel campo di volo adiacente alla fabbrica, presidiato da circa 300 militari tedeschi, si trovassero alcuni Messerschmitt ME323 Gigant, il più grande modello di aereo costruito durante la Seconda Guerra Mondiale.

16Il vero dramma per Pistoia fu che gli obiettivi si trovavano a ridosso del centro abitato: molte bombe sganciate per colpire i punti prefissati caddero sulle abitazioni civili nella zona a sud della città e, nonostante le precauzioni prese dalle autorità cittadine, i danni furono ingenti. Era l’UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) a gestire i rifugi pubblici pistoiesi (una quarantina) pronti ad ospitare circa 10.000 cittadini anche grazie al fatto che, data la necessità, furono classificati come rifugi tutti gli scantinati agibili dei palazzi della città, benché non garantissero sempre una reale sicurezza. Dalla mappa dei rifugi si può vedere come la popolazione residente nella zona della “Pistoia bene”, dove i palazzi signorili erano dotati di scantinati adattabili, risultasse maggiormente protetta; diversa era invece la situazione dei quartieri popolari dove lo stesso Comitato ammise che era stato impossibile impiantare alcun tipo di rifugio. Nonostante le precauzioni in quella notte i morti furono molti; anche se il numero non è tutt’oggi ufficiale, data la discordanza delle cifre e degli elenchi delle vittime ancora sparsi tra vari archivi, una ricognizione di tutte le liste reperite attesta che le vittime siano state 157.

Perché in quella notte le sensazioni furono confuse? Innanzitutto, come emerge dalle testimonianze, il bombardamento risultò del donnatutto inaspettato e la popolazione si ritrovò disorientata, nonostante i ripetuti avvertimenti delle autorità. Dalle testimonianze emerge poi che in una parte della popolazione erano diffuse ostilità nei confronti del vecchio regime e fiducia negli alleati liberatori, ma la stampa locale, ancora sotto controllo fascista, presentò il bombardamento come un attacco terroristico ed in effetti “i liberatori” in quell’occasione risultarono la causa della distruzione diretta della città: furono loro a portare la guerra nelle case, cosa che fino a quel momento non era mai avvenuta. Quindi le sensazione confuse furono causate proprio dalla difficoltà di concepire i drammi causati dal bombardamento di quella notte come un tassello di una più ampia manovra militare di liberazione della penisola italiana. Si diffusero per questo irragionevoli interpretazioni, come che i piloti fossero ubriachi :«Quella sera si dormiva tutti. Ci svegliò mia madre perché vide i bengala e disse: “Brucia tutto il mondo!” […]ma mi avevano detto che quando si spengevano i bengala finivano di bombardare, invece fu un bombardamento terroristico perché quando finì la luce intensa dei bengala incominciò il bombardamento vero dove morì diversa gente. Poi si venne a sapere che gli aerei e i piloti erano inglesi e per di più ubriachi».

Con difficoltà questa interpretazione ha lasciato il campo a più verosimili spiegazioni di strategia militare: in realtà, ancora oggi, nella rielaborazione della memoria pubblica, la distruzione causata dai bombardamenti alleati si annovera tra quegli episodi difficilmente inseribili sia nella rappresentazione degli eventi condivisa dalla cultura istituzionale antifascista sia in un percorso di attribuzione della totalità delle colpe al nazifascismo; infatti solo negli anni Duemila sono state affisse in città due targhe in ricordo della tragedia, piccole e senza riferimenti storici precisi.

Francesca Perugi è ricercatrice presso l’ISRPt e membro della redazione dei Qauderni di Farestoria. Ha curato la mostra e l’omonimo numero monografico di QF “Cupe vampe: la guerra aerea a Pistoia e la memoria dei bombardamenti”

Articolo pubblicato nell’ottobre 2014.




Alla Forteguerriana “Le origini della Giostra dell’Orso: festa civica e politica nel secondo dopoguerra”

Martedì 21 ottobre in sala Gatteschi alle 17 parte la nuova iniziativa della biblioteca Forteguerriana intitolata La Forteguerriana racconta Pistoia. Si tratta di un ciclo di conferenze che punta l’attenzione su diversi aspetti della città: la storia, le feste, i personaggi di rilievo, l’arte. I singoli incontri saranno tenuti da antropologi, storici, architetti, storici dell’arte e studiosi di letteratura, tutti esperti di storia e tradizioni locali, che proprio nelle sale della biblioteca pistoiese si sono formati e hanno trovato le fonti per le loro ricerche.
L’iniziativa, che durerà fino alla fine di marzo, prevede dodici conversazioni. Il primo appuntamento è con Claudio Rosati, che affronterà il tema “Le origini della Giostra dell’Orso: festa civica e politica nel secondo dopoguerra”.
La partecipazione agli incontri è gratuita. Per informazioni è possibile telefonare al numero 0573 371463 negli orari di apertura della biblioteca Forteguerriana (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30; martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17.30).
Il programma completo dell’iniziativa può essere consultato sul sito della biblioteca Forteguerriana all’indirizzo http://www.forteguerriana.comune.pistoia.it/la-forteguerriana-racconta-pistoia/
Il calendario degli incontri
Martedì 21 ottobre: “Le origini della Giostra dell’Orso: festa civica e politica nel secondo dopoguerra” tenuto da Claudio Rosati.
13 novembre: “Louisa Grace Bartolini in immagini” con Fabio Flego.
25 novembre: interviene Costantino Ceccanti su “L’architettura a Pistoia nei primi decenni del Granducato”.
4 dicembre: Iacopo Cassigoli parla de “Il monumento al Forteguerri e il culto risorgimentale degli uomini illustri a Pistoia”.
13 gennaio 2015 “’Anteposero al sangue i luoghi pii’: note sulla famiglia Franchi a Pistoia” tenuto da Maria Camilla Pagnini.
27 gennaio: Elena Vannucchi interviene con “Storie curiose di angoli pistoiesi”.
3 febbraio: Giampaolo Perugi conversa su “La politica pistoiese alla vigilia della I guerra mondiale”.
12 febbraio: Andrea Ottanelli racconta “Per sfatar alcuni luoghi comuni su Pistoia”.
24 febbraio: Francesca Rafanelli e “L’attività artigiana degli Agati e dei Tronci, fiore all’occhiello dell’artigianato musicale pistoiese”.
5 marzo: Gianluca Chelucci interviene con “Ruskin e Pistoia: la fama dei monumenti e del folklore locale nell’età vittoriana”.
17 marzo Alberto Cipriani racconta “Pistoia”: il dimenticato quartiere di Porta Guidi”.
26 marzo Giorgio Petracchi interverrà su “La biblioteca racconta ai pistoiesi la storia della città nell’epoca del Risorgimento”.




Associazione Culturale Antonio Gramsci – Montecatini Terme

Sede e contatti
Viale Ugo Bassi, 18 – 51016 Montecatini Terme (PT)
Telefono: 3713525277
E-mail: gramsci@assgramsci.it
Sito web: http://www.associazioneantoniogramsci.it/
Orari di apertura: La sede è aperta, di norma, il mercoledì dalle ore 16,30 alle ore 18,00.

Breve storia e finalità
Nata nell’ottobre 2007, l’associazione promuove i valori della democrazia, della laicità dello Stato, dell’antifascismo, della giustizia sociale e i principi fondamentali della Carta Costituzionale. Lo fa attraverso attività di ricerca, studio, approfondimento, dibattito, informazione, nonché la divulgazione di temi riguardanti la cultura, la storia e la memoria, l’economia, l’ambiente, la società.

Promuove inoltre l’organizzazione di convegni, seminari, lezioni o corsi di carattere informativo rivolti alla generalità dei cittadini o a settori specialistici e la formazione relativa agli scopi sopra menzionati.

Fornisce, a richiesta, documentazioni e/o servizi ad enti ed organizzazioni sociali e istituzionali, a rappresentanti popolari nelle istituzioni democratiche ed elettive, a singoli cittadini al fine di coadiuvare l’attività culturale, sociale.

Nell’ambito e per il conseguimento delle proprie finalità l’associazione può, in proprio o per mezzo di adeguate strutture anche esterne, tra l’altro:

  1. a) Curare attività editoriali, radiotelevisive, informatiche, ecc.;
  2. b) Svolgere attività di ricerca scientifica e tecnologica;
  3. c) Gestire archivi di documentazione;
  4. d) Curare la formazione politica e sociale;
  5. e) Svolgere attività ricreative e del tempo libero.
  6. f) Potrà svolgere inoltre ogni altra attività utile e necessaria alla realizzazione delle proprie finalità.

Può aderire ad altre organizzazioni i cui fini siano coerenti con i propri; le proposte di adesione saranno sottoposte all’approvazione del Consiglio Direttivo

Per l’attuazione dei propri fini statutari l’associazione promuove le più ampie forme di collaborazione con altre associazioni di volontariato, enti e ricercatori sia in forma singola che associata. Presso la sede dell’associazione, o in locali all’uopo acquisiti, potranno essere istituiti una biblioteca ed un archivio di documentazione scientifica, tecnologica, amministrativa, legislativa e culturale a disposizione degli associati e di quanti, con motivato interesse, ne facciano richiesta. L’uso degli stessi sarà regolato da apposite disposizioni deliberate dal Consiglio Direttivo. Secondo quanto previsto dal regolamento sopra citato potrà essere consentito l’uso sia dei locali che delle attrezzature ad altre associazioni o gruppi di cittadini per l’attuazione di iniziative coerenti con quelle dell’associazione. Dal 2012 è stata trasformata in Associazione di volontariato con gli stessi scopi, ed è divenuta ONLUS di diritto.

Patrimonio
Sede sociale, con uffici e saletta riunioni.




Passeggiate nel tempo a Pisa con MemorySharing

HistorypinUn viaggio attraverso il tempo e attraverso la città di Pisa nei luoghi protagonisti della Storia della Seconda Guerra Mondiale.

Insieme alle guide di City Grand Tour, Acquario della Memoria propone due nuovi appuntamenti con le PASSEGGIATE NEL TEMPO. L’itinerario, in partenza dal Centro Espositivo Museale SMS che fino al 16 novembre ospita la Mostra multimediale di MemorySharing “PANE E BOMBE”, ci porterà a scoprire la Storia della città con l’ausilio dell’applicazione Historypin: una mappa geolocalizzata e una linea del tempo saranno in grado di condurci a ritroso nel 1940-1944 per rivedere le immagini della Pisa distrutta dai bombardamenti, passeggiando immersi in quegli stessi luoghi e nel loro aspetto odierno.

Con un semplice gesto sarà inoltre possibile sovrapporre in trasparenza l’immagine di oggi e quella di ieri, un’esperienza unica per riscoprire il significato di tanti luoghi della città che viviamo quotidianamente ma che racchiudono anche una memoria storica spesso dimenticata.

 Il sabato e la domenica la Mostra Multimediale “PANE E BOMBE” è aperta dalle 11 alle 19: un’ottima occasione per visitare l’esposizione prima della partenza con le Passeggiate nel Tempo.

City Sightseeing Pisa e Treno Pisa Tour metteranno a disposizione i loro mezzi come navetta di collegamento tra il Centro Espositivo Museale SMS di Viale delle Piagge e il centro della città, in andata (ore 17:00) e ritorno (ore 19:20).

Basta avere un tablet o uno smartphone, ma se non lo avete ve lo forniamo noi. Il costo promozionale del tour durante la mostra è di 10 euro per persona (prenotazione obbligatoria).

 

Per informazioni e prenotazioni: lestoriedicgt@gmail.com – (+39) 320.9154975




L’Ermetismo e Firenze

ermetismo_e_firenze_2014Programma dei lavori

Lunedì  27 ottobre 2014, Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio

Ore 9

Saluti istituzionali del Comune e del Rettorato
Rita Svandrlik (Direttore del Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi interculturali)
Gloria Manghetti (Direttore del Gabinetto Vieusseux)
Anna Dolfi (organizzatrice del convegno)

Ore 9,30

UN’AVVENTURA GENERAZIONALE

Massimo Fanfani  (Università di Firenze), Per una storia del termine “ermetismo”
Stefano Passigli (Università di Firenze), Gli anni dell’Ermetismo: una lettura politica
Carlo Alberto Augieri  (Università del Salento), Somiglianza non “metaforica” e grammatica dell’inclusione molteplice: sulla logica poetante dell’Ermetismo
Alberto Casadei  (Università di Pisa), L’ermetismo e le poetiche dell’oscurità
Roberto Deidier (Università Kore di Enna), I simboli di una generazione
Jean-Yves Masson (Université Paris-Sorbonne), Dal simbolismo francese all’ermetismo fiorentino: filiazione, affinità o parentela lontana?
Tommaso Tarani (Aix-Marseille Université), Ermetismo e surrealismo. Influssi e convergenze tematiche
Giorgio Villani (dottorato – Università di Firenze), Ordine e immagine  fra la figuratività ermetica e surrealista
Francesca Nencioni (dottorato – Università di Firenze), Il mito della donna ctonia (Proserpina/Euridice) nella triade fiorentina

Ore 15

LA CRITICA MILITANTE E LA TRADUZIONE

Alberto Cadioli (Università degli Studi di Milano), Recensire i contemporanei negli anni dell’ermetismo
Marino Biondi (Università di Firenze), Carlo Bo: stile e carisma del leggere
Giuseppe Panella  (Scuola Normale Superiore di Pisa), Bo su Luzi e Landolfi (con una breve postilla su Céline)
Andrea Schellino (dottorato – Università di Firenze), Il giovane Bo tra Sainte-Beuve e Rivière
Mario Domenichelli (Università di Firenze), Traduzioni di poesia ai tempi dell’ermetismo
Paolo Zublena (Università di Milano Bicocca), Spagna ermetica? La lingua di Bo e Macrí traduttori della poesia spagnola novecentesca
Nives Trentini  (dottore di ricerca – Università di Barcellona), L’ermetismo di Macrí, teorico delle generazioni e ispanista
Beatrice Tottossy (Università di Firenze), La ricezione della lezione ermetica in Ungheria

Martedì  28 ottobre 2014, Aula Magna del Rettorato – Piazza San Marco

Ore 9

MAESTRI E MODELLI

Manuele Marinoni (dottorato – Università di Firenze), La “funzione” d’Annunzio nella grammatica degli ermetici
Tommaso Meozzi (dottorato – Università di Firenze), Campana e il “senso dei colori”: storia di una ricezione
Davide Luglio  (Université Paris-Sorbonne), “Res sunt nomina”: Quasimodo attraverso il laboratorio critico di Macrí

LA DIMORA VITALE, L’EREDITÀ, GLI AMICI

Giuseppe Savoca (Università di Catania), Sul Macrí salentino
Sara Moran  (Firenze), Margherita Dalmati, amica di una generazione
Francesca Bernardini (Sapienza Università di Roma), Carteggi ermetici con Enrico Falqui
Marta Scintu – Dario Collini – Emanuela Carlucci (Firenze), Il Fondo Macrí. Storia di un archivio epistolare

Ore 14,30

MARIO LUZI: LA POESIA

Franco Musarra (Università di Lovanio), Luzi e la parola
Silvio Ramat (Università di Padova), Due “mottetti”
Alfredo Luzi (Università di Macerata), Luzi e “la città dagli ardenti desideri”
Pietro Cataldi  (Università di Siena Stranieri), “Nell’imminenza dei quarant’anni”: un commento
Mario Baudino (“La Stampa” – Torino), Luzi, la voce e il fondamento
Margherita Pieracci Harwell (Università di Chicago), Senza fine divengo quel che sono
Giuseppe Nava (Università di Siena), Il tempo nella poesia di Luzi
Romano Luperini (Università di Siena), L’ermetismo e la crisi del genere lirico fra anni Cinquanta e Sessanta: il caso di Luzi

Dalle 15 alle 18, Sala antistante all’Aula Magna

Proiezione no stop del documentario di Marco Marchi In Toscana. Un viaggio in versi con Mario Luzi, regia di Antonio Bartoli e Silvia Folchi. Voce recitante  di Francesco Manetti, musiche di Francesco Oliveto (realizzato con il contributo della Regione Toscana)

Nel cortile interno del Rettorato sarà allestita la mostra di Fiorella Ilario, Reportage. Dieci ritratti fotografici di Mario Luzi che rimarrà aperta fino al 31 ottobre dalle 9 alle 17.

Mercoledì 29 ottobre 2014, Sala Ferri del Gabinetto Vieusseux

Ore 9

LUZI LETTORE, SAGGISTA, TRADUTTORE

Giuseppe Langella (Università Cattolica di Milano), La lettura di Teilhard de Chardin
Antonio Saccone (Università di Napoli), Le riflessioni sulla modernità di Luzi saggista
Marcello Ciccuto  (Università di Pisa), Gli scritti per gli artisti (e una lettera sull’umiltà del vivere)
Michela Landi (Università di Firenze), “Francamente”. Luzi traduttore dal francese
Laura Toppan (Université de Lorraine, Nancy), Sguardi incrociati: Luzi e Bonnefoy
Marco Menicacci  (Università di Bonn), Un tragico cristiano
Mattia Di Taranto (Università di Bonn), L’incontro con la poesia tedesca.Un colloquio
Alberto Ricci (dottore di ricerca – Università di Firenze), Il frutto nato da amore. Un confronto con Hölderlin

Ore 15

Stefano Verdino (Università di Genova), Appunti di bibliografia luziana: nuovi ritrovamenti
Luigi Ferri (Firenze), La parola è epifania del Silenzio. La poesia mistagogica
Giancarlo Quiriconi (Università di Chieti), La mise en scène della parola agonica
Giulia Tellini (dottore di ricerca – Università di Firenze), Il teatro di Mario Luzi. Gli anni Novanta (dal “Purgatorio” alla “Passione”)
Fabrizio Dall’Aglio (Casa editrice Passigli), Luzi e Macrí: una testimonianza

Proiezione del Video-teatro Ritratto di Mario con fiume, regia di Federico Tiezzi, drammaturgia a cura di Giulia Tellini

Ore 18

Presentazione del volume Mario Luzi, Il filo della vita. The Thread of Life. Snáithe Na Beatha, tredici poesie tradotte da tredici poeti irlandesi / Thirteen Poems Translated by Thirteen Irish Poets, a cura di Alessandro Gentili,  Roma, Fondazione Mario Luzi, 2014, con interventi di Alessandro Gentili (James Madison University), Antonella Francini (Syracuse University), Marco MarchiFabrizio Dall’AglioThomas McCarthy.  Letture a cura di Sandro Lombardi e Thomas McCarthy.

Giovedì 30 ottobre 2014, Sala Ferri del Gabinetto Vieusseux

Ore 9

PIERO BIGONGIARI

Paolo Leoncini (Università di Venezia), Bigongiari critico
Paolo Orvieto (Università di Firenze), Tra commenti e autocommenti
Gilberto Isella (Lugano), “Quella patria che si confonde all’orizzonte”: luoghi e figure dell’erranza nell’ultimo Bigongiari
Teresa Spignoli (Università di Firenze), “Ut poesis pictura”:parola e l’immagine
Federico Fastelli (Università di Firenze), Bigongiari teorico: la poesia come funzione simbolica del linguaggio
Elena Guerrieri (dottorato – Università di Firenze), La “gioventù poetica d’opposizione” sulle pagine di “Campo di Marte” e di “Corrente”
Theodor Ell (Università di Sidney – Australia), Bigongiari e i viaggi fuori di casa
Diego Salvadori (dottorato – Università di Firenze), Erbario e bestiario in “Antimateria”

Ore 14,30

ALESSANDRO PARRONCHI

Marco Marchi (Università di Firenze), Quasi un ritratto
Francesco Vasarri (Firenze), Temi e metri in “Pietà dell’atmosfera”
Simona Mariucci (Firenze), Influenze michelangiolesche in “Replay”
Leonardo Manigrasso (dottore di ricerca – Università di Padova), Parronchi critico d’arte: la collaborazione al “Michelangelo”
Barbara Di Noi (dottore di ricerca – Università di Pisa), La poetica delle immagini in Rilke e Parronchi
Marzio Pieri (Reggio Emilia), Quale Orfeo? (di Parronchi le Orse, le Muse)
Franzisca Marcetti (Firenze), “La città come avrebbe dovuto essere”

Presentazione del volume Alessandro Parronchi. Bibliografia delle opere e della critica 1937-2014 (a cura di Eleonora Bassi e Leonardo Manigrasso, Pontedera, Bibliografia e Informazione, 2014), con interventi di Mauro Caproni, Laura Desideri, Massimo Fanfani, Luca Lenzini, e la partecipazione di Eleonora Bassi, Leonardo Manigrasso, Walter Scancarello. 

Venerdì 31 ottobre 2014, Sala Ferri del Gabinetto Vieusseux

Ore 9

VITTORIO BODINI

Antonio Lucio Giannone (Università del Salento), La terza via di Vittorio Bodini
Mario Sechi (Università di Bari), Barocco e Novecento in Bodini critico traduttore e poeta
Riccardo Donati (dottore di ricerca – Università di Firenze), “Spettri sublimi dell’estate”: l’esperienza dei versi versiliesi
Oleksandra Rekut  (dottorato – Università di Firenze), Frammenti e lacerti di un ‘aplazado”
Andrea Gialloreto  (Università di Chieti), “Albe a sonagli scabbie ore malate”: Bodini e la civiltà industriale
Francesca Bartolini (dottore di ricerca – Università di Firenze), Tra “Vedetta mediterranea” e “Libera voce”
Antonio Prete (Università di Siena), La pietra, la luna, l’addio. Dialogo fuoritempo con Bodini (alla presenza di Macrí)

Presentazione del Centro Studi Vittorio Bodini e delle manifestazioni per il Centenario con la partecipazione di Valentina Bodini, Antonio Lucio Giannone, Anna Dolfi.

Ore 14,30

VITTORIO SERENI

Clelia Martignoni (Università di Pavia), Vittorio Sereni: i dintorni dell’ermetismo e oltre
Luigi Tassoni  (Università di Pécs), L’ermetismo sperimentale di “Frontiera” e alcune riflessioni di Sereni
Niccolò Scaffai  (Università di Losanna), L’orizzonte precostituito: Sereni di fronte all’ermetismo
Francesca D’Alessandro (Università Cattolica di Milano), Sereni e gli amici ermetici
Elena Salibra (Università di Pisa), Gli esordi e l’ermetismo fiorentino
Marina Paino (Università di Catania), Parole di Sereni
Lorenzo Peri (dottorato – Università di Pisa), “Siamo tutti sospesi a un tacito evento”: il primo Sereni
Matteo Mario Vecchio (dottore di ricerca – Università di Firenze), Il carteggio con Giancarlo Vigorelli (con una nota su Carlo Bo e Gianni Manzi)

Presentazione del volume Vittorio Sereni-Giuseppe Ungaretti, Un filo d’acqua per dissetarsi. Lettere 1949-1969, a cura di Gabriella Palli Baroni, Milano, Archinto, 2013, con interventi di Laura Barile, Anna Dolfi, Gloria Manghetti, Lorenzo Peri e la partecipazione di Gabriella Palli Baroni.

 

Segreteria: Dario Collini – dario.cll@gmail.com, Simona Mariucci – simona.mariucci@live.it, Francesco Vasarri  – vasa87@aliceposta.it

manifestazioni@vieusseux.it