La festa della Toscana a Vecchiano

Sabato 29 novembre, in occasione della ormai tradizionale ricorrenza che festeggia la nostra Regione e che quest’anno ha come tema “Guardare Oltre. I nostri confini, le nostre abitudini, le nostre convinzioni. Per una Toscana terra del mondo”, il Comune di Vecchiano organizza una giornata di studio ed approfondimento rivolta ai ragazzi. L’appuntamento è presso la Scuola Media “G.Leopardi” di Vecchiano alle ore 10.30.

Sarà presente all’evento il dott. Ilario Belloni, docente presso il Dip. di Giurisprudenza, Corso di Laurea in Scienze della Pace, il quale affronterà il tema di quest’anno con un intervento dal titolo “Pace e giustizia, guardare oltre i nostri confini“.

L’obiettivo generale della Festa della Toscana 2014, infatti, è quello di meditare sulle radici di giustizia e di pace del popolo toscano, traendovi spunto per riuscire poi a “guardare oltre”e per trovare nuove prospettive e stimoli in grado di offrire uno slancio al superamento delle difficoltà del presente, oltrepassando i confini sia fisici che mentali che ostacolano la piena e civile convivenza tra popoli e culture.

Interverranno anche il Sindaco Giancarlo Lunardi, l’Assessore all’Istruzione Lorenzo Del Zoppo e l’Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali  Daniela Canarini.

Per informazioni e contatti:
Ufficio cultura 050/859628 – e.mail mmatteucci@comune.vecchiano.pisa.it

 

In allegato la locandina dell’evento

 

(fonte sito Comune di Vecchiano)




La mostra “Ebrei in Toscana (1915-2015)”

PWMostra-EbreiGENERALEcsEbrei in Toscana (1915-2015) verrà allestita in prima nazionale a Firenze, da agosto a ottobre 2015. La Mostra racconterà 100 anni di vita delle comunità ebraiche toscane e i loro intrecci con il resto della comunità ebraica italiana, i suoi collegamenti con quella europea, mediterranea e internazionale. Il Progetto promosso dall’Istoreco e finanziato dalla Regione Toscana intende sottolineare sia l’anniversario del 70° della liberazione di Auschwitz che il centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra. Quest’ultima data è stata presa a riferimento soprattutto per il significato, oramai acquisito dalla storiografia, di momento in cui la minoranza ebraica italiana “suggella” la sua piena e compiuta appartenenza alla nazione italiana, ad oltre cinquant’anni dall’avvenuta emancipazione giuridica.

L’importanza delle comunità ebraiche nella storia della regione è legata alla presenza di una rete diffusa e diversificata di nuclei ebraici, da quello di Livorno, sicuramente il più numeroso, alla comunità  di Firenze e, accanto a queste,  per rilievo economico e culturale quella di Pisa, Siena, Viareggio e la piccola comunità di Pitigliano, non escludendo quei gruppi familiari presenti in altre città, come i Nunes a Piombino. Ogni comunità, tramite i suoi componenti, ha legami  con il resto del mondo. Alcune famiglie provengono dall’antica emigrazione sefardita, altre dall’America latina, altre dal bacino del Mediterraneo. Ogni comunità ha poi collegamenti con la tradizione sionista, nazionale ed internazionale, con i fermenti culturali che attraversano il paese, con le ideologie più significative del XX° secolo.

Non solo verrà dato spazio a ciò che le comunità erano durante l’età liberale, il fascismo e la persecuzione, ma anche al modo in cui quelle stesse comunità si sono andate figurando nel secondo dopoguerra: comunità più piccole rispetto a quelle esistenti nel censimento del 1938, travolte dagli arresti e dalle deportazioni del periodo ’43-’45, ma anche dalle fughe sia verso paesi come gli Usa, sia verso la Palestina prima e la terra d’Israele poi. Non solo, va tenuto conto che tutte le comunità toscane, soprattutto pensiamo a Livorno e Firenze, subirono ulteriori trasformazioni radicali a partire prima dalla metà degli ani Cinquanta e poi negli anni Sessanta-Settanta con l’arrivo di nuovi gruppi dal medio oriente.

La Mostra si chiuderà  con una sezione di grande attualità perché racconterà ciò che sono oggi le comunità ebraiche, tutto quello che riescono ad esprimere, tutte le reti di solidarietà ma anche di difficoltà che si costruiscono attorno ai loro gruppi.
Dopo l’allestimento fiorentino  nel marzo 2015, la Mostra andrà a Livorno e a Pisa. Ipotizziamo ulteriori allestimenti  all’estero, ancora in fase di definizione.

La Mostra sarà costruita con pannelli, installazioni multimediali, fotografie, documenti (anche familiari), registrazioni audio e video. Parlerà in due lingue: italiano e inglese,  sarà rivolta agli specialisti ma anche ai non addetti ai lavori, ad un pubblico adulto, ma anche ad un pubblico di giovani, italiani e stranieri.

E’ possibile sostenere l’iniziativa partecipando alla raccolta del materiale per la mostra, andando nella sezione “La Storia sei anche tu”  nel sito dell’Istoreco Livorno.

Per ogni informazione, contatta: +39.0586.809219.




‘De Gasperi e il mestiere della politica’ all’Istituto Sophia

Si intitola “De Gasperi e il mestiere della politica” l’incontro che si terrà venerdì 28 novembre alle 18 all’auditorium di Loppiano alla presenza di Maria Romana De Gasperi, che presenterà l’uomo e lo statista che ha guidato la ricostruzione del Paese nel secondo dopoguerra e contribuito alla nascita del processo di unificazione europea. Maria Romana è la prima di quattro figli (con Lucia, Cecilia e Paolo) e fin dalla giovinezza ha seguito il padre nell’attività istituzionale. Sono suoi i volumi biografici a lui dedicati: “De Gasperi, uomo solo” (1964, Mondadori), “Mio caro padre” (2003, Marietti) e “De Gasperi. Ritratto di uno statista” (2004, Mondadori). Studiosa della storia politica italiana del XX secolo, ha dedicato i suoi studi e diverse altre pubblicazioni alla figura di De Gasperi.
Ad introdurre l’incontro, che sarà moderato da Marco Luppi (docente di Teoria politica dello Ius, interverranno Piero Coda, preside dello Iud e Donato Palarchi, presidente del circolo “Verso l’Europa” di Arezzo.




1974-2014: la strage del treno Italicus e la destra neofascista in Toscana

Programma del Convegno.

Spazio Alfieri (via dell’Ulivo 6) ore 9.30-13.00

Saluto della Vicepresidente della Regione Stefania Saccardi

Introduzione di Monica Galfrè, Università degli Studi di Firenze

Il racconto dei testimoni e dei familiari delle vittime: Ilaria Caldarelli, Franco Sirotti

Proiezione del film-documentario 4 Agosto ’74: Italicus, la strage dimenticata
Parteciperanno gli autori:
Alessandro Quadretti, regista
Domenico Guzzo, ricercatore storico

Palazzo Sacrati Strozzi, Sala Pegaso (piazza Duomo, 10), ore 16.00-18.30

Le risorse documentarie sulla strage del treno “Italicus” presenti presso il “Centro di documentazione “Cultura della Legalità democratica” della Regione Toscana, Leonello Toccafondi, Centro di documentazione “Cultura della Legalità democratica”

Presentazione del fondo Commissione speciale di indagine sui problemi del neo-fascismo e dell’eversione contro le Istituzioni e la legalità repubblicana 1974-1980 del Consiglio regionale toscano, Monica Valentini, Archivio del Consiglio regionale della Toscana

Presentazione dei libri: Italicus: 1974 l’anno delle quattro stragi di Paolo Bolognesi e Roberto Scardova, Edizione EIR, 2014, Italicus la bomba di nessuno di Luca Innocenti, Fuorionda edizioni 2014

Tavola rotonda – dibattito. Intervengono:

Simone Neri Serneri, presidente Istituto Storico della Resistenza in Toscana
Severino Saccardi, consigliere regionale, direttore della Rivista “Testimonianze”
Sandra Bonsanti, giornalista, Associazione Libertà e giustizia
Claudio Nunziata, sostituto procuratore della Repubblica di Bologna nel 1974
Leonardo Grassi, giudice istruttore presso il Tribunale di Bologna nel procedimento c. d. “Italicus bis”
Rosario Minna, giudice istruttore presso il Tribunale di Firenze, nel processo Italicus
Roberto Scardova, giornalista
Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione fra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980
Luca Innocenti, ricercatore

Moderatore: Stefano Marcelli, giornalista RAI

 

 




Resistenza, memoria, cittadinanza attiva

Giornata organizzata dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, l’Ecomuseo del Casentino, la Banca della Memoria, al Castello di Poppi.

ore 9.00 Saluti
Sindaco Comune di Poppi
Presidente Unione dei Comuni Montani del Casentino
Dirigente ISIS “Galileo Galilei” Poppi
Regione Toscana, Settore Musei ed Ecomusei, Cultura della memoria.

Interventi:
Guerra e Resistenza in Casentino. Un quadro conoscitivo.
Alessandro Brezzi
, Biblioteca Rilliana di Poppi
Luca Grisolini, Mostra permanente sulla Guerra e sulla Resistenza di Moggiona

La memoria della Resistenza fra rimozione e celebrazione
Simone Durante
, Università degli Studi di Siena

Perché ricordare? Riflessioni sul significato civico della Resistenza
Renata Badii,
Associazione MILGRAM (Torino)

Guerra ai civili, passaggio del fronte, lotta di Liberazione. La terribile estate del 1944 settanta anni dopo…
Matteo Mazzoni
, Istituto Storico della Resistenza in Toscana

Durante gli interventi si alterneranno:

Proiezione video, tratto dalla “Banca della Memoria di Poppi”, UCM del Casentino, Servizio CRED
Presentazione a cura di Daniela Bartolini.

Performances   a cura del Laboratorio teatrale del Liceo scientifico di Poppi, condotto da Alessandro Aricò (NATA).

Interventi cantati, con i suonatori de “La Leggera”.

Flash mob per la pace “Oltre i confini costruiamo la pace” a cura della scuola secondaria di primo grado di Poppi e Badia Prataglia.

Coordina: Andrea Rossi UCM del Casentino Servizio CRED/Ecomuseo




Museo Amedeo Bassi

Sede e contatti
Piazza Machiavelli 13, Montespertoli (Firenze)
Telefono: 0571.600 255
E-mail: touristofficemontespertoli@gmail.com
montespertoli@promocultura.it

Sito web: http://www.toscananelcuore.it/museo-amedeo-bassi/
http://www.comune.montespertoli.fi.it/index.php/musei/3311-musei
Orari di apertura:
Dal 1 Aprile al 31 Ottobre: tutti i giorni: 10-12.30 e 16.30-19
Dal 1 Novembre al 31 Marzo: da martedì a giovedì 9.30-12.30; venerdì, 10-12 e 16-18; sabato e domenica: 10-12 e 15-18

Breve storia e finalità
Il museo vuole rendere omaggio a Amedeo Bassi, uomo di eccezionale talento la cui memoria il tempo aveva offuscato, e vuole essere occasione per far conoscere ad un ampio pubblico la sua figura artistica ed umana, avvicinare i giovani al teatro lirico, rafforzare l’identità locale ed essere luogo d’elezione per la diffusione della cultura musicale. A testimonianza dell’eredità che Amedeo Bassi ha lasciato a Montespertoli sono a lui intitolati la Filarmonica e il Festival musicale estivo, arrivato alla quinta edizione.

Il Tenore, nativo di Montespertoli e di umili origini, da ragazzo fu sentito cantare mentre lavorava in fornace. Incoraggiato a studiare canto, prese lezioni dal marchese Corrado Pavesi Negri e debuttò a Castelfiorentino nel 1897 con l’opera Ruy Blas. Da qui ebbe inizio la sua brillante carriera che lo portò già nel 1902 a Buenos Aires e in tutto il sud America, e poi a New York, Philadelphia, Chicago, Londra, Parigi con esibizioni nei più grandi teatri internazioni ed italiani. Da sottolineare il repertorio vastissimo da Verdi a Puccini, da Giordano a Leoncavallo, da Mascagni a Wagner, solo per citare i più grandi, in oltre settanta ruoli diversi. Esponente del Verismo, la sua voce venne descritta di estrema dolcezza e potenza, il fraseggio chiarissimo, ottima la presenza scenica e la recitazione.

Patrimonio
Il museo, che si articola in tre sale, ripercorre la vita e il radioso successo di un personaggio famosissimo al suo tempo, un vero e proprio Divo. I cimeli, i filmati che ricostruiscono la storia del tenore e gli apparati museali accompagnano il visitatore alla riscoperta della grande tradizione musicale italiana che artisti come Amedeo Bassi hanno con orgoglio fatto conoscere al mondo intero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Qualche grinza dalla pancia si cominciò a levarla!”

All’indomani dell’8 settembre 1943, con l’inizio dell’occupazione tedesca e la nascita della RSI, la popolazione civile versiliese, già stremata da più di tre anni di lutti e sacrifici, comprese che l’unica speranza per una rapida fine del conflitto in corso, oltre all’attività partigiana, era costituita dagli Alleati: in loro si confidava, ascoltando in gran segreto i bollettini di Radio Londra, in attesa di conoscere i progressi più recenti della difficile risalita della penisola.

Durante il rigido inverno fra 1943 e 1944, l’avanzata angloamericana rimase bloccata lungo la Linea Gustav, mentre in Versilia la repressione nazista si faceva sempre più spietata, e la situazione alimentare ogni giorno più difficile: le razioni assicurate dalle tessere annonarie si assottigliavano, mentre dalla dieta scomparivano carne, sale, zucchero, farina di grano e pane bianco. Le autorità fasciste repubblicane si dimostravano incapaci di gestire le necessità quotidiane della popolazione civile, mentre con bandi e minacce provvedevano a sequestrare capi di bestiame e mezzi di trasporto, pretendendo inoltre la consegna di esose derrate per “necessità militari”. Il tracollo completo della situazione si ebbe con le ordinanze di sfollamento dell’estate del ’44, mentre le truppe angloamericane si facevano attendere, impiegando più di un mese per attraversare l’Arno.

Ma che cosa si aspettava dagli Alleati la popolazione versiliese? Come già detto, la preoccupazione fondamentale era quella del cibo: semplicemente, non si aveva di che mangiare, mentre i gruppi di sfollati crescevano, assottigliando sempre più le già scarse risorse delle Apuane. In secondo luogo, si aveva bisogno di medicine: molti, infatti, erano i versiliesi ammalati o indeboliti, sfiancati da anni di angosce e malnutrizione, negli ultimi mesi, per di più, costretti in condizioni di igiene e promiscuità intollerabili. In terzo luogo, tutti si aspettavano il ripristino di condizioni di vita più dignitose: la fine, insomma, del terrore di veder portati via i propri cari, a lavorare sui cantieri della Gotica, deportati in Germania, o, peggio ancora, giustiziati in feroci operazioni di rappresaglia. Si sognava, in altre parole, un ritorno alla normalità. Per farsi un’idea più chiara di quali potessero essere le aspirazioni di un ragazzo versiliese di quel tempo, si legga fra i “Materiali correlati” la vivida testimonianza del fortemarmino Fabio Giannelli, classe 1927.

Seravezza 5 Aprile '45, mezzi corazati americani sparano ve

Seravezza 5 Aprile ’45, gli alleati preparano l’offensiva finale (fonte F. Bertozzi, cit., p. 192)

Nonostante le preghiere, i versiliesi dovettero attendere a lungo l’arrivo degli Alleati. Accolte con entusiasmo e trepidazione, le prime pattuglie in divisa verde oliva entrarono in Versilia il 19 settembre del 1944, quando i primi soldati americani misero piede a Pietrasanta e Forte dei Marmi: nel corso delle settimane successive, i reparti iniziarono la loro prudente opera di penetrazione dell’entroterra, sotto il tiro costante delle artiglierie tedesche arroccate sulle alture. In effetti, per i nuovi arrivati, prendere il controllo della zona si rivelò più difficile del previsto, e l’avanzata verso nord rimase a lungo impantanata ai piedi delle montagne, bloccata dalle temibili difese naziste.

In fatto di bisogni concreti, tuttavia, le truppe americane seppero pienamente soddisfare le aspettative della gente, che fantasticava da mesi sulla straordinaria abbondanza della macchina bellica statunitense: dove arrivarono, i soldati della “Buffalo” instaurarono fin da subito un legame schietto e cordiale con la popolazione del posto, non lesinando aiuti materiali ed assistenza medica.

Anzitutto, gli Alleati portarono del cibo, molto cibo, solitamente distribuito con generosità presso le cucine dei numerosi accampamenti del territorio: finalmente, dopo mesi di fame e sofferenze, i civili poterono tornare ad assaggiare il sale, lo zucchero, il caffè, il gustoso pane bianco – così diverso dall’insipido “pane nero” dei tedeschi -, e permettersi anche il lusso di assaporare vivande un tempo irraggiungibili, come la cioccolata e le noccioline americane.

Con grande meraviglia, i versiliesi scoprirono lo scatolame, fino ad allora mondo perfettamente sconosciuto: all’interno di lattine multicolori dalle forme più svariate, poterono trovare piselli, fagioli, carne di manzo in gelatina, tonno, sardine, e addirittura prodigiose “zuppe istantanee”. Sensazionale fu poi la rivelazione dei chewing gum e della “Coca-Cola”, novità assolute, che, in pochi mesi di “frequentazione”, seppero inserirsi nelle abitudini alimentari di tutti gli italiani.

Dal canto loro, le truppe alleate manifestarono di gradire vino, cognac e grappe alla frutta fatte in casa: in alcuni casi, li gradirono anche troppo, lasciandosi andare a risse, urlerie, a volte molestie ai danni di qualche ragazza della zona. In cambio di corvée, piccoli servizi di fatica, come il rifornimento di acqua potabile ai comandi o il trasporto di materiali e munizioni, i militari americani dispensavano volentieri birra e sigarette a chi avesse dato loro una mano: fu proprio così che molti versiliesi cominciarono a fumare, giovani compresi. Per i più piccoli, poi, i camion erano sempre ben forniti di biscotti e caramelle. Per approfondire, sono consultabili fra i “Materiali correlati” i ricordi del fortemarmino Mario Pellegrini, che, a quel tempo quindicenne, si ritrovò a trascorrere un lungo periodo a stretto contatto con le truppe afroamericane, vivendo anche momenti di gioia e spensieratezza, ricostruiti con parole semplici ed efficaci.

Enormi progressi si registrarono anche da un punto di vista sanitario: nelle retrovie del fronte, i nuovi arrivati allestirono subito diversi ospedali da campo, dove medici ed infermieri di grande umanità assistettero civili feriti e ragazzi denutriti, distribuendo cure, farmaci e sapone, altrimenti introvabili: merito capitale, gli Alleati portarono la penicillina, miracoloso antibiotico che permise di salvare la vita di moltissimi sfollati versiliesi, debilitati da mesi di pessima igiene e malnutrizione.

Nel successivo inverno di battaglia lungo la Linea Gotica, le truppe angloamericane seppero dunque normalizzare i rapporti interpersonali, restituendo alla gente di Versilia quella rassicurante dimensione di quotidianità, che da troppo tempo aveva perduto: scomparso il timore della violenza arbitraria, recuperata la pienezza e la dignità del corpo, i versiliesi seppero affrontare con rinnovato slancio i residui mesi del conflitto, in attesa di poter far ritorno alle proprie case, e di rimettere assieme i pezzi della propria esistenza.

Federico Bertozzi, laureato in storia contemporanea presso l’Università di Pisa, si occupa di storia della seconda guerra mondiale, con particolare attenzione alle esperienze dei civili in guerra e alla raccolta delle loro memorie. Recentemente ha  pubblicato per Pezzini editore, “Attaccarono i fogli: si doveva sfollà!” – Indagine storico-antropologica sull’esperienza dello sfollamento in Versilia nella Seconda Guerra Mondiale. 

Articolo pubblicato nel novembre 2014.




Inaugurazione del Museo dedicato ad Amedeo Bassi

Amedeo BassiIn occasione della Festa della Toscana, si svolge l’inaugurazione del Museo dedicato al maestro Amedeo Bassi.

Programma:

ore 16.00 Presentazione presso la Sala consiliare del Comune di Montespertoli (piazza del Popolo 1)

ore 17.00 Corteo della Filarmonica Amedeo Bassi e del Gruppo Novecento dalla sala consiliare al Museo

ore 17.15 Taglio del nastro presso il Museo (Piazza Machiavelli, 13)

Il Tenore Amedeo Bassi, nativo di Montespertoli, debuttò a Castelfiorentino nel 1897 e da qui ebbe inizio la sua brillante carriera che lo portò in tutto il sud America e poi a New York, Philadelphia, Chicago, Londra, Parigi con esibizioni nei più grandi teatri internazioni ed italiani. Il suo repertorio fu vastissimo, da Verdi a Puccini, da Giordano a Leoncavallo, da Mascagni a Wagner; la sua ottima presenza scenica si accompagnava ad una voce dolce e potente.
Il Museo, che si articola in tre sale, contiene la collezione dei cimeli del tenore donati fin dagli anni Ottanta del secolo scorso all’Amministrazione dagli eredi e appassionati e ripercorre la vita e il radioso successo di un personaggio che, nel suo tempo, divenne un vero e proprio Divo.