L’occupazione nazista di Monsummano, 1943-1944

I giorni successivi all’Armistizio furono terribili per l’Italia e per i suoi abitanti: anche Monsummano, paese pistoiese di 9647 abitanti nel 1944, fu profondamente sconvolto con l’immediato arrivo di colonne motorizzate naziste.

Durante la guerra furono più di 800 i monsummanesi richiamati alle armi e a settembre la maggior parte di loro fece ritorno a casa fra pericoli e difficoltà. I meno fortunati vennero catturati dai tedeschi e sfruttati come forza lavoro o imprigionati nei lager con la qualifica di Internati Militari Italiani: nell’archivio locale sono presenti ben 26 domande di liberazione redatte dalle famiglie o dai datori di lavoro.

Un fenomeno nato con l’occupazione nazista fu quello degli helpers, persone che dettero protezione agli ex-prigionieri militari alleati in fuga dai campi d’internamento italiani: assicurarono loro vitto, vestiti e alloggio. A Monsummano le richieste di riconoscimento nel dopoguerra furono soltanto due, da parte di Matteo Mattei e Ulderigo Giovannelli, ma non siamo a conoscenza dell’esito; tuttavia, sappiamo che Mattei, residente a Montevettolini, dopo aver dato riparo ad alcuni soldati alleati ed esser stato denunciato dai repubblichini locali, fu arrestato e rinchiuso in un campo di lavoro, riuscendo poi a fuggire.

Casa del fascio di CintoleseIn tutta la RSI furono organizzate retate dai tedeschi e dai repubblichini per la cattura e la deportazione degli ebrei. Il 5 novembre 1943 una perlustrazione organizzata dal fascio monsummanese portò al fermo di sei ebrei: Giulio Melli (74) e sua moglie Giuseppina Coen (74); Elio Melli (39), figlio di Giulio, e sua moglie Vilma Finzi (33); Sergio (10) e Giuliana Melli (3), figli di Elio. Un altro uomo, Carlo Levi (72), fu imprigionato il 14 febbraio 1944. I sette furono internati nel campo di concentramento di Fossoli e da lì partirono con i treni in direzione Auschwitz: nessuno tornò più a casa.

Il comando provinciale nazista era collocato a Pistoia mentre leggi e ordinanze venivano divulgate nei comuni dal commissario prefettizio, ruolo ricoperto prima da Gildo Rubino poi dal professore Italo Giampieri. Fra i numerosi decreti emanati occorre ricordarne alcuni: la presentazione obbligatoria per i militari rientrati dopo l’8 settembre; il divieto di aiutare i soldati angloamericani; la consegna di tutte le armi; le speciali disposizioni sulla circolazione dei veicoli; la proibizione di ascoltare canali radio ostili; il coprifuoco dalle 22 alle 5; le norme sull’oscuramento; la lotta al mercato nero; l’obbligo di eliminare ogni riferimento alla passata monarchia dalle intitolazioni.

Un grave problema che afflisse la comunità fu quello degli sfollati, persone provenienti dai luoghi più disparati che cercavano rifugio e protezione. Nella città valdinievolina furono ospitati in case libere o abbandonate, negli edifici scolastici, in locali di fortuna, spesso sprovvisti di sufficienti condizioni sanitarie e alimentari.

Quotidiani allarmi risuonavano nell’abitato, soprattutto nelle ore notturne: la sirena era installata in casa del capo guardia Nazzareno Pieri presso il palazzo comunale. A Montevettolini, Giuseppe Francini suonava le campane della chiesa per informare la popolazione. Durante gli allarmi, gli abitanti solevano scappare nella campagna e nei rifugi; già dal febbraio ‘44 gli enti comunali avevano provveduto a costruire trincee e difese antiaeree. La città termale non subì mai un completo bombardamento aereo, fu però cannoneggiata e mitragliata diverse volte dagli alleati che causarono 12 vittime.

In paese fu attiva l’organizzazione nazista Todt con sede nello stabilimento termale e hotel della Grotta Giusti, reclutando personale civile in parte aderente e in parte obbligato: innalzarono un fortino in cemento armato, edificarono varie baracche in legno e scavarono una galleria a forma di ferro di cavallo nella Cava Rossa. Un distaccamento dell’amministrazione tedesca fu alloggiato alla Grotta Parlanti e le due grotte vennero collegate telefonicamente con un filo volante spesso sabotato. Inoltre, da inizio giugno fino al 14 luglio, il quartier generale di Albert Kesselring, comandante della Wehrmacht in Italia, fu situato alla Grotta Giusti.

Nel corso della stagione estiva i nazisti in ritirata furono colpevoli di una scia di massacri perpetuati ai danni della popolazione civile ed esportarono, senza nessun accorgimento giuridico, bestiame, cibo, vestiti e beni di qualsiasi valore. Ben 7 civili monsummanesi persero la vita prima dell’eccidio del Padule di Fucecchio (174 morti) avvenuto il 23 agosto 1944: Sereno Romani (45), colpevole di aver difeso una parente vittima di un tentativo di stupro; Bruno Baronti (20) e Foscarino Spinelli (20, di Lamporecchio) accusati di essere partigiani; Brunero Giovannelli (22), colpito nel tentativo di fuga durante un rastrellamento; Marino Agostini (34), Italo Laserdi (29), Fausto Franceschi (66), Antonio Boninsegni (18 anni), accusati di effettuare segnalazioni luminosi.

Le formazioni partigiane dell’area si distinsero per attività di sabotaggio, di raccolte armi e informazioni. Erano tre: la Stella Rossa, comunista, la Corallo, partito d’azione e la Faliero. I partigiani monsummanesi furono almeno 17, i patrioti 15. Il 4 settembre 1944 un’azione congiunta delle varie squadre portò all’occupazione della città già abbandonata dai tedeschi.

Il potere politico fu assunto a partire da fine agosto da Aurelio Pestelli, proprietario della Grotta Giusti. Il C.L.N. locale cominciò la propria attività nel giugno 1944 aiutando, in ambito economico e politico, la cittadinanza e al 5 settembre risaliva la prima riunione post-liberazione nella sala podestarile del comune.

Il 9 settembre il comunista Fulvio Zamponi fu nominato all’unanimità primo sindaco di Monsummano mentre il democristiano Giulio Bendinelli divenne vicesindaco.

Matteo Grasso, laureato in storia, svolge quotidianamente attività di ricerca archivistica, orale e bibliografica finalizzata all’approfondimento locale e nazionale di particolari momenti storici legati al periodo contemporaneo. Collabora sia con l’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia (ISRPt), gestendo il sito web e facendo parte del consiglio direttivo, sia con l’Associazione Culturale Orizzonti di Lamporecchio che diffonde il mensile Orizzonti. Ha pubblicato una monografia dal titolo Guerra e Resistenza. Vicende partigiane per uno della «Bozzi», la storia personale di Doriano Monfardini e alcuni saggi riguardanti il periodo della seconda guerra mondiale sui Quaderni di Farestoria, periodico quadrimestrale dell’ISRPt. Inoltre ha partecipato a presentazioni di libri, tra i quali Achille Occhetto, a conferenze e a incontri su temi storici sia a livello comunale sia in ambito provinciale. Attualmente svolge un tirocinio per la valorizzazione storico-artistica di una villa medicea a Firenze.

Articolo pubblicato nel marzo del 2015.




Mostra “L’8 marzo nei volantini e nei documenti delle donne grossetane”

L’8 marzo si terrà nella Sala Contrattazioni della Camera di Commercio l’iniziativa “8 marzo oggi-8 marzo ieri: riflessioni e sguardi di donna, con un ricco programma di eventi

L’Istituto e il Centro documentazione donna della provincia di Grosseto partecipano con la mostra di volantini e documenti: “L’8 marzo nei volantini e nei documenti delle donne grossetane “




Cerimonia in memoria dei caduti nella Grande Guerra

Alle ore 9.30 nella Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia, Cerimonia di commemorazione dei caduti nella Grande Guerra.

Ingresso della Bandiera dei combattenti aretini nella guerra 1915-’18.

Esecuzioni di brani musicali a cura della Fanfara dei bersaglieri di Montevarchi.

Saluti istituzionali.

Lettura di lettere e cartolini inviate dalla trincee e da zone di guerra a cura degli alunni della Scuola Media Istituto comprensivo di Monte San Savino.

Consegna della medaglia commemorativa ai Sindaci della Provincia di Arezzo in memoria dei caduti della Grande Guerra dei rispettivi comuni.

Basilica di San Francesco, Cappella dei Caduti, alle ore 12.00, deposizione di una corone di alloro alla lapide ai caduti e preghiera in suffragio officiata dall’arcivescovo monsignor Riccardo Fontana.




“Risvegli di primavera”

Proseguono a Pelago le iniziative della rassegna “Risvegli di Primavera”, progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune, in collaborazione con l’Associazione APelago, la Scuola di Musica Comunale, la Fondazione Federico Fagioli e l’Associazione Donne in Cammino.
Domani, sabato, 7 marzo, alle ore 17, nel palazzo comunale di Pelago, si svolgeranno le celebrazioni del centenario della nascita del poeta Mario Luzi. I relatori saranno il figlio di Mario, Gianni, l’Assessore alla Cultura Bernardo Fallani ed il giornalista Luigi Oliveto. A margine dell’evento verrà proiettato il documentario “In Toscana. Un viaggio in versi con Mario Luzi”. L’Associazione “Donne in Cammino, Voci dal Futuro” curerà alcune letture tratte dall’Opera del Poeta.




Il Comune di Fucecchio ricorda gli operai della Saffa nell’anniversario della deportazione

L’8 marzo 1944 otto operai della Saffa e altri quattro uomini, presi in varie zone di Fucecchio, furono deportati nei campi di concentramento nazisti.
Domenica prossima 8 marzo alle ore 11, nel giorno del 71° anniversario, l’amministrazione comunale ricorderà questo tragico episodio con una commemorazione che si svolgerà in Via Dante, di fronte alla vecchia sede della fabbrica di fiammiferi dove adesso campeggia la lapide col nome degli operai deportati. Alla cerimonia sono invitati tutti i cittadini e le associazioni.




Cerimonia di commemorazione dei cittadini deportati a Capraia e Limite

Anche Capraia e Limite, settantuno anni fa, ebbe a pagare scotto dinanzi alle violenze commesse dai nazifascisti in un periodo delicato e cruciale della storia nazionale e mondiale. Nella fredda e buia notte tra il 7 e l’8 Marzo 1944, in un’Italia divisa tra il Sud liberato dagli Alleati ed il Centro-Nord sotto la giurisdizione della Repubblica Sociale di Salò, sostanzialmente controllata dai nazisti, undici cittadini della nostra comunità furono costretti a lasciare i propri affetti ed a partire per i campi di concentramento, da cui non fecero più ritorno.
Giuseppe Martelli,Vincenzo Fucini, Umberto Agudio, Genè Larini ed il figlio Giuseppe, Guido Palandri, Priamo Salani ed il fratello Eugenio, Corrado Corti, Otello Bini, Angiolo Michelucci, erano stati inseriti il 7 marzo in una lista di venticinque antifascisti da arrestare e deportare in Germania. Con loro, erano stati fermati anche Luigi Falorni, Guido Papanti e Giacomo Picchiotti, ma tutti e tre riuscirono a fuggire prima di essere caricati sul treno in partenza dal binario 6 della stazione fiorentina di Santa Maria Novella.

Pochi giorni prima, il 4 marzo 1944, aveva avuto un gran successo lo sciopero organizzato in tutta Italia per rivendicare razioni alimentari più consistenti ed un aumento dei salari. Anche a Limite, per disperdere l’assemblamento sotto al Comune, si narra che dovettero intervenire le forze dell’ordine con bombe lacrimogene e manganelli.

A distanza di decenni, con i testimoni diretti che si assottigliano ogni anno di più, è doveroso da parte dell’Amministrazione tenere alta l’attenzione su quanto avvenuto sul nostro territorio, nelle strade che si percorrono ogni giorno. Quella violenza gratuita espressa da cittadini contro altri cittadini, deve fungere da monito per prendere consapevolezza di quanto siano preziose la libertà e la democrazia, conquistate con fatica e sacrificio di vite umane. Soprattutto le giovani generazioni, chiamate a raccogliere il testimone per il futuro ed a tenere accesa la fiaccola della memoria, devono avere la possibilità di conoscere quanto accaduto più di settant’anni fa, affinché possano impegnarsi per la realizzazione di una società più aperta ed inclusiva, dedita alla pace, al rispetto reciproco ed aliena da ogni tipo di violenza.

Dopo la celebrazione della Liberazione organizzata lo scorso 2 Settembre in piazza Fucini, con memorie e testimonianze dell’epoca, l’Amministrazione Comunale organizza anche quest’anno una commemorazione per ricordare gli undici concittadini deportati nei campi nazifascisti.
L’appuntamento è fissato per Lunedì 9 Marzo 2015, alle 11,15, al cimitero di Limite sull’Arno, presso il cippo eretto a perenne memoria nel 1950, ed alle 12,00 alla scuola elementare di Capraia F.na, di fronte al monumento del deportato inaugurato nel 1984.
In entrambi casi, alla presenza del Sindaco Alessandro Giunti, sarà deposta una corona d’alloro e saranno lette delle poesie da parte dei bambini delle scuole materne, elementari e medie.

La cittadinanza è invitata a partecipare.




Terrorismo: delirio dell’utopia

In occasione dei quarant’anni dall’uccisione delle guardie di Pubblica Sicurezza, il brigadiere Leonardo Falco e l’appuntato Giovanni Ceravolo, avvenuta a Empoli il 24 Gennaio 1975 per mano del terrorista Mario Tuti, il Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia per la CGIL, Avviso Pubblico (Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie), ed il Comune di Empoli, organizzano, per martedì 10 marzo 2015 dalle 10 alle 12.30, al cinema La Perla, via dei Neri 5, un incontro-dibattito sul terrorismo in Italia intitolato “Terrorismo: delirio dell’utopia”, rivolto principalmente agli studenti degli istituti superiori dell’Empolese-Valdelsa ma anche a tutti i cittadini che vorranno ascoltare voci autorevoli ed importanti sull’argomento.

I RELATORI – Relatori della mattinata che porteranno il loro contributo Beniamino Deidda, già Procuratore Aggiunto della Repubblica di Firenze, Procuratore della Repubblica di Prato e Procuratore Generale della Repubblica di Trieste e Firenze, membro del Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura; Monica Galfrè, ricercatrice e professoressa di Storia dell’Italia repubblicana al Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze; Marco Boschi, criminologo, docente di Criminologia del terrorismo all’Università degli Studi di Firenze, perito del Tribunale penale di Firenze in Criminologia del terrorismo, Sociologia della devianza e Criminal profiling; moderatore Danilo di Stefano, sostituto commissario della Polizia di Stato, membro della Segreteria Silp CGIL di Empoli.

I SALUTI – Aprono i lavori Eleonora Caponi, assessore del Comune di Empoli; Roberto Bagnoli, presidente del Consiglio comunale di Empoli; Filippo Torrigiani, delegato di Avviso Pubblico; Alessandro Borgherini, consigliere comunale ‘Ora si cambia’.

GLI ORGANIZZATORI – Anche quest’anno Silp Cgil (Sindacato italiano lavoratori polizia), Avviso Pubblico e Comune di Empoli propongono un incontro-dibattito di alta formazione ed approfondimento sul terrorismo in Italia Grazie alla disponibilità di illustri personalità del mondo della Magistratura e dell’Università, si affronteranno alcuni temi che caratterizzarono quegli anni da un punto di vista storico, sociologico e giudiziario, tra i quali:

– quando comincia la spirale della violenza e, soprattutto, come nasce il fenomeno del terrorismo;

– quali furono le difficoltà che la magistratura inquirente e le forze di polizia dovettero affrontare per combattere il fenomeno degli “opposti estremismi”;

– qual’era, in quegli anni, il contesto sociale in cui le formazioni terroristiche reclutavano i loro aderenti;

– ciò che accadde in Italia tra il 1969 ed il 1984 può essere definito “guerra civile”;

– nella lotta al terrorismo furono violati i diritti costituzionali;

– cos’era la “strategia della tensione”;

– può essere considerata finita l’emergenza terrorismo.

Temi questi che, nonostante il tempo trascorso, infiammano ancora il dibattito sociale e politico e, non avendo ancora trovato una risposta definitiva, sono argomento di ricerca da parte di tutti coloro i quali si domandano cosa furono, veramente, gli “anni di piombo”.




Accentrica

Dalle ore 11 alle ore 13 presso Auditorium di Palazzo Panciatichi. Iniziativa promossa dal Consiglio regionale della Toscana.

In occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, “Accentrica” propone un’esperienza teatrale per promuovere la Nonviolenza Attiva e della Storia Sociale. Una Memoria che sia, attraverso l’arte, un’analisi, una scoperta di ciò che è stato.
“Accentrica”, è una parola, una frontiera, un nuovo modo di fare storytelling.
Un misto tra passato e presente, tra la vecchia tradizione orale dei “contastorie” itineranti e la fusione tra musica e parole.
(dal programma degli spettacoli)

saluti
Giuliano Fedeli, vicepresidente del Consiglio regionale

racconti sonori
La Rosa Bianca
La Sepoltura Zingara
Le donne di Rosenstrasse
Chiara e Francesco
Le donne di Carrara

interpreti
storyteller, Andrea Galasso
voce, Gloria Anastasi
chitarra, Valerio Iori
arrangiamenti musicali, Valerio Iori e Gloria Anastasi
filmati, Andrea Galasso