Il Giorno del Ricordo a Cecina

L’Amministrazione Comunale di Cecina (Livorno) celebrerà il Giorno del Ricordo: in memoria delle vittime delle foibe martedi 10 febbraio alle ore 10.00, con una cerimonia commemorativa che prevede la deposizione di una corona di alloro presso la piazza intitolata ai Martiri delle Foibe. La cittadinanza è invitata a partecipare.

 

 

 




La Giornata del Ricordo a dieci anni dalla prima celebrazione

A distanza di 10 anni dalla prima applicazione della legge istitutiva della Giornata del Ricordo, vale la pena di dare uno sguardo d’insieme a quella che all’inizio fu una sfida per la rete degli istituti storici della Resistenza, oggi è un patrimonio di molte esperienze, che ci consegna anche un’eredità di riflessioni sul rapporto storia-memorie-usi pubblici della storia. La storia di “dolore ed esilio” delle popolazioni del Confine orientale era considerata storia negata; la scena fu occupata allora da conflitti di memorie e usi politici delle vicende di tutta quell’area: foibe, violenze, l’abbandono delle terre che ne erano state teatro: il lungo esodo da Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Nel tempo il fenomeno nazionale della crescita delle date del calendario della memoria ha fatto riflettere sulla creazione di quelli che Giovanni De Luna ha definito “pilastri dell’albero genealogico della nazione”, avvenimenti del nostro passato che si sceglie di ricordare, lasciandone cadere nell’oblio altri. Quella che la Giornata del Ricordo ha voluto sottrarre al silenzio ormai non è più una storia negata. Si sono moltiplicate ricerche nuove, la letteratura e la memorialistica prima a circolazione soprattutto locale hanno raggiunto grande visibilità, scuola e istituzioni puntualmente rispettano il dettato della legge.

partenze

Partenze di profughi da Pola, 1947

Quella di cui si tratta non è questione locale e concentrata tra le prime violenze delle foibe istriane -1943 – e l’esodo, ma parte di un dramma che ha coinvolto milioni di europei durante e dopo la seconda guerra mondiale, “laboratorio” della storia complessa del Novecento: tra guerre, violenze, foibe, diplomazia. Guido Crainz, in un libricino pensato per la buona divulgazione, parlò di «un calvario che ha riguardato milioni di persone […] fra tensioni e conflitti di lungo periodo, l’incubo del nazismo, le macerie materiali e ideali della guerra e i processi traumatici di costruzione di un’Europa ‘divisa’» (Il dolore e l’esilio, 2005). Rimanendo entri i limiti cronologici del Novecento, la Grande Guerra aveva lasciato tensioni legate alla nazionalità, nelle zone di confine tra Italia e paesi slavi, cresciute con i processi d’italianizzazione forzata imposti dal fascismo. Alla deflagrazione della seconda guerra mondiale si accompagnarono gli orrori della guerra fascista nei Balcani (il “testa per dente” contro i partigiani slavi della famosa Circolare 3C Roatta), l’occupazione tedesca del Litorale Adriatico, le Resistenze antifasciste italiana e slava e l’esplosione delle violenze. In forma più o meno sotterranea, l’ombra di quegli eventi s’allunga fino alle strategie della tensione dell’Italia repubblicana.

Guardando alla diffusione delle conoscenze nella società e nella scuola, il bilancio è di una crescita quantitativa di sapere, in parte di coscienza critica, indispensabile per distinguere il lavoro di onesta divulgazione dalle incursioni della politica in argomenti delicati, ancora vivi nelle memorie e nelle implicazioni con le storie di tempi vicinissimi a noi. Sapevamo poco, prima del 2005, degli oltre cento centri nazionali di raccolta profughi, dei luoghi della memoria, del viaggio del piroscafo Toscana e delle traversìe dei profughi (dalle stime tra 200.000 e 350.000), accolti anche in Toscana, in centri di raccolta – il più noto Laterina (AR), la cui esistenza è documentata fino al 1963. Non disponiamo di dati certi sugli arrivi: da un censimento del 1956 si rilevarono 6.074 presenze.

confineA dare strumenti per far crescere le conoscenze ha agito la risorsa-rete nazionale degli istituti storici della Resistenza, collegata anche ad associazioni e centri culturali, come la Società di Studi fiumani di Roma. Essenziale il contributo dell’Istituto regionale del Friuli Venezia Giulia, dalla cartografia del “Confine mobile” all’abbondante storiografia; l’Istituto piemontese organizzò nel 2005 a Torino un corso di formazione, da cui gli istituti toscani riportarono un patrimonio di sapere, inizio del percorso, ancora in atto, di studio, elaborazione didattica, invenzione di iniziative originali di studio e divulgazione. Fu momento di svolta un triennio di lezioni e laboratori che coinvolsero un gran numero di insegnanti, iniziativa istituzionale, sostenuta dalla Regione Toscana e dalla Direzione scolastica regionale, coordinata dall’Istituto di Grosseto in collaborazione con l’ISRT, premessa al viaggio di studio di un gruppo di insegnanti, uno per ciascuna provincia.

L’itinerario del viaggio, seguendo le tappe dei luoghi di memorie dolorose e del “confine mobile”, completò la mappa delle conoscenze. A Trieste, alla Risiera di San Sabba, le tracce dell’orrore dei forni crematori nazisti, accanto a quelle della violenza del fascismo di Confine – Narodnj Dom e Sinagoga. Ma lo sguardo su Trieste era diretto a trovare segni di una città-incrocio tra due linee di confine: nord-sud, est-ovest, confronto e convivenza plurisecolare tra culture. A Gonars ci fu la scoperta del lungo silenzio italiano sul campo di concentramento fascista per slavi, quasi introvabile, a oltre sessant’anni privo di un memoriale. L’Istria e Basovizza mostrarono i segni di altri orrori: gli infoibamenti di italiani, nella fase di persecuzione slava di italiani, nel contesto di un conflitto tra Resistenze e fascismi, ma anche nazionale. In Istria, le campagne dell’interno testimoniavano l’abbandono, porte e finestre chiuse da decenni in città come Albona la definitiva e quasi totale estinzione della comunità italiana. A Padriciano fu ultima tappa del viaggio il Centro raccolta profughi, temporanea dimora di chi aveva scelto di partire, lasciando oggetti, che oggi invece di farsi osservare come indizi di vita passata suscitano una sensazione di morte.

Centro raccolta profughi di Padriciano (Trieste)

Centro raccolta profughi di Padriciano (Trieste)

Il racconto del viaggio è parte essenziale del ruolo che l’esperienza toscana ha avuto nel trasferimento di conoscenze e nella formazione culturale e civile nelle scuole toscane e in ambienti vari, non solo toscani. Un documentario, una mostra itinerante, la diffusione di strumenti didattici che ogni anno si sono affinati, “beni culturali durevoli”, che hanno impedito di disperdere l’eredità di un esperimento interessante, stimolando al contrario altro lavoro. Attualmente sono a fuoco altri temi di studio, altri itinerari, che hanno dilatato il tempo oggetto di interesse e di sperimentazione didattica fino all’epoca dell’esplosione delle nazioni nella ex-Jugoslavia, partendo dallo scoppio della Grande Guerra, come i viaggi a Sarajevo.

Un percorso durato dieci anni ha incrociato momenti storici e geo-politici diversi. Quello attuale richiede con urgenza la sottolineatura della lezione che i più riflessivi tra gli intellettuali nati e vissuti nelle terre di confine o esuli consegnano: il confine come luogo di confronto e non di scontro e negazione dell’altro, la diversità di culture come ricchezza, la conoscenza come mezzo necessario per misurarsi con memorie difficili e lutti non elaborati. Per questo abbiamo a cuore, tra le lezioni che una ricca e buona storiografia ha offerto, quella di Marta Verginella, storica italiana nell’Università slovena di Lubiana, doppia “identità”, in termini linguistici e culturali, per sensibilità vicina a protagonisti della grande letteratura di confine, come Claudio Magris. Conviene raccogliere le buone lezioni, proprio ora che il corso della storia presenta preoccupanti indizi di segno opposto, con forme inedite di violenza e rifiuto dell’altro, in cui l’Europa forse sperava di non doversi più imbattere.

Articolo pubblicato nel febbraio 2015.




Il Giorno del Ricordo a Sesto fiorentino

Programma della commemorazione

Biblioteca “E. Ragionieri”, Sala Meucci (Piazza della Biblioteca, 4 Sesto Fiorentino)

Ore 10.30, Saluto del Sindaco, Sara Biagiotti

Ore 10.45, Foibe ed esodo: una tragedia italiana nella tragedia europea, intervento del prof. Silvano Priori, (Istituto Storico della Resistenza in Toscana)

Nel corso dell’intervento saranno proiettati documenti storici e brani di interviste agli esuli.

 

 




Il Giorno del Ricordo a Reggello

Reggello commemora le vittime delle Foibe e di tutti i genocidi e gli stermini della storia, in un incontro con i ragazzi delle scuole. Sarà celebrato così a Reggello il “Giorno del Ricordo” martedì prossimo 10 febbraio alle 10 nella sala consiliare, anche in questo caso, come per il giorno della memoria le istituzioni e gli amministratori incontreranno gli studenti della Scuola Seconda ria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo M. Guerri di Reggello. All’iniziativa parteciperà anche Liana Sossi profuga istriana che ha vissuto in prima persona la tragedia delle foibe e della deportazione.
Per l’occasione è stato anche convocato il consiglio comunale di Reggello.




71° anniversario del bombardamento di Colonnata

Furono 23 i bambini uccisi dalle bombe che colpirono il Collegino di Colonnata durante la seconda guerra mondiale, tutti di età compresa tra i sette e i dodici anni. Era l’8 febbraio 1944, quando gli aerei delle forze alleate colpirono la piccola struttura di San Pietro che ospitava i figli di famiglie povere. Con i piccoli morì anche un giovane chierico.

Domenica ricorre il 71esimo anniversario della strage e il Comune di Sesto Fiorentino la ricorderà, oltre che con la consueta cerimonia, con una mostra e uno spettacolo realizzato con il coinvolgimento di bambini di quinta elementare.

Il programma della giornata inizia alle 9.30 con la deposizione della corona al Monumento al Cimitero Maggiore e, alle 10, in via delle Porcellane, al Tabernacolo. Seguirà l’intervento del sindaco di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti.
Alle 10.30 si terrà l’inaugurazione della mostra “Documenti editi e inediti della Resistenza a Sesto Fiorentino” alla Biblioteca Ernesto Ragionieri, visitabile fino al 28 febbraio 2015. L’esposizione è stata realizzata grazie alla collaborazione delle sezioni ANPI di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, della Associazione Diremare Teatro e della Federazione Regionale Toscana delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza.

Dopo l’inaugurazione della mostra, gli alunni della V B della De Amicis, con l’associazione Diremare Teatro, metteranno in scena, nella sala Meucci, “Vittime innocenti: 8 febbraio 1944 – L’eccidio del Collegino”. La rappresentazione è stata realizzata con il contributo della Regione Toscana
La mattinata di celebrazioni si concluderà alle 12, con la messa in suffragio delle vittime alla chiesa di San Romolo a Colonnata.




Giorno del Ricordo in Palazzo Vecchio

Programma dell’iniziativa promossa dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze

Ore 10.00

Saluti della ViceSindaca e Assessora all’Educazione Cristina Giachi

Interventi:

Matteo Mazzoni, Direttore Istituto Storico della Resistenza in Toscana

Silvano Sarti, Presidente ANPI provinciale

Silvia Rusich, testimone

Riccardo Simoni, esule e testimone

Proiezione del video “Volti di un esodo” prodotto dal Museo Storico in Trento  e filmati storici offerti dal Miur-Direzione generale Dipartimento per l’Istruzione.

 

 




“A tu per tu” con Mario Nigro, fra astrattismo e psicoanalisi

Mario_NigroAlle ore 17.30 il nuovo appuntamento di A tu per tu con l’opera d’arte, (Palazzo De’ Rossi, via De’ Rossi 26, Pistoia) sarà dedicato al pittore pistoiese Mario Nigro, innovativo interprete dell’astrattismo, tra i più impegnati e importanti protagonisti della ricerca artistica italiana della seconda metà del Novecento.

Ad illustrare la sua poetica, lo studioso Augusto Iossa Fasano, psicanalista che si avvale delle arti visive nell’esercizio della professione e nella didattica, e che condurrà il pubblico attraverso l’indagine di un’opera della serie Tensioni reticolari (1956), mettendo in relazione le peculiarità stilistiche e formali della tela con le vicende personali dell’autore e con il contesto storico, sociale e culturale di riferimento.

L’incontro si focalizzerà sul passaggio dalle geometrie rigorose proprie delle prime produzioni dell’artista, alle composizioni degli anni ’50 in cui la rigidità delle griglie si deforma per lasciare spazio a linee oblique e contrasti cromatici, rappresentazione drammatica ed espressiva del dato emozionale.

Come sempre in occasione degli incontri di A tu per tu con l’opera d’arte, le sale espositive della Fondazione saranno aperte al pubblico dalle ore 15.30 alle 19.30 permettendo la visita della collezione Arte pistoiese attraverso i secoli, in cui sono conservate opere, tra gli altri, di Marino Marini, Remo Gordigiani, Jorio Vivarelli, Sigfrido Bartolini, Agenore Fabbri, Adolfo Natalini, Gianni Ruffi e Roberto Barni.

 

Mario Nigro (Pistoia, 1917 – Livorno, 1992), alle spalle studi musicali e una formazione scientifica (doppia laurea in Chimica e Farmacia,) si appassiona presto alle arti visive e inizia a dipingere da autodidatta. Nel 1949 entra a far parte del Mac (Movimento per l’arte concreta) con Munari, Dorfles e Fontana, abbandonando l’attività di farmacista per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Nel 1959 ottiene mostre personali alle gallerie Kasper (Losanna), del Cavallino (Venezia) e Annunciata (Milano), mentre nel 1968 gli viene riservata una sala personale alla Biennale di Venezia. Celebrato più volte in rassegne artistiche internazionali, tra cui quella del 1971 a Münster (Arte concreta. Die Italienische Konstruktivismus), la Biennale di Venezia gli rende omaggio nel 1993 con una mostra che inaugura la riscoperta della sua opera.

Augusto Iossa Fasano, psicoanalista esperto in adolescenza e senilità, si occupa di formazione di psicoanalisti e psicoterapeuti. Autore di numerose pubblicazioni nel campo dell’art-terapia, si avvale delle arti visive come contributo alla clinica e alla didattica. Non interpreta l’opera d’arte alla luce della psicoanalisi, ma dimostra come l’artista costruisca un percorso che è un modello di pensiero e di comportamento.

 

Informazioni:

Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Sale Espositive – Collezione “Arte pistoiese attraverso i secoli”

Palazzo De’ Rossi, via De’ Rossi 26, Pistoia.

info@fondazionecrpt.it – 0573 974226

www.mostrefondazionecrpt.it

 




A Prato BOMBING ART 1940-1945

Manifesto PROVINCIA LIGHTCosa accadde al patrimonio artistico pratese e toscano durante la Seconda Guerra Mondiale? BOMBING ART, la mostra che ricostruisce l’impegno per la difesa dei capolavori toscani e le distruzioni di Prato e Firenze attraverso foto, documenti inediti e filmati d’epoca è la risposta.

Dopo la presentazione alla villa rinascimentale del Mulinaccio, lo scorso autunno, la mostra arriva a Prato, a Palazzo Buonamici per far conoscere un pezzo della storia del patrimonio artistico della nostra città. L’allestimento a PALAZZO BUONAMICI sarà inaugurato sabato 21 febbraio e sarà visitabile fino al 14 marzo con orario: lunedì-venerdì 9-18, sabato 15-19 (chiuso la domenica) a ingresso libero.

A cura della Fondazione CDSE, con la collaborazione di Archivio Fotografico Toscano, Biblioteca Roncioniana, Laboratorio per Affresco “Elena e Leonetto Tintori”, la mostra ha il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Prato e Comune di Vaiano ed è stata realizzata in occasione del 70° anniversario della Liberazione.

La straordinaria concentrazione in Toscana di opere d’arte disseminate capillarmente in tutto il territorio impose, già dal 1940, l’adozione di misure eccezionali. A Prato, il giovane restauratore Leonetto Tintori, dopo i bombardamenti del 7 marzo 1944, che avevano frantumato anche il venerato tabernacolo di Filippino Lippi, gioiello della città, rimase per più giorni sul luogo per ricercare fra le macerie i frammenti di affresco e portarli in salvo nella sua casa di campagna.

La mostra ripercorre diversi aspetti: le misure per la difesa delle opere d’arte in Toscana (1940-1943) con esposizione di foto inedite su Prato (Duomo, pulpito di Donatello, pulpito di Rossellino e chiostro) e Firenze (Museo del Bargello, David di Michelangelo, Uffizi, tra le altre), i bombardamenti dei centri storici di Prato e Firenze, attraverso una video installazione, con approfondimento del bombardamento del tabernacolo di Filippino Lippi e del suo “avventuroso” recupero per opera di Leonetto Tintori, le ville di campagna, preziosi rifugi per le opere d’arte, per esempio la villa del Palco di Prato (ex villa Forti) e il tesoro della sinagoga di Firenze, le ville rinascimentali di Poggio a Caiano e Carmignano. Info: www.fondazionecdse.it, eventi@fondazionecdse.it, tel. 338 7852105, Facebook e Twitter FondazioneCDSE