Online il carteggio di Ludovico Ragghianti sul sito dell’omonima Fondazione di Lucca

Da alcuni giorni è online, sul sito della Fondazione Ragghianti di Lucca, l’elenco della serie Carteggio generale dell’archivio di Carlo Ludovico Ragghianti. Da oggi questa importante sezione, che conta circa 37mila documenti diventa pertanto consultabile in sede secondo il regolamento pubblicato sul sito della Fondazione. Rappresenta circa un sesto dell’intero corpus archivistico ragghiantiano che comprende anche i documenti relativi alle pubblicazioni curate da Ragghianti, ai periodici da lui fondati Critica d’Arte e seleArte, ai critofilm, alla sua attività relativa a La Strozzina e all’Uia (Università Internazionale dell’Arte), all’attività politica e istituzionale e quale curatore di esposizioni.

L’elenco pubblicato, redatto dalle archiviste Laura Macchi e Sara Meoni a cui è stato affidato l’incarico di ordinamento dell’archivio, oltre ai nomi dei corrispondenti ordinati alfabeticamente, riporta gli estremi cronologici del fascicolo, il numero di documenti in esso contenuti e la presenza di eventuali allegati. Sono quasi 4mila i nomi di studiosi, critici, artisti, architetti, storici, politici, letterati che compaiono nell’elenco della corrispondenza che copre un arco cronologico che va dal 1929 al 1987, anno della morte del critico.

Il carteggio rispecchia la poliedrica personalità ed attività di Carlo Ludovico Ragghianti e comprende innanzitutto il carteggio con i colleghi storici e critici dell’arte in cui compaiono i nomi di Matteo Marangoni, di cui Ragghianti fu allievo, Eugenio Garin, Roberto Longhi, Jacob Burckhardt, Giulio Carlo Argan, Julius von Schlosser, Bernard Berenson, Enzo Carli, Lionello Venturi, André Chastel. Numerose ovviamente le lettere di artisti e architetti; tra questi ultimi Bruno Zevi, Alvar Aalto, Giovanni Michelucci, Frank Lloyd Wright, Gio Ponti, mentre tra i primi sono presenti tra i molti altri, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Alberto Burri, Giorgio De Chirico, Pablo Picasso, Lucio Fontana. Non mancano le lettere dei politici, tra cui Ferruccio Parri, Giovanni Spadolini, Sandro Pertini, Piero Calamandrei, Giuseppe Saragat, e numerose le corrispondenze con le più eminenti personalità della scena culturale italiana. Presenti i nomi di Luigi Einaudi, Adriano Olivetti, Cesare Pavese, Vasco Pratolini, Cesare Zavattini, Federico Fellini, Giuseppe Ungaretti, Indro Montanelli, Eugenio Montale e molti altri.




Festa della Repubblica a Calenzano

Si celebra il occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno la Festa della Cittadinanza, promossa dal Comune di Calenzano per accogliere nelle istituzioni i ragazzi che hanno compiuto 18 anni e i nuovi cittadini italiani.
L’appuntamento è per martedì 2 giugno alle ore 11.00 nella sala consiliare del Municipio in piazza Vittorio Veneto. Il Sindaco Alessio Biagioli consegnerà una copia della Costituzione a tutti i calenzanesi che compiono 18 anni nel 2015 e agli stranieri che nell’ultimo anno hanno ottenuto la cittadinanza italiana.
Alla cerimonia sono stati invitati 151 diciottenni e 45 cittadini stranieri.




Festa della Repubblica a Scarperia e San Piero

Quella del 2 giugno è la Festa nazionale dedicata alla nostra Repubblica, nata a seguito del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946. Con questa decisione il popolo italiano, dopo il difficile periodo della seconda guerra mondiale, scelse di abbandonare il sistema monarchico, optando per la forma di governo repubblicana, che festeggia il suo 69° compleanno. Una ricorrenza importante, che sta a sottolineare la scelta libera e consapevole che l’Italia fece tanti anni fa. É con queste considerazioni che il Sindaco di Scarperia e San Piero invita, martedì prossimo, 2 giugno 2015, alle ore 10.00, in Palazzo dei Vicari, tutti i giovani residenti nel Comune che hanno compiuto o compiranno diciotto anni nel 2015, per incontrarli, insieme agli assessori e ai consiglieri comunali, e consegnare loro una copia della Costituzione italiana. Un modo per onorare una delle più significative solennità civili della nostra Nazione, incontrando personalmente un folto gruppo – 130 gli invitati – di rappresentanti delle giovani generazioni. Sarà anche un’occasione per informare i ragazzi stranieri della possibilità, offerta dalla L. 91 del 1992, di acquisire la cittadinanza italiana se ininterrottamente residenti in Italia dalla nascita, attraverso una semplice dichiarazione. L’amministrazione si augura la più ampia partecipazione, dei ragazzi, delle loro famiglie, e della popolazione. Al termine sarà offerto un rinfresco ai presenti.

 




Festa della Repubblica a Scandicci

Martedì 2 giugno 2015, Festa della Repubblica, 24 bambini nati in Italia da genitori stranieri ricevono dal Sindaco di Scandicci Sandro Fallani l’attestato di cittadinanza onoraria. La cerimonia alle 10 al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci, assieme al tradizionale Concerto per la Festa della Repubblica dell’Orchestra sinfonica Gams.

 PROGRAMMA:

 Ore 10

Saluto del Sindaco e dell’Assessore Cooperazione Internazionale

Inno d’Italia

Consegna attestati

 Ore 11

 Concerto per la Festa della Repubblica

IN MEMORIA DI TUTTE LE VITTIME DELLE GUERRE

 Direttore Volfango Dami

Orchestra GAMS Ensemble

 PROGRAMMA

 S.Barber – Adagio per archi op 11

Wolfgang Amadeus Mozart – Sinfonia n°40 in Sol Maggiore K 550

Nella giornata dedicata alla Festa della Repubblica, il Gams rende omaggio al 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale e ai suoi caduti con un concerto di alto profilo emotivo e artistico. L’Adagio per Archi di S. Barber e’ un brano di struggente nostalgia. E’ stato usato dal regista Oliver Stone come colonna sonora per il film Platoon. Abbiamo ritenuto che questo brano potesse meglio rappresentare la follia della guerra e le sue nefaste conseguenze. Assieme all’Adagio verranno proiettate immagini del periodo della prima e seconda guerra mondiale.

Dopo questo omaggio alla memoria il concerto continua con l’esecuzione della celebre sinfonia n°40 di W A Mozart.

Senza turbare la forma, senza forzare le strutture Mozart in questa sinfonia ricorrere a incisive novità sulla scrittura .La k550 affronta l’intero panorama dello spirito, la lotta , la coscienza, la rassegnazione. E’ raro -sottolinea la critica- riuscire a raggiungere una combinazione più equilibrata fra purezza dello stile e l’urgenza della comunicazione. Il primo tempo in forma sonata è caratterizzato dalla melodia ampia e cantabile, presto elaborato in gioco di contrasti drammatici pieni d’inquietudine e di tensione. Seguono un Andante su ritmo di siciliana, un Minuetto rude ma illuminato dalle serenità del Trio in Sol maggiore e un Finale, denso anch’esso di contrasti, di deformazioni, di ardite modulazioni. Una sinfonia difficile nella sua somma bellezza.




Festa della Repubblica ad Empoli

Programma delle cerimonie:

Ore 10.30, Piazza della Vitoria, deposizione della corona al Monumento ai caduti.
Consegna della Costituzione italiana ai nuovi cittadini.

Piazza XXIV Luglio deposizione della corona al cippo ricordo dell’Antifascismo e della Resistenza.

 




La primavera del 1915 a Livorno

Per tutto l’autunno del 1914 e l’inverno successivo a Livorno non si erano tenute iniziative in piazza sulla guerra. Con la primavera del 1915 le cose cambiarono: furono le prime iniziative interventiste a suscitare un cambio di passo anche nella propaganda neutralista, provocando un gioco di botta e risposta che animò il dibattito cittadino.

A inizio aprile «Il Telegrafo» dava l’annuncio della formazione di un gruppo nazionalista livornese con oltre 100 soci; pochi giorni dopo gli anarchici riempivano l’Ardenza di manifesti contro la guerra. L’11 venne organizzata una dimostrazione pubblica a favore dell’intervento in cui avrebbe dovuto partecipare Peppino Garibaldi, nipote dell’eroe dei due mondi. I socialisti invitarono la «Livorno proletaria» a intervenire in massa per far «sentire e capire da qual parte sia la maggioranza». L’illustre ospite non venne e l’iniziativa si limitò a una riunione privata nella sede dei repubblicani; ciò non evitò che per strada si creassero incidenti tra interventisti e neutralisti, con una larga eco nella stampa locale. Socialisti e anarchici fecero stampare immediatamente volantini contro la guerra raffiguranti le vignette di Scalarini pubblicate sull’«Avanti!»; un tipografo che distribuiva tale materiale (e che probabilmente lo aveva anche prodotto) fu arrestato.

Nel frattempo alcuni dissidi interni agitavano il Partito socialista locale. Il 27 aprile in un’assemblea nella sede centrale «si portò in votazione la proposta di espulsione di quei socialisti ufficiali che avessero manifestato sentimenti interventisti. Tale proposta fu respinta dopo lunga discussione con 47 voti contro 17». Il giorno seguente la Camera del Lavoro, a maggioranza repubblicana, decise di respingere la proposta di sciopero generale in caso di entrata in guerra dell’Italia, lasciando ogni iscritto di decidere secondo coscienza.

0472 casa del soldato in venezia

Casa del Soldato a Livorno durante la prima guerra mondiale

A inizio maggio ripresero le iniziative contro la guerra, a partire dal grande comizio del 1º maggio alla pineta di Ardenza, e la dimensione pubblica assunse nuovi connotati: una conferenza tenuta il 9 nella sezione socialista di Borgo S. Jacopo vide l’intervento delle forze dell’ordine per rimuovere dei cartelli contro la guerra esposti fuori del locale. Tuttavia il fronte favorevole all’intervento sembrava aver preso una forza che prima non aveva. La commemorazione cittadina della resistenza all’attacco austriaco del 10 e 11 maggio 1849 assunse connotati interventisti, come sottolinearono i quotidiani locali; il 13 maggio la festa dell’Ascensione fu celebrata dal vescovo alla presenza di «molti soldati, specialmente bersaglieri», con una funzione speciale a favore della pace e della patria, in cui si dava la disponibilità ad appoggiare un eventuale ingresso in guerra.

Le dimissioni di Salandra furono anche per Livorno la vera prova di forza per gli schieramenti in campo. Dopo che le manifestazioni interventiste promosse dagli studenti nel pomeriggio del 14 erano andate deserte, i neutralisti si riunirono per impedire una nuova dimostrazione che si doveva tenere la sera. Furono le forze dell’ordine ad assicurare l’agibilità allo schieramento favorevole alla guerra: le persone arrestate quella sera furono 34.

Il 15 maggio «innumerevoli manifestini, distribuiti con grande larghezza, invitavano i neutralisti a riunirsi [il giorno dopo] alle 10 in piazza Mazzini. […] Data la gravità degli incidenti avvenuti l’altra sera, l’autorità politica aveva preso grandi misure di precauzione. Dentro il Cantiere Orlando era una compagnia di soldati agli ordini di un maggiore. In piazza, una quantità di agenti e di carabinieri»: «furono subito predisposti occorrenti servizi di P.S. per impedire assolutamente [il comizio e il corteo], servizi che raggiunsero lo scopo trattenendo dall’intervenirvi gran parte dei neutralisti». Un centinaio di persone riuscì comunque a radunarsi in piazza Mazzini, mentre alcuni cartelloni colorati venivano innalzati fra i dimostranti. Otto gli arrestati, giudicati per direttissima.

Lo stesso giorno, all’Ardenza, gli anarchici avevano organizzato un comizio con il pisano Virgilio Mazzoni: «all’uscita si tentò di formare un corteo di circa duecento persone che gridando: Abbasso la guerra!, viva il socialismo!, viva la rivoluzione!, si dirigeva in via del Littorale. […] Avvennero varie collutazioni tra le guardie di P.S. e i cittadini: vennero scagliati dei sassi che colpirono tre guardie e un carabiniere». Quattro gli arresti. «Anche a Montenero, sulla piazza del Santuario, venne tenuto un comizio in senso neutralista, dopo il quale avvennero dei disordini non gravi. L’intervento dei carabinieri valse a far ritornare la calma tra i pochi intervenuti».

Questi episodi furono gli ultimi tentativi dei neutralisti livornesi di far sentire la propria voce in piazza di fronte all’imminente ingresso nel conflitto europeo. La decisa e probabilmente inaspettata reazione delle forze dell’ordine, più che il limitato confronto in piazza con gli interventisti, raffreddò gli intenti di socialisti e anarchici, già fiaccati dai dissidi interni. Il 18 maggio una grande manifestazione a favore della guerra si svolse senza alcun incidente; solo in serata, alcuni sassi furono lanciati alle finestre del «Corriere di Livorno», promotore delle dimostrazioni. I comizi neutralisti organizzati presso le sedi socialiste e anarchiche per il 20 maggio registrarono infine una partecipazione esigua: anche la voglia di ritrovarsi al chiuso, per discutere di cosa stava succedendo, sembrava essere venuta meno.

[L’articolo è tratto dal saggio dell’autore dedicato a Livorno, in Fulvio Cammarano (a cura di), Abbasso la guerra! Neutralisti in piazza alla vigilia della Prima guerra mondiale in Italia, Le Monnier, Firenze 2015, pp. 459-469]

*Stefano Gallo è assegnista di ricerca presso l’ISSM-CNR di Napoli. Il suo principale campo di ricerca è la storia delle migrazioni e del lavoro, ma si dedica anche alle vicende della Seconda guerra mondiale e della Resistenza. Collabora con l’Istoreco di Livorno, per il quale sta conducendo una ricerca sulla storia della Resistenza, ed è socio fondatore della SISLav (Società Italiana di Storia del Lavoro), di cui copre attualmente il ruolo di segretario coordinatore.

Articolo pubblicato nel maggio del 2015.




L’esame di maturità in tempo di guerra

Primavera-estate 1944. Una fanciulla sta preparando gli esami di maturità. Si chiama Maria Mazzei e non ha ancora diciott’anni. Appartiene a un’antica famiglia fiorentina, una famiglia di intellettuali e di studiosi. Maria invece non ha molta voglia di studiare, è vivace, romantica e sognatrice. E come tante ragazze della sua età si confida a un diario, dove il suo stato d’animo oscilla fra lo sgomento per quanto sta accadendo e un’incontenibile gioia di vivere. In sottofondo, sempre, la preoccupazione per l’esame che incombe.
Mentre lei si affanna sui libri il mondo sta andando a ferro e fuoco. La guerra travolge uomini e cose e Maria si rende conto che il suo tempo di bambina è finito.

14 aprile ‘44 Fonterutoli [Il borgo e la villa di Fonterutoli, antica proprietà della famiglia Mazzei, sono situati 5 km a sud di Castellina in Chianti.]
Sono tornata ora da Firenze in macchina perché ieri hanno fatto scendere i passeggeri dalla Sita per i mitragliamenti. Ho finito la scuola. Mi hanno interrogata, sono passata e ora mi accingo a provare a fare l’esame di III liceo.

23 aprile ‘44
Ieri c’è stato un gran passaggio di apparecchi per due ore. Ero in giardino, mamma era in terrazza con la Viola che le insegnava a filare la lana. Ho guardato in su, dal giardino verso casa, in terrazza una vecchina ricurva alzava le braccia “segnando” il cielo con una croce, era la Viola che “contraddiceva gli aeroplani”.

25 aprile ‘44
Mio fratello Lapo, andato a Firenze ieri sera, è stato rispedito da papà a tutto razzo. Ieri alle 5 ½ di mattina hanno perquisito tutta la casa, si sono confusi visto la conformazione di casa nostra e non sono andati né in dispensa né in camera della nonna. Cercavano le armi. Dunque naturalmente niente esame a Firenze, è pericoloso, non rimane che dare gli esami a Siena ma dicono che i professori sono pestiferi. La leggenda racconta che il prof. di Storia fa dire “tutti i Papi all’indietrina” da oggi al Medio Evo.

2 maggio ‘44
Hanno bombardato Firenze. È stato tremendo, il villino Passerini raso al suolo. Patrizia Passerini e la nonna sono morte, Giovannella ferita alle gambe. Il Teatro Comunale è in fiamme, tutta un’epoca della nostra vita felice che è passata. Tutto questo non finirà mai. Ogni giorno ce n’è una nuova! Devo studiare. Potessi passare ora, così alla scuola non ci penserei più!

4 maggio ‘44
Sto studiando Rousseau, devo leggere l’Émile. Fra una settimana a quest’ora avrò già fatto gli esami. Non so proprio come farò, non so niente, possibile in così pochi giorni!

21 maggio ‘44
Sono tornata ieri dal primo gruppo di esami. Greco e latino malissimo. Italiano e storia dell’arte molto bene. Ho dormito alla pensione Ravizza con Nanda Russo. Non ho punta voglia di studiare ancora fino a martedì.

27 maggio ‘44
C’è stato un mitragliamento al Trogolo [Fonte dell’acqua potabile]. Ero in giardino con la signora Foà che mi da ripetizioni di matematica. Eravamo sotto il pergolato alle scalette quando abbiamo visto degli aeroplani arrivare da dietro la Monsanese, in quel momento passavano due camion. “Vai, questi sono fritti” abbiamo detto la signora Foà ed io. Gli aerei giravano e uno è venuto proprio in linea diretta sul Trogolo. Ci siamo schiacciate per terra tra i due muriccioli, si sentiva “ta ta ta” fortissimo e secco secco. Appena finita la prima scarica siamo andate nella “stanza dei fiori”, poi c’è stata un’altra raffica.
I camion erano pieni di sfollati che hanno fatto in tempo a buttarsi giù nei cespugli. Nessun ferito. Pensare che c’erano due donne a prendere l’acqua, diversi bambini e gli uomini a lavorare nei campi. La gente urlava. Io ero piuttosto calma, poi vedendo la signora Foà agitata mi sono agitata anch’io.

4 giugno ‘44
Roma è stata liberata. Dopo Roma ci siamo noi. Allora, o è la tragedia, o la libertà!
Cosa succederà? Cos’è questa vita? Un susseguirsi di avvenimenti vuoti. Gente che si muove, che si accanisce per un capriccio, per egoismo. E io rimango qui muta a sognare. Oddio, sono partita per il fantastico paese dei castelli di Spagna! Anche col più grande temporale questi castelli non cadono, si affievoliscono forse, ma c’è un luogo della nostra mente dove, tra le nuvole, si erigono sempre guglie e torri altissime.

Congedo16 giugno ‘44
Gli alleati sono sbarcati in Francia ma non accenna per niente a finire. Non finirà mai e si sente una grande tristezza e stanchezza. É il tocco, a mezzanotte circa hanno mitragliato, qui alla strada di sopra. E due! Speriamo di passare la notte liscia.

8 giugno ‘44
Siamo tutti molto agitati. Non sappiamo se andare a Firenze o stare qui. Prepariamo bauli e bagagli. Mi sembra la partenza dei Rostov da Mosca [Il riferimento è al romanzo “Guerra e pace” di Lev Tolstoj]. I tedeschi requisiscono tutto. Tutti hanno un viso lungo e sconcertato. Noi tre meno. Io mi diverto, mi pare di leggere un libro di cui non posso leggere l’ultima pagina!

11 giugno ‘44
Siamo sfollati a Monteporcini con tutta Fonterutoli. Non si può uscire. Nei boschi ci sono prigionieri inglesi scappati e ronde tedesche.

13 giugno ‘44
Lapo è andato a Castellina a cavallo, a Malafrasca è stato fermato, gli hanno detto di tornare indietro perché i tedeschi facevano le retate, è tornato a tutto galoppo.

14 giugno ‘44
Sono tornata da Siena dove sono andata per gli esami. Storia e filosofia male, mi hanno chiesto tutto indietro! A matematica, fisica e chimica mi sono ritirata perché non ero abbastanza preparata, specialmente in meccanica e chimica.
Stamani sono andata in giardino come sempre quando lo studio è lontano mille miglia. Ho tagliato i fiori secchi e fatto i vasi in tavola. Dopo essere stata a contatto con la città, coi professori, con i fascisti, si apprezza cento volte di più una bella rosa e un bel cavallo sotto un cielo azzurro.
La cavalla nuova è realmente molto bella, si chiama Maila. Mi sento molto abbacchiata, come un senso di giovinezza che sfugge. Che stupida! Ho una gran voglia di rose, musica, primavera, cavalli. Tutto questo è molto romantico, ma chi è il giovane che non è romantico?

26 giugno ‘44 – Siena
Siamo sfollate la nonna, mamma, Fioretta e io, in casa Piccolomini in via del Capitano.

Congedo23 luglio ‘44
Stamani alle sette sono arrivati i “liberatori”. Eravamo a letto e abbiamo sentito un gran battimano, ci siamo affacciati alle finestre, abbiamo visto quattro carri armati con gli americani, poi i partigiani in borghese con una fascia tricolore al braccio. I senesi hanno tirato fuori le bandiere del Palio. Stanotte si era sentita una gran sparatoria di cannoni e proiettili che fischiavano sulla testa. È passato anche il famoso aeroplano che chiamano la Vedova, che ha ispezionato vicino al Duomo. Le truppe sono quasi tutte francesi e marocchine.

4 luglio ‘44
Le truppe aumentano, ce ne sono di tutti i colori, col turbante bianco, marocchini, negri.

16 luglio ‘44
Ieri finalmente sono venuti da Fonterutoli papà e Lapo. La casa è in buona parte distrutta. Non rimangono che il salotto verde e la cucina. La facciata è cascata e le camere sprofondate. Dall’ingresso si vede il cielo. La chiesa ha subito più o meno la stessa sorte, così la fattoria e le case intorno. Tutto il paese sfollato a Monteporcini è stato nel rifugio per 14 giorni con cannoneggiamento continuo. Ma il tremendo è che tutto è minato, non si può fare un passo. Il Bruni, marito della Leontina, alla Fonte vicino all’orto è uscito un attimo fuori strada e una mina gli ha portato via una gamba. Tullio, Nello e altri uomini sono stati portati via dai tedeschi. La cavalla Maila è stata portata via e Stellino è morto di fame. Lapo voleva cercarlo ma un ufficiale francese gliel’ha impedito per via delle mine.
La linea di resistenza era tra Fonterutoli – Vagliagli – Brolio. È tremenda l’idea di tornare lassù e dover ricostruire. Poter andare lontano, in un paese dove la guerra non esiste, dove tutto è calma e tranquillità. Dimenticare tutto, addormentarsi, svegliarsi e ritrovare tutto come prima.

18 luglio ‘44
Ieri sono venute a trovarmi la Lucia ed Enzina raccontandomi tutte le storie di Fonterutoli.
Ormai questa è una vita che bisogna prendere con coraggio, conservare la propria dignità mantenendosi nelle disgrazie allegri, calmi e sereni in barba a tutti. Solo così si riprendono energie. “Non bisogna rimanere dei pulcini quando ci vogliono delle aquile” (Padre Crawley).

28 luglio ‘44
Sono ancora a Siena in casa Piccolomini. Gira la voce che sia stato trovato vicino a Livorno il corpo di Franco Stucchi. Non è possibile che Franco sia morto, era così poco maturo per la morte! Prima o poi lo vedremo tornate in via Santa Monaca o a Fonterutoli. L’ultima volta che è venuto a Fonte ha detto, riguardo a non so cosa: “Ché, ho scampato anche questa, sono troppo pelle dura!”.
Con questo è finita la vita di bambina beata dalla testa ricciuta, tempo felice e spensierato!

1 agosto ‘44 – Petraglia
Sono qui da Carlo e Giulia, c’è tranquillità per… studiare. Ma naturalmente ne ho pochissima voglia.
11 agosto ’44
È passato Francesco Griccioli – partigiano. Ci ha detto che Giovannella Passerini è morta di setticemia per le ferite del bombardamento.

28 agosto ’44
Lapo è venuto a prendermi. Stasera torno a Fonterutoli. Non ho proprio voglia di studiare. Mercoledì devo andare a Siena per la lezione.

24 settembre ’44 – Fonterutoli
Ieri è tornato Lapo da Firenze. C’è una gran fame, non si trova niente.
Si comincia ad avere notizie degli amici. Anche Diamante deve dare gli esami. Come vorrei che questi giorni fossero passati, ancora due settimane, è un’agonia sempre più lenta ma poi farò zompi fino al soffitto se sarò passata.

9 ottobre ‘44
Stamani ho fatto l’esame. Filosofia benino. Scienze male, il prof. ha scritto col lapis 4, poi lo ha cancellato e ha detto: vedremo. Matematica appena appena la sufficienza. Giovedì ci sarà greco.
Abbiamo avuto finalmente notizie degli zii e cugini. Tutti salvi.

14 ottobre ‘44
Ieri ho finito i miei esami. Fossi passata! Chissà… Ho qualche speranza. Oggi comincio la mia vita di libertà!

18 ottobre ‘44
Ripenso alle persone care che questa guerra si è portata via. Hanno trovato il corpo di Franco fucilato vicino a Volterra [Franco Stucchi Prinetti, partigiano, è stato fucilato dai tedeschi a Castelnuovo Val di Cecina il 14 giugno 1944 insieme al cugino Gianluca Spinola e ai due ex soldati Vittorio Vargiu e Francesco Piredda]. Anche Sandra Settepassi, mia compagna di banco al ginnasio, è morta “proditoriamente uccisa dai tedeschi con altre donne e bambini per una rappresaglia” [Sandra Settepassi è una delle 174 vittime dell’eccidio del Padule di Fucecchio (23 agosto 1944)], così era scritto sul giornale. Giovannella Passerini quando era a Fonterutoli diceva sempre che aveva paura dei bombardamenti e scherzando diceva che se moriva sarebbe venuta a farci visita come fantasma, la sera. Mio cugino Franco Fabbricotti è morto pochi mesi dopo il ritorno dalla prigionia in Germania, per meningite tubercolare.

19 ottobre ‘44
Sono passata, sono matura! Io, non andare più a scuola. Compio diciotto anni tra due mesi. Sono libera! Sono qualcuno! Ma tutto questo si perde nel nulla, nel tran tran dell’universo.

Articolo pubblicato nel maggio del 2015.




Il Centenario dell’ingresso in guerra a Campi Bisenzio

“Non fate la guerra che poi mi tocca studiarla”: questo il titolo dell’iniziativa promossa dal Comune di Campi Bisenzio, città per la Pace contro la Pena di Morte, in occasione del Centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Un’iniziativa che, per il suo interesse, impegno e valore sociale, ha ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Toscana e della Città Metropolitana di Firenze.

Nel mese di aprile l’iniziativa ha visto un primo momento divulgativo per le scuole del territorio al teatrodante Carlo Monni, con proiezione di un film e un confronto con studenti e insegnanti. L’evento finale dell’iniziativa, tuttavia, si terrà nella data simbolica del 24 maggio con l’installazione di una targa commemorativa nella frazione di San Donnino.

Il Comune di Campi Bisenzio, con questo progetto, ha voluto, quindi, non soltanto rendere un ulteriore omaggio al passato ricordando le vittime, ma anche sensibilizzare e stimolare le coscienze delle nuove generazioni per costruire un futuro migliore.

Il Centenario della Grande Guerra, potrà così essere un memento, un’occasione di riflessione per l’intera comunità, rinnovando la speranza del Comune e dell’Italia tutta che non ci siano negli anni a venire altre guerre da studiare, ma soprattutto altre targhe da porre.