L’Estate Luziana a Semproniano

M_LuziIl Comune di Semproniano (Grosseto) ha promosso, anche per questa estate 2015, una serie di manifestazioni in onore del suo cittadino onorario e illustre poeta Mario Luzi. Le manifestazioni, che si inseriscono nel consueto appuntamento annuale dell’Estate Luziana, giunta alla sua terza edizione, si ispirano quest’anno al rapporto tra Mario Luzi e l’Arte valorizzandone la componente più popolare ovvero il cinema e la canzone. L’Estate Luziana 2015: si terrà quest’anno a Semproniano dall’8 Agosto al 12 Agosto e il 17 Agosto.

Mario Luzi è stato, negli anni cinquanta, un appassionato cinefilo e autorevole critico cinematografico. Pertanto l’Amministrazione comunale ha inteso rivisitarne questo aspetto, seppur minore riguardo alla sua produzione letteraria più alta, allestendo un Cineforum nella sala Italia, con la proiezione di una serie di film, italiani e d’oltre oceano, recensiti appunto dal Maestro, negli anni 1951 e 1952, sulle pagine de La Nazione di Firenze. Una seconda iniziativa riguarda l’interesse di Mario Luzi per la canzone popolare come emerge dalla presentazione all’edizione 1981 del testo di Giannini sui Canti popolari toscani. A questo proposito è stato predisposto uno spettacolo “Fresca rosa novella…”, da tenersi nel borgo medievale di Rocchette di Fazio il 15 agosto prossimo, sulla Maremma di Luzi narrata attraverso i Canti popolari di Toscana, intrecciati quest’ultimi con la grande poesia stilnovista quale retroterra culturale non certo casuale. Un terzo evento chiuderà la festa di mezzo agosto sul tema “Come eravamo…”.

Nell’estate del ’60 Mario Luzi compie un viaggio a “Samprugnano” alla ricerca delle proprie radici, dei luoghi dell’infanzia, degli affetti familiari e amicali, perduti ma conservati nella memoria come emerge costantemente dalla sua poetica. Un periodo della nostra storia, locale e universale, che si intende rivisitare attraverso una proiezione pubblica di immagini, filmati, commenti musicali dell’epoca alla ricerca anche della nostra identità.

Nei materiali correlati il programma completo della rassegna cinematografica.

 




1944-2015: Ora e sempre Resistenza!

Martedì 4 agosto alle ore 8.30 deposizione di corone ai cippi presenti nel territorio comunale di Bagno a Ripoli (Porta della Memoria a Bagno a Ripoli, Doriano Galli a Grassina, Giardini della Resistenza all’Antella).

Alle ore 21.15 ai Giardini della Resistenza all’Antella presentazione del video Diamante: racconti di resistenza dedicato a Giulio Baragli, interverranno il sindaco Francesco Casini, il presidente ANPI comunale Luigi Remaschi, partigiani.

mercoledì 5 agosto alle ore 21.30 ai Giardini della Casa del popolo di Grassina proiezione del medesimo video con gli interventi di Ilaria belli vicesindaco e di Luigi Remaschi.




Una Repubblica conciliare

L’egemonia comunista sulle amministrazioni cittadine pistoiesi, indiscussa dal dopoguerra, si incrinò nel 1967 quando fu eletto presidente della Provincia il socialista Vincenzo Nardi in alleanza con la Dc. L’amministrazione tuttavia apparve subito debole e la votazione del bilancio mise a repentaglio la tenuta della maggioranza, a tal punto che il prefetto minacciò una gestione commissariale in caso di mancata approvazione.

Di fronte a questa situazione le vicende politiche della città imboccarono una strada inconsueta: il 30 dicembre il bilancio fu approvato all’unanimità, con il voto favorevole di DC, PSI e PCI (sebbene quattro consiglieri del PCI fossero assenti). L’inedita alleanza si trasformò in un accordo pragmatico destinato a risolvere positivamente due emergenze del territorio: l’imminente dismissione della Saca, l’azienda di trasporto pubblico, e una delle cicliche crisi delle Officine Meccaniche Ferroviarie Pistoiesi (OMFP), il maggiore stabilimento industriale della Provincia.

Sebbene la maggioranza provinciale continuasse ad essere formata da DC e PSU, il PCI garantì un appoggio anche futuro alla giunta di centrosinistra per la risoluzione di precisi problemi amministrativi e i tre partiti avviarono permanenti consultazioni.

manifesto dcTra i sostenitori del PCI l’intesa con il centrosinistra suscitò non poche perplessità: l’accordo fu osteggiato dal PSIUP, che affisse manifesti accusando il PCI di aver tradito la volontà dei lavoratori, e nel complesso tutta la base del partito accettò con difficoltà la collaborazione coi cattolici. Neppure per la DC l’accordo risultò pacifico, tanto che il capogruppo alla Provincia, l’avvocato Turco, scelse di spiegarne approfonditamente la natura ai propri elettori in una lettera a mons. Carlo Migliorati, direttore dell’organo della Curia diocesana «La Vita Cattolica», nella quale negò l’esistenza di una nuova maggioranza: «non era in atto alcuna collusione – scrisse – ma solo un tentativo aperto e coraggioso di porre il PCI davanti al dovere di assumersi le proprie responsabilità».

La direzione nazionale della DC approvò l’inedito accordo di Pistoia dopo che i dirigenti locali chiarirono il sostegno puramente tecnico del PCI; ma intanto intorno a questo tentativo, primo in tutta la nazione, di accordo tra i nemici per antonomasia iniziò a crescere l’attenzione mediatica.

La stampa locale conferì all’esperimento politico l’appellativo di Repubblica conciliare connotandolo come frutto della stagione di dialogo tra cattolici e marxisti inauguratasi dopo il Concilio Vaticano II. In prima linea contro la Repubblica conciliare si schierò il quotidiano «La Nazione» che per penna del suo direttore Enrico Mattei scrisse: «Qualcuno domanderà, ma perché vi scalmanate tanto? Forse Annibale è alle porte? É così pericoloso il fatto che la Dc ed il Pci collaborino insieme sul piano amministrativo? Non sarà pericolosa questa collaborazione ma… Annibale non è alle porte, è già entrato, circola fra noi!». La preoccupazione era condivisa dal settimanale «La Vita Cattolica» che scrisse che forse una gestione commissariale non sarebbe stata poi un male. Il timore della curia era infatti che gli elettori della DC non avrebbero compreso, né tanto meno appoggiato l’accordo, e perciò avrebbero potuto far mancare in futuro il sostegno al partito cattolico. Anche il giornale del dissenso cattolico pistoiese, il «Cineforum», prese posizione contro questa intesa politica, in un’inedita comunanza di vedute con «La Nazione» e con «La Vita Cattolica». Le accuse avanzate però furono antitetiche dato che, secondo «Cineforum», l’accordo non avrebbe dovuto limitarsi ad un susseguirsi di intese su singole “cose concrete”, perché altrimenti sarebbe apparso come una semplice volontà da parte dei due partiti di mantenere il potere nelle loro mani, bensì avrebbe dovuto essere un confronto con «spirito nuovo» su temi di fondo: un reale esperimento di «Repubblica conciliare».

A livello nazionale il periodico dell’ala sinistra della DC, «Politica», cercò di difendere l’accordo come un encomiabile tentativo di uscire dal vicolo cieco dell’approvazione del bilancio; era un merito dell’accordo di «aver raggiunto l’intesa non su equivoche formule di abbracci ideologici o “conciliari”, ma su precisi punti programmatici che interessano i problemi della Provincia». «La Stampa», quotidiano torinese, definì invece l’accordo “bizzarro”: «l’embrione di una repubblica conciliare nascente da locali mezzadrie» e sostenne che «simili accordi costituiscono un’effettiva spartizione del potere». In seguito su «l’Unità» si volle precisare che la base fondamentale dell’accordo era prima di tutto «la necessità di qualificare l’Amministrazione ponendola in diretto collegamento con il vasto movimento dei lavoratori. […] Cosa c’entri la “repubblica conciliare” lo sanno solo i fabbricatori di formule e di aria fritta».

I protagonisti politici dell’accordo quindi si guardarono bene dal connotare la collaborazione amministrativa come frutto di un dialogo tra cattolici o marxisti, o come il principio di un avvicinamento politico tra DC e PC, furono i detrattori a definirlo “Repubblica conciliare” contribuendo così ad attirare la curiosità del grande pubblico e decretarne la fine. La dirigenza nazionale della DC infatti, guidata dall’on. Piccoli, non appena vide il sostegno tecnico del PCI trasformarsi sui mass-media nazionali in un esempio di nuova maggioranza alla prova, ne sancì la fine: il 15 luglio del 1969 con un telegramma ordinò che la giunta provinciale fosse sciolta e la segreteria provinciale della DC per disciplina accettò la direttiva romana.

Francesca Perugi è ricercatrice presso l’ISRPt e membro della redazione dei Qauderni di Farestoria. Ha curato la mostra e l’omonimo numero monografico di QF “Cupe vampe: la guerra aerea a Pistoia e la memoria dei bombardamenti”.

Articolo pubblicato nel luglio del 2015.




All’Isola d’Elba si ricorda Teseo Tesei

teseiIn occasione del 74° Anniversario della morte di Teseo Tesei, ufficiale superiore del Genio navale, nativo di Campo nell’Elba, caduto nell’azione eroica nelle acque di Malta il 26 luglio 1941, il 26 luglio alle 8 sarò celebrata la Santa messa nell’antica Chiesa del Porto di Marina di Campo dedicata a San Gaetano. Alla commemorazione è prevista la presenza di, Giancarlo Galli, vicesindaco di Campo nell’Elba, Marco Alberti della Capitaneria di Porto di Portoferraio Corpo della Marina Militare, Andrea Alati, congiunto della famiglia Tesei, Marzio Galeazzi, figlio dell’Ufficiale della Marina militare Comandante Alberto Galeazzi. Sarà presente anche una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci con la propria bandiera. Nella cerimonia saranno ricordati tutti i campesi morti per la patria.




“Mai morti”, spettacolo di Bebo Storti a Forno

Mercoledì 29 luglio alle ore 21 a Forno, presso Piazza San Vittorio, si terrà lo spettacolo di Bebo Storti, dal titolo “Mai morti” sulle responsabilità dei componenti della X Mas per l’eccidio di Forno di 71 anni fa. L’evento è organizzato dall’ANPI e dall’ISRA di Pontremoli.

In allegato il programma completo.




Istituto italiano per gli studi storici: 15 borse da oltre 10 mila euro per laureati e dottori di ricerca

Borse di studio annuali del valore di 11.550 euro messe a disposizione dall’Istituto Italiano per gli Studi Storici, destinate a giovani laureati e dottori di ricerca, italiani e stranieri, in discipline storiche, filosofiche e letterarie.

L’istituto fondato da Benedetto Croce ha aperto le selezioni per l’erogazione di 15 borse di studio, di cui 14 del valore di 11.500 euro (9.300 euro per i residenti nella Regione Campania) e una, offerta dall’Università di Napoli Federico II, del valore di 10.300 euro e destinata a laureati nelle università italiane con tesi di argomento medievistico. gli importi delle borse saranno erogati in diverse rate durante i 12 mesi; per i borsisti meritevoli è prevista la possibilità di un rinnovo della borsa.

Il bando è rivolto a laureati e dottori di ricerca che abbiano discusso la tesi di laurea magistrale o quella di dottorato in discipline storiche, filosofiche e letterarie e non abbiano compiuto 32 anni di età.

Non possono partecipare coloro che abbiano già usufruito di borse presso l’Istituto italiano per gli studi storici e coloro che al 1° novembre 2015 siano titolari di borse di studio o assegni di ricerca; dottorandi di ricerca con assegno di finanziamento e coloro che svolgono in modo continuativo altre attività retribuite incompatibili con gli obblighi previsti dal presente bando.

I borsisti dovranno necessariamente risiedere a Napoli per svolgere il programma di ricerca presentato e frequentare i corsi e i seminari nella sede dell’Istituto da dicembre a maggio (nel restante periodo potranno condurre le loro ricerche presso altre sedi, in Italia e all’estero); trasmettere una relazione sulle attività di ricerca e di formazione entro il 15 luglio 2016 ed una relazione finale entro il 31 ottobre 2016; preparare un lavoro scientifico, del cui svolgimento e progresso dovranno discutere con i docenti dell’Istituto.

Le selezioni avverranno sulla base dei titoli e di un eventuale colloquio. La scadenza per partecipate al bando è fissata al 1° settembre 2015. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito dell’Istituto italiano per gli studi storici. A questo link potete scaricare il bando ufficiale delle borse di studio.




Casole d’Elsa ricorda i caduti della Grande Guerra

L’Amministrazione Comunale di Casole D’Elsa, sabato 25 luglio, organizza per i 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale, una cerimonia in onore dei caduti casolesi della Grande Guerra e della medaglia d’oro del valore militare “Angelo Vannini” con il patrocinio del Corpo Militare Croce Rossa Italiana e l’Associazione Nazionale Sanità Militare Italiana e in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini Sezione Siena e con Militariaregno di Gianluca Zagarri.

I caduti della Grande Guerra Il programma della cerimonia: alle 15:00 nella chiesa di San Pietro sarà deposta una corona di alloro in ricordo dei caduti casolesi; successivamente, intorno alle 15:30, nel Museo civico archeologico e della collegiata, saranno esposte uniformi militari storiche e cimeli degli Albini a cura della sezione A.N.A. Siena e di Miitariaregno. (L’Esposizione resterà allestita nel Museo tutto il mese di Agosto 2015)

Al Centro Congressi, alle 16, è organizzato un convegno con successiva proiezione del documentario “La Grande Guerra nel senese”.

La celebrazione per i caduti della Grande Guerra terminerà con il concerto della banda dell’VIII° Centro di Mobilitazione del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, in piazza della libertà.




Gli anni della Prima guerra mondiale a Firenzuola

Sabato 25 luglio alle ore 10.30 nel Museo della Pietra serena di Firenzuola presentazione del volume di Michele Geroni, La prima guerra mondiale lontano dal fronte. Firenzuola dal 1915 al 1918 nella cronaca della stampa mugellana, nel quale l’autore ricostruisce  le vicende della società locale di quegli anni, nei loro tratti drammatici e divertenti, grazie allo spoglio dei due giornali del tempo: “IL Messaggero del Mugello” e il “Corriere mugellano”, e inaugurazione della mostra “Memoria per la pace. I firenzuolini morti nella Grande Guerra. Interverranno Michele Geroni, i giornalisti Paolo Guidotti e Massimo Rossi, l’editore Gabrtiele Angeli e il presidente della banca del Mugello Paolo Raffini.