Guido Boni, l’angelo biondo di Vicchio

Sabato 24 ottobre al Teatro Giotto di Vicchio (Fi) alle 17, lo scrittore vicchiese Bruno Confortini presenta “Guido Boni, l’angelo biondo di Vicchio. Una storia degli anni ’50″( Geo edizioni, Empoli).

E’ la storia del popolare ciclista Guido Boni, vicchiese, professionista negli anni ’50/’60, che dalle prime corse fra i dilettanti con l’Anpi di Vicchio, arrivò a correre tra i professionisti dal 1955 al 1963. E’ anche la storia del suo felice connubio con Marisa Zocchi, la bellissima e popolarissima campionessa di “Lascia o raddoppia?” famosa trasmissione Rai di Mike Bongiorno; il matrimonio fra Marisa e Guido vide testimone di nozze Gino Bartali, e anche Papa Pacelli inviò un telegramma di auguri.

Foto d’epoca, testimonianze, cronache di corsa e ordini d’arrivo di un ciclismo ricco di campioni, in un’ Italia che in quegli anni stava ricominciando a vivere dopo le tragedie della guerra.

Alla presentazione parteciperanno il sindaco di Vicchio Roberto Izzo, gli assessori allo sport e alla cultura del Comune, Laura Bacciotti e Carlotta Tai, Eugenio Giani – delegato Coni Firenze e Presidente del Consiglio regionale della Toscana – e Carlo Bartoli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, il giornalista Carlo Fontanelli direttore della Geo Edizioni di Empoli. Al termine sarà offerto un rinfresco a tutti i partecipanti.

Bruno Confortini, scrittore di racconti e già autore di numerosi studi di storia locale, è alla sua seconda biografia sportiva dopo “Grande Vigna!” (Pugliese editore, 2009) libro dedicato alla memoria di un altro grande sportivo vicchiese, il calciatore Sandro Vignini.




Visita Archimeeting alla Casa Museo Sigfrido Bartolini

ANAI Sezione Toscana organizza una visita Archimeeting alla Casa Museo Sigfrido Bartolini (Via di Bigiano, 5 -51100 Pistoia) venerdì 23 ottobre alle ore 15,30.

Il programma prevede, dopo il saluto della Presidente di ANAI Toscana, Caterina del Vivo, l’introduzione e la visita guidata da parte della Presidente dell’ “Associazione Centro Studi Sigfrido Bartolini”, Pina Bartolini, e delle archiviste Pamela Giorgi, Elena Gonnelli e Sara Landini.

Sigfrido Bartolini (Pistoia, 21 gennaio 1932 – 24 aprile 2007) fu pittore, incisore e scrittore. La “Casa Museo Sigfrido Bartolini”, che fa parte dell’Associazione Nazionale “Case della Memoria”, rappresenta lo specchio della sua vita d’artista. Il “paesaggio dell’anima” che il visitatore è invitato a percorrere è già delineato, contestualizzato nell’ambito di una dimensione estranea alla fredda disposizione museale.

Una specie di officina delle meraviglie, scandita intorno alla sua persona, al suo lavoro: la stanza dove incidere, quella per dipingere, il grande salone, con il calco della Venere di Milo sullo sfondo, dove chiacchierare, la collezione artistica (importante raccolta di opere proprie e di altri grandi), il laboratorio, con i torchi, l’odore degli inchiostri per la stampa, le sgorbie, i legni, gli strumenti usati per incidere le tavole del suo famosissimo Pinocchio

E infine nel grande, suggestivo, spazio del sottotetto la ricca Biblioteca , il Fondo di Riviste del ‘900, l’Archivio (comprendente anche i fondi dello scrittore Barna Occhini e del pittore Giulio Innocenti), il Fondo epistolare di Sigfrido Bartolini stesso aprono, alla semplice curiosità dei visitatori e all’interesse degli studiosi, lo spaccato e la documentazione di una parte della cultura artistica ma anche letteraria e storica del ‘900, che ebbe in Sigfrido Bartolini un testimone e un protagonista.

Per prenotazioni scrivere a anaitoscana@libero.it




Inaugurazione dell’esposizione “La Mezzadria nel Novecento. Lavoro, storia, memoria”

La Fondazione Valore Lavoro è lieta di invitarvi giovedì 22 ottobre all’inaugurazione dell’esposizione LA MEZZADRIA NEL NOVECENTO. LAVORO, STORIA, MEMORIA, che si articolerà in due momenti, alle 17:00 e alle 19:00.

Alle 17:00 in Palazzo de’ Rossi in via de’ Rossi presentazione del lavoro con interventi di:
– Sergio Frosini, Presidente Fondazione Valore Lavoro
– Ivano Paci, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
– Stefano Bartolini, curatore progetto
– Francesca Perugi, curatrice esposizione
– Giovanni Contini, Presidente Associazione Italiana di Storia Orale
– Claudio Rosati, International Council of Museums – Italia

A seguire alle 19:00 inaugurazione dell’esposizione in Palazzo Sozzifanti, vicolo dei Pedoni 1 (angolo via Abbi Pazienza), comprendente anche la sezione speciale curata da Ma urizio Tuci “Gli artisti pistoiesi e il lavoro nei campi”.
Per l’occasione sarà offerto un buffet a base di piatti tipici della tradizione contadina pistoiese tratti dal libro di L. Billi “Il sugo della domenica. La memoria del cibo nelle generazioni” accompagnati da vini locali consigliati da Angelo Laino, Fisar-Pt

Oggi della mezzadria è rimasta un’eredità culturale, paesaggistica ed economica variegata insieme ad una memoria diffusa, a tratti mitizzata e nostalgica.
Per secoli la famiglia mezzadrile insediata sul podere era stata una caratteristica del territorio. Intorno ad essa si era consolidata un’etica del fare ed una cultura materiale.
All’inizio del ‘900 profondi fermenti di rinnovamento ed attivismo iniziarono a percorrere le campagne. Un fenomeno quasi sconosciuto prima di allora, che esplose nel secondo dopoguerra in seguito alle esperienze fatte con la Resistenza e con il nuovo quadro costituzionale nato con la Repubblica, e che si incontrò con uno sviluppo tecnologico senza precedenti.
L’esperienza storica dei mezzadri si è così trovata al crocevia tra la modernizzazione dell’agricoltura e la costruzione della democrazia, dando il proprio contributo fino all’esodo dalle campagne.
L’esposizione ripercorre questa traiettoria attraverso gli attrezzi da lavoro, gli oggetti di uso quotidiano, i documenti e gli opuscoli prodotti dall’associazionismo mezzadrile e con una raccolta di video testimonianze, a cui si aggiungono alcune opere di artisti pistoiesi sulle nostre campagne.

Si ringrazia per la collaborazione il Museo Casa di Zela




Una mostra al Vittoriano a Roma per ricordare Giovanni Spadolini a 90 anni dalla nascita

L’inaugurazione della mostra dedicata a Giovanni Spadolini per i novant’anni dalla nascita, promossa dalla Fondazione in collaborazione col Senato della Repubblica, il Comune di Firenze e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, avrà luogo al Vittoriano venerdì 6 novembre p.v. alle ore 18.00, come da invito allegato

La Mostra si chiuderà a Roma il 15 dicembre per riaprirsi a Firenze il 12 gennaio 2016, come sarà mia cura comunicarvi.

Il giorno precedente, 5 novembre, si terrà una giornata di studi dedicata alla figura e all’opera di Spadolini alla biblioteca del Senato che ne porta il nome. L’invito-programma è allegato.




Profughi e accoglienza a Livorno: l’impegno per i Balcani negli anni ’90

La presenza di profughi, rifugiati e richiedenti asilo in Italia rappresenta oggi uno dei temi più discussi nel dibattito pubblico. L’arrivo, il transito e la permanenza nel nostro paese di persone in fuga da contesti di conflitto bellico e di emergenza umanitaria ha provocato attenzione e preoccupazione crescenti. I temi dell’accoglienza, della sicurezza, della protezione sono all’ordine del giorno e il confronto su tali questioni suscita accesi contrasti e conflitti.

5_mostar_giu94Nel pensare a questi argomenti, però, rimaniamo spesso schiacciati dal presente e dal lessico della contingenza, dimenticando che anche in passato la società italiana ha affrontato e gestito ondate migratorie di persone che avevano perso tutto e che cercavano nel nostro paese un’approdo sicuro. Poco più di 20 anni fa, agli inizi degli anni ’90, la regione balcanica è stata teatro di un sanguinoso conflitto, terribile e prolungato, la guerra civile della ex Jugoslavia, che ha suscitato un’ondata di mobilitazione in tutta Italia, proprio con le parole d’ordine dell’accoglienza e dell’aiuto verso le vittime di quella sciagura.

A Livorno, come in molte altre città italiane, l’impegno per l’emergenza umanitaria balcanica si è andato concretizzando con gradualità, attraverso un percorso molto singolare. In una prima fase erano stati organizzati a livello istituzionale degli incontri di sensibilizzazione e conoscenza della situazione, il primo in apertura di decennio con la partecipazione dello storico sloveno Joze Pirjevec, il secondo nel marzo 1992 con la presenza di alcune donne pacifiste provenienti da Belgrado e Zagabria. Se inizialmente si era cercato di capire le ragioni della guerra, nel ’92 si allacciarono direttamente rapporti con il movimento pacifista jugoslavo, che rimaneva completamente assente dalla rappresentazione mediatica del conflitto.

3_unita_mag94Ma il salto di qualità nell’impegno dal basso verso la regione balcanica avvenne a Livorno nel 1994, grazie all’iniziativa dei detenuti del carcere della Gorgona. Questi infatti decisero di aderire al progetto nazionale Arci “Adotta la pace”, devolvendo una giornata del loro lavoro penale ad alcune famiglie vittime del dramma jugoslavo: il progetto consisteva nel versare la somma di lire 70.000 al mese ad una famiglia vittima della guerra o della discriminazione etnica. Luciano De Majo scrisse un articolo per l’Unità, intitolandolo «La Gorgona adotta la pace». Fu l’inizio di una gara di solidarietà tra molti cittadini livornesi a contribuire con donazioni e materiali utili, che furono poi portati a Mostar e a Sarajevo da una comitiva di volontari. Ma «chi si frugò per primo – ci ha detto giustamente Alfio Baldi, allora presidente dell’Arci di Livorno – furono i detenuti».

Il viaggio dei volontari in una ex Jugoslavia ancora in stato di guerra, dove i cecchini seminavano morte e non tutti vedevano di buon occhio questi “viaggi di pace”, fu un’esperienza molto forte, al pari di molti altri viaggi analoghi che partirono in quegli anni dall’Italia. «Dall’inizio delle ostilità in Slovenia e Croazia alla guerra in Kosovo, sono almeno 20.000 i cittadini italiani che si attivano nella solidarietà verso le popolazioni della Ex-Jugoslavia e dell’Albania», hanno scritto Marco Abram e Marzia Bona dell’Osservatorio Balcani-Caucaso in uno studio dedicato alle reti di solidarietà che attraversarono l’Adriatico negli anni ’90.

E in effetti l’emozione lasciata dal dramma della ex Jugoslavia non si spense nel giro di poco tempo, ma determinò poi una forte apertura nei confronti di un’altra crisi balcanica, quella dell’Albania e del secondo flusso di profughi che arrivò nel 1997: i primi albanesi che arrivarono a Livorno furono accolti nelle strutture prefabbricate prima usate dagli operai impegnati nella costruzione della variante, all’uscita di Montenero, pochi chilometri a sud della città. Furono subito attivati corsi di alfabetizzazione per aiutare i nuovi arrivati ad ambientarsi e potersi muovere nella società italiana.

La situazione dei profughi e la realtà concreta dell’accoglienza è profondamente condizionata dall’attivazione a livello sociale di movimenti d’opinione e di solidarietà, così come dalla reazione delle istituzioni. Per riflettere su questi temi, l’Istoreco Livorno insieme all’ISSM-CNR di Napoli hanno organizzato una giornata di studio il 22 ottobre 2015, presso la sede dell’Istoreco. L’obiettivo è di restituire una profondità storica alla realtà dell’immigrazione di richiedenti asilo, focalizzandosi su alcuni flussi significativi avvenuti già a partire dal 1945, passando per gli anni novanta e i conflitti nei Balcani e arrivare a delineare gli sviluppi più recenti. In particolare vogliamo concentrarci sulle modalità istituzionali con cui i governi italiani hanno scelto di gestire questi flussi, sulla storia e i percorsi dell’accoglienza, sulle diversità esistenti sia tra passato e presente, sia nei diversi movimenti di immigrazione di profughi avvenuti negli stessi periodi storici.

6_jugo_giu94Allo stesso tempo vogliamo capire quali sono state nel tempo le reazioni della società all’arrivo dei profughi, in che modo si sono attivati circuiti di solidarietà e se ci sono state forme di discriminazione. Di cosa parliamo quando parliamo di accoglienza, a livello nazionale e a livello locale? Chi sono stati i soggetti che hanno avuto in carico la responsabilità di occuparsene? Chi erano e chi sono i profughi? Da dove vengono e perché si trovano a passare dall’Italia? In che modo la politica migratoria italiana si è intrecciata alla politica migratoria europea, ieri e oggi?

Oltre a ragionare sul contesto nazionale e internazionale, crediamo inoltre sia importante riflettere sulle esperienze locali, ricostruendo ciò che è successo a Livorno e in Toscana a cominciare dall’esodo dei giuliani dopo la seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri per mettere a confronto l’esperienza storica dell’accoglienza con l’attuale “modello toscano”, che nel contesto nazionale presenta originalità e peculiarità utili da approfondire.

Articolo pubblicato nell’ottobre del 2015.




A Pontedera l’Istoreco presenta “Donne di fede” di Tiziana Noce

donne di fedeUna serie di appuntamenti in vari Comuni della provincia di Livorno e Pisa dedicati alla presentazione di volumi di recente uscita dedicati alla storia del ‘900, con un’attenzione particolare a quella locale. È quanto propone l’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea nella provincia di Livorno con l’iniziativa Attraverso il ‘900. Libri in cammino.

Dopo il successo della prima iniziativa a Rosignano Solvay, il secondo appuntamento, previsto per venerdì 23 ottobre 2015, alle 17, si terrà presso la sala conferenze della Biblioteca “Giovanni Gronchi” di Pontedera (viale Rinaldo Piaggio, 9/F). L’iniziativa avrà al centro Donne di fede. Le democristiane nella secolarizzazione italiana, volume di Tiziana Noce, edito da Ets nel 2014. La presentazione, che vedrà anche la presenza dell’autrice, sarà curata da Catia Sonetti, direttore Istoreco e Liviana Canovai, assessore alla cultura e alle pari opportunità del Comune di Pontedera. A moderare la presentazione sarà Roberto Cerri, direttore della Biblioteca “Giovanni Gronchi”.

Tiziana Noce insegna storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria. Si è occupata del controllo maschile sul corpo femminile e dell’azione politica delle donne. Tra i suoi lavori più importanti quello con cui una decina di anni fa mise al centro il caso livornese: Nella città degli uomini. Donne e pratica della politica a Livorno tra guerra e ricostruzione, Rubbettino, Soveria Mannelli 2004.
La scheda del volume

T. Noce, Donne di fede. Le democristiane e la secolarizzazione, Ets, Pisa 2014.

Tina Anselmi, Franca Falcucci, Maria Eletta Martini sono solo alcune delle tante democristiane protagoniste della storia politica della Repubblica. Appartenute ad una generazione cresciuta sotto il fascismo e nella Chiesa di Pio XII, si tratta di donne che hanno maturato una scelta di militanza in seguito alla guerra e alla Resistenza, raggiungendo talvolta ambiti posti di potere. Convinte che la missione della classe dirigente cattolica fosse la costruzione di una società animata dai valori crisiani si sono impegnate con determinazione a realizzare questo progetto.

Anche nel Movimento femminile della Dc, ma in aperto confronto con il partito di cui hanno condiviso i destini, hanno inciso nei rispettivi campi di competenza – famiglia, scuola, assistenza, lavoro femminile. Il libro ripercorre una parte della loro storia e mostra come le premesse religiose si siano intrecciate con la pratica politica negli anni del centro-sinistra, quando gli effetti del boom economico cambiavano il paese e il Concilio Vaticano II le forme della fede.




Un concerto per l’anniversario della nascita di Mario Luzi

Il 20 ottobre 1914 nasceva il poeta Mazio Luzi; nel giorno del suo compleanno il Comune di Firenze lo ricorderà con un concerto interamente dedicato alla sua poesia, messa in musica da sette compositori italiani: Luca Antignani, Alessandro Magini, Alessandra Bellino, Antonio Covello, Federico Gardella, Enrico Correggia, Alessandro Solbiati. Si tratta di composizioni per sei voci femminili soliste e pianoforte eseguite dell’Ensemble Six Voix Solistes (Résonance Contemporaine), diretto da Alain Goudard. L’iniziativa è promossa e sostenuta dal Comune di Firenze, dall’Istituto di Cultura Francese di Firenze, da Résonance Contemporaine (Bourg-en-Bresse, Francia), dalla Regione Rhône-Alpes (Francia), dalla casa discografica EmaRecords. La collaborazione italo-francese vuol essere anche una simbolica testimonianza dello stretto rapporto che legava il poeta fiorentino alla cultura francese. In occasione del concerto sarà presentato il CD “Frasi nella luce nascente” / “Phrases au point du jour” (EmaRecords).
Il concerto, ad ingresso libero, si terrà martedì 20 ottobre, alle ore 17.30 presso la Sala Brunelleschi al Palagio di Parte Guelfa alla presenza del sindaco.

Programma del concerto “Frasi nella luce nascente” / “Phrases au point du jour”

1 : Improvvisazione (6 voix de femmes et piano)
2 : Luca Antignani, Nome – Non Nome, (6 voix de femmes et piano)
3 : Giacinto Scelsi, Chemin du rêve, (piano)
4 : Alessandro Magini, Per Nome, (6 voix de femmes et piano)
5 : Alessandra Bellino, S’apri acqua di roccia, (6 voix de femmes et piano)
6 : Antonio Covello, Rientrata la parola, (pièce électroacoustique)
7 : Federico Gardella, Im Freien zu singen, (6 voix de femmes et piano)
8 : Giacinto Scelsi, Comme un cri traverse un cerveau, (piano)
9 : Enrico Correggia, Voce ancora umana, (6 voix de femmes et piano)
10 : Alessandro Solbiati, Durissimo Silenzio, (6 voix de femmes et piano)

Résonance Contemporaine – L’Ensemble de Six Voix Solistes

Anne-Emmanuelle Davy, soprano
Leila Benhamza, soprano
Heather Newhouse, soprano
Sophie Poulain, mezzosoprano
Christel Boiron, mezzosoprano
Audrey Pevrier, alto
Hélène Péronnet, mezzosoprano
Ancuza Aprodu, pianoforte
Alain Goudard, direttore

L’Ensemble è sostenuto da Ministère de la Culture et de la Communication – DRAC Rhône-Alpes, Conseil Régional Rhône-Alpes, Conseil général de l’Ain, Ville de Bourg-en-Bresse.




Archivi di grandi donne

Dal 20 Ottobre si aprono le iscrizioni al corso che inizierà l’11 novembre e si terrà ogni mercoledì dalle 17,30 alle 19 a CiviCa. Info: 0558833448 – cultura@comune.calenzano.fi.it

Il progresso tecnologico del nostro tempo che sembra aver spazzato via tutte le forme di scrittura tradizionale piano piano ci sta permettendo di accedere ai documenti del passato in modalità inedite restituendoci un nuovo rapporto con la parola manoscritta.
Il corso, dopo un incontro introduttivo, si propone di presentare, in maniera divulgativa ma corretta, tre archivi femminili oggi disponibili in rete grazie a importanti progetti di digitalizzazione.
I personaggi proposti appartengono ad epoche e culture diverse ma hanno in comune la scrittura. Sono: Emma Rotigliano Corcos (1860-1933), moglie del pittore Vittorio Corcos, che ha intrattenuto corrispondenze epistolari con molti intellettuali della sua epoca e in particolare con Giovanni Pascoli. Jane Austin (1775-1817) scrittrice inglese di grandissima fama i cui manoscritti sono stati oggetto di un grande progetto di digitalizzazione e sono consultabili in rete. Margherita Datini (1335-1410) moglie di Francesco Datini con il quale ha intrattenuto una fitta e interessante corrispondenza che è stata completamente riprodotta in forma digitale.
L’incontro finale si terrà presso l’Archivio di Stato di Prato per vedere da vicino le lettere di Margherita e visitare Palazzo Datini con una guida esperta che ci condurrà in una sorta di “viaggio nel tempo”.

L’INSEGNANTE. Francesca Capetta, di professione archivista, si dedica da molti anni al riordino e alla valorizzazione di fondi storici. Ha lavorato a progetti di rilievo nazionale e su molte tipologie di documenti, ha un particolare interesse per gli archivi di persona e per gli epistolari. Consigliera nel direttivo regionale di ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana).

INFORMAZIONI. Quattro lezioni e una visita guidata gratuita ogni mercoledì dalle ore 17.30 alle 19.00 a cominciare dall’11 Novembre presso la Sala Polivalente della Biblioteca Comunale di Calenzano in Via della conoscenza, 11
•Quota d’iscrizione € 35,00
•Iscrizioni a partire dal 20 ottobre presso il Servizio Cultura – Piazza Vittorio Veneto, martedì 15 – 18 , mercoledì e venerdì 9 – 13. Tel. 055/8833448 cultura@comune.calenzano.fi.it