Il Giorno del Ricordo 2016 dell’Isrec Lucca

RicordoLuccaL’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca, organizza insieme al Comune e alla Provincia di Lucca la cerimonia ufficiale in occasione del il Giorno del Ricordo. L’appuntamento è previsto il 10 febbraio 2016, alle ore 16.30, presso il Real Collegio a Lucca. Dopo la deposizione di una corona, si terrà l’incontro con Mario Andretti, esule istriano, già campione del mondo di Formula 1.

L’istituto secondo il protocollo concordato con la Provincia di Lucca è poi coinvolto in incontri nelle scuole insieme a testimoni dell’esilio giuliano-dalmata. Durante questi incontri verrà proiettato il DVD “Gli esuli istriani, fiumani e dalmati a Lucca” realizzato dall’ISREC nel 2015 e curato da Stefano Bucciarelli in collaborazione con la Provincia di Lucca e il Comune di Lucca.

Nell’ambito degli interventi Isrec nelle scuole Armando Sestani effettuerà interventi presso li liceo Linguistico “Chini” di Lido di Camaiore e L’Istituto professionale “Marconi” di Viareggio. Sestani sarà poi presente il 10 febbraio alle 21 a Gallicano per una serata in occasione del Giorno del Ricordo nell’ambito del II ciclo di proiezioni organizzato dall’ANPI “Leo e Marino Lucchesi” e dall’Isrec.




Il Giorno del Ricordo 2016 dell’Istoreco Livorno

giornoRicordoIsoterco2016L’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco) organizza per il Giorno del Ricordo 2016 una serie di iniziative tra Livorno, San Vincenzo e Fauglia. Com’è noto è stata la Legge n. 94 del 30 marzo 2004 a istituire questa particolare ricorrenza «al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

Il primo appuntamento è previsto per martedì 9 febbraio, alle 16.30 presso la Sala Conferenze dell’Istoreco (Complesso della Gherardesca, via Galilei 40, Livorno) con l’iniziativa dal titolo: Sguardi incrociati sull’Istria: quelli che sono rimasti e quelli che sono partiti. Ad intervenire, moderati dal direttore Istoreco Catia Sonetti, saranno Gloria Nemec dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia con la relazione Memoria del dopoguerra: l’accoglienza agli esuli, la minoranza italiana nell’area istro-quarnerina e Mario Cervino, vicepresidente del Comitato provinciale di Livorno dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) con la relazione dal titolo: Noi, esuli in patria.

Gloria Nemec, docente e ricercatrice di Storia sociale, ha affrontato in svariate pubblicazioni i processi collettivi che interessarono le popolazioni della zona alto-adriatica e i relativi lasciti di memorie. Ha trattato i temi del lavoro industriale, delle istituzioni psichiatriche, delle esperienze femminili di frontiera, dell’esodo dall’Istria e della formazione della minoranza italiana nei territori ceduti, delle ridefinizioni sociali e comunitarie dall’una e dall’altra parte del confine orientale nel secondo Novecento.

Il secondo appuntamento, in via di definizione, si terrà a Fauglia (Pisa) martedì 16 febbraio. Parteciperanno il direttore Istoreco Catia Sonetti e Mario Cervino, vicepresidente dell’ANVGD.

Il terzo appuntamento è l’incontro dal titolo “I profughi istriani nel quadro dell’Italia postbellica” che si terrà presso la Sala Consiliare del Comune di San Vincenzo, giovedì 18 febbraio alle 16.30. All’iniziativa, coordinato dal direttore Istoreco, Catia Sonetti, interverranno il prof. Enrico Miletto dell’Università di Torino, Mario Cervino, vicepresidente dell’ANVGD e il prof. Valerio Perna dell’Università di Udine. Questa iniziativa ha valore formativo per i docenti presenti che ne richiedano l’attestato.

 




PIERO SADUN 1938 – 1948. Genesi di un artista

INVITO all’inaugurazione della mostra “PIERO SADUN 1938 – 1948. GENESI DI UN ARTISTA” fissata per SABATO 20 FEBBRAIO ALLE 18 e 30 presso il MUSEO MINE di CASTELNUOVO DEI SABBIONI. La mostra, allestita dall’Amministrazione Comunale grazie alla collaborazione con il Museo Mine e la Comunità Ebraica di Firenze – Siena, chiuderà il programma di eventi promossi in occasione della “Giornata della Memoria”. Piero Sadun infatti è un artista ebreo che, dopo esser sfuggito ai campi di concentramento, ha combattuto la Resistenza nel territorio della Provincia di Arezzo.




Le migrazioni internazionali: un’emergenza di lungo periodo?

Il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze, L’Istituto francese, la Rivista “Passato e presente”, vi invitano, venerdì 5 febbraio alle ore 15,30 al dibattito pubblico: Le migrazioni internazionali: un’emergenza di lungo periodo? in Aula seminari, Palazzo Fenzi, via San Gallo 10, primo piano.

Intervengono:

Olivier Roy, European University Institute

Giovanni Gozzini, Università di Siena

Da dove viene l’ondata di profughi siriani? È un fenomeno transitorio o destinato a durare?
L’Europa può accoglierli? Cosa sta accadendo nel mondo islamico?
Per provare a rispondere a queste domande la rivista di storia contemporanea «Passato e presente» e l’Istituto Francese di Firenze, col patrocinio del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS), organizzano una discussione pubblica con la partecipazione di Giovanni Gozzini, docente di Storia contemporanea all’Università di Siena e di Olivier Roy, docente di Mediterranean Studies all’Istituto
Universitario Europeo, uno dei massimi esperti mondiali di Islam.

 




Il buon tedesco dell’Amiata

La storia di Abbadia San Salvatore, paese di origini longobarde che si trova sul Monte Amiata in provincia di Siena, nel secolo scorso si intrecciò nuovamente per due volte in modo significativo con la Germania ed i tedeschi e in entrambe le occasioni risultò per motivi diversi emblematica la presenza dell’ingegnere Carl Buckart.

All’inizio del secolo in paese fu avviata una importante attività mineraria con estrazione dal sottosuolo del cinabro e la sua trasformazione in mercurio. La “Società anonima delle miniere di Mercurio del Monte Amiata” proprietaria dell’impianto, era composta quasi esclusivamente da industriali, uomini d’affari e aristocratici tedeschi che avevano investito in questa attività vista l’alta redditività della vendita del mercurio sul mercato internazionale ed il suo insostituibile valore in campo bellico, quale elemento fondamentale per la costruzione dei detonatori delle bombe. Anche tutto lo staff tecnico che dirigeva la miniera e istruiva le maestranze locali totalmente prive di esperienza proveniva dalla Germania. Fu così che tra gli altri giunse per la prima volta ad Abbadia il giovane ingegnere elettromeccanico Carl Buckart. La dirigenza tedesca guidò anche l’ammodernamento del paese con l’apertura di una cooperativa di consumo, un pronto soccorso, la costruzione di case operaie. A fronte di queste innovazioni nel tessuto sociale, sul lavoro mantenne un atteggiamento più rigido, non cedendo quasi mai alle richieste di miglioramenti da parte dei minatori. Comunque, come ci ricorda anche Fortunato Avanzati nel suo libro “Gente e fatti dell’Amiata”, questi tecnici tennero generalmente nei riguardi della popolazione badenga un comportamento formalmente corretto ed alcuni di essi instaurarono amicizie in ambiente di lavoro, ma anche all’esterno che, come vedremo, si protrassero nel tempo. Proprio Buckart ed un altro ingegnere tedesco furono molto apprezzati dalle maestranze e dalla popolazione quando non esitarono ad entrare in una galleria invasa da gas tossico, esponendosi ad un rischio mortale pur di salvare la vita a due minatori rimasti storditi dalle esalazioni. Testimonianze orali ci raccontano poi come il giovane Buckart riuscì a farsi benvolere anche al di fuori dell’ambito minerario. In particolare viene ricordata l’amicizia con Giuseppe Contorni, soprannominato Peppelò, che di professione faceva il fabbro ed il costruttore di carri e calessi. Spesso la sera in bottega, davanti al fuoco, si soffermavano con altri amici a mangiare e a suonare la fisarmonica.

Nel 1914 con l’inizio della prima guerra mondiale i tedeschi cominciarono ad essere percepiti come nemici, ma rimasero al loro posto di lavoro fino all’anno dopo, quando anche l’Italia entrò nel conflitto mondiale e loro dovettero abbandonare la miniera che, al momento della loro partenza, era diventata la più moderna del mondo e la seconda per importanza per i volumi di produzione dopo quella spagnola di Almaden. Dello staff tecnico tedesco rientrato in patria, sappiamo con certezza che gli ingegneri Dausch e Buckart, dopo l’esperienza maturata in Italia, continuarono a dedicarsi all’estrazione del cinabro e alla produzione di mercurio in alcune piccole miniere a nord della Germania.

Foto tratta da http://www.museominerario.it

Foto tratta da http://www.museominerario.it

La presenza della Germania ad Abbadia San Salvatore si manifestò nuovamente dopo circa trent’anni in circostanze però più drammatiche. A partire dal Settembre 1943 la miniera, proprio per l’alto interesse strategico del materiale prodotto, fu costretta a lavorare sotto il controllo delle autorità militari tedesche. L’ingegnere Carl Buckart, allora sessantaquattrenne, ritornò ad Abbadia in qualità di controllore della miniera. Nonostante fosse al momento inquadrato nella Wermacht come maggiore e quindi facente parte delle odiate forze di occupazione, in ricordo degli anni trascorsi in paese all’inizio del secolo fu ben accetto dalla popolazione. Prova ne sia che anche il sopra citato Peppelò, di idee socialiste, riallacciò contatti di amicizia con lui. Così con altri tornarono ad incontrasi periodicamente per parlare ed ascoltare il suono della fisarmonica. Ma veramente importante sembra sia stata la sua presenza in miniera. Ricorda Luciano Segreto nel suo libro “Monte Amiata” che in quel momento all’interno della miniera agivano due diverse anime: quella politico-militare dei partigiani che aveva come obiettivo il sabotaggio della produzione e quella della direzione italiana che cercava di concordare con i lavoratori una produzione limitata e abilmente nascosta per concedere ai tedeschi la minor quantità possibile del materiale prodotto.

Entrambe riuscirono ad ottenere risultati tramite il sabotaggio da parte dei partigiani dei macchinari dei cantieri più bassi e quindi meno accessibili ai controlli e con il rallentamento della produzione da parte degli altri operai motivata anche dalla mancanza di materie prime come nafta, esplosivi, miccia, ecc. In questo quadro l’ingegner Buckart, secondo molte testimonianze, tenne un comportamento corretto ed evitò per quel che era in suo potere, che le truppe tedesche usassero la mano pesante. Fortunato Avanzati ci ricorda che fu Buckart a far liberare gli arrestati per la manifestazione antinazista che si era tenuta il 4 Dicembre 1943 e che poco dopo tentò di costituire una commissione interna con lavoratori non compromessi con il fascismo e anche con qualche comunista. Questo tentativo ebbe breve durata e sebbene fosse stato avviato forse con buone intenzioni, su di esso Avanzati getta qualche critica perché la sua riuscita avrebbe potuto smorzare la combattività della parte più politicizzata degli operai legata al movimento partigiano.

Tondi Domenico, dipendente della miniera come autista del direttore Masobello ed elemento di collegamento tra gli operai ed i gruppi partigiani operanti sul Monte Amiata, fa capire nella sua testimonianza riportata nel testo “Un’isola in terraferma” che anche tramite Buckart lui era venuto a conoscenza di un imminente rastrellamento che nel Marzo 1944 le truppe tedesche avrebbero svolto nei confronti dei partigiani presenti sul Monte Amiata. In questo modo Tondi poté avvertire il distaccamento partigiano che si spostò in Val d’Orcia. Ma a detta di molti il ruolo più importante Buckart lo svolse nell’imminenza dell’arrivo delle truppe alleate. I tedeschi decisero di far saltare in aria la miniera in modo che gli alleati non potessero usufruire del mercurio. Questo proposito fu fortemente ostacolato dai minatori e dai partigiani che smontarono e nascosero molte attrezzature meccaniche ed anche dallo stesso Buckart che, dicono, abbia indicato ai propri connazionali tra i macchinari della miniera da colpire alcuni desueti o non strettamente indispensabili. Furono così distrutti i forni Spirek, ma non quelli a torre e furono abbattuti i castelli dei pozzi, ma non furono minati i pozzi stessi, sabotaggio che avrebbe tenuta la miniera chiusa per anni. Al passaggio delle truppe francesi che liberarono Abbadia, un ufficiale ed ingegnere minerario si compiacque dei lievi danni subiti dall’impianto. Trascorso poco più di un mese si poté ricominciare la produzione. Sempre Domenico Tondi testimonia come, a causa del suo intervento Buckart, fosse stato denunciato da una segretaria del fascio repubblichino. Probabilmente a seguito di questa denuncia, gli fu tolto l’incarico ad Abbadia e venne immediatamente rimpatriato circa una settimana prima dell’arrivo degli alleati. Questo fatto avvalora il suo intervento in difesa della miniera, documentato attualmente solo da numerose fonti orali e che avrebbe necessità di uno studio approfondito e qualificato. Il rapporto tra Abbadia e l’ingegner Carl Buckart si concluse comunque negli anni cinquanta quando il tedesco tornò per salutare gli amici rimasti e si incaricò di portare personalmente dalla Germania all’allora direttore della miniera un’auto della Volkswagen per non fargli pagare le spese doganali.

Articolo pubblicato nel febbraio del 2016.




Giornata della memoria a Montopoli Valdarno

Il Comune di Montopoli Valdarno dedica a Serafino Soldani le iniziative previste per sabato 30 gennaio nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata della memoria.




Giornata della Memoria e Giorno del Ricordo a Figline-Incisa Val d’Arno

Quest’anno il Comune di Figline e Incisa Valdarno celebra lo stesso giorno, il 4 febbraio, sia il Giorno della Memoria che il Giorno del Ricordo. La prima commemorazione è stata individuata a livello mondiale il 27 gennaio e segna l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa e che è stata istituita a livello internazionale per ricordare le vittime dell’Olocausto; il Giorno del Ricordo, invece,  commemora la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Dunque il 4 febbraio la Presidenza del Consiglio comunale promuove un incontro con gli studenti della città in cui interverranno la presidente Cristina Simoni, la sindaca Giulia Mugnai, l’assessore alla Cultura e il presidente dell’Anpi, Cristoforo Ciracì; nell’occasione sarà proiettato “Pecore in erba” di Alberto Caviglia. Il film, uscito nel 2015, è costruito come se fosse un documentario e racconta la storia di un giovane attivista antisemita, che diventerà eroe nazionale.




Borse di studio della Fondazione Luciano Russi per tesi di laurea

La Fondazione Luciano Russi, nata allo scopo di conservare e diffondere l’eredità culturale dello storico del Pensiero Politico, già Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, nell’ambito delle proprie attività istituzionali ha promosso un Bando di Concorso per l’assegnazione di borse di studio per tesi di laurea riconducibili al tema “Il progetto europeistico e le relazioni Europa-mondo nella storia del pensiero politico”.

Scadenza di presentazione delle domande: 31 maggio 2016.

In allegato il Bando.