Vivere con il nemico. Memorie di guerre e di esodi tra alto Adriatico e Balcani occidentali

Convegno storico-didattico organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e dall’Associazione pAssaggi di Storia, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale della Toscana, all’interno del progetto “Confini difficili. Da Trieste a Sarajevo”.

Martedì 9 febbraio, Auditorium di Sant’Apollonia, via S. Gallo 25

SESSIONE ANTIMERIDIANA, ORE 9.00-13.30

Simone Neri Serneri Università di Siena – Isrt
Come si diventa nemici

Patrizia Audenino Università di Milano
Le memorie dei profughi nell’Europa del Novecento

Studenti della classe 5° B dell’ITT“Marco Polo”, Firenze (prof. C. Casacchia)
Gorizia: incontri e scontri lungo un confine novecentesco

Studenti della classe 4° B, Istituto Agrario di Firenze (prof. M. Pirillo)
Storie dal campo di sterminio di Jasenovac

Melita Richter sociologa, traduttrice
Scrivere per ricordare. La letteratura dei profughi

videoproiezione di … (Priiedor)

Studenti della classe 5° A, Liceo Artistico “Buoninsegna” di Siena (prof. C. Anselmi)
Memorie divise, una sola compassione. Monumenti di guerra a Prijedor

SESSIONE POMERIDIANA, ORE 14.15-16.30

Simone Malavolti Isrt-Passaggi di storia, Confini difficili. Una proposta didattica

Simone Malavolti Isrt- Passaggi di storia
Giudicare e riconciliare

videoproiezioni

Studenti della classe 5° A , Istituto “Chino Chini” di Borgo S. Lorenzo (prof. M.P. Suma)
Esperienze di solidarietà nelle guerre balcaniche di fine Novecento

Studenti della classe 2° E del Liceo classico Galileo, Firenze (prof. Stefania Tamburini)
Bosnia Erzegovina: due scuole sotto un unico tetto

Studenti della classe 2° D dell’Ist. Alberghiero “Saffi”, Firenze (prof. A. Burzi)
Itinerari turistici multiculturali a Trieste e Firenze

Studenti della classe 5° C ENO dell’Ist. Alberghiero “Saffi”, Firenze (prof. M. Rook)
Balcani ed Europa: un futuro comune




Giornata della memoria all’Archivio di Stato di Firenze

Nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno della Memoria 2016, si comunica che l’Archivio di Stato di Firenze ha già programmato nel quadro del progetto Le chiavi della Città, promosso e realizzato dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze, delle visite – laboratorio sui documenti (registri di classe, verbali di esproprio di beni, circolari di polizia) conservati in questo Archivio, che illustrano alcuni aspetti dell’applicazione delle leggi razziali italiane e le loro conseguenze nella vita di tante persone.

L’iniziativa dal titolo Sui banchi di scuola al tempo delle leggi razziali. Laboratorio in Archivio si svolgerà presso questo Archivio – Viale Giovine Italia 6 dall’ 1/2/2016 al 13/2/2016 nei giorni di lunedì, mercoledì, giovedì  in orario 10.00-12.00, con la partecipazione complessiva di sei classi di Scuola media inferiore, che hanno già aderito e chiuso il calendario.

Referente di progetto  dr. Francesca Klein 055/26320258 –  francesca.klein@beniculturali.it




La Grande Guerra in una piccola città

Sabato 30 gennaio alle ore 17.00 presso il Museo del vetro di Empoli (via Ridolfi 70), appuntamento importante per celebrare il centenario della prima guerra mondiale a Empoli.

Presentazione del Sindaco di Empoli Brenda Barnini e del prof. Roberto Bianchi (Università di Firenze) della rivista degli Amici dell’Archivio storico di Empoli  “Quaderni d’archivio”, che dedica il suo ultimo numero a La Grande Guerra in una piccola città.

Il volume si apre con un saggio introduttivo di Simone Sartini, funzionario dell’Archivio di Stato di Firenze, di grande utilità per chi voglia affrontare una ricerca storica sulla Prima guerra mondiale, perché dà gli strumenti per orientarsi nelle fonti archivistiche e gestire la complessità e l’evoluzione delle varie istituzioni che le hanno prodotte. Il contributo di Daniele Lovito costituisce l’ossatura centrale del volume: è un tema di cui si è occupato a lungo sia per la tesi di laurea triennale che per quella specialistica, mentre gli altri articoli approfondiscono temi di particolare rilievo: l’assistenza alla popolazione e ai profughi (Franca Bellucci), la figura del medico/scienziato empolese Giuliano Vanghetti nel contesto dell’assistenza ai mutilati (Elisa Boldrini);  la costruzione della memoria delle vittime del primo conflitto mondiale nel regime fascista: parchi della rimembranza e monumento ai caduti (Paolo Santini).

A completare il quadro alcune lettere dal fronte e brani tratti da un diario di prigionia di Raffaello Gelli, che ci avvicinano al vissuto di alcuni protagonisti che, loro malgrado, si trovarono a vivere e a subire esperienze molto più grandi di loro, segnate dalla fatica, dalle privazioni, dalla sofferenza e dalla morte.

Indice:

Simone Sartini, Prima guerra mondiale: note introduttive alle fonti archivistiche civili e militari di interesse locale

Daniele Lovito, La Grande Guerra in una piccola città
Franca Bellucci,  Il ’15-’18. Empoli come retrovia: ricognizione documentaria
Elisa Boldrini, Dietro la linea del fronte al servizio dei mutilati: Giuliano Vanghetti e le protesi cinematiche
Paolo Santini, La Grande Guerra fra Risorgimento e Fascismo
Lettere dal fronte e dalla zona di guerra
Diario della mia prigionia dal 1917 al 6 novembre 1918 di Raffaello Gelli



La Giornata della Memoria della Regione con gli studenti toscani

Il 27 gennaio dalle ore 9.30 al Nelson mandela Forum di Firenze, la sesta edizione del Meeting organizzato dalla Regione Toscana per la Giornata della Memoria degli studenti toscani. In allegato il programma dettagliato.




Dalla mediazione allo scontro

Nel territorio pistoiese, il passaggio dal 1947 al 1948 fu segnato dall’ennesima esplosione della conflittualità popolare, in un contesto di dura crisi economica ed alimentare che perdurava fin dalla Liberazione. A determinare quest’esito concorsero tanto le vicende nazionali, con una decisa controffensiva del fronte padronale su tutti i versanti, come testimoniato dal patto siglato tra agrari, industriali e commercianti nel gennaio 1947 per la costituzione di un fronte unico, quanto i cambiamenti intervenuti nella gestione dell’ordine pubblico in seguito all’ascesa di Scelba alla guida del Ministero degli Interni ed all’uscita delle sinistre dal governo, che segnarono una netta discontinuità e l’inizio di una reazione contro le lotte dei lavoratori.
Anche i rapporti fra i partiti locali peggiorarono sensibilmente. Il 21 dicembre a San Sebastiano di Piuvica a seguito di un comizio scoppiavano tafferugli tra i giovani militanti democristiani e quelli comunisti. Nello stesso mese il PCI e l’UDI sollecitavano l’attivismo nelle campagne, con un riguardo speciale nei confronti delle donne, attraverso una giro di conferenze di Mimma Gramsci, che si recava a Borgo a Buggiano e a San Rocco di Larciano.
Il nuovo Prefetto, Festa, era un uomo assai diverso dai suoi due predecessori, Ales e Mazzolani, portatori di una sensibilità maggiore verso le esigenze della popolazione più misera. Entrato nei ranghi del servizio in epoca fascista, si dimostrava ligio al potere politico di turno, tant’è che prima di arrivare a Pistoia subì anche una blanda inchiesta da parte dell’epurazione, denunciato dai suoi stessi ambienti lavorativi come un prefetto in camicia nera. Un uomo d’ordine dunque, cresciuto sotto il Regime, abile a fiutare il vento della politica ed a mettersi al suo servizio, più che a quello di uno Stato neutrale. Inoltre era ancora giovane, nel pieno della carriera, e tentava di mettersi in mostra con zelo, ponendosi al servizio dei nuovi detentori del potere. Festa fu un tipico prefetto Scelbiano, un agente “statale” della DC sul territorio, impegnato addirittura nella campagna elettorale prima del voto del 18 aprile – quando segnalerà a Scelba previsioni per un avanzata della DC –, attento a tutti quegli aspetti che potevano interpretare fedelmente la linea dei nuovi governanti e metterlo in luce con i suoi superiori. Sarà lui a gestire la nuova fase che maturò nel 1947 e arrivò a compimento nel 1948 ed a marcare il segno della discontinuità nella gestione dei conflitti sociali.
Dalla metà del ’47 si chiusero progressivamente gli spazi delle relazioni industriali. A livello nazionale, la Confindustria iniziava una controffensiva, decisa a recuperare il terreno perduto ed a costruire una solida alleanza con la DC, sbarrando la strada alle istanze di profonda trasformazione. A livello locale questa dinamica si rifletté anche nel nuovo atteggiamento dell’Assoindustria, via via sempre più chiuso. Il segnale di un deciso cambiamento di clima, che preludeva ad una immediata nuova gestione della conflittualità sociale nel pistoiese, arrivò per Natale. Il 24 dicembre l’Assoindustria affisse un manifesto sulla rottura delle trattative per il rinnovo del contratto con la FIOM in sede nazionale. Gli industriali denunciavano la non collaborazione sindacale e annunciavano che avrebbero pagato meno. Per gli operai era una provocazione. Già il 28 a Pescia si diffuse la minaccia di uno sciopero generale e vennero inviati rinforzi ai Carabinieri (Scelba aveva provveduto a rafforzare le forze dell’ordine), ma fu a Pistoia che avvennero fatti gravi. Il 29 una commissione di operai della San Giorgio si recò a discutere in merito alla rottura delle trattative alla sede dell’Assoindustria. I dirigenti erano assenti ma venivano ricevuti da un funzionario di alto livello. Dopo una discussione animata, gli operai venivano allontanati. A quel punto alla San Giorgio iniziava uno sciopero. I lavoratori uscirono dalla fabbrica e si recarono in corteo alla sede dell’Associazione degli industriali, che fu invasa con lievi scontri e leggeri danni al mobilio. Dopodiché fu ristabilito l’ordine e gli operai si allontanarono lasciando sottosopra la sede degli industriali. Vennero denunciati 12 lavoratori. La reazione di Assoindustria fu dura ed veemente, come c’era da aspettarsi in realtà, rendendo evidente come fosse maturata una linea diversa nel padronato, propensa allo scontro frontale adesso che si sentiva rafforzato. Si chiesero misure energiche e immediate al Prefetto ed al Ministero.
A questo punto quella linea di faticosa “concertazione” che fino ad allora aveva connotato le relazioni industriali e le politiche di gestione dell’ordine pubblico nel pistoiese viene definitivamente a tramontare. Il sindacato, spinto sulla difensiva, era comunque determinato a reagire. La rottura delle trattative, ancor più che una provocazione, venne vista, non senza ragione, come l’avvio di una politica reazionaria. Festa era per metodi d’ordine, assai poco incline a trattare con la CGIL e schierato nettamente ed in maniera non neutrale con la DC e gli industriali. Assoindustria aveva raggiunto le posizioni di intransigenza e di riaffermazione del potere in fabbrica sostenute sul piano locale da Orlando della SMI. Le tensioni di dicembre aprirono la via a due settimane di confronto tesissimo. Ai primi di gennaio la prefettura ordinò 15 arresti preventivi a Pescia. Nelle intenzioni di Festa, oltre all’idea di prevenire un nuovo sciopero, era presente anche l’opzione di sfruttare l’occasione per infliggere un duro colpo al sindacato, qualora la reazione fosse stata dura, come effettivamente avvenne. I ceti popolari, alle prese con grandi difficoltà materiali e mobilitati ininterrottamente da anni, reagirono istituendo blocchi stradali “volanti” in tutta la provincia, che per diversi giorni tennero impegnate le forze dell’ordine nella loro rimozione. Ma a Bonelle venne blocca l’autostrada e si decise di restare. Il prefetto non giocò allora la carta della trattativa ed inviò sul posto due autoblindo e reparti della celere, raggiunti poi da altri rinforzi da Firenze. Lo scontro che ne seguì fu durissimo, con l’uso di armi da fuoco, da taglio e di bombe a mano, e si concluse con 12 feriti, 6 per parte. Per la prima volta la violenza si esprimeva con questo grado di intensità dalla fine della guerra ed entrava prepotentemente sulla scena, per restarvi, fino all’uccisione di Ugo Schiano alla fine del 1948.

Stefano Bartolini è ricercatore presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e coordina le attività di ricerca storica, archivistiche e bibliotecarie della Fondazione Valore Lavoro. Ha partecipato al recupero dell’archivio Andrea Devoto ed attualmente si occupa di storia sociale, del lavoro e del sindacato. Tra le sue pubblicazioni: Fascismo antislavo. Il tentativo di bonifica etnica al confine nord orientale; Una passione violenta. Storia dello squadrismo fascista a Pistoia 1919-1923; Vivere nel call center, in La lotta perfetta. 102 giorni all’Answers; La mezzadria nel Novecento. Storia del movimento mezzadrile tra lavoro e organizzazione.

Articolo pubblicato nel gennaio del 2016.




Il futuro del passato. Memoria, legami fragili e nuova cittadinanza

Sabato 23 gennaio ore 14.30 alla Biblioteca delle Oblate:

14.30
Saluti Istituzionali
Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana
Cristina Giachi, Vicesindaco del Comune Firenze

15.15
“Custodire il passato e perdere il futuro? La memoria e il ricatto del presente”,
Adriano Zamperini, docente presso Dipartimento di Filosofia Pedagogica e Psicologia applicata, Università degli Studi di Padova e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Istituto Andrea Devoto onlus

15.45
“Storia e storie; dolore, evoluzione, gioia”
Andrea Bigalli, Coordinatore regionale Libera Toscana e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Istituto Andrea Devoto onlus

Coordina Sandra Gallerini, Consigliere nazionale della SISS (Scuola Italiana Sociologia alla Salute) e volontaria della Fondazione Istituto Andrea Devoto onlus

Ore 16.15
Apertura della Tavola rotonda; intervengono:
Massimo Cervelli, responsabile Progetti per la Memoria, Regione Toscana
Roberto Barontini, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia
Patrizia Meringolo, docente presso il Dipartimento di Scienze Formazione e Psicologia, Università degli Studi di Firenze
Fabio Berti, docente presso il Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive, Università degli Studi di Siena
Fabio Bracci, ricercatore presso Iris – Strumenti e Risorse per lo Sviluppo Locale di Prato

Modera Leonardo Roselli, giornalista

Ore 17.30
“La speranza tradita” – spettacolo teatrale a cura della Compagnia teatrale Amaltea




“I carnefici” allo Spazio Aut di Prato

In occasione dela “Gionata della Memoria”, mercoledì 27 gennaio alle ore 21.00 allo Spazio AUT di Prato viene presentato, insieme all’ autore Daniele Biacchessi, il libro:
“I Carnefici” ed: Sperling & Kupfler.

“I Carnefici” narra la storia di una lunga estate di sangue, quella del 1944, quando, per contrastare l’avanzata delle truppe alleate, i nazisti rinforzarono le difese lungo la linea Gotica e pianificarono una persecuzione spietata delle brigate partigiane. Il compito fu assegnato a una divisione speciale delle SS combattenti, che venne utilizzata contro i “banditi”. I borghi in cui si nascondevano i ribelli dovevano essere rasi al suolo e la popolazione eliminata come complice.

Nei piccoli paesi dell’Appennino fra Toscana ed Emilia – Sant’Anna di Stazzema, Bardine, Vinca, Casaglia, Marzabotto – i militari della divisione assassina diedero inizio al martirio di centinaia di vecchi, donne e bambini.




Edda e Nicche: testimoni di vita di ieri e di oggi

Sabato 23 gennaio ore 17.00 presso il Circolo Arci Cellai di Rignano presentazione dei cortometraggi “Edda, la Quercia del sacrario” e “Il partigiano Nicche” alla presenza dell’autore Stefano Ballini, di Gian Luca Luccarini Presidente Associazione famiglie vittime Eccidio Marzabotto e di Ferruccio Laffi superstite della strage di Monte Sole.

Ore 19.30 buffet

Ore 21.30 intervento musicale “I giorni della Resistenza” canzoni, racconti e poesie di e con Letizia Fuochi e Francesco Cusmano.