La Maremma racconta la Grande Guerra

Una mostra per mantenere viva la memoria storica della cittadinanza sui fatti accaduti durante il primo conflitto mondiale, è quanto organizzato dalla Prefettura di Grosseto nei propri locali, nei giorni 28, 29 e 30 gennaio 2016 in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Grosseto, l’Ufficio Scolastico Provinciale, il Centro Veterinario Militare, il IV Stormo Caccia Intercettori, il Reggimento Savoia Cavalleria, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto S. Stefano, l’Archivio di Stato, l’Istituto Storico Grossetano della Resistenza (ISGREC), la CRI, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ed il Corpo Forestale dello Stato. L’iniziativa è nel programma nazionale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, e gode del patrocinio concesso dalla Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La mostra si articola in più settori: gli Enti militari e la CRI hanno curato l’esposizione di materiare dell’epoca, riproduzioni di documenti originali e fotografie, organizzati in modo da condurre il visitatore attraverso il cammino cronologico della memoria.

Enti pubblici e Istituti scolastici sotto l’egida dell’Ufficio Scolastico Provinciale propongono un percorso storico culturale teso a contestualizzare nella realtà locale il dramma della guerra, rappresentandone le ripercussioni sul territorio, sulle abitudini e sulla popolazione.

L’Istituto storico della Resistenza è presente con la sua mostra virtuale “Sulle tracce della Grande Guerra a Grosseto. Storie di guerra, di prigionia, di coraggio e di abbattimento” (www.storiediguerra.it), progetto finanziato dalla Regione Toscana e che ha ricevuto il logo ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, concesso dalla Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri; una postazione multimediale è stata allestita per permettere ai visitatori di “viaggiare” tra documenti e foto d’epoca, guidati dai ricercatori dell’Isgrec, alla (ri)scoperta delle tracce della guerra e della memoria che quell’evento così catastrofico ha lasciato nel territorio.

Il programma degli eventi prevede anche la partecipazione dell’Amministrazione Comunale di Grosseto che ha curato, attraverso l’Assessorato alla Cultura, una rappresentazione teatrale da tenersi presso il Teatro degli Industri di Grosseto il giorno 29 gennaio 2016 alle ore 18.00 dal titolo “La guerra infinita”, in contemporanea con una mostra di libri d’epoca forniti dalla Biblioteca Comunale Grossetana. Seguirà, il Sabato 30 gennaio alle ore 17.00, nel ridotto del Teatro degli Industri, la presentazione di: “TEATRI DI GUERRA – Tre monologhi (1915-1944-1992)” di Federico Guerri – Edizioni “Il foglio letterario”. Tutta l’iniziativa contribuisce alla valorizzazione storico-culturale della Maremma e vuole costituire un momento di riflessione, soprattutto per le giovani generazioni.




La memoria della Shoah e la costruzione dell’Europa: percorsi e sfide dal dopoguerra ad oggi

Gentili signore e signori, consiglieri, autorità presenti, Rabbino Levi, sono molto onorato di essere stato invitato come relatore in occasione di questa importante ricorrenza e vorrei esprimere per ciò un sentito ringraziamento al Consiglio regionale, al suo Presidente Eugenio Giani e al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Lo scorso anno le celebrazioni della Giornata della Memoria furono contrassegnate dal forte impatto emotivo suscitato dagli attentati terroristici di matrice islamista condotti a Parigi contro la sede del giornale Charlie Hebdo e un supermercato di prodotti Kosher. Nel cuore dell’Europa era stato lanciato un attacco omicida ai valori della laicità e della democrazia. E quell’attacco aveva assunto anche le vesti di un virulento antisemitismo. Dodici mesi dopo il clima purtroppo non è cambiato, anzi – dopo i tragici episodi avvenuti nella capitale francese lo scorso novembre, l’emergenza profughi, i fatti di Colonia, lo stillicidio di minacce e atti terroristici riconducibili al cosiddetto Stato islamico (ISIS) – la situazione appare ai nostri occhi ancora più allarmante. Come allarmante, per altri aspetti, risulta il fenomeno correlato, ben evidente da tempo in ogni paese europeo, rappresentato dall’erompere di movimenti nazionalisti xenofobi, non privi – soprattutto ad est – di un imprinting antisemita. Un fenomeno che rischia di far saltare i cardini su cui poggia la nostra civiltà democratica.
Dunque, anche quest’anno, qui a Firenze, come in tutta Europa, celebrare la Giornata della memoria ha un sapore particolare; ci chiama ad un compito particolare. Infatti, fare memoria della Shoah non significa semplicemente ricordare lo sterminio degli ebrei e delle altre vittime del nazismo, non significa rievocare il passato, ma implica attribuire al passato – a quel passato – un significato capace di illuminare l’oggi, per aiutarci a compiere le nostre scelte in una situazione difficile.

Ma come si può svolgere questo compito? Da storico ritengo sia utile – direi necessario – riflettere sul significato della memoria della Shoah collocandola nell’ambito più ampio della memoria europea della seconda guerra mondiale, che rappresenta ancora un punto di riferimento fondamentale per la nostra memoria collettiva.
Vorrei dunque provare a tracciare, molto sinteticamente, il percorso evolutivo di questa memoria europea. Lo farò appoggiandomi alle considerazioni di un brillante storico britannico purtroppo prematuramente scomparso, Tony Judt.
Judt ha indicato due grandi fasi della memoria europea del secondo dopoguerra: la prima che ha preso forma dopo il 1945, la seconda dopo il 1989. A suo giudizio, subito dopo il crollo del Terzo Reich, l’Europa è stata ricostruita – ad ovest come ad est – su una memoria fortemente selettiva imperniata su due pilastri comuni: da un lato, il mito della Resistenza come epica e corale lotta di liberazione nazionale contro i nazisti; dall’altro, l’attribuzione alla Germania e ai tedeschi dell’esclusività della colpa per le sofferenze e i crimini della guerra. They did it! Loro l’hanno fatto!
Naturalmente dietro tale raffigurazione stava un corposo nucleo di verità: in tutti i paesi che avevano subito l’occupazione nazista (e dovremmo aggiungere anche fascista) – dalla Norvegia alla Jugoslavia, dalla Francia alla Polonia – erano sorti movimenti di resistenza che avevano coraggiosamente lottato contro l’occupante pagando un prezzo altissimo e non c’è dubbio che sulle spalle dei tedeschi gravasse la responsabilità predominante per lo scatenamento della guerra e i crimini commessi. La “soluzione finale” porta un indelebile marchio germanico. Tuttavia, la glorificazione della Resistenza e la stigmatizzazione dei tedeschi hanno finito per oscurare altri aspetti importanti: la presenza ovunque nell’Europa occupata di forze collaborazioniste che avevano attivamente spalleggiato il nazismo e il fascismo, nonché il fatto che gravi crimini di guerra erano stati commessi da tutti i belligeranti, compresi i vincitori. Basti pensare – solo per fare degli esempi – alle uccisioni di migliaia di ufficiali polacchi perpetrate dall’Armata Rossa (le cosiddette fosse di Katyn), agli stupri compiuti dal Corpo di spedizione francese in Italia (le “marocchinate”), alle foibe (per restare al caso italiano) o alla serie di bombardamenti sui civili di natura terroristica condotti dagli anglo-americani culminati nelle due atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Secondo Judt, la rimozione dalla memoria ufficiale di questi aspetti ha marchiato il Vecchio continente con quella che egli ha definito a vicious legacy – una “eredità maledetta” – caratterizzata da “una deliberata distorsione della memoria”, dall’”oblio come stile di vita”. Oblio del collaborazionismo filo-fascista, non riducibile ad un fenomeno di pochi invasati, e oblio dei crimini compiuti dagli altri, dai non tedeschi.
Il 1989, con la fine della guerra fredda e il ricongiungimento delle due Europee, è stato contrassegnato all’opposto da un “eccesso compensativo di memoria” che le istituzioni hanno promosso in ogni paese per fondare, o rifondare, nuove identità collettive dopo il crollo del Muro di Berlino. Il processo si è indirizzato lungo due nuove direttrici. A ovest, a partire dagli anni Novanta è emersa al centro della scena la memoria della Shoah. Il ricordo dello sterminio degli ebrei era stato certamente presente anche prima, ma – potremmo dire – solo come uno degli aspetti della memoria antifascista. Gli ebrei erano stati considerati una delle tante categorie di vittime del nazismo. Solo col passare degli anni la memoria della Shoah ha guadagnato autonomia e propulsione fino a diventare “mito fondante negativo” della memoria europea. Essa rimanda infatti ad una vera e propria “frattura di civiltà”, rappresenta il “crimine per eccellenza”: “il tentativo di un gruppo di europei di sterminare tutti i membri di un altro gruppo di europei”. In una Europa scossa dal riapparire di manifestazioni di odio antisemita e razzista e dal ripetersi nei suoi confini, dopo l’implosione della Jugoslavia, di crimini atroci contro i civili (si pensi a Sebrenica), la memoria della Shoah è assurta a “narrazione unificante” con valore di monito contro il rischio del ripetersi del Male. “Mai più!”
A est, invece, i paesi usciti da oltre quarant’anni di regimi comunisti sotto il controllo dell’Unione sovietica hanno proceduto a riedificare memorie nazionali rimaste a lungo congelate e hanno coltivato la memoria ancora scottante del comunismo. Essi hanno mostrato alcune differenze fra loro ma anche alcuni importanti tratti comuni: la tendenza a esternalizzare il comunismo come mero frutto dell’imposizione attuata dall’Armata rossa; la conseguente raffigurazione delle società nazionali nei panni di vittime innocenti e l’esaltazione dell’ostinata resistenza popolare – attiva e passiva – ai regimi comunisti; la rivendicazione infine dell’assimilazione dei crimini del comunismo ai crimini del nazismo.

A partire soprattutto dalla seconda metà degli anni Novanta, nel pieno dell’accelerazione del processo unitario dopo Maastricht, anche le istituzioni dell’Unione europea sono intervenute sul terreno della memoria attraverso politiche del ricordo sempre più incisive. Alla tradizionale narrativa europea della riconciliazione e della pace fra i paesi che si erano scannati nella prima e nella seconda guerra mondiale si è presto affiancata un’azione istituzionale – promossa soprattutto dal Parlamento di Strasburgo – per la costruzione di una comune memoria europea. Questa è stata fondata su due cardini: la Shoah e l’antitotalitarismo.
Dopo la dichiarazione del Forum internazionale di Stoccolma sull’Olocausto nel 2000, l’Unione europea ha trasformato progressivamente la memoria della Shoah in una sorta di religione civile alla base dei suoi valori fondamentali di democrazia, pace e difesa dei diritti umani. Come già fatto da numerosi Stati membri, anche a livello europeo il 27 gennaio è stato scelto dieci anni fa come Giornata europea della Shoah e nel novembre 2008 il Consiglio dell’Unione europea ha approvato la Decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia volta ad uniformare la legislazione comunitaria attraverso l’adozione di una normativa antinegazionista.
All’allargamento dell’Unione europea ad est nel 2004 e nel 2007 ha fatto seguito una spinta crescente dei nuovi membri dell’Europa centrale ed orientale per l’adozione a livello comunitario di politiche della memoria incentrate sull’antitotalitarismo attraverso l’equiparazione fra nazismo e comunismo. A questo ha puntato la Dichiarazione di Praga del giugno 2008, primo firmatario l’ex leader del dissenso e Presidente cecoslovacco Vaclav Havel. Il documento chiedeva di riconoscere comunismo e nazismo come “eredità comune” dei paesi europei, definiva i crimini del comunismo come crimini contro l’umanità, perorava l’istituzione di una specifica giornata europea in ricordo delle vittime dei due totalitarismi, auspicava la revisione dei manuali di storia europei e la nascita a livello comunitario di un istituto scientifico e di un museo dedicati ai totalitarismi. Molte di queste proposte sono state recepite dalle istituzioni europee. Già nel settembre 2008 il Parlamento europeo ha istituito una “Giornata europea di commemorazione delle vittime dello stalinismo e del nazismo” scegliendo come data il 23 agosto, giorno della firma nel 1939 del Patto Ribbentrop-Molotov, letto come un accordo per la spartizione dell’Europa fra la Germania nazista e l’Unione sovietica. L’anno successivo (aprile 2009) il Parlamento ha votato la risoluzione su “Coscienza europea e totalitarismo” che pone al centro della memoria europea il ricordo dei due totalitarismi. Nel 2011 è nata la Piattaforma della memoria e della coscienza europea, un progetto educativo dell’UE per la diffusione della conoscenza dei regimi totalitari. Inoltre, ricordiamo che già dal 2007 l’Azione 4 del Progetto “Europa per i cittadini”, istituito dal Parlamento e dal Consiglio per promuovere la “cittadinanza europea attiva”, ha previsto un cospicuo finanziamento destinato alla memoria delle vittime del nazismo e dello stalinismo.
Dalla prospettiva delle istituzioni europee, questo intenso investimento economico e culturale indirizzato alla creazione di una memoria comune dovrebbe rafforzare se non creare quei legami di appartenenza e di identità fra i paesi membri indeboliti dal fallimento del trattato costituzionale dopo l’esito negativo dei referendum in Francia e in Olanda (2005). Legami che sono stati messi ancor più a repentaglio dagli effetti della crisi economica dopo il 2008, segnata da una contrapposizione interna all’Europa lungo l’asse nord-sud, dal diffondersi di movimenti populisti antieuropei, nonché dalla reviviscenza generalizzata di sentimenti e stereotipi antitedeschi.
Ma che effetti ha avuto la politica della memoria promossa da Bruxelles? Sul piano generale, essa ha ripreso e rafforzato alcuni indirizzi di fondo che, come abbiamo visto, si erano già manifestati nel contesto europeo post-89: una raffigurazione molto semplificata del Novecento come secolo della violenza, dei crimini e dei genocidi scatenati dalle opposte ideologie totalitarie, nazista e comunista, con i rispettivi apparati del terrore; una veloce erosione (radicale nei paesi ex-comunisti) del paradigma antifascista rimpiazzato da quello fondato sull’antitotalitarismo; la sostituzione come figura centrale dell’eroe partigiano con quella della vittima, la vittima innocente delle stragi naziste e delle violenze comuniste; l’arrivo sulla scena memoriale dei cosiddetti “giusti”, ovvero uomini e donne comuni che si sono distinti in azioni di solidarietà e protezione nei confronti dei perseguitati dai regimi totalitari. Si veda a questo proposito l’istituzione della “Giornata dei giusti” votata dal Parlamento europeo nel 2012.
Nel tentativo di abbinare la Shoah e il paradigma antitotalitario, la UE ha assunto con ogni evidenza come proprio modello la Vergangenheitsbewältigung tedesca, prima messa in atto da Bonn e, dopo la riunificazione, da Berlino. Nel caso della Germania, non vi è dubbio che si possa parlare di un percorso virtuoso che ha mantenuto al centro della memoria nazionale la resa dei conti con i crimini del nazismo culminati nello sterminio degli ebrei d’Europa e ha poi integrato tale memoria con quella del regime comunista nella DDR, la Germania orientale. Il più importante monumento tedesco è quello dedicato agli Ebrei d’Europa assassinati che sorge a Berlino, a due passi dal Bundestag,
Ma il modello tedesco, legato alle esperienze storiche vissute dalla Germania, può essere “europeizzato”? In verità, quel che funziona bene nella vigile democrazia tedesca non sembra funzionare altrettanto bene a livello europeo, dove sono emerse varie ombre. Innanzitutto, persiste una frizione memoriale fra est e ovest caratterizzata da una persistente concorrenza fra le “vittime del Gulag” e le “vittime del Lager”. Dietro la forte insistenza da est sul paradigma antitotalitario è poi apparso in molti casi un atteggiamento asimmetrico, tutto sbilanciato nella condanna del comunismo, che ha finito per riabilitare in maniera indiscriminata come eroi della patria tutti i nemici del comunismo, compresi noti – o meglio famigerati – esponenti di spicco del collaborazionismo filonazista degli anni della seconda guerra mondiale, come ad esempio Ante Pavelic in Croazia, il maresciallo Antonescu in Romania, Josef Tiso in Slovacchia; per non dire dei giovani volontari lettoni delle Waffen-SS cui gli ex-commilitoni hanno dedicato alcuni anni fa a Tallin una targa commemorativa come “combattenti della libertà”. É giusto che i paesi dell’Europa occidentale prendano coscienza di cosa hanno rappresentato per l’altra metà d’Europa i decenni di dominio comunista, ma non al prezzo di riabilitare collaborazionisti che molto spesso hanno avuto parte attiva nella persecuzione degli ebrei.
L’Italia non è immune da rischi di questo genere. Solo pochi anni fa, ad esempio, è stata realizzata con soldi pubblici ad Affile, un paesino vicino a Roma, la costruzione di un mausoleo dedicato al Maresciallo Rodolfo Graziani, capo delle forze armate della Repubblica sociale italiana e responsabile di numerosi crimini di guerra nelle colonie africane. Persiste poi l’attitudine a scaricare su altri le nostre responsabilità. Questo è particolarmente evidente proprio osservando la memoria della Shoah. Le leggi razziste del 1938 contro gli ebrei, volute da Mussolini e firmate dal Re, sono state – per riprendere un’espressione usata lo scorso anno dal presidente Rossi – “una vergogna assoluta che pesa ancora sulla storia dell’Italia, del nostro amato Paese”. Ebbene, non sono pochi in Italia coloro che continuano a credere che quelle leggi siano state imposte al Duce riluttante dallo spietato Führer di Berlino. Un’autentica frottola che nasconde le responsabilità del governo fascista che agì invece in piena autonomia. Ma c’è anche un altro aspetto importante. La celebrazione mediatica dei “giusti”, dei generosi “salvatori di ebrei”, come l’abile e coraggioso Giorgio Perlasca, ha finito per oscurare le responsabilità avute da tanti italiani nella persecuzione dei loro concittadini ebrei. Come ha scritto Simon Levis Sullam, l’Italia sembra essere passata dall’”era del testimone” – imperniata sulla memoria delle vittime – all’”era del salvatore” senza passare per alcuna “era del carnefice”. Un “colpevole oblio” sembra sceso sui tanti italiani che furono attori e complici della Shoah, coloro che parteciparono all’arresto degli ebrei (poco meno della metà degli arresti fu compiuto da italiani), i delatori che li denunciarono, coloro che si appropriarono dei loro beni e dei loro posti di lavoro, quanti semplicemente stettero a guardare o rivolsero lo sguardo altrove. Figure di salvatori di ebrei, come Perlasca, sono giustamente molto famose, ma quanti in Italia conoscono ad esempio il commissario prefettizio Giovanni Francesco Martelloni capo dell’Ufficio Affari ebraici di Firenze, uno spietato cacciatore di ebrei responsabile di decine di arresti di uomini, donne e bambini finiti ad Auschwitz? Basta dare un’occhiata a Google per farsi un’idea: per Perlasca risultano 139 mila contatti; per Martelloni 150!
Anche in Italia, infine, come in Europa, si è assistito negli ultimi quindici anni ad una competizione fra memorie diverse della seconda guerra mondiale, tutte riconosciute e promosse dalle istituzioni statali. Mi riferisco alle principali di esse: la memoria appunto della Shoah, che stiamo celebrando oggi, la memoria delle foibe legata alla celebrazione del Giorno del ricordo il 10 febbraio, la memoria della Resistenza incentrata sul 25 aprile. Secondo alcuni storici come Giovanni De Luna e Sergio Luzzatto, la memoria della Shoah avrebbe eroso se non scalzato la memoria della Resistenza. Ora, la memoria della Shoah ha sicuramente – e per fortuna – guadagnato spazio nella coscienza pubblica, ma la memoria della Resistenza – grazie soprattutto all’impegno del Quirinale, da Ciampi a Mattarella – è rimasta un punto di riferimento fondamentale. Non sono due memorie in conflitto. Anzi, per certi aspetti sono complementari: infatti, se la memoria della Shoah può essere vista come strumento di salvaguardia dei diritti umani contro ogni tipo di discriminazione, la memoria della Resistenza – col suo forte vincolo alla Costituzione – resta una base di riferimento per i diritti di cittadinanza, il diritto al lavoro, alla salute, all’educazione, ad un ambiente sano… Entrambe sono vitali per la salute della nostra democrazia.
Introdotta dal Parlamento nel 2004, la memoria delle foibe ha avuto nei primi anni un carattere antagonistico rispetto a quella della Resistenza e competitivo rispetto a quella della Shoah. Restano impulsi in questa direzione, ma è importante – a mio avviso – che negli ultimi anni del suo mandato l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia fatto molto per trasformarla da una memoria di matrice nazionalista con venature antislave in una memoria europea riconciliata basata su un impegno comune fra Italia, Slovenia e Croazia. Un impegno a riconoscere i torti che storicamente un paese ha inflitto all’altro (prima delle foibe ci sono stati i crimini italiani in Jugoslavia) per collaborare attivamente da ora in poi, senza il peso di un passato conflittuale, come membri dell’Unione europea. Questo quadro europeo è del resto la corretta cornice di riferimento in cui agisce nella sua azione memoriale la Regione Toscana, grazie anche all’impegno dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana e della rete degli istituti collegati.
Sono dunque tornato al contesto europeo da cui ero partito. E vorrei qui concludere con alcune considerazioni finali.
All’indomani dei sanguinosi attacchi jihadisti a Parigi dello scorso 13 novembre, una delle firme di punta del Sole24Ore, Alberto Negri, ha dedicato un articolo lucido e appassionato alla lotta cui siamo chiamati oggi per sconfiggere la minaccia dell’ISIS. E Negri ha esordito citando quello che secondo Sartre era (e potremmo dire – è) il più bel romanzo dedicato alla Resistenza: “Educazione europea”, opera del grande scrittore Romain Gary, ebreo lituano – eroe della resistenza francese. “Come va la battaglia di Stalingrado dei russi contro i nazisti?”, si chiedono i partigiani polacchi nel romanzo.
“Come va la battaglia contro il Califfato? Se avessimo ancora un’educazione europea – scrive Alberto Negri – questa è la domanda che dovremmo farci tutti i giorni e che forse si faranno adesso (…) i francesi. Rispondere al terrore con la solidarietà e le bandiere a mezz’asta va bene ma se avessimo ancora un’educazione europea dovremmo replicare colpo su colpo al terrorismo e alla sua minaccia, entrata nella nostra vita quotidiana con una strage di innocenti”.
Di fronte alla minaccia e alla sfida del terrorismo dunque Negri, e insieme a lui molti altri, si richiamano – in molti casi riscoprono – l’eredità della Resistenza, un’eredità che era sembrata molto appannata dopo il 1989. Ma attenzione: alla Resistenza contro il pericolo islamico si sono appellati e si appellano anche i movimenti xenofobi europei. “Widerstand, Widerstand!” (Resistenza! Resistenza!) hanno gridato i sostenitori di Pegida (i cosiddetti Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) dopo i gravi fatti di Colonia fomentando la caccia agli immigrati. Dobbiamo dunque fare attenzione e tenere assieme l’eredità della Resistenza con quella della Shoah. La prima ci sprona ad una difesa attiva della democrazia, la seconda ci ricorda di essere vigili contro ogni forma di razzismo e di xenofobia, inclusa l’islamofobia. É questa la nostra “educazione europea”.
Vi ringrazio dell’attenzione.

Articolo pubblicato nel gennaio del 2016.




Il Giorno della Memoria 2016 a Massa e Carrara e provincia

Per il Giorno della Memoria 2016 a Massa e Carrara e provincia sono molte le iniziative organizzate da istituzioni comunali e associazioni.

Giorno_della_memoria_corri_ragazzo_corriCARRARA. Mercoledì 27 gennaio, è convocato il Consiglio Comunale in adunanza straordinaria “aperta” in forma solenne alle ore 10, presso l’Aula Magna dell’Istituto Scolastico “G. Leopardi” di Avenzo. Lo stesso giorno presso la Scuola Secondaria 1° grado ad Avenza (Via Campo d’Appio, 16) , alle ore 9.00, l’iniziativa Per non dimenticare. Attraverso la lettura di poesie, di brani tratti da romanzi e la proiezione di film, un percorso per comprendere meglio il passato, capire la minaccia che esercitano i movimenti radicali ed estremisti e i regimi totalitari, promuovere il rispetto per i diritti umani, in modo particolare per le minoranze. A cura di IC “Menconi” Avenza. Il 27 gennaio presso IC “Avenza – G. Menconi” Plesso G. Rodari (Via Villafranca), alle ore 11.00, l’iniziativa Per non dimenticare. Visione del film “La vita è bella” di Benigni. Seguiranno riflessioni sulla vita nei campi di concentramento e sulle deportazioni.

FIVIZZANO. Il Comune di Fivizzano per il prossimo 27 gennaio propone la presentazione del libro “Una bambina ad Auschwitz”di Arianna Szörényi. Come è noto il “Giorno della Memoria” è stato istituito dal Parlamento Italiano con la Legge n. 211 del 2000. Il libro sarà presentato dal Dott. Ezio Szörényi a Fivizzano, nel Museo di San Giovanni degli Agostiniani, mercoledì 27 gennaio 2016, alle ore 10. Alla presentazione, che è aperta a tutta la cittadinanza, parteciperanno gli studenti delle classi terze delle scuole medie appartenenti all’Istituto Comprensivo “A.Moratti” di Fivizzano. Dalla recensione del libro riportiamo: “L’autrice del libro Arianna Szörényi, dopo una vita trascorsa senza mai sottrarsi al dovere morale di testimoniare, decide di pubblicare il suo diario della deportazione, scritto dopo la liberazione dal lager di Bergen-Belsen, dovela sua voce di bambina urla la propria sofferenza con una semplicità e un’ingenuità disarmanti”. Il 29 gennaio presso il Teatro Civico di La Spezia in Piazza Mentana, 1, alle ore 8.00, l’iniziativa Giorno della Memoria attraverso il teatro. Visione dello spettacolo teatrale dal titolo “I giardini di Mauthausen”.

MASSA. Il Giorno della Memoroa verrà celebrato a Massa con un Consiglio Comunale Solenne riunito in seduta straordinaria, aperta e congiunta con il comune di Carrara che si terrà a partire dalle ore 10 nell’Aula Magna dell’istituto scolastico Giacomo Leopardi ad Avenza di Carrara. Dopo i saluti del presidente del consiglio comunale di Carrara Luca Ragoni e del collega di Massa Domenico Ceccotti, prenderanno la parola rispettivamente il Sindaco di Carrara Angelo Zubbani e di Massa Alessandro Volpi quindi il Presidente della Provincia Narciso Buffoni. E’ quindi previsto un intervento di Simone Caffaz dal titolo “Italiani ed Ebrei: una storia lunga più di duemila anni”. Seguirà la lettura di un lavoro preparato dagli alunni dell’istituto Galileo Galilei. Chiuderà la prefetto Giovanna Menghini che procederà alla cerimonia di consegna di medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati o internati nei lager nazisti.  Il Consiglio Solenne Congiunto si chiuderà sulle note dell’Inno Nazionale. Dal 12 al 27 gennaio, presso il Liceo “G.Pascoli” (Viale Stazione, 49), ore 9.00-13.00 (21-22-26 gennaio) e ore 15.00-17.00 (12-14-19-20-22 gennaio), l’iniziativa Un gennaio per non dimenticare. Cinque incontri pomeridiani sulla Shoah. Sensibilizzazione mattutina attraverso lezioni, discussioni, visione di filmati ed analisi di documenti. Assemblea di Istituto con interventi dei partecipanti al treno della memoria 2015, proiezione di video realizzati da studentesse e studenti. Dal 23 al 27 gennaio presso l’aula Magna IIS “A. Meucci” (Via Marina Vecchia, 230), dalle ore 9.00 alle ore 13.00, l’iniziativa Studiare capire, confrontarsi affinché non si ripeta. Attraverso la testimonianza di una studentessa che ha partecipato al treno della memoria 2013, si creeranno con i ragazzi momenti di riflessione sull’importanza del ricordo. Mercoledì 27 gennaio, presso l’Aula Magna Liceo Classico “P. Rossi” (Via Democrazia, 26), alle ore 11.00. Affondamento corazzata Roma. Attraverso una conferenza-dibattito prendere coscienza dell’importanza della microstoria all’interno della storia. Promosso da Anmig.

PONTREMOLI. Sabato 30 gennaio, presso il Cinema Manzoni (Piazza San Francesco) alle ore 8.00, si terrà un Cineforum con visione del film “Karol: un Papa rimasto uomo” e relativo dibattito.

VILLAFRANCA IN LUNIGIANA. Il Comune di Villafranca in Lunigiana  in occasione della Giornata della Memoria  2016 presenta “Corri Ragazzo Corri” di Pepe Danquart dal romanzo di Uri Orlev. Il 27 gennaio alle ore 21,00, presso il Cinema Teatro Città di Villafranca. A presentare il film il professore Ariodante Roberto Petacco.




La Giornata della Memoria in provincia di Grosseto

Per il Giorno della Memoria 2016 a Grosseto e provincia sono molte le iniziative organizzate da istituzioni comunali e associazioni.  Un programma intenso che si va ad affiancare ed intrecciare al fitto calendario organizzato dall’Isgrec a Grosseto e Roccastrada.

CINIGIANO. Mercoledì 27 gennaio al Teatro di Cinigiano, alle ore 10.00 per le scuole e alle ore 21.00 per la popolazione, l’iniziativa Ricordiamo attraverso il cinema.  Resistere al dramma dell’olocausto con un pizzico di follia diventa il modo migliore per dare speranza. Proiezione del film Jacob il bugiardo.

getimgresized.phpFOLLONICA. Da Novembre 2015 a febbraio 2016, presso Biblioteca dell’ISIS, alle ore 13.45, Memoria e Shoah: vittime e carnefici. Analisi di documenti dell’archivio Yad Vashem riferiti al trasporto di Ebrei con ausilio di materiale audiovisivo, testimonianze, come espressione di due diversi gruppi di uomini coinvolti, i carnefici e le vittime. Quattro incontri all’ISIS di Follonica. Martedì 26 gennaio, presso la Sala cinema Tirreno, alle ore 9.30, proiezione de La vita è bella. Tutte le classi quinte della primaria assisteranno alla visione del film di Benigni. Seguirà un incontro con una signora ebrea, Elena Servi di Pitigliano, che ha vissuto negli anni della tragedia e fatto esperienza di leggi razziali in Italia. A cura della Biblioteca di Follonica. Sabato 30 gennaio, presso il Ridotto del Teatro Leopolda, La Leopoldina (Zona ex ILVA) alle ore 10.15, l’iniziativa Gli Ebrei non possono… Attraverso testi, drammatizzazioni, memorie, i ragazzi ripercorreranno alcune fasi salienti dell’olocausto, cercando di coinvolgere il pubblico presente, narrando eventi grazie ai quali hanno raggiunto una consapevolezza ed una coscienza di un particolare periodo storico. III D Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Bugiani”, in collaborazione con La Biblioteca Comunale di Follonica e Associazione Culturale Teatri di sabbia di Federico Guerri. Domenica 31 gennaio, alle 17, l’iniziativa L’olocausto dei Rom presso la Biblioteca della Ghisa (Comprensorio Ilva).

MASSA MARITTIMA. Il Comune di Massa Marittima ha organizzato in occasione della “Giornata della memoria”, un evento, curato dalla Biblioteca G. Badii, in collaborazione con l’ITIS Bernardino Lotti. La professoressa Alessandra Veronese, Direttore del CISE – Centro Interdipartimentale di studi Ebraici dell’Università di Pisa, incontrerà il pubblico nell’Aula Magna dell’Istituto, in via della Manganella, mercoledì 27 gennaio alle ore 10, per parlare dell’antisemitismo e dell’antiebraismo: si tratterà di un’interessante e ricca ricognizione storica che partirà da molto lontano per mostrare quali sono le origini di pregiudizi che hanno portato poi una volta “esplosi”, alla shoah. L’incontro è aperto a tutti e verrà ripetuto alle 17 nella Sala Consiliare del Comune di Scarlino in Piazza Garibaldi. Per l’occasione verrà proiettato il documentario realizzato dagli allievi dell’Istituto durante i viaggi del “treno della memoria 2015”. Nel corso della giornata si svolgerà inoltre l’iniziativa “MEMORIA IN MOSTRA”  a cura dell’Anpi Massa Marittima, che terrà aperto un gazebo in Piazza Garibaldi (orario 10/12; 16/18). La prof.ssa Veronese è ricercatrice di storia medievale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e membro del comitato direttivo del CISP (Centro Studi per la Pace) dell’Università di Pisa. Nell’ambito del suo lavoro di docente tiene vari corsi, tra cui quelli di Storia dei conflitti etnici e religiosi (XX secolo) di Storia degli ebrei nel Medioevo e nella prima età moderna. L’invito che la Biblioteca di Massa Marittima ha inoltrato alla prof.ssa Veronese per la giornata della memoria 2016 nasce dalla collaborazione che si è instaurata tra il CISE e il Comune di Massa Marittima, che da qualche anno svolge il ruolo di capofila dei progetti sugli Archivi all’interno della Rete delle Biblioteche della Provincia di Grosseto. Grazie al lavoro che il Comune ha in corso dal 2013 sul riordino degli Archivi minerari, la Rete delle Biblioteche ha infatti individuato la Biblioteca di Massa Marittima, quale capofila dei progetti sugli Archivi e nel 2015 è stato sottoscritto un accordo della durata di tre anni  su richiesta del Comune di Scarlino per il riordino e lo studio dei materiali del suo Archivio storico conservati all’Archivio di Stato Grosseto.

PITIGLIANO. Mercoledì 27 gennaio, presso il Teatro Salvini Pitigliano (Piazza G. Garibaldi, 37) alle ore 10.00, l’iniziativa Genocidio a confronto: parole e musica. Incontro con il Niccolò Rinaldi, funzionario delle Istituzioni Europee e giornalista pubblicista. È autore di molti libri, di cui molti dedicati alla memoria collettiva. “Piccola anatomia di un genocidio – Auschwitz e oltre”. Fra le tante opere dedicate alla Shoah, questa ha l’ambizione di raccontarla in poche pagine ma con completezza, senza pudori e senza sconti per nessuno, fra il dolore delle vittime e la consapevolezza, se non la vergogna, degli altri. Un racconto emotivo che descrive il lungo viaggio ad Auschwitz – dall’antisemitismo alle modalità della macchina dello sterminio, dalle verità ufficiali troppo comode alle ceneri del dopoguerra che conducono fino al Ruanda. “Shoah e Ruanda, due lezioni parallele”, primo libro che confronta i due genocidi. Dal cuore dell’Europa al cuore dell’Africa, la meccanica dei due genocidi si può confrontare in un percorso in venti “stazioni”, con somiglianze stridenti e alcune differenze, comprese le responsabilità di una parte dell’Occidente che in Ruanda, cinquant’anni dopo la Shoah, si ritrova meno sicuro dei suoi antidoti politici e culturali che considerava acquisiti. Le due lezioni parallele sono un percorso a specchio ricco di riscontri inaspettati e inquietanti, che rende ancora più attuale la terribile lezione della Shoah e svela menzogne e ipocrisie del nostro tempo. Alle ore 11.15, l’iniziativa L’uomo bocciato in storia. Monologhi, citazioni e musica di Corrado Re e Emilo Celata. Attraverso la musica e le parole gli autori proporranno una riflessione sul dramma della Shoah e sugli orrori e le sofferenze a cui le popolazioni coinvolte nelle guerre dei nostri giorni sono sottoposte. A cura del Comune di Pitigliano in collaborazione con ISIS Zuccarelli.




Il Giorno della Memoria a Siena e provincia

Per il Giorno della Memoria 2016 a Siena e provincia sono molte le iniziative organizzate da istituzioni comunali e associazioni.  Un programma intenso che si va ad affiancare ed intrecciare al fitto calendario organizzato dall’Istituto per la Storia della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea.

GMCasoleASCIANO. L’Amministrazione Comunale, in occasione del Giorno della Memoria, organizza il 27 gennaio presso l’Istituto Comprensivo S.Pertini di Asciano, per le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado, la proiezione del documentario storico “1944, Asciano-Auschwitz solo andata”. Il documentario è stato realizzato per conto del Comune di Asciano dal giornalista dr. Juri Guerranti, per fare in modo che lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti non venga dimenticato e sia da stimolo per le giovani generazioni. Lo stesso documentario sarà poi proiettato alle ore 21,15 presso la sala della mediateca comunale. Proiezione aperta a tutta la popolazione.

CASOLE D’ELSA. Lunedì 25 gennaio alle ore 10.30 presso il Centro Congressi di Casole d’Elsa, la celebrazione del Giorno della Memoria con interventi delle autorità locali presenti e discussione e lettura di alcuni testi dei ragazzi delle scuole elementari e medie di Casole d’Elsa sul tema dell’integrazione.

CASTIGLIONE D’ORCIA. Il Comune di Castiglione d’Orcia in collaborazione con la locale sezione Anpi organizza le celebrazioni ufficiali per il 26 gennaio. Alle 9 è previsto il ritrovo con la scuola primaria e media presso la Pro-Loco per la “Partenza Viaggia della Memoria” con arrivo alle 10 presso la Stanza della Memoria. Al termine Lancio delle lanterne in piazza Vecchietta per l’iniziativa “Una luce per la Pace”.

CETONA. Un doppio appuntamento, mercoledì 20 e martedì 26 gennaio, è in  programma a Cetona, promosso dall’amministrazione comunale e rivolto alle scuole del territorio. Mercoledì 20 gennaio, nel corso della mattina, gli alunni delle classi terza, quarta e quinta della scuola primaria e la classe prima della scuola secondaria di primo grado di Cetona incontreranno, per il secondo anno, Ugo Foa, ebreo, testimone delle leggi razziali e delle persecuzioni e membro emerito della Fondazione Cdec, Centro di documentazione ebraica contemporanea, di Roma. All’incontro, introdotto da David Micheletti, teologo e filosofo esperto di cultura ebraica, parteciperanno anche alcuni iscritti del Centro anziani di Cetona e Nello Costantini, reduce di guerra, protagonista e testimone della Resistenza a Cetona. Martedì 26 gennaio, inoltre, gli alunni delle classi seconda e terza della scuola secondaria di primo grado assisteranno alla proiezione di “Arrivederci ragazzi” film del 1987 con la regia di Louis Malle, premiato lo stesso anno alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con il Leone d’oro.

CHIANCIANO TERME. Giovedì 28 gennaio presso il Centro Giovani “La Cripta” (Via S. Michele) dalle ore 8.25 alle 16.25 le classi terze della Scuola secondaria di I grado, al fine di ricordare la Shoah e rendere omaggio alle numerose vittime, nonché a tutti coloro che, a rischio della propria vita, si sono opposti al folle progetto di sterminio, assisteranno all’incontro dibattito con alcune Associazioni locali per affrontare i problemi legati ai Diritti Umani e al divario Nord/Sud del mondo e avranno la possibilità di ascoltare alcune testimonianze. Proiezione del film del 2014
“Anita B.” di Roberto Faenza e riflessioni finali. A cura dell’Istituto Comprensivo “F. Tozzi”.

GM CollevaldElsaCOLLE DI VAL D’ELSA. Sabato 23 gennaio presso la Biblioteca Comunale “Marcello Braccagni” (Via di Spugna, 78), alle 17.30 l’iniziativa Rom e Sinti, una memoria scomoda. Sterminio, rimozione, pregiudizio. Incontro-conferenza sul Porajmos, lo sterminio dei rom e dei sinti perpetrato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Interventi di Luca Bravi, ricercatore presso L’Università Telematica “L. da Vinci” di Chieti e docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Firenze. Autore di numerose pubblicazioni relative alla storia dei rom e dei sinti in Europa. Ernesto Grandini, presidente dell’associazione sinti di Prato. Modererà l’incontro Dario Radi, della Sezione Anpi di Colle di Val d’Elsa. Promosso dal Comune di Colle di Val d’Elsa e Anpi Colle di Val d’Elsa. Mercoledì 27 gennaio presso il Teatro del Popolo (Piazza Unità dei Popoli) alle ore 10.30, l’iniziativa Voice of peace. La storia siamo noi. Canto corale, letture, proiezioni, performance motorie per una riflessione sul male dell’indifferenza attraverso una lettura storica del contemporaneo. I ragazzi sono portatori di un messaggio positivo sull’importanza del rispetto della persona umana, della libertà e della pace. L’evento è realizzato dai ragazzi dell’ISIS “San Giovanni Bosco” in collaborazione con gruppo polifonico “Di nota in nota Ensemble”. Parteciperà all’iniziativa l’Associazione Progetto Rondine – Cittadella della Pace di Arezzo. Il 28 gennaio alle 15, presso il Liceo “Alessandro Volta”, l’iniziativa Da Virgilio al Lager: storia del poeta Miklòs Radnòti, conferenza di Alessandro Fo.

MONTERIGGIONI. Dall’11 gennaio al 6 febbraio presso la Biblioteca comunale (orari ore 14.00-19.00 dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.00 sabato) si terrà la mostra libri e dvd sul tema “Razzismo e genocidio nella storia” e la Mostra opere di artisti della Valdelsa sul temadella Shoah. Martedì 2 febbraio presso la Sala del Complesso Monumentale di Abbadia Isola alle ore 10.00 si terrà Anne Frank rappresentazione teatrale riservata agli alunni della scuola media statale di Monteriggioni.

MONTEPULCIANO. l Comune di Montepulciano partecipa al Giorno della Memoria con due iniziative, una rivolta direttamente a tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, e la seconda che coinvolge la popolazione giovanile ma è aperta anche agli adulti. La proposta di carattere più didattico prevede per la giornata di mercoledì 27 gennaio la scrittura di un testo sul Giorno della Memoria. Naturalmente il progetto è diversamente articolato in base all’età ed al livello di preparazione degli studenti. Dunque, per i bambini delle elementari, gli insegnanti punteranno sulla suggestione del racconto mentre ai ragazzi delle superiori sarà chiesto di scrivere un tema, un saggio breve o il commento ad un brano letterario. I diversi elaborati saranno il frutto di un lavoro di preparazione svolto dai docenti ai quali sarà poi chiesto di selezionare i vari lavori fino ad individuare, nell’ambito di una commissione composta dei dirigenti scolastici, i tre migliori testi per ogni ordine di scuola. Alla primaria ed alla secondario di primo grado l’Amministrazione Comunale assegnerà delle borse di studio mentre per i tre migliori della secondaria di secondo grado il premio consisterà in un viaggio appositamente organizzato ad Auschwitz che si svolgerà nella primavera 2016. Fondamentale sarà il “feedback”; quindi i tre ragazzi che visiteranno il lager dovranno poi raccontare e condividere l’esperienza vissuta con gli altri studenti. “Il progetto – spiega il Sindaco di Montepulciano Andrea Rossi – è partito dalla constatazione che ci sono ormai pochi testimoni che possano raccontarci il periodo della seconda guerra mondiale e degli orrori che l’hanno caratterizzata e che potrebbero quindi far comprendere la storia trascorsa – e questo periodo tragico in particolare – in modo più coinvolgente”. “Allora – prosegue l’Assessore all’Istruzione Francesca Profili – ad una celebrazione ufficiale a cui assistere da semplici spettatori abbiamo preferito un coinvolgimento attivo, che stimoli la riflessione degli studenti su questo periodo storico”.

Come ogni anno poi, la Biblioteca Comunale e Archivio Storico “Piero Calamandrei”, di Montepulciano, organizza e ospita delle iniziative volte a ricordare il tema dell’Olocausto. In cinque teche, poste lungo lo scalone di Palazzo Sisti, sede della Biblioteca, dal 23 gennaio al 13 febbraio 2016, saranno esposti libri sull’Olocausto e alcuni testi relativi alla presenza ebraica a Montepulciano tra il XIV e il XV secolo. L’orario di accesso è quello di apertura della Biblioteca (martedì, giovedì, venerdì, dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18. Il sabato, dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 17). Inoltre, in accordo con l’Associazione AmicaDonna di Montepulciano, è previsto un incontro, aperto al pubblico, di commento (con letture) del testo di Sarah Helm “Il cielo sopra l’inferno“, che narra le vicende del Campo di concentramento femminile nazista di Ravensbruck. Questo incontro, la cui data è ancora da definire, è previsto tra il 6 e il 13 Febbraio.

POGGIBONSI. Mercoledì 27 gennaio presso la Sala Conferenze Accabì (Via Carducci, 1), alle ore 10.30, Con gli studenti per riflettere sull’Olocausto: Semina e tieni vivo il seme della libertà. L’iniziativa è rivolta principalmente agli studenti della scuola primaria e secondaria di I° grado del territorio di Poggibonsi. Durante l’incontro con gli alunni sarà distribuito un opuscolo con all’interno dei semini che una volta piantati daranno vita alla Pianta della Memoria. A cura del Comune di Poggibonsi e Anpi Sez. Poggibonsi.

SIENA. Martedì 12 gennaio presso l’Aula magna dell’ITS “S. Bandini”, alle ore 11.00, Il valore della memoria e la conoscenza della storia. Un percorso formativo per gli studenti delle classi quinte e quarte sul razzismo nazifascista, le persecuzioni di ebrei e antifascisti e sulle colpe del popolo tedesco nella Shoah. Lezione del prof. Bardotti, (ISRSEC) “Leggi razziali in Italia, Europa e dintorni”. Il 13 gennaio presso l’Aula magna dell’ITS “S. Bandini”, alle ore 11.20, Il valore della memoria e la conoscenza della storia. Un percorso formativo per gli studenti delle classi quinte e quarte sul razzismo nazifascista, le persecuzioni di ebrei e antifascisti e sulle colpe del popolo tedesco nella Shoah. Lezione del prof. Bardotti, (ISRSEC) “Cosa sapevano i cittadini tedeschi del genocidio degli ebrei”. Govedì 14 gennaio, presso l’Aula magna dell’ITS “S. Bandini”, Il valore della memoria e la conoscenza della storia. Un percorso formativo per gli studenti delle classi quinte e quarte sul razzismo nazifascista, le persecuzioni di ebrei e antifascisti e sulle colpe del popolo tedesco nella Shoah. Visione del Combat film “Buchenwald” con dibattito. Martedì 26 (8.30 per le scuole), venerdì 29 gennaio (17.30 per la cittadinanza) e martedì 2 febbraio (8.30 per le scuole), presso le Stanze della memoria (Via Malavolti, 9), Un popolo di colpevoli? I tedeschi e l’Olocausto. Un percorso di analisi e riflessione attraverso fonti scritte e videodocumenti sulla conosenza che il popolo tedesco aveva della deportazione e dei campi di sterminio. A cura dell’Isrsec Siena. Mercoledì 27 gennaio presso l’IIS “E. S. Piccolomini” (Prato S. Agostino 2), alle 11, Considerazioni sul tema della Memoria. Percorso di riflessione sul “Canto di Ulisse in Primo Levi”. Alessandro Fo, Professore Ordinario di Letteratura Latina all’Università degli studi di Siena. Letture di testi di Paolo Lombardi e degli studenti dell’IIS “E.S.Piccolomini” di Siena. Organizzato da Comune di Siena, Prefettura di Siena e IIS “E. S. Piccolomini”. Il 27 gennaio presso la Pinacoteca Nazionale di Siena (Via San Pietro, 29) alle ore 16.30, La passione per l’arte e la lotta per la libertà. Conversazione di Alessandro Masi e Fabio Masotti a margine della mostra “Piero Sadun. Genesi di un artista 1938-1948”. Incontro dedicato all’approfondimento sulla figura dell’artista in relazione alla cultura figurativa in Italia negli anni a cavallo della Seconda Gerra Mondiale e alla sua partecipazione agli eventi che condussero l’Italia alla liberazione dal regime nazifascista. A cura del Polo Museale della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena in collaborazione con Comunità Ebraica di Firenze/Siena. Domenica 31 gennaio presso la Sinagoga di Siena (Vicolo delle Scotte, 14) alle ore 10.30, I campi Displaced Person per i profughi ebrei stranieri in Italia (1945 – 1950). Incontro con Martina Ravagnan, studiosa di storia ebraica e lingua yiddish, accompagnato da filmati e proiezione di documenti. Un percorso di approfondimento, per gettare luce sulla storia dei profughi ebrei alla fine della seconda guerra mondiale e sugli oltre 40.000 ebrei stranieri che transitarono per i campi italiani. A cura di Sinagoga di Siena – CoopCulture.

SARTEANO. In occasione della Giornata della Memoria 2016 presso il Teatro Comunale degli Arrischianti di Sarteano, la Nuova Accademia degli Arrischianti mette in scena “Mein Kampf” di George Tabori per la regia di Gabriele Valentini. Lo stesso autore definì Mein Kampf: “una storia banale, nel senso hollywodiano del termine. Una grande storia d’Amore. Hitler e il suo Ebreo. Un caso orribile”. Si tratta di una farsa in prosa ambientata nella capitale austriaca in un pensionato per vagabondi, dove Adolf Hitler trova ospitalità, quando è ancora un ragazzo maleducato e viziato che aspira a diventare pittore, ma con scarsi risultati. Il testo, raramente rappresentato in Italia, vede in scena Guido Dispenza nei panni del giovane Hitler, di lui si interessa Schlomo Herzl, interpretato da Francesco Storelli, vecchio e squattrinato libraio ebreo che sogna di scrivere un grande libro sul significato dell’esistenza, del quale ha appuntato solo l’inizio e ha deciso il titolo: Mein Kampf. Tra gli altri interpreti Silvia De Bellis, Tommaso Ghezzi, Pina Ruiu e Giacomo Testa. Mein Kampf andrà in scena a Sarteano mercoledi 27 gennaio (matinèe riservata alle Scuole Medie); sabato 30 gennaio alle 21,30; domenica 31 gennaio alle 17,30.

GM Sinalunga1SINALUNGA. Sabato 30 gennaio, presso il Cimitero di Rigaiolo (Via Rigaiolo) alle 11.00, intitolazione alla famiglia Zimet, ebrei internati a Sinalunga, del Piazzale del Cimitero Comunale di Rigaiolo. L’iniziativa, che si riallaccia al lavoro di ricerca condotto sulla famiglia di David e Francesca Zimet ebrei internati a Sinalunga, è volta a
restituire memoria a questa vicenda intitolando ai due coniugi il piazzale antistante il cimitero dove fu sepolto David Zimet. Lo stesso giorno presso la Biblioteca Comunale (Via Vasari, 5)  alle 16.30, David e Francesca, ebrei internati a Sinalunga, Presentazione della monografia a cura di Marcella Biribò, Emanuele Grieco, Ariano Guastaldi ed Emma Licciano. Collana “Quaderni Sinalunghesi” edita dal Comune di Sinalunga – Biblioteca Comunale, Anno XXVII, n. 1 gennaio 2016. Presentazione del lavoro di ricerca sulla famiglia Zimet. Oltre agli autori della monografia interverrà Valeria Galimi dell’Università degli Studi di Milano. Lunedì 14 marzo, ore 9,30 gli alunni delle terze classi delle scuole secondarie di primo grado del Comune di Sinalunga incontrano Samuel Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz. In collaborazione con l’Istituto Scolastico Comprensivo “John Lennon” di Sinalunga.




La Giornata della Memoria a Rignano

Domenica 31 gennaio, ore 17, presso la Sala Consiliare del Comune di Rignano sull’Arno, si terrà in anteprima la presentazione del videodocumentario “Storie di coraggio e responsabilità”, curato dall’antropologa culturale Dott.ssa Giovanna Gaudio, regia e montaggio di Francesca Pasqua.
Un evento inedito cui l’Amministrazione Comunale, tra le manifestazioni dedicate alla “Giornata della Memoria”, ha dato convintamente il proprio patrocinio data l’importanza storica e culturale dell’argomento.




La Giornata della memoria a Rufina

Sarà attraverso l’opera di Liana Millu che il Comune di Rufina celebrerà la Giornata della Memoria. L’appuntamento è per mercoledì 3 febbraio alle 21 in Biblioteca Comunale, il tema centrale quest’anno è “L’Olocausto delle donne” ed in particolare l’attenzione sarà posta su Liana Millu, scrittrice, educatrice e deportata. Di lei, contemporanea di Primo Levi, scomparsa nel 2005, rimangono molti importanti scritti, pubblicazioni e racconti sull’esperienza della deportazione, vista con il particolare occhio femminile.
L’iniziativa è organizzata dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Rufina e da ANED Associazione Nazionale ex deportati nei campi nazisti sezione di Firenze.




Giornata della memoria a Reggello

La celebrazione è prevista, naturalmente mercoledì 27, alle 10 nella Sala del Consiglio Comunale. A portare la propria testimonianza ci sarà Dante Rabatti che è stato internato militare nei campi di concentramento nazisti. Durante la mattinata saranno presentati testi e letture realizzate dai ragazzi delle terze classi della Scuola Secondaria di Primo Grado M.Guerri dell’Istituto Comprensivo di Reggello. La commemorazione sarà un omaggio alla memoria delle vittime della Shoah, ma anche di tutti i genocidi e stermini della storia.