Dalle antiche fonderie di Valpiana alla moderna in dustria

Come è noto, durante la campagna d’Italia gli Alleati raccolsero le prove dei crimini di guerra compiuti dall’esercito tedesco nella penisola, con l’intenzione, all’inizio, di celebrare una sorta di “Norimberga italiana”. Una opzione ben presto accantonata, per ragioni di politica internazionale – la Guerra Fredda abbisognava di una solerte rinascita della Repubblica Federale Tedesca – che vennero ad intrecciarsi con l’interesse tutto italiano di evitare una punizione per i “nostri” criminali di guerra.
Il lavoro istruttorio era stato comunque imponente. Molte delle inchieste dello Special Investigation Branch inglese e della sezione del War Crimes Branch statunitense riguardarono la Toscana e le sue comunità martiri, colpite ripetutamente, soprattutto nell’estate 1944: uno degli allegati al rapporto German Reprisals for Partisan Activity in Italy, inviato a Londra alla fine del 1945, è una cartina (doc. 1) sulla quale sono evidenziate molte località della nostra regione che ebbero a fare i conti con la violenza tedesca.
Questi materiali, assieme ad altri, analoghi, raccolte da diverse autorità italiane (Carabinieri, Comitati di Liberazione Nazionale, ecc.), sono rimasti, come è noto, conservati per decenni negli archivi stranieri e nel cosiddetto “armadio della vergogna” (doc. 2 e 3), ma hanno poi rappresentato la base delle ricerche sulle stragi naziste che, dalla metà degli anni novanta del Novecento, hanno alimentato una feconda stagione storiografica, che si è accompagnata ad alcuni procedimenti penali, riaperti presso le Procure Militari In attesa di un censimento nazionale delle stragi, al quale sta lavorando un gruppo di ricerca nazionale, per il progetto, finanziato dal governo tedesco come forma di riparazione, Atlante delle stragi nazifasciste, il quadro toscano è comunque già piuttosto chiaro.
Civili costretti dalla Luftwaffe ad abbandonare le proprie abitazioni (C. Gentile, La Wehrmacht in Italia)
Si contano almeno 200 episodi, ed oltre 3600 vittime. Le prime stragi colpiscono nel settembre 1943 (Pistoia, in piazza San Lorenzo, e all’Isola d’Elba), e, dopo i rastrellamenti della “settimana di sangue” dell’aprile 1944 (nei quali avviene per esempio la strage di Vallucciole, 13 aprile, 107 vittime), la violenza diventa quotidiana nell’estate 1944, come strumento di gestione della ritirata, di pressione sulla popolazione civile e sui partigiani, di controllo del territorio e delle aree strategiche, a partire dalla Linea Gotica. Mommio (5 maggio, 22 vittime) e Forno di Massa (13 giugno, 60 vittime), la Niccioleta (13 giugno, 83 vittime) e Guardistallo (25 giugno, 47 vittime), Civitella della Chiana (29 giugno, 204 vittime) l’area di Cavriglia (4 luglio, 173 vittime) e San Polo di Arezzo (14 luglio, 48 vittime), le rappresaglie di Orenaccio di Loro Ciufenna (6 luglio, 32 vittime), Crespino sul Lamone (17-18 luglio, 44 vittime), e Empoli (24 luglio, 29 vittime), e ancora la Romagna sopra Molina di Quosa (7-11 agosto, 72 vittime) e Sant’Anna di Stazzema (12 agosto, oltre 500 vittime), e Bardine San Terenzo (19 agosto, 158 vittime) e Vinca (24 agosto, 171 vittime), preceduta il giorno prima dal Padule di Fucecchio (173 vittime), per finire con le due stragi di Massa (10 settembre, 37 vittime, e 16 settembre, alle Fosse del Frigido, 147 vittime).
Un po’ tutte le formazioni tedesche che combattono in Toscana si macchiano di crimini di guerra, rispondendo con solerzia agli ordini che ricevono dal Feldmaresciallo Kesselring che, proprio attorno alla metà di giugno, definiscono un meccanismo repressivo che autorizza le truppe sul campo ad usare la violenza sulla popolazione civile. Una violenza che così, in queste settimane, parla il linguaggio della rappresaglia o del rastrellamento per rispondere alle azioni partigiane o “bonificare” le aree ove i patrioti operano con maggior efficacia, ma colpisce anche nel corso della ritirata o in zone rese proibite da ordini di sfollamento obbligatorio, subito dietro il fronte, come in tutta l’area di Pisa (il 2 agosto per esempio nel quartiere San Biagio, in seguito a una delazione, si eliminano alcune famiglie rifugiate nella canonica e in alcune abitazioni limitrofe, doc 4 e 5). La repressione si appunta anche contro le forme di resistenza civile, come avviene per esempio dentro la Certosa di Farneta di Lucca, dove nella notte tra il 1 e il 2 settembre 1944 gli uomini della “Reichsführer-SS” del generale Max Simon rastrellano oltre 100 persone, tra le quali i certosini del monastero (alcuni dei quali di nazionalità svizzera, e da questo prenderanno le mosse le indagini del dopoguerra, doc. 6 e 7), rei di aver dato rifugio nei mesi precedenti a varie tipologie di ricercati (ebrei, partigiani, antifascisti, renitenti, ecc.).
Una durissima guerra ai civili, insomma, all’interno della quale emerge il comportamento di alcuni reparti speciali – la già citata divisione di Simon, la “Hermann Göring” – che interpretano il sistema degli ordini in modo più radicale, e inscenano una vera e propria guerra di sterminio ai danni di alcune comunità, come avviene a Sant’Anna, Bardine e Vinca, e oltre: qui la logica repressiva non è più solo quella della punizione, magari esemplare, ma quella della eliminazione di intere comunità. La guerra ai civili si fa così ideologica, razziale, più simile a quella combattuta sul fronte orientale, e costringe la Toscana a pagare un dazio altissimo, prima della Liberazione.
Articolo pubblicato nel marzo del 2016.
A più di un decennio dall’istituzione del Giorno della Memoria, possiamo ben rilevare quanto le tematiche inerenti la Shoah, il sistema concentrazionario nazista e le deportazioni abbiano acquisito certamente notorietà e rilevanza mediatica, senza tuttavia spesso riuscire a rendere fruibili per il mondo della scuola le considerevoli acquisizioni della ricerca storica. Accanto a risultati decisivi, malgrado tante commemorazioni e specifiche politiche europee della memoria, sono emersi nel contempo nell’opinione pubblica aspetti inquietanti: cronica insufficienza conoscitiva, superficialità di approccio, tendenze banalizzanti.
Proprio per contrastare questa debolezza cognitiva, diffusa anche nel mondo della scuola, con la presente proposta formativa l’Isrt cerca di assolvere anche quest’anno il compito di preparare studenti e insegnanti delle superiori fiorentine al viaggio ai campi di concentramento nazisti, promosso dalla Città metropolitana di Firenze, fornendo loro un nucleo di conoscenze di base, in modo che il viaggio non si incentri solo sul versante del coinvolgimento emotivo -empatia per le vittime e esecrazione morale dei carnefici- ma possa diventare un’esperienza cognitiva fondante e non effimera. A questo scopo il viaggio sarà preceduto da un seminario di riflessione di una giornata e mezza (31 marzo pomeriggio e 1° aprile, tutto il giorno) con lo scopo di sedimentare nozioni-base e capacità interpretative su tematiche intorno a nazismo, politiche genocidarie, sistema concentrazionario, Shoah. Allo stesso tempo il seminario intende stimolare ulteriori sviluppi didattici dentro le scuole coinvolte.
Il seminario, a cura della prof.sa Marta Baiardi, si compone di alcune lezioni frontali e di laboratori incentrati sulle fonti (storiche e letterarie). La partecipazione al seminario è obbligatoria per tutti coloro che usufruiranno del viaggio; per gli insegnanti è previsto regolare esonero per ragioni di studio, in quanto l’Isrt è accreditato presso il Miur come agenzia formativa e, a richiesta, verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione all’iniziativa.
Programma dei lavori
I sessione: ore 16-18.15
► ore 16-16.15: apertura, presentazione del seminario
► ore 16.15- 17: lezione e discussione in plenaria
Matteo Mazzoni, Dalla prima alla seconda guerra mondiale: i fascismi in Europa
► ore 17- 18. 15: lezione e discussione in plenaria
Marta Baiardi, Nazismo, sistema concentrazionario e Shoah: uno sguardo d’insieme
II sessione: ore 9-13
►ore 9- 10: lezione e discussione in plenaria
Camilla Brunelli (Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza), Organizzare “l’annientamento attraverso il lavoro” nei KL: schede, elenchi, elaborazione dati nei documenti delle SS
►ore 10.15-11.15: lezione e discussione in plenaria
Francesca Cavarocchi (Università di Udine), Le deportazioni dall’Italia
ore 11.15-11.40: pausa caffè
► ore 11.40-13.15: tre laboratori sui contenuti delle lezioni, tenuti in contemporanea da Marta Baiardi; Francesca Cavarocchi; Camilla Brunelli
ore 13.15-14.15: pausa-pranzo
III sessione: ore 14.15-16.30
►ore 14.15: lezione e discussione
Alberto Cavaglion (Università di Firenze), Primo Levi
►ore 15- 16.30: tre laboratori sulle tematiche affrontate nelle lezioni, tenuti in contemporanea da Marta Baiardi; Francesca Cavarocchi; Camilla Brunelli
Dal 29 al 31 agosto si svolgerà a Firenze la terza edizione della Summer School dell’Istituto nazionale del movimento di liberazione in Italia in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Programma dei lavori:
29 agosto – La nascita della Repubblica
Introduzione di Antonio Brusa (Insmli)
Relazioni di Lorenzo Bertucelli (Università di Modena e Reggio Emilia)
Lavori di gruppo (con i tutor della rete Insmli)
30 agosto – L’Italia negli anni Sessanta e Settanta
Relazione di Simone Neri Serneri (Università di Siena)
Lavori di gruppo (con i tutor della rete Insmli)
31 agosto – Gli ultimi trent’anni
Relazione di Alberto De Bernardi (Università di Bologna)
Lavori di gruppo (con i tutor della rete Insmli)
Relazione di Vanessa Roghi (Università La Sapienza, Roma)
Conclusioni di Antonio Brusa (insmli)
Cosa direste se della shoah, della resistenza o del fascismo noi avessimo a disposizione soltanto “quelli che ricordano”? e se la loro memoria non fosse obbligata costantemente a confrontarsi con la ricostruzione storica? Questo è spesso ciò che accade per la storia dell’Italia repubblicana. I suoi settant’anni di vita, la cui conoscenza è decisiva per la comprensione del presente, per l’orientamento sociale dei nostri allievi e per la loro formazione civile, sono poco studiati in classe. Le conoscenze che i nostri allievi posseggono, sono in gran parte quelle che provengono dai ricordi familiari e dai media. Eppure, negli ultimi decenni, la ricerca storica ha prodotto molti studi che sono un punto di riferimento fondamentale per la conoscenza storica di questi settanta anni. E’ questo l’obiettivo della 3° edizione della Summer School: mettere in contatto gli studi storici con la scuola e dare agli insegnanti strumenti per riuscire ad insegnare questa storia.
I lavori si articoleranno in tre giornate, durante le quali i partecipanti lavoreranno insieme ai tutor e agli storici per la condivisione di idee e punti di vista, per la comprensione di problemi e per l’individuazione e la progettazione di strategie didattiche e strumenti concreti di insegnamento: dalla fondazione della Repubblica e dalla sua ricostruzione sociale e economica, alle grandi svolte, che l’hanno trasformata in pochi decenni da società agricola a società post-industriale, pienamente inserita nella globalizzazione, organizzata con modelli sociali e culturali, inconcepibili solo mezzo secolo fa. In questo grande racconto, inseriremo un’autentica biblioteca di studi di caso, che permetteranno al docente di affrontare in classe, fonti alla mano, le questioni sensibili di questi settanta anni di storia.
Direttore: Antonio Brusa
Comitato scientifico: Antonio Brusa, Alberto De Bernardi, Marcello Flores, Carla Marcellini, Simone Neri Serneri.
Tutor: Enrico Bachetti, Paolo Battifora, Chiara Fragiacomo, Gigi Garelli, Cesare Grazioli, Enrico Manera, Nadia Olivieri, Enrico Pagano, Giulia Ricci, Luciana Ziruolo.
Organizzazione: Luciana Granzotto, Carla Marcellini, Elena Mastretta, Matteo Mazzoni, Paolo Mencarelli, Silvano Priori.
Sede: La Summer School si terrà presso Villa “La Stella” e il Centro studi CISL, due adiacenti strutture, ospitali e adeguatamente attrezzate alle pendici della collina di Fiesole. Un vero e proprio “campus”, a pochi minuti dal centro di Firenze, in cui i partecipanti potranno alloggiare e seguire il corso di formazione.http://www.villalastella.it http://www.centrostudi.cisl.it/ casa per ferieCome raggiungere Villa “La Stella” e il centro studi CISL
In allegato la SCHEDA DI ISCRIZIONE
A 70 anni dalla nascita della Repubblica come è possibile che in molte nostre scuole non si studi la storia di questo nostro “passato prossimo” senza il quale diventa difficile comprendere lo stesso presente che viviamo?
Per questo l’Istituto nazionale del movimento di Liberazione in Italia ha deciso di dedicare la terza edizione della propria scuola annuale per docenti all’Italia repubblicana, che si terrà a Firenze grazie alla disponibilità e all’organizzazione dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Tre giornata intense di lezioni, laboratori, in un serrato confronto fra storici e docenti che fornirà agli insegnanti conoscenze, approfondimenti, strumenti utili per affrontare con le proprie classi questa pagina di storia.
In allegato la schede per iscriversi alla Summer School.
Programma dei lavori:
29 agosto – La nascita della Repubblica
Introduzione di Antonio Brusa (Insmli)
Relazioni di Lorenzo Bertucelli (Università di Modena e Reggio Emilia)
Lavori di gruppo (con i tutor della rete Insmli)
30 agosto – L’Italia negli anni Sessanta e Settanta
Relazione di Simone Neri Serneri (Università di Siena)
Lavori di gruppo (con i tutor della rete Insmli)
31 agosto – Gli ultimi trent’anni
Relazione di Alberto De Bernardi (Università di Bologna)
Lavori di gruppo (con i tutor della rete Insmli)
Relazione di Vanessa Roghi (Università La Sapienza, Roma)
Conclusioni di Antonio Brusa (insmli)
Cosa direste se della shoah, della resistenza o del fascismo noi avessimo a disposizione soltanto “quelli che ricordano”? e se la loro memoria non fosse obbligata costantemente a confrontarsi con la ricostruzione storica? Questo è spesso ciò che accade per la storia dell’Italia repubblicana. I suoi settant’anni di vita, la cui conoscenza è decisiva per la comprensione del presente, per l’orientamento sociale dei nostri allievi e per la loro formazione civile, sono poco studiati in classe. Le conoscenze che i nostri allievi posseggono, sono in gran parte quelle che provengono dai ricordi familiari e dai media. Eppure, negli ultimi decenni, la ricerca storica ha prodotto molti studi che sono un punto di riferimento fondamentale per la conoscenza storica di questi settanta anni. E’ questo l’obiettivo della 3° edizione della Summer School: mettere in contatto gli studi storici con la scuola e dare agli insegnanti strumenti per riuscire ad insegnare questa storia.
I lavori si articoleranno in tre giornate, durante le quali i partecipanti lavoreranno insieme ai tutor e agli storici per la condivisione di idee e punti di vista, per la comprensione di problemi e per l’individuazione e la progettazione di strategie didattiche e strumenti concreti di insegnamento: dalla fondazione della Repubblica e dalla sua ricostruzione sociale e economica, alle grandi svolte, che l’hanno trasformata in pochi decenni da società agricola a società post-industriale, pienamente inserita nella globalizzazione, organizzata con modelli sociali e culturali, inconcepibili solo mezzo secolo fa. In questo grande racconto, inseriremo un’autentica biblioteca di studi di caso, che permetteranno al docente di affrontare in classe, fonti alla mano, le questioni sensibili di questi settanta anni di storia.
Direttore: Antonio Brusa
Comitato scientifico: Antonio Brusa, Alberto De Bernardi, Marcello Flores, Carla Marcellini, Simone Neri Serneri.
Tutor: Enrico Bachetti, Paolo Battifora, Chiara Fragiacomo, Gigi Garelli, Cesare Grazioli, Enrico Manera, Nadia Olivieri, Enrico Pagano, Giulia Ricci, Luciana Ziruolo.
Organizzazione: Luciana Granzotto, Carla Marcellini, Elena Mastretta, Matteo Mazzoni, Paolo Mencarelli, Silvano Priori.
Sede:La Summer School si terrà presso Villa “La Stella” e il Centro studi CISL, due adiacenti strutture, ospitali e adeguatamente attrezzate alle pendici della collina di Fiesole. Un vero e proprio “campus”, a pochi minuti dal centro di Firenze, in cui i partecipanti potranno alloggiare e seguire il corso di formazione.http://www.villalastella.it http://www.centrostudi.cisl.it/ casa per ferieCome raggiungere Villa “La Stella” e il centro studi CISL
Dal 15 marzo al 22 aprile 2016 sarà aperta la mostra Dalla biblioteca privata di Emanuele Casamassima (1916-1988): spunti per un ricordo nel centenario della nascita.
Traendo spunto da documenti d’archivio di varie istituzioni e dai volumi della biblioteca privata, ora fondo librario della Biblioteca Crocetti, la mostra ricorda la vicenda biografica di Casamassima. Nato il 14 marzo 1916, prima e oltre che noto studioso e professore di codicologia e paleografia nelle Università di Trieste e di Firenze, fu bibliotecario dal 1949 a Firenze e a Roma, quindi direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che salvò dal disastro del 4 novembre 1966.
All’inaugurazione, il 15 marzo ore 16.00 in Sala Comparetti (Piazza Brunelleschi 4) interverranno: Floriana Tagliabue (direttore della Biblioteca Umanistica), Chiaretta Silla (Dirigente del Settore Biblioteca e documentazione. Archivio e protocollo della Regione Toscana), Mauro Guerrini (docente di Biblioteconomia dell’Universita’ degli studi di Firenze), Luca Bellingeri (direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Tiziana Stagi (Biblioteca Umanistica).
Sedi e orari : Firenze, Biblioteca Umanistica, Lettere – Piazza Brunelleschi 4 (orario 9.00-19.00 dal lun. al ven.); Biblioteca Crocetti, Piazza Brunelleschi 4 (orario lun. merc. e ven. 9.00-14.30, mar. e giov. 9.00-19.00).
Informazioni: 055-2756056; tiziana.stagi@sba.unifi.it
Lunedì 14 marzo ore 16.30, in via Sant’Egidio 23
Fulvio Conti, Maurizio Degl’Innocenti e Giustina Manica
discutono di
Fernando Manzotti
Storico dell’Italia risorgimentale e contemporanea
a cura di Mirco Carrattieri, Alberto Ghidini, Mattioli 1885, Fidenza 2014
Introduce e presiede
Sandro Rogari
Cosimo Ceccuti porterà il saluto della Fondazione Spadolini “Nuova Antologia”
Iniziativa a cura dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “la Colombaria”.
Fernando Manzotti nasce a Correggio nel 1923, terzo di quattro figli del fotografo Ginepro e di Fernice Manghi.
Nel 1946 si laurea in Pedagogia all’Università di Firenze. Insegna storia e filosofia al Liceo di Carpi, poi a Modena e dal 1963 al Liceo Corso di Correggio. nel 1953 sposa Adele Baroni e nel 1961 nasce il figlio, Andrea.
Dal 1964, conseguita la libera docenza in Storia del Risorgimento, è incaricato all’Università di Bologna, dove poi passa a Storia Moderna e dal 1969 assolve a due incarichi: a Bologna e a Firenze, alla facoltà di scienza politiche “Cesare Alfieri”.
Muore il 16 luglio 1970 a Reggio Emilia, a causa di un virus fulminante.
Dalla sua ampia bibliografia citiamo: “La polemica sull’emigrazione nell’Italia unita” (1962), Il socialismo riformista in Italia” (1965) e, postumi, “Esperienze Risorgimentali” (1970) e “Partiti e gruppi politici dal Risorgimento al fascismo” (1973).
Intensa l’attività giornalistica: già direttore de “La Giustizia”, lega il suo nome soprattutto alle pagine culturali de “Il Resto del Carlino” e del “Corriere della Sera”.
Sabato 12 marzo 2016 ore 19:00
presso il Circolo Arci di Rosìa (Sovicille – SIENA),
via Massetana 32
(info 3471970655)
Attraverso un libro, un filmato e uno spettacolo teatrale e musicale vi racconteremo il mondo degli alabastrai di Volterra, gli artigiani che lavorano la pietra dell’alabastro. Spiriti toscani e libertari, oppositori del fascismo, lavoratori amanti della cultura, della musica, della convivialità.
Programma
ore 19: si mangia e si beve
ore 20:00 presentazione del volume:
Sovversivi. I lavoratori dell’alabastro nel Casellario Politico Centrale
di Duccio Benvenuti, Pietro Masiello, Bruno Signorini
edizioni Distillerie
ore 20:30 proiezione del documentario:
Alabastrai di Duccio Benvenuti
edizioni Distillerie
ore 21 spettacolo teatrale e musicale
Alabastrai di e con Gianni Calastri
con la partecipazione degli alabastrai e scultori Aulo Grandoli (il Pupo) e Alessandro Marzetti
e della musica e i canti de I Disertori