Raccontami la storia del Padule

Giovedì 16 giugno alle ore 17.00 nella Sala del Gonfalone, in Palazzo Panciatichi (via Cavour n. 4 Firenze), presentazione del volume di Luca Baiada, Raccontami la storia del padule. La strage di Fucecchio del 23 agosto 1944: i fatti, la giustizia, le memorie.

Saluti di Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale

Interventi di

Giovanni Contini, storico

Luca Baida, autore




Commemorazione dell’eccidio nazifascista di Forno

Lunedì 13 giugno a Forno, con inizio alle ore 9,15 commemorazione dell’omonimo eccidio nazifascista. Si allega il programma delle cerimonie e delle iniziative collaterali, tra cui la premiazione degli studenti e alunni, partecipanti all’Edizione 2016  del Premio “Ciro Siciliano”, in programma sempre a Forno presso l’Oratorio di San’Anna (Chiesetta sulla strada Provinciale vicino al Monumento) per il 10 giugno alle ore 9.30.




NEW ITALIANS

La scoperta di tre giovani autori di talento e dei loro sguardi attenti e innovativi sulla realtà che ci circonda.

Il programma è composto da tre documentari italiani, tutti di recente produzione e vincitori di importanti premi, legati tra loro dal tema affrontato: attualità e storia dell’integrazione nel nostro paese.

Mercoledì 15 giugno 2016 ore 21:30 – Piazza SS. Annunziata – Ingresso Libero 

Festival dei Popoli presenta: NEW ITALIANS

IF Only I Were That Warrior, di Valerio Ciriaci (Italia/USA, 2015, 72′)

v.o. sottotitoli in italiano

Alla presenza del regista

Quando il 12 agosto del 2012 il comune di Affile (Roma) inaugura un monumento dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani, generale durante la Guerra d’Etiopia del 1935-1936 e primo viceré della nuova colonia, le comunità etiopi di tutto il mondo si mobilitano. Il monumento solleva polemiche anche in Italia: a Graziani furono attribuiti crimini di guerra per i quali non fu mai processato. Incrociando diversi punti di vista e materiale d’archivio Valerio Ciriaci insegue le differenti e contrastanti narrazioni che scaturiscono dagli eventi storici. E’ possibile una memoria condivisa di quei fatti?

 

Mercoledì 22 giugno 2016 ore 21:30 – Piazza SS. Annunziata – Ingresso Libero 

Festival dei Popoli presenta: NEW ITALIANS

Sponde – Nel sicuro Sole del Nord, di Irene Dionisio (Italia/Francia, 2015, 60′)

v.o. sottotitoli in italiano

Alla presenza della regista

A Lampedusa, Vincenzo, custode di cimitero in pensione, dà sepoltura ai corpi dei migranti che hanno perso la vita durante i naufragi, attirando le critiche della comunità religiosa, che contesta l’uso delle croci per il seppellimento di persone non cattoliche.  A Zarzis, Tunisia, il postino Mohsen costruisce un museo con gli indumenti e gli oggetti che il mare ha restituito alla terra. Vincenzo e Mohsen un giorno cominciano a scriversi. Irene Dionisio ci racconta questa amicizia epistolare che collega due sponde, due universi differenti e in cambiamento.

 

Mercoledì 29 giugno 2016 ore 21:30 – Piazza SS. Annunziata – Ingresso Libero 

Festival dei Popoli presenta: NEW ITALIANS

Loro di Napoli, di Pierfrancesco Li Donni (Italia, 2015, 75′)

v.o. sottotitoli in italiano

Alla presenza del regista

Antonio è il presidente dell’Afro-Napoli United, squadra composta da migranti, italiani di seconda generazione e da napoletani. Antonio ha un sogno: portare i suoi ragazzi a giocare i campionati Federali. Ma Lello, Maxime e Adam non hanno documenti e la macchina burocratica s’inchioda su permessi di soggiorno e certificati di residenza. Antonio è però disposto a tutto pur di veder vincere la sua squadra.  Pierfrancesco Li Donni ci offre il ritratto di una città, la sua lingua, i suoi tempi, le sue storie.

Sandra Binazzi Festival Coordinator 57th Festival dei Popoli International Documentary Film Festival 

November 25th – December 2nd 2016 c/o Palazzo Giovane Vicolo S. Maria Maggiore 1 50123 Firenze www.festivaldeipopoli.org s.binazzi@festivaldeipopoli.org Tel. +39 055 200 80 70 Fax +39 055 241 364




A Cecina un monumento a Elio Toaff

toaffSi inaugura a Cecina nella Piazza Nilde Iotti il 9 Giugno 2016 alle ore 18 il Monumento dedicato al Rabbino Elio Toaff.
L’evento è stato promosso e organizzato dalla Città di Cecina con la partecipazione dell’artista Daniel Schinasi che ha realizzato il busto del Rabbino Elio Toaff e un bassorilievo, fusi in ottone dalla Nuova Fonderia BMS dei Fratelli Alberto e Alessio Bevilacqua di Pelago (Firenze).
L’inaugurazione si terrà in presenza del sindaco Samuele Lippi, degli onorevoli Emanuele Fiano e Maria Grazia Rocchi, dei rappresentanti delle Comunità Ebraiche Italiane, alcuni parenti di Elio Toaff, altre autorità locali civili e religiose, artisti e i due fotografi Ulrike Hahn e Giovanni Ricci che hanno seguito e documentato Schinasi durante il periodo dei lavori.




Su “Archivi in Toscana” un contributo del dott. F. Mascagni sull’Archivio Calamandrei conservato presso l’ISRT

Presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana è conservato una parte significativa della produzione documentaria di Piero Calamandrei, a servizio degli studiosi e degli appassionati per la promozione degli studi e delle conoscenze.

In questo contributo il dott. Francesco Mascagni, archivista dell’ISRT, illustra il fondo, mettendone in luce valore ed interesse.

http://www.archivitoscana.it/index.php?id=406




In difesa dell’arte: intellettuali e patrimonio artistico durante la seconda guerra mondiale

Mercoledì 22 giugno ore 17.30, al Museo Novecento di Firenze:                      

In difesa dell’arte: intellettuali e patrimonio artistico durante la Seconda Guerra Mondiale

Alessia Cecconi in conversazione con Fulvio Cervini.

Quale il destino delle opere durante un conflitto? Quale il ruolo degli artisti e degli intellettuali? Sebbene la tutela del patrimonio storico-artistico negli anni della Seconda Guerra Mondiale sia diventata una tematica di crescente interesse, meno noto è il contributo della società civile in difesa dei monumenti e delle opere mobili. Nel mese in cui ricorrono numerosi anniversari legati alla Resistenza in Toscana, una riflessione sull’impegno di alcuni protagonisti della cultura italiana del Novecento – tra cui Giovanni Poggi, Ugo Procacci, Cesare Fasola e Carlo Ludovico Ragghianti – offre lo spunto per ripercorrere le vicende della lotta alle razzie e alle distruzioni belliche. Un’occasione per ricordare, riprendendo le parole di Roberto Longhi, “quali e quanti valori si trattava di proteggere”.




Contro la guerra e la povertà

Nel pistoiese l’opposizione popolare alla guerra prima del maggio 1915 fu forte, anche qui più nelle aree rurali che nel centro urbano. L’onda della protesta sociale era iniziata a montare già nella primavera del 1914, con due manifestazioni in occasione del 1° maggio promosse rispettivamente dai socialisti e dai sindacalisti anarchici dell’USI (i secondi subirono anche alcuni arresti) fino alla Settimana rossa, nel giugno del ’14, con uno sciopero generale cittadino, lievi scontri intorno alla stazione – con il danneggiamento dei binari nella zona della Vergine – e parecchi arresti. Durante lo sciopero si tenne un comizio dove intervennero i socialisti Taddeoli e Cipulat, gli anarchici Eschini e Lombardelli e Agostini per i repubblicani. I manifestanti si recarono anche in corteo alla Sottoprefettura dove chiesero il rilascio di alcuni arrestati nei giorni precedenti per la diffusione di materiali antimilitaristi.

Come nel resto d’Italia quindi, lo scoppio della prima guerra mondiale andò a inserirsi all’interno di uno scenario già teso, caratterizzato da un inasprirsi della protesta popolare contro le cattive condizioni di vita. Queste circostanze contribuirono a radicalizzare il locale partito socialista, nel quale alcune componenti progressivamente si spostarono su motivazioni sempre più classiste e su argomentazioni di “guerra alla guerra” molto vicine a quelle sostenute in quel momento dai sindacalisti rivoluzionari e dagli anarchici. L’area di Lamporecchio, in particolare, era divenuta la prima zona “rossa” del circondario, con l’elezione a sindaco di Idalberto Targioni nel 1914, come risultato della sua intensa attività di propagandista e organizzatore degli anni precedenti, e il Consiglio comunale si era pronunciato per la neutralità assoluta già nell’agosto.

Dal gennaio del 1915 la corrente di opposizione intransigente alla guerra divenne maggioritaria nel socialismo pistoiese, e le manifestazioni andarono intensificandosi. A Candeglia fu indetta un’assemblea per illustrare i disagi che la guerra avrebbe provocato, a cui partecipò numerosa la popolazione delle campagne circostanti, mentre a Lamporecchio circa 300 disoccupati scendevano in piazza al grido di “pane e lavoro”. Con l’avvicinarsi dell’ingresso nel conflitto, la situazione non si normalizzò. Tra aprile e maggio furono indetti comizi e manifestazioni a Casalguidi, Spazzavento, Candeglia e ancora a Lamporecchio, con la partecipazione di centinaia di persone. Il 1° maggio nel capoluogo si teneva un comizio, seguito da iniziative dello stesso tenore a Bonelle, Spazzavento e nel quartiere di Porta Lucchese. Nei giorni immediatamente a ridosso della dichiarazione di guerra, il livello della conflittualità si innalzò. A Pistoia ci furono scontri alla stazione ferroviaria contro la partenza dei richiamati alle armi, a cui non furono estranei alcuni dei soldati dei reggimenti che dovevano partire. La tensione e l’opposizione popolare rimasero forti nei mesi successivi, nonostante il bavaglio imposto alla stampa di opposizione e l’ambigua posizione ufficiale dei socialisti, attestatisi intorno al “né aderire né sabotare”, che frenò le componenti più radicali del socialismo pistoiese. Sempre nella zona di Lamporecchio una manifestazione si trasformò in rivolta con l’occupazione del paese per alcune ore, durante le quali avvenerò atti di ostilità verso i facoltosi del luogo. Furono arrestate 5 persone, condannate poi a pene severe. In diverse circostanze il movimento popolare superò e radicalizzò le parole d’ordine iniziali degli organizzatori delle proteste, soprattutto nel mondo rurale, che vedeva come una vera e propria sciagura il conflitto, e che si caratterizzò per una massiccia partecipazione della componente femminile.
Furono infatti sempre le donne a riaccendere il fuoco della protesta nelle campagne.

Fino al 1916-’17 nel pistoiese regnò la calma, ma i giovani socialisti, radicalizzati rispetto al loro stesso partito, ed un innovativo movimento di socialiste, ripresero la propaganda contro la guerra e le pessime condizioni di vita, aggravatesi durante il conflitto. Fu lanciata la parola d’ordine del rifiuto del sussidio per protestare contro l’assenza degli uomini e dei figli. L’attività di propaganda funzionò a tal punto da riuscire a penetrare anche nelle zone tradizionalmente cattoliche, dove probabilmente l’ostilità popolare all’inutile strage, come l’aveva definita lo stesso Papa, non doveva essere minore. Nel gennaio 1917 la protesta, a guida femminile, esplose. A Larciano le donne rifiutarono il sussidio e dettero vita a una manifestazione antimilitarista, seguita da altre due manifestazioni analoghe a Quarrata. Anche in occasione della giornata internazionale dell’8 marzo, si tenne una manifestazione nel capoluogo, legata più a motivi economici. Nella piana cominciarono a svolgersi delle “marce della pace”. Da Tobbiana il 26 giugno 400 donne partirono verso Pistoia per chiedere la pace e rifiutare il sussidio (5 arrestate e 5 denunciate). A Montale il 5 luglio, in 300 cercarono di bloccare il servizio ferroviario e chiesero la fine della guerra, mentre il giorno dopo un’altra manifestazione per la pace, 300 le partecipanti, assumeva toni più minacciosi, con le dimostranti armate di bastoni (18 arrestati, 14 donne e 4 uomini). Sempre il 6 luglio donne di Agliana, Pistoia e frazioni dei due comuni si riunirono insieme e in circa 300 tentarono di arrivare a Pistoia, bloccate dai Carabinieri. A Gello si svolse una manifestazione di circa 400 donne, a Ramini un centinaio di donne costrinsero la maestra a sospendere le lezioni (18 denunciate) ed a Casalguidi avvenne un’altra manifestazione in favore della pace. Le aree erano quelle a diffusa presenza mezzadrile, con centri all’epoca piccolissimi, dove il movimento sindacale dei lavoratori della terra aveva iniziato ad apparire negli anni precedenti. La provenienza sociale legata al lavoro agricolo è testimoniata in un caso dal comportamento delle donne di Vinacciano. Una cinquantina di loro si recò da un proprietario terriero, evidentemente identificato tout court come parte di quello Stato così lontano e opprimente, chiedendo di far cessare il lavoro nei campi dei prigionieri di guerra (alla solidarietà internazionale qui forse si unì il problema pratico che questa era manodopera non pagata che toglieva lavoro ai braccianti) e di adoperarsi per far ritornare gli uomini dal fronte (7 denunciate).

Queste pratiche di opposizione e di conflittualità politico-sociale, difficili da seguire ma nondimeno concrete, lungi dall’essere episodi isolati, si inseriscono dunque all’interno di un malessere di lungo periodo, acuito dalla guerra, che avrebbe poi fornito le basi all’ondata di agitazioni del biennio rosso, con i moti del caroviveri, l’occupazione delle fabbriche e le agitazioni nelle campagne, sconfitto soltanto dalla reazione armata guidata dallo squadrismo fascista tra il 1921 e il ’22.

Stefano Bartolini è ricercatore presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e coordina le attività di ricerca storica, archivistiche e bibliotecarie della Fondazione Valore Lavoro. Ha partecipato al recupero dell’archivio Andrea Devoto ed attualmente si occupa di storia sociale, del lavoro e del sindacato. Tra le sue pubblicazioni: Fascismo antislavo. Il tentativo di bonifica etnica al confine nord orientale; Una passione violenta. Storia dello squadrismo fascista a Pistoia 1919-1923; Vivere nel call center, in La lotta perfetta. 102 giorni all’Answers; La mezzadria nel Novecento. Storia del movimento mezzadrile tra lavoro e organizzazione.

Articolo pubblicato nel giugno del 2016.




Mostra dei ragazzi “La Costituzione è anche nostra” a Pieve Fosciana

La mostra dei ragazzi "La Costituzione è anche nostra" rimarrà aperta presso la Sala Consiliare del Comune di Pieve Fosciana (Lu) fino al prossimo 10 giugno 2016.

La mostra dei ragazzi “La Costituzione è anche nostra” rimarrà aperta presso la Sala Consiliare del Comune di Pieve Fosciana (Lu) fino al prossimo 10 giugno 2016.

Presso la Sala Consiliare del Comune di Pieve Fosciana (Lucca), lo scorso 1° giugno 2016 è stata inaugurata la mostra “ La Costituzione è anche nostra”, curata dagli alunni e dalle insegnanti delle classi terza e quarta della Scuola Primaria del paese, parte dell’Istituto Comprensivo Statale di Castiglione Garfagnana. I lavori esposti rendono conto di un percorso pluridisciplinare affrontato dai ragazzi nel corso del corrente anno scolastico, iniziativa che ha visto il contributo significativo del Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca, il prof. Stefano Bucciarelli, e della Coordinatrice Didattica dello stesso, la prof.ssa Silvia Angelini. Il progetto in questione si pone in realtà su una linea di continuità rispetto a quanto svolto negli anni passati, sulla scia di un impegno teso ad affrontare temi quali l’educazione alla pace, i diritti in dimensione interculturale, la cittadinanza partecipata e l’educazione alla legalità. La scadenza del 70° anniversario del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 e della contemporanea elezione dell’Assemblea Costituente, poi, ha potuto aggiungere maggiore consapevolezza storica e pure solennità al lavoro intrapreso: le ricorrenze del calendario civile, più in generale, sono state inserite in una rete temporale a maglie larghe, studiata per ripercorrere le vicende storiche che, dall’età liberale all’avvento del fascismo, hanno condotto alla Seconda Guerra Mondiale, quindi alla Resistenza ed infine alla Liberazione. Un lavoro di attenta lettura ed analisi è stato condotto in particolare sui primi 12 articoli della Costituzione, riguardanti i principi fondamentali: diritti e doveri, uguaglianza, lavoro, famiglia, scuola e religione sono stati concetti approfonditi in attività di gruppo, argomenti di riflessione sia collettiva che personale, occasioni in grado di conferire al percorso svolto un importante valore formativo. In un secondo momento, è stato chiesto ai bambini di rappresentare i concetti-cardine della prima parte della carta costituzionale con i mezzi espressivi a loro più consoni, dalla produzione grafica e pittorica alla scrittura creativa e poetica: le opere così realizzate, assieme ad una serie di riproduzioni di tavole illustrate da Emanuele Luzzati nel suo libro “La Costituzione è anche nostra”, frutto di un lavoro collettivo, sono state infine raccolte nella bella mostra di Pieve Fosciana, che resterà aperta fino al prossimo 10 giugno 2016.

In allegato, la locandina dell’iniziativa in .pdf.