“La Nuova Via. I socialisti lucchesi nel secondo dopoguerra”

La copertina del libro di Emmanuel Pesi che sarà presentato sabato 30 aprile 2016 a Palazzo Ducale a Lucca

La copertina del libro di Emmanuel Pesi che sarà presentato sabato 30 aprile 2016 presso Sala Maria Luisa di Palazzo Ducale a Lucca

Sabato 30 aprile 2016, presso Sala Maria Luisa di Palazzo Ducale a Lucca, si terrà alle ore 17:30 la presentazione del libro di Emmanuel Pesi “La Nuova Via. I socialisti lucchesi nel secondo dopoguerra. Uno studio sul socialismo in memoria di Aurelio Russo” (Maria Pacini Fazzi Editore). Ad illustrare il testo, sarà presente l’On. Valdo Spini, che sarà affiancato dallo stesso autore Emmanuel Pesi e da Claudio Paladini, Presidente della Fondazione “La Sinistra storia e valori”. La serata, patrocinata dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca, presieduta dall’On. Raffaella Mariani e coordinata da Nicola Barbato (ISREC Lucca), vedrà la presenza dei familiari di Aurelio Russo, ex-assessore provinciale e stimato presidente del Real Collegio, scomparso nell’agosto 2013.

In allegato, il .pdf dell’invito alla serata




Anni di piombo, penne di latta (1963-1980) Gli scrittori dentro gli anni complicati

Venerdì 29 aprile 2016 – ore 17.30
Biblioteca delle Oblate
Via dell’ Oriuolo 26 – Firenze
ROBERTO CONTU
Anni di piombo, penne di latta
(1963-1980 Gli scrittori dentro gli anni complicati)
Introducono:
Giovanni Falaschi e Giovanni Mari
 Nell’ambito del ciclo d’incontri a cura di Anna Benedetti “Leggere per non dimenticare” Aguaplano – officina del libro ha il piacere di invitarvi alla presentazione del volume di Roberto Contu, un monumentale e documentatissimo saggio dedicato al ruolo degli scrittori e degli intellettuali in una fase storica cruciale per l’Italia.
Sullo sfondo di un’epocale mutazione della cultura e della società italiana, autori come Calvino, Pasolini, Eco, Sciascia, Moravia, Fortini furono testimoni e protagonisti del definitivo crepuscolo di una repubblica delle lettere forse mai nata; “corsari”, “illuministi impacciati” e “tiragraffi”, intellettuali in crisi alla ricerca di nuove categorie per interpretare una realtà sfuggente che non prevede per loro un posto d’onore, ma che al contrario sembra condannarli all’irrilevanza e ai margini della storia. Il bisturi critico di Roberto Contu affonda nella viva e contraddittoria carne degli anni più complicati, nelle coscienze più lucide e travagliate dell’intellighénzia di un’Italia sospesa fra slanci d’avanguardia, utopie, reazioni, sconfitte e disillusioni. Una scrittura brillante che si inoltra in profondità nella crisi dell’impegno culturale e del rapporto fra scrittori, politica e società, individuando una cesura storica che determina ancora oggi effetti e conseguenze.
Giovanni Falaschi è nato a Empoli e ha studiato all’Università di Firenze dove è stato assistente alla cattedra di Letteratura Italiana tenuta da Luigi Baldacci. Ha insegnato Letteratura Italiana all’Università di Perugia. Si è occupato di Letteratura del Novecento, dell’Ottocento e del Cinquecento. Recentemente ha curato “Ebrei Ebraismo Lager. Dieci lezioni” (Foligno, 2014).
Giovanni Mari è stato professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Firenze. È stato Preside della facoltà di Scienze della formazione (2003-2006) e Presidente della Firenze Universy Press (2006-2012). Ha fondato la rivista internazionale “Iride. Filosofia e discussione pubblica” di cui è attualmente Presidente. È stato direttore della rivista internazionale “Iris, European Journal of Philosophy ad Public Debate”. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi dedicati alle problematiche delle trasformazioni del lavoro sotto la spinta dei processi di globalizzazione e delle innovazioni tecnologiche.
Roberto Contu è dottore di Ricerca in Italianistica e Letterature Comparate all’Università degli Studi di Perugia. Insegnante di ruolo nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, collabora come professore a contratto con il Dipartimento di Lettere dell’Università degli Studi di Perugia, presso il quale svolge attività di ricerc



Per un’Europa unita. I valori di Ventotene come antitodo ai movimenti neofascisti e nazionalisti

Venerdì 6 maggio alle ore 10.00, nella Sala del Gonfalone di Palazzo Panciatichi, via Cavour 2, tavola rotonda “Per un’Europa unita. I valori di Ventotene come antitodo ai movimenti neofascisti e nazionalisti”.

Saluti dei rappresentanti delle Autorità locali e del Parlamento degli studenti toscani

Introduce: Spartaco Geppetti Vicepresidente ANPPIA nazionale

Interventi di:

Paolo Bagnoli, Università di Siena

Zeffiro Ciuffoletti, Università di Firenze

Simone Neri Serneri, Presidente Istituto Storico della Resistenza in Toscana

Claudio Silingardi, Direttore generale INSMLI




“La leggenda dell’Artiglio e dei suoi palombari”

Manifesto Italiens peur de rienSabato 30 aprile 2016 alle ore 11 il Museo della Marineria di Viareggio (Lungo Canale Est) organizza l’iniziativa “La leggenda dell’Artiglio e dei suoi palombari” con la proiezione del film documentario “Italiens, peur de rien”. La proiezione sarà introdotta da Sauro Sodini. Al museo saranno inoltre in mostra dal 3 al 15 maggio 2016 i modelli della nave Artiglio per il concorso “Una nave per un museo”.




I livornesi alla Grande Guerra

Manifesto per 1 maggio LogoL’Archivio di Stato di Livorno inaugura il 1° maggio 2016, alle ore 9 (via Fiume, 40) la mostra “I livornesi alla Grande Guerra. Immagini dall’Archivio di Stato“.

Alle 10.30 seguirà la conferenza del prof. Fabrizio Amore Bianco “Voci dell’interventismo livornese dallo scoppio del conflitto al maggio radioso“.




Israele “Lele” Bemporad

I Bemporad erano una famiglia di ebrei toscani assai numerosa. Il ramo guidato da Riccardo si trasferì da Firenze a Pistoia a cavallo tra l’800 e il ‘900. Riccardo era il quarto di un gruppo di 6 tra fratelli e sorelle, e il nome di sua sorella minore, Italia, nata nel 1888, testimonia di per sé l’afflato patriottico e il grado di integrazione che la famiglia aveva raggiunto nel Paese. Benestanti, dediti al commercio dei tessuti e proprietari di una residenza di campagna con un attiguo appezzamento di terra dato a mezzadria nei pressi di Serravalle Pistoiese, fu per iniziativa del capofamiglia che venne eretta in quell’epoca, ancorché in stile medievale come suggerivano certi gusti del tempo, la Torre Bemporad, un edificio ben noto ai pistoiesi e che ancora oggi fa mostra di sé in pieno centro storico, all’ingresso di via del Can Bianco.

famiglia bemporad inizi 900_israele e il quinto da destra in altoRiccardo Bemporad e sua moglie Ines Franco ebbero a loro volta 7 figli e figlie, di cui Israele era il sesto. Il motivo della scelta del nome resta a tutt’oggi ignoto, mancando anche nella memoria familiare informazioni che ci possano far comprendere se tale scelta fu dovuta a motivi prettamente religiosi o in omaggio al movimento sionista, anche se questa eventualità appare più remota dato che nessun discendente della famiglia è mai diventato un attivo sionista e nessuno ha scelto di compiere l’Aliyah, ovvero di trasferirsi a vivere in Israele. Tuttavia la scelta dei nomi di Riccardo e Ines rivela il permanere di un’identificazione patriottica – la terza figlia fu chiamata Margherita, come la regina – nonché l’apprezzamento per i nomi antichi o legati al medioriente, dato che le due primogenite furono chiamate rispettivamente Cesarina ed Egizia.

Nato il 27 giugno 1914, Israele condusse una tranquilla infanzia in città e fu poi avviato agli studi classici, dapprima presso il Liceo Forteguerri di Pistoia, per poi conseguire il diploma nel 1936 presso il Liceo Galilei di Pisa, dove si era trasferito presso Aldo Dello Strologo, che aveva sposato sua sorella Egizia. Nello stesso anno si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza di Pisa, dove comunicò, come era obbligatorio fare, la propria presenza ai Gruppi Universitari Fascisti (GUF) ed alla coorte autonoma universitaria della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN). A Pisa Israele sostenne due esami di diritto romano e uno di diritto privato, per poi inoltrare domanda di trasferimento a Firenze nel novembre del 1937.
Ricominciando a frequentare Pistoia, nella primavera-estate del 1938 conobbe quella che sarebbe diventata la sua compagna per la vita, Dina Fontana, una ragazza di umilissime origini, figlia di emigrati provenienti dall’Emilia e di religione cattolica. Il fidanzamento tra i due giovani fu osteggiato dai genitori di Israele. Giocavano tanto la differenza religiosa che la marcata diversità di estrazione sociale.

Ma problemi ben più gravi erano in agguato.
Nello stesso periodo, infatti, il Fascismo si lanciava nella campagna antisemita, con la pubblicazione il 14 luglio del ’38 del Manifesto della razza, a cui seguirono nel settembre le Leggi razziali. La famiglia Bemporad veniva regolarmente censita con le altre 62 famiglie di ebrei della provincia di Pistoia. Nonostante le leggi proibissero le unioni “miste” tra gli italiani e gli “appartenenti alla razza ebraica”, ed introducessero gravi restrizioni nel campo dell’istruzione, fino all’espulsione, Israele perseverò tanto nel suo legame con Dina quanto nel suo impegno universitario. Il 3 novembre del 1938 fece formale domanda per essere iscritto al terzo anno della Facoltà di legge, costretto a dichiarare, in calce alla richiesta, che «Il sottoscritto è di razza ebraica e professa la religione ebraica, lui e la famiglia». Da quel momento sui verbali degli esami sostenuti, per i quali doveva fare richiesta di ammissione al Rettore, iniziò ad apparire la dizione di «studente di razza ebraica». Frattanto le maglie intorno agli ebrei si stringevano.
israele bemporad e dina fontanaNel febbraio del 1939 fu cancellato dalle liste di leva e sul certificato anagrafico appariva, di nuovo, il timbro con la dizione «di razza ebraica», mentre la famiglia iniziava a sfaldarsi, con suo fratello minore Roberto che riusciva a emigrare a New York, approdando ad Ellis Island. La carriera universitaria di Israele diventava sempre più precaria, fino al suo epilogo, sulle cui motivazioni la scheda nominativa della facoltà di Giurisprudenza non lascia dubbi, «Troncati gli studi perché di razza ebraica». Il legame con Dina invece reggeva, e diventava sempre più saldo. Un grande coraggio animava anche questa donna, che giovanissima – era nata nel 1919, aveva appena venti anni – continuò caparbiamente a coltivare il suo amore per Israele, nonostante il Fascismo, le discriminazioni, le persecuzioni, le differenze religiose e sociali, l’ostilità familiare.

Costretti a vivere in sordina, silenziosamente, gli ebrei pistoiesi condussero una vita appartata e impaurita, di cui sappiamo ben poco, fino all’8 settembre del 1943. Con l’occupazione nazista e la nascita della Repubblica Sociale Italiana i membri della famiglia si frammentarono ulteriormente per la Toscana, e si nascosero. I Bemporad pistoiesi trovarono riparo in montagna, nell’area di Cireglio, anche con l’aiuto dell’avvocato pistoiese Bianchi. I rapporti tra Israele e Dina entrarono in clandestinità, mentre la caccia agli ebrei era aperta. Nel pistoiese ne vennero arrestati 88, quasi tutti sfollati da altre zone o di passaggio, mentre il fratello di Riccardo, e zio di Israele, Amedeo, veniva inghiottito dalla Shoah. Arrestato e deportato da Firenze, non fece mai ritorno.

Lele_primo da sinistra_in via abbi pazienza a Pistoia il girono della LiberazioneÉ in questo clima che Israele matura la scelta resistenziale, a cui partecipa anche suo nipote, Giancarlo Piperno, che diventerà un medico di fama mondiale. Stanco di nascondersi, e determinato a costruirsi la propria via d’uscita, il 17 giugno del 1944 entra a far parte delle brigate Garibaldi nella formazione Ubaldo Fantacci. Dina aiuta come può, portando viveri con la propria bicicletta. L’attività partigiana di “Lele”, il nomignolo con cui tutti l’avevano sempre chiamato e che adesso diventa il suo nome di battaglia da partigiano, si racchiude nell’arco dell’estate del 1944, ma è intensa. Matura un orientamento socialista e a quanto sembra cura dei contatti con Radio Londra. Alla fine parteciperà attivamente alla Liberazione di Pistoia l’8 settembre del 1944, immortalato anche nelle storiche foto della Liberazione in alcune vie a due passi da quella che diventerà poi la sua casa, insieme alle sorelle Cecchi, e si guadagna in questi mesi la qualifica di partigiano combattente.

Dopo la Liberazione “Lele” riprese le fila spezzate della sua vita, che nel frattempo si erano arricchite. Nel 1945 nasceva la sua prima figlia, Miriam, fuori dal matrimonio perché le leggi razziali ancora in vigore lo impedivano – lui e Dina riusciranno a sposarsi solo nel 1947 –, una circostanza malvista nell’Italia del tempo. Nello stesso anno chiese di essere riammesso a Giurisprudenza, ma dovrà presto abbandonare gli studi per i sopraggiunti nuovi impegni familiari. Nel 1948 nasceva Sara, seguita poi da Laura. Sempre in questo periodo si impegnava nel partito socialista, per un periodo, e poi nell’ANPI, a cui rimarrà sempre iscritto, e nel sostegno ai lavoratori della cooperativa di trasporti SACA. “Lele” resterà sempre a vivere a Pistoia con la propria famiglia, dapprima fa il negoziante, poi apre il “bar dello studente”, punto di ritrovo per generazioni di giovani pistoiesi, senza clamori, ma con la grande dignità di chi si è ripreso tanto la città che la cittadinanza.

Stefano Bartolini è ricercatore presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e coordina le attività di ricerca storica, archivistiche e bibliotecarie della Fondazione Valore Lavoro. Ha partecipato al recupero dell’archivio Andrea Devoto ed attualmente si occupa di storia sociale, del lavoro e del sindacato. Tra le sue pubblicazioni: Fascismo antislavo. Il tentativo di bonifica etnica al confine nord orientale; Una passione violenta. Storia dello squadrismo fascista a Pistoia 1919-1923; Vivere nel call center, in La lotta perfetta. 102 giorni all’Answers.

Articolo pubblicato nell’aprile del 2016.




Ricordando don Lorenzo Milani e don Alfredo Nesi

don-nesi-I-careDon Lorenzo Milani (1923, 1967) e don Alfredo Nesi (1923-2003) sono compagni di banco durante la formazione sacerdotale in Seminario e condividono poi con continuità le esperienze pastorali e di lavoro a Calenzano e fino a Barbiana. Il rapporto di amicizia e di collaborazione continua fino alla morte di don Milani. Rimarra’ negli anni successivi un continuo rapporto espistolare fra don Nesi e la madre di don Milani, Alice Weiss.

Dall’idea di alcuni allievi di don Nesi nasce un percorso promosso in collaborazione con l’Associazione don Nesi, Fondazione Nesi e AEROC, finalizzato a valorizzare il rapporto fra i due sacerdoti.

Mercoledì 27 aprile alle ore 18,00 in via La Pira 11, quartiere Corea a Livorno, inaugurazione mostra (con foto e documenti) su don Nesi e don Milani, apericena alle ore 20,00 e a seguire alle ore 21 proiezione del film “Don Milani. Il priore di Barbiana”. La mostra resterà aperta dalle 17,30 alle 19,00 dal lunedì al venerdì e terminerà venerdì 13 maggio.

 Nel periodo della mostra saranno organizzati alcuni momenti particolari:

Giovedì 28 aprile dalle 18,00 alle 19,30 letture tratte da “Lettera a una professoressa” e altri scritti di don Milani a cura di Pio Gianelli

Venerdì 6 maggio dalle 18,00 alle 19,30  Incontro con Mario Lancisi: “Don Lorenzo Milani. Profeta religioso e civile”

Giovedì 12 maggio dalle 18,00 alle 19,30  “I coreani ricordano l’incontro con don Milani”

A conclusione di questo percorso ci sarà il 22 Maggio la visita a Barbiana organizzata dagli amici di Corea e dagli allievi di don Nesi (per informazioni Maurizio Petrucci tel.3931934742)

Per informazioni sull’intero percorso:Associazione don Nesi/Corea via La Pira 11, quartiere Corea, Livorno

www.associazionenesi.org   email- associazione@associazionenesi.org  tel/fax- 0586/424637




25 aprile a Borgo San Lorenzo

Giornata dal profondo significato quella del prossimo 25 Aprile quando anche a Borgo San Lorenzo verrà celebrato il 71esimo anniversario della liberazione.

Le manifestazioni prederanno avvio alle 9,45 presso la Pieve di San Lorenzo con la santa Messa in suffragio dei caduti. Alle 10,30 è prevista la partenza del corteo per la deposizione delle corone di alloro al Monumento ai Caduti, alla Cappella Ossario Partigiani, al Monumento alle Vittime civili di tutte le guerre e al Monumento alla Resistenza. La chiusura è prevista, con la celebrazione ufficiale, per le 11,30 davanti al Palazzo Municipale.

Per consentire lo svolgimento del corteo sarà istituito, dalle 10 alle 13 del 25 Aprile, un divieto di sosta con rimozione forzata in Piazza Martiri della Libertà, per mt. 20 di fronte al Monumento della Resistenza, in piazza Dante, per mt. 20 corrispondenti al fronte e per mt. 20 corrispondenti al retro del Monumento ai Caduti, in Piazza Dante su ambo i lati nel tratto antistante il palazzo comunale e in Piazza del Poggio. Previsto inoltre il divieto di transito dalle 08.00 alle 13.00 del 25/04/2016 in Piazza Dante nel tratto antistante il palazzo comunale oltre che la soppressione, nello stesso giorno e orario, delle fermate Sita,
Cap, Autolinee Toscane e del servizio urbano in Piazza del Poggio e Piazza Martiri della Libertà. Allo scopo le società interessate provvederanno a dare tempestiva comunicazione all’utenza.