Cerimonia per commemorare l’architetto Massimo Baldi a trent’anni dalla scomparsa

Lunedì, esattamente nel giorno in cui, trent’anni prima, ci ha lasciato il celebre architetto – alle 17 la sala Maggiore del Palazzo comunale ospiterà una cerimonia commemorativa dedicata a Massimo Baldi.

Interverranno il sindaco Samuele Bertinelli, il presidente dell’Ordine degli architetti di Pistoia Alessandro Baldi, il presidente della Cassa di Risparmio di Firenze Giuseppe Morbidelli e l’architetto Lorella Zappalorti, delegata Inarcassa e curatrice della mostra La Pistoia di Massimo Baldi (1986-2016) – L’eredità di un architetto urbanista, che è stata visibile dal 2 al 18 aprile nei locali della biblioteca San Giorgio.

Saranno presenti l’onorevole e architetto Monica Baldi, figlia di Massimo, che condividerà con i presenti alcuni ricordi legati al padre, e l’onorevole e professore Antimo Cesaro, sottosegretario del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Nell’occasione tornerà visibile, dopo ben quarantasette anni, il plastico del progetto – non realizzato – per un nuovo tribunale da edificare nella zona di via Cosimo Trinci, ideato da Baldi su incarico del Comune di Pistoia nel lontano 1969.

La vita dell’architetto Massimo Baldi. Nato a Pistoia il 3 dicembre 1927, inizia l’attività professionale nello studio tecnico del padre Romolo. Negli anni ‘50 affronta il problema delle Case del popolo, sfrattate dai vecchi locali, e risolve il caso di Bottegone insieme a un collega fiorentino.

Due esperienze amministrative lo coinvolgono sul finire dello stesso decennio: la prima nel consiglio di amministrazione degli Istituti raggruppati e la seconda, con l’elezione a consigliere comunale iscritto nel gruppo socialista, quale vicesindaco fino al 1960.

Il 1957 è l’anno del matrimonio con Ernesta, che collabora con lui fino al 1975, seguito dalla nascita delle figlie Elisabetta e Monica.

Dal 1960 al 1970 ricopre il ruolo di presidente della Commissione censuaria comunale di Pistoia.

È membro del Comitato regionale per i beni culturali della Toscana, sindaco revisore del Centro studi di storia dell’arte, esperto dell’Ente provinciale del turismo di Pistoia, socio dell’associazione nazionale Centri storici e artistici e, dal 1972, membro del comitato tecnico dello Iacp (istituto autonomo case popolari) di Pistoia.

Per le sue competenze professionali viene nominato dal Consiglio regionale toscano, nel settembre 1972, membro della Commissione regionale tecnico-amministrativa – sezione urbanistica e beni ambientali –, incarico che manterrà fino alla scomparsa.

Nel 1981 viene eletto presidente dell’Ordine degli architetti della Provincia di Pistoia, appena costituito, e in seguito anche della Federazione degli ordini degli architetti della Toscana; incarichi ricoperti fino alla fine dei suoi giorni.

Il 2 maggio 1986 Massimo Baldi scompare, a Firenze, a seguito di un incidente stradale avvenuto nella notte fra il 13 e il 14 febbraio dello stesso anno, sull’autostrada A11, nel tratto Montecatini Terme – Pistoia, a poche centinaia di metri dalla città che aveva realmente amato e voluto sempre più moderna e funzionale.

L’archivio dell’attività professionale, immenso patrimonio costituito da progetti, disegni, studi e documenti, è stato dichiarato d’interesse culturale dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana ed è depositato all’Archivio di Stato di Firenze.

Per informazioni contattare il numero 0573 371690 o consultare il sito www.leggerelacitta.it.




Aldo Cecchi e la posta militare

Sabato 7 maggio a Prato presso l’Archivio di Stato (via Ser Lapo Mazzei, 41) si terrà il XIV “colloquio di storia postale” dell’Istituto di studi storici postali, dedicato alla posta militare ed alla memoria di Aldo Cecchi, fondatore dell’Istituto.

“Abbiamo scelto questo argomento – ricorda il direttore, Andrea Giuntini – poiché era il prediletto da Aldo. In questo modo desideriamo ricordarlo e ricordare il tempo, le energie, le risorse che in oltre trent’anni ha dedicato al nostro Istituto”.

Il programma:

9.30 saluti istituzionali

Daniele Cianchi, direttore dell’Archivio di stato di Prato
Matteo Biffoni, sindaco di Prato

Andrea Giuntini, direttore dell’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus

10.00 Beniamino Cadioli, “Aldo Cecchi: una lunga collaborazione umana e scientifica e la posta militare italiana nei suoi lavori”

10.30 Lorenzo Carra, “La posta militare austriaca nella Terza guerra d’indipendenza”

10.50 pausa caffè

11.10 Michele Caso e Beniamino Cadioli, “Posta aerea in Libia 1919-1922”

11.30 Andrea Giuntini, “La posta militare italiana nella Grande guerra. Organizzazione tecnologia risorse”

12.00 Graziano Mamone, “Posta aerea per prigionieri di guerra italiani nel Secondo conflitto mondiale. Un percorso di ricerca iniziato da Aldo Cecchi”

12.30 Bruno Crevato-Selvaggi, “L’archivio della Direzione superiore posta militare all’Istituto di studi storici postali onlus”

12.40 dibattito e conclusione.

Modera: Bruno Crevato-Selvaggi

Fonte: Istituto di studi storici postali




Il caso Rosselli. Un delitto di regime

Martedì 10 maggio, alle ore 21.30, in occasione della giornata di chiusura della mostra sulla storia del Partito d’Azione, curata da Rino Capezzuoli, presso la Sala Consiliare, interverrà Valdo Spini, Presidente della Fondazione Circolo Rosselli.

A seguire verrò proiettato il documentario Il caso Rosselli. Un delitto di regime, di Stella Savino e Vania Del Borgo.




Il Castagno d’Andrea…la notte più lunga…

Venerdì 6 maggio 2016 alle 21.30 al Circolo ARCI di Londa (FI) Nell’ambito delle celebrazioni del 71° Anniversario della Liberazione, il Comune di Londa in collaborazione con il Circolo Arci, Memoria Storica Toscana e Emilia Romagna presenta il film documentario di Stefano Ballini Il Castagno d’Andrea…la notte più lunga… sull’eccidio di Castagno d’Andrea, avvenuto tra il 13 e 14 aprile 1944. La notte più lunga è rivissuta attraverso i racconti dei sopravvissuti alla strage nazista tra i quali troviamo Sergio Fossati, Carolina Baldoni, Francesco Rainetti, Giulio Mancini e Emo Balli, scomparso da pochi giorni. Ingresso Libero

Info: Comune di Londa, Circolo ARCI Londa




Ricordi di un Campagnolo (Intervista a Franco Guarducci)

Giovedì 5 maggio 2016 alle ore 21.30 al Cinema Olimpia di Tavarnelle in anteprima assoluta sarà presentato Ricordi di un Campagnolo (Intervista a Franco Guarducci), una lunga intervista fatta dal regista chiantigiano Stefano Ballini (Il Treno che bucò il Fronte, La Brezza degli Angeli, 16 un 25 aprile a Monte Sole) a Franco Guarducci, personaggio molto conosciuto a Tavarnelle Val di Pesa.

L’evento è patrocinato dall’Unione Comunale del Chianti Fiorentino. Parteciperà il Sindaco di Tavarnelle David Baroncelli, Franco Guarducci e l’autore. Ingresso Gratuito!

Il video sarà messo gratuitamente in rete da sabato 7 maggio per la visione gratuita.

Info:Unione Comunale del Chianti Fiorentino c/o Comune Barberino Val d’Elsa Via Cassia 49 Tel. 055 80521 Fax 055 8075668 pec: unionechiantifiorentino@postacert.toscana.it




Inaugurazione della Mostra: Adriana Pincherle. Colori d’artista

Mercoledì 11 maggio, alle ore 17.00, Palazzo del Pegaso, via Cavour 4, inaugurazione mostra Adriana Pincherle. Colori d’Artista

Presentazione libro: Pincherle e Pacini. Pittrici del Novecento a Firenze

La mostra è visitabile fino al 29 maggio (dal lunedì al venerdì dalle ore 10 – 12 e 15 – 19)

 

Intervengono:
Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana
Linda Falcone, Direttore della Advancing Women Artists Foundation
Gloria Manghetti, Direttore del Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux di Firenze
Lucia Mannini, Storica dell’arte e curatrice delle mostre

Il programma prevede ricco calendario di eventi collaterali (vedi allegato)




“Una indifferenza in politica non è concepibile”

Con le riconquistate libertà il popolo torna infine ad avere il diritto di esprimersi, di denunciare le vere cause delle proprie sofferenze e di suggerire quei rimedi tendenti a migliorare una situazione oltremodo grave”. Come sottolineano queste parole scritte su “La Martinella” del 10 settembre 1944, numero unico dei socialisti senesi, che nel titolo si richiamano al loro periodico pubblicato fra il 1896 e il 1915, la ripresa e la diffusione legale, di una stampa libera e democratica è uno dei segni dell’avvento di una nuova fase nella storia del paese, ancora segnato dalle rovine lasciate dalla guerra e dal regime fascista, ma pronto ad aprirsi alle speranze connesse alla liberazione.

Il biennio 1944-’46 costituisce una fase cruciale negli snodi delle vicende nazionali, un momento di peculiare impegno e sfida per le forze politiche e per le rinate istituzioni per ricostruire non solo materialmente il Paese, ma anche moralmente e civilmente stabilendo i principi democratici su cui fondare la convivenza civile, una rinnovata concezione di cittadinanza.
Proprio i giornali sono così una fonte significativa per cogliere il difficile processo con cui le diverse forze politiche cercano di comunicare e diffondere regole e principi di una convivenza civile, provano a operare i primi passi di una “rieducazione” alla democrazia degli italiani. Si tratta di un processo dialettico complesso e dagli esiti incerti, tra questa volontà e le strategie con cui ogni singolo partito cerca di affermare se stesso nel consenso popolare. Tuttavia, pur di fronte alle rovine lasciate dal fascismo e dalla guerra, in un contesto di nuove emergenze, aggravate da un clima di diffusa abitudine alla violenza e all’illegalità e dalle alle tragiche eredità e consuetudini del “fare politica” sotto il fascismo, le forze antifasciste seppero esprimere un linguaggio comune, un medesimo impegno per educare gli italiani alla democrazia, fondato sul valore della partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, la sottolineatura dell’importanza del voto, il rifiuto della violenza, l’invito al rispetto della legalità, il riconoscimento del valore identitario della Resistenza.

La Toscana mostra in questi anni un tessuto particolarmente favorevole alla costruzione di una nuova identità democratica e nazionale che trova espressione nell’opera del Comitato Toscano di Liberazione nazionale (CTLN) che aveva guidato la Resistenza e la Liberazione di Firenze, delle tante giunte dei CLN locali, nei partiti, nelle nascenti strutture del sindacato e dell’associazionismo, come emerge dalla lettura di una stampa particolarmente ricca e varia che, dopo la fine della guerra nella primavera del ’45, pur nella pluralità delle linee espresse, mostra sulle proprie pagine un’attenzione costante all’educazione democratica dei cittadini.
Su periodico azionista “Non mollare” del 2 novembre del ’45, Tristano Codignola scrive infatti: serve “un metodo di educazione di lento travaglio, di ripensamento e rifacimento di molti dei nostri istituti e caratteri fondamentali di popolo, di ricostruzione degli spiriti e delle cose. […] Questa strada è quella, come dicevo dianzi, della rivoluzione democratica, della ricostruzione, anzi della costruzione degli istituti della democrazia in un paese – e per questo è una rivoluzione – che democratico non fu mai”. Il fiorentino “L’azione comunista” dichiara: “i comunisti vogliono oggi che si realizzino le condizioni elementari della democrazia italiana e vorranno domani lavorare per il progresso costante di questa democrazia” (28 ottobre 1945). Il periodico della DC fiorentina “Il popolo libero” indica come compito principale “educare il nostro popolo a pensare ed acquisire con ciò consapevolezza dei propri doveri e diritti” (16 novembre ’45). Nel “dovere della partecipazione politica e dell’interesse alla cosa pubblica”, dietro cui coglie l’antica lezione mazziniana, “La Voce del Popolo” periodico della sezione del Pri fiorentino individua l’unico strumento per migliorare le coscienze individuali ed affrontare e risolvere la miseria e le distruzioni che attanagliano il paese (10 marzo 1946).

La legittimazione della prassi elettorale è una componente essenziale del processo di concreta educazione alla democrazia che questi periodici portano avanti, un punto comune, e non scontato, in cui tutti si riconoscono. Si legge sul giornale della DC fiorentina “Il popolo libero”: “Quello che urge quindi è proprio questa rieducazione del popolo, questo interessarlo ai problemi politici, questa preparazione alla sua partecipazione elettorale. Bisogna convincerlo che il voto non è da considerarsi come un diritto più o meno rinunciabile ma come un dovere. […] Perché una indifferenza in politica non è concepibile” (5 ottobre 1945); “La Difesa”, periodico socialista, sottolinea le difficoltà dopo il Ventennio fascista: “da oltre un ventennio in Italia non si facevano più le libere consultazioni popolari, qualche generazione d’Italiani non conosce neppure i vari sistemi elettorali ed alcuni ignorano perfino l’importanza e l’alto significato che in questo momento assume da parte del cittadino l’esercizio del voto. Questa pratica di uno dei più importanti diritti che competono ai cittadini della democrazia era stata nel ventennio fascista, non solo soppressa, ma addirittura resa impopolare.” (6 febbraio 1946). Anche la stampa liberale esalta il ritorno al voto: “torna il giorno in cui potremo tornare alle urne, rivestiti dalla nostra dignità, ed introdurre una scheda che sarà soltanto l’espressione delle nostre libere convinzioni” (“L’Ombrone“, 24 gennaio’46). Per i comunisti il momento elettorale segna il compimento del processo iniziato con la lotta di liberazione dal nazifascismo: “Il popolo italiano ingaggiò la lotta contro il fascismo non solo per distruggere tutte quelle brutture che aveva generato e per cancellare l’onta della schiavitù, ma per risorgere a nuova vita, […e] duramente combattendo, ha vinto la prima fase della lotta – quella armata- ma non ha ancora vinto quella legale.” (“L’azione comunista” 6 aprile 1946). In numerosi articoli, i periodici di tutti i partiti dal liberale “La provincia”, al “Popolo libero” democristiano, a quelli socialisti, si dilungano in accurate spiegazioni delle modalità del voto, descrivendo con certosina precisione tutti i passaggi che l’elettore deve fare dall’ingresso nel seggio elettorale all’inserimento delle schede nelle urne, con la riconsegna delle matite copiative, certo in primo luogo per evitare errori che possano compromettere il voto alle proprie liste (“Popolo libero”, 6 febbraio ’46), ma allo stesso tempo diffondendo e consolidando fra la popolazione le prassi e i riti del meccanismo elettorale dopo ventennale assenza.

Quest’opera di educazione alla convivenza e di definizione di una nuova cittadinanza fondata sui principi democratici è importante perché non si limita al solo momento elettorale, ma è parte di un impegno a consolidare le basi delle nuove istituzioni e della convivenza ristabilita mostrando l’importanza dei partiti e l’opera delle amministrazioni locali per il processo della ricostruzione e per la vita della comunità, così si sottolinea che “Funzione dei partiti è quella di destare i dormienti, di chiamarli alla lotta politica, interessarli ai problemi sociali, è quella di dar loro coscienza e volontà di cittadini” (“La Nazione del Popolo” suppl. a cura PSIUP del 1 luglio ’45).
Infine, in questa fase, nel contesto toscano non si può non notare che, pur con accenti diversi da parte dei vari partiti, la Resistenza è l’elemento di comune legittimazione, tanto che, per esempio, il periodico fiorentino della DC dichiara che “i CLN hanno scritto nella storia d’Italia una pagina che non dovrà essere rinnegata” (“Il popolo libero” 5 ottobre ’45) tanto da divenire fattore costitutivo dell’identità regionale, nonostante la durezza della contrapposizione politica ed ideologica che si innesta rapidamente con l’incipiente “guerra fredda” e l’azione di delegittimazione svolta dalle forze qualunquiste già nella seconda metà del ’45, e il riferimento ideale che conferisce senso e prospettiva allo stesso processo di educazione alla democrazia, quale sistema di valori su cui fondare la ricostruzione del Paese.

Articolo pubblicato nel maggio del 2016.




“Scoutismo, antifascismo e resistenza civile” a Viareggio

La locandina della serata "Scoutismo, antifascismo e resistenza civile", che si terrà al Municipio di Viareggio il prossimo 6 maggio 2016 alle 21.

La locandina della serata “Scoutismo, antifascismo e resistenza civile”, che si terrà al Municipio di Viareggio il prossimo 6 maggio 2016 alle 21.

Il prossimo venerdì 6 maggio 2016, presso la Sala “Manfredo Bertini” del Municipio di Viareggio, avrà luogo il convegno “Scoutismo, antifascismo e resistenza civile”. Patrocinata dal Comune di Viareggio, dall’ANPI – Sezione Viareggio, dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca e dall’Associazione culturale “Terra di Viareggio”, l’iniziativa, che prenderà avvio alle ore 21:00, vedrà gli interventi di Carla Bianchi (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani), con un contributo su “L’esperienza delle Aquile Randagie nel periodo della Giungla Silente”, e di Franco Anichini, che farà il punto sul tema “Novembre 1944. La rinascita degli Scout nella Viareggio liberata”. A conclusione della serata, i “Vageri Cantori” eseguiranno un repertorio di canzoni scout, mentre verrà proiettata una scelta di immagini e filmati a cura di Claudio Lonigro e Bianca Maria Sciré.