Le botteghe dei parrucchieri

Il salone del parrucchiere Ferdinando Pretini, in via de’ Tornabuoni, era frequentato dalle compagne dei fascisti ma, dietro al suo nome, vi era un patriota azionista di nome Penna, che costituì un organizzazione a favore di prigionieri alleati evasi da campi di concentramento. Venne scoperto e arrestato il 24 novembre 1943 e condotto nelle cantine di villa Triste in via bolognese, dove incontrò compagni orribilmente torturati e subì anche lui simili sorti.

Un secondo parrucchiere fu Rocco Caraviello che aveva i locali in via fra’ Bartolomeo e da giovane era scampato come comunista alle persecuzioni dei fascisti. Anch’egli però non cambiò bandiera e adibì il proprio negozio a luogo di collegamenti clandestini. Il 19 giugno 1944 all’uscita di una riunione di partigiani venne ucciso da alcuni militi tedeschi; i suoi compagni vennero arrestati e condotti a villa Triste.




Il Conventino

Ex convento situato nel cuore del quartiere popolare di San Frediano, in via Giano della Bella n°12, in cui si trovavano i laboratori di artigiani ed artisti antifascisti. Questo luogo venne frequentato anche da alcuni militanti antifascisti, quali i comunisti Montelatici Otello e Censimenti Giotto. E‘ qui che Aligi Barducci, comandante della divisione Arno, instaurò i primi contatti con Gino Varlecchi inserendosi poi nella Resistenza partigiana. Durante la lotta armata il Conventino divenne quindi luogo di ritrovo e sede del Comitato di Liberazione Nazionale, deposito di armi e domicilio di una radio clandestina.




Uffici Dall’Oppio

Gli uffici commerciali del socialista Natale Dall’Oppio, in via della Condotta n. 8, furono sede dell’ultima riunione clandestina del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN), che si tenne per ben quattro giorni dall’8 all’11 agosto grazie alla disponibilità e agli aiuti alimentari di Dall’Oppio. In questa seduta vennero designati i dirigenti che dovevano affiancare il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale nel governo della città e venne definito l’assetto del Comando, inoltre si provvide ad organizzare le staffette partigiane e ad accogliere i membri del comando Marte. Di fatto durante la lotta si considerava, senza aver proceduto a nessuna elezione, Lombardi come segretario ed Enriques Agnoletti come presidente, adesso però si fece avanti la necessità di scegliere le cariche.

Precedentemente il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale mancando di una propria sede si era insediato nello stesso edificio del comando militare del Partito d’Azione in via Roma. L’11 agosto il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale dà l’ordine di far partire la rivolta contro i tedeschi. Alle 6:45 la Martinella di Palazzo Vecchio cominciò a suonare: questo fu il segnale che diede il via all’insurrezione.




Alla GAMC la presentazione del libro di N. Coccia su Carlo Levi

Venerdì 15 luglio 2016
ore 18.30, presso la Galleria d’arte moderna e contemporanea “Lorenzo Viani”

Presentazione del volume
L’arse argille consolerai
Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze
attraverso testimonianze, foto e documenti inediti
di Nicola Coccia
Ne discute con l’autore Corrado Benzio




Fumetto Italiano. Cinquant’anni di romanzi

FumettoDal 16 luglio al 4 settembre 2016 il Castello Pasquini di Castiglioncello ospiterà la mostra “Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati”.
La mostra, precedentemente presentata presso il Museo di Roma in Trastevere e il Palazzo della Permanente di Milano, ha ottenuto nelle prime due tappe un notevole successo, dimostrando un costante interesse da parte del grande pubblico nei confronti del mondo del fumetto e del più recente fenomeno della graphic novel, settore in continua crescita nel panorama editoriale.
“Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati” è una panoramica sull’arte del fumetto che ha l’intento di portare all’attenzione del pubblico le opere che, indipendentemente dalla veste editoriale e dai generi, possono fregiarsi, per la qualità dei testi e dei disegni, della qualifica di romanzi. La panoramica, composta da quaranta romanzi grafici scritti e disegnati da altrettanti autori, prende il via dal 1967, anno in cui iniziò la pubblicazione di “Una Ballata del Mare Salato”, capolavoro di Hugo Pratt, in cui appare per la prima volta Corto Maltese, e prosegue nei decenni successivi con straordinari lavori tra i quali “Sheraz-De” di Sergio Toppi, “Le Straordinarie avventure di Pentothal” di Andrea Pazienza, “Fuochi” di Lorenzo Mattotti, “Max Fridman” diVittorio Giardino, “Cinquemila chilometri al secondo” di Manuele Fior, “Dimentica il mio nome” di Zerocalcare, passando dal romanzo a puntate ai graphic novel.
La mostra presenta circa trecento tavole originali, disposte in ordine cronologico e per la prima volta affiancate, di romanzi a fumetti scritti e disegnati da un unico autore.
Il progetto espositivo indaga generi narrativi molto diversi tra loro -romanzi d’azione, romanzi psicologici, romanzi biografici o storici, romanzi satirici, romanzi tratti da classici della letteratura, romanzi contenuti in un solo volume, romanzi seriali– ma che, grazie al percorso espositivo, risultano come suggestivi capitoli di un lungo racconto fatto di immagini e di parole fuse insieme dal linguaggio alchemico delle vignette.
Lungo le sale del Castello Pasquini il visitatore potrà immergersi in un mondo di personaggi unici, di scenari mutevoli, di tavolozze colorate, di nero di china e di bianchi abbaglianti alla scoperta dei lavori dei Maestri del fumetto di ieri e di oggi.
Un appuntamento imperdibile per gli appassionati da sempre e un’ottima occasione per chi vuole avvicinarsi e approfondire la “nona arte” in tutte le sue molteplici espressioni.
La mostra, a cura di Paolo Barcucci e Silvano Mezzavilla ed accompagnata da un catalogo edito da Skira, sarà inaugurata venerdì 15 alle ore 18.00 presso La Limonaia, dove si terrà la conferenza introduttiva.
L’esposizione sarà visitabile dal martedì alla domenica in orario 18:00/23:00, al costo di 7€ (biglietto intero) o 5€ (biglietto ridotto).




Il 72° della Liberazione di Livorno

Volantino19-25luglio2016Il Comune di Livorno promuove una serie di iniziative per il 72° anniversario della Liberazione di Livorno (ricorrenza che cade il 19 luglio) e per il 73° anniversario della caduta del Fascismo (25 luglio). Un vasto programma realizzato in collaborazione con l’Istoreco e con i rappresentanti delle associazioni livornesi dell’antifascismo e della Resistenza: A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia); A.N.P.P.I.A. (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti); A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati); A.N.E.D. sez. di Pisa (Associazione Nazionale Ex Deportati).

Il programma delle cerimonie istituzionali:

72° Anniversario della Liberazione di Livorno

Martedì 19 luglio 2015

Ore 8.30 Ritrovo in Piazza del Municipio per trasferimento in Pullman

Ore 9.30 Sacrario del Castellaccio – Lapide Caduti Partigiani – Onori Militari e Civili

Ore 10.00 Via Ernesto Rossi – Bassorilievo al Partigiano – Deposizione corona a cura ANPI, ANPPIA, ANEI e ANED

Ore 10.30 Palazzo Comunale – Sala Cerimonie – Saluti del Sindaco e consegna delle “Medaglie della Liberazione” assegnata dal Ministero della Difesa

73° Anniversario della Caduta del Fascismo:

Lunedì 25 luglio

Alle ore 10, il Comune deporrà una corona al Monumento ai Perseguitati Politici – Viale della Libertà, Parco Antifascisti e Perseguitati dal Fascismo (zona Pinetina) .

Le manifestazioni collaterali

Un concerto per celebrare la Liberazione della Città di Livorno. “Verso la Repubblica” è il titolo dell’evento musicale (con ingresso gratuito) del coro Rodolfo Del Corona, promosso da Istoreco, ANPI, ANNPPIA e ANEI come iniziativa collaterale alle celebrazioni del 19 luglio.

Il coro diretto dal maestro Luca Stornello si esibirà martedì 19 luglio, ore 21.15 presso la Sala della Canaviglia della Fortezza Vecchia, messa a disposizione gratuitamente dall’Autorità Portuale.

Questo il programma

 Verso la Repubblica

 

Anonimo – L’albero della libertà

F. Campana – Inno nazionale

Anonimo – E semo livornesi

Elab. E. Materassi – Camicia rossa garibaldina

 

Anonimo – Attraverso valli e monti

Elab. L. Pigarelli – Un vessillo in alto sventola

Anonimo – Dalle nostre città

Anonimo – Dai monti di Sarzan

G. De Marzi – Signore delle cim

G. De Marzi – Joska la rossa

Elab. J. Rathbone – Bella ciao

Il coro “Rodolfo Del Corona”, costituito nel 1984 nel nome dell’importante compositore livornese, si propone lo studio e l’approfondimento di un repertorio che spazia dalla polifonia prerinascimentale fino a musiche del nostro secolo, senza trascurare l’importante contributo di tradizioni non europee e non colte. L’eclettismo non va a discapito della qualità, stimolando l’approfondimento delle peculiarità stilistiche dei repertori in studio. Tale flessibilità, resa possibile da un organico agile, è uno dei punti di forza del coro.

Tra i riconoscimenti ottenuti merita sottolineare il Secondo Premio al Concorso Internazionale di Cortemilia nel 2001 e, nel 2002, il Secondo Premio al XX Concorso Corale “F. Gaffurio” di Quartiano (Lodi). Di rilievo la partecipazione, in video e in voce, al film “La seconda moglie” prodotto dalla Cecchi Gori Group ed il concerto nella Sala Nervi alla presenza del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II. Nel 2007, scelto tra oltre cento formazioni, il Coro ha tenuto il concerto di apertura del X Festival Internazionale “Alta Punteria” nella prestigiosa sala Mahler di Dobbiaco.

Da segnalare tra le attività del 2013 la tournée in Francia con applauditi  concerti ad Angers e Parigi, ed il concerto ad Arezzo in occasione dell’inaugurazione del 51° Concorso Polifonico Internazionale.

Luca Stornello. È diplomato in Pianoforte e laureato in Discipline della Musica, in ambedue i casi col massimo dei voti e la lode; ha studiato Composizione, Musica corale e Direzione di coro, maturando una competenza musicale a tutto campo che gli consente di intraprendere una intensa attività didattica e di ricerca.

Vincitore di concorso, è docente di discipline teoriche presso il Conservatorio “G. Puccini” di La Spezia. Ha al suo attivo la pubblicazione di una raccolta di letture cantate e di una ricerca sulla musica popolare di Castagneto; su tematiche etnomusicologi che tiene conferenze e scrive articoli su riviste specializzate.

La sua attività concertistica spazia dal pianoforte alla direzione di cori e di gruppi strumentali; ha al suo attivo premi in concorsi nazionali e internazionali, concerti e collaborazioni con orchestre ed enti lirici; a Livorno dirige il Coro “R. Del Corona” col quale svolge una intensa attività artistica affrontando un repertorio che spazia dal Medioevo alla musica dei nostri giorni, passando per tradizioni colte e popolari. È membro della Commissione artistica dell’Associazione Cori della Toscana.

 

 




XI Edizione Premio di Cultura politica “Giovanni Spadolini”

Sabato 23 luglio, ore 18.15 a “La Limonaia Caffè”, Parco del Castello Pasquini, avrà luogo a Castiglioncello (LI) l’XI edizione del Premio di cultura politica Giovanni Spadolini.

Il premio verrà assegnato a Stefano Folli, editorialista di Repubblica, collaboratore prìncipe del Professore, per le capacità professionali e l’etica del giornalista.

Nell’occasione del  150° di Nuova Antologia  vi sarà nel corso della serata un annullo speciale da parte di Poste Italiane col volto di Spadolini impegnato nella lettura della sua rivista.




“Sognavo una vita romantica e felice”

Quale effetto un conflitto esercita sulla psiche infantile? Quali le conseguenze, i traumi, le ricadute successive?
Queste domande, così frequenti nei reportage che di recente si sono soffermati sulle “infanzie rubate” dalle guerre, sono poco presenti nei saggi di storia sociale sulla seconda guerra mondiale. Ma uno studio sull’argomento, oltre ad aiutare a comprendere le sofferenze dell’oggi, servirebbe anche a cogliere i nessi tra quel vissuto e i successivi eventi della Prima Repubblica. Lungi dal colmare questa lacuna, questo contributo vuole gettare una luce su un argomento – la memoria infantile della Resistenza – tanto più importante quanto necessario da ricordare in una regione – la Toscana – dove il numero di vittime è stato inferiore alla sola Emilia.

Innanzitutto: quali fonti usare? La più parte delle testimonianze è stata raccolta anni dopo la guerra, quando non solo il tempo trascorso aveva affievolito il ricordo, ma quando i bambini di allora si erano ormai trasformati in adulti con il proprio vissuto e con altre esperienze alle spalle. Mediata già in tempo di pace dagli adulti, la voce infantile diventa perciò più flebile nei tempi convulsi di guerra. Gli appunti che il quattordicenne aretino Almo Fanciullini raccoglie sistematicamente tra l’8 settembre e la liberazione di Arezzo appaiono quindi come una particolare eccezione.

Tracciare alcune linee comuni nelle esperienze belliche di bambini e adolescenti toscani è però possibile. La prima è l’avvento della precarietà, di luoghi e di persone. Il conflitto, prima colto vagamente dalle conversazioni degli adulti, irrompe con il primo bombardamento o la carestia. «Anche se si sentiva parlare di guerra» ricorda Feralda Giovannetti di San Martino ad Empoli, dove nel ’43 frequentava la seconda elementare «per la giovane età, non ci rendevamo conto di quello che poteva essere. Cominciammo ad accorgercene quando iniziò la carestia dei viveri». «Sognavo una vita romantica e felice: gli orrori della guerra mondiale mi distolsero da questi sogni» scrive ad esempio Anna Taiuti, che dopo il bombardamento di Milano sfollò dai nonni in Toscana.
Alla devastazione dei luoghi familiari succede spesso lo sfollamento in campagna per i cittadini o, per chi vi abitava, l’arrivo di nuove persone – spesso più colte, più ricche o semplicemente più informate sugli ultimi avvenimenti – rivoluzionava la routine quotidiana, apriva nuovi orizzonti. La novità è ad esempio sottolineata da Luciana Franceschini, nata nel 1935 nelle campagne del pistoiese: «ricordo molto bene gli sfollati perché … vedevo gente nuova … per me era tutto una sorpresa e anche un divertimento quando mi invitavano a giocare».

La crescita precoce che la guerra induce nei bambini e negli adolescenti è però il tratto che maggiormente accomuna queste testimonianze. Il processo è però difforme, e varia a seconda della classe sociale di provenienza. È la fine precoce dell’infanzia per i bambini delle classi popolari, che, mentre gli adulti si asserragliano in casa per sfuggire ai rastrellamenti, lavorano nei campi e nelle officine, svolgono commissioni, girano armati. «[Noi ragazzini] andavamo a prendere il grano perché i contadini avevano paura dei tedeschi… Noi eravamo piccoli e avevamo più possibilità di stare allo scoperto» riporta Sergio Capecchi, nato a Cantagrillo (Serravalle P.se) nel 1930. Ed è invece una scoperta della libertà per i giovani delle classi sociali superiori, che, grazie alle preoccupazioni di genitori altrimenti indotti a una stretta sorveglianza, si scoprono liberi di gestire il proprio tempo. «Eppure» riassume infatti Isabella Dauphinè, sfollata da Firenze, «ricordo quel lontano 1943 come un anno veramente straordinario. Là in campagna eravamo molti ragazzi:… e ci sentivamo veramente liberi, perché le donne adulte presenti… piene di ansie e preoccupazioni, avevano ben altro da fare che occuparsi di noi».

Articolo pubblicato nel luglio 2016.