L’Ombrone e gli altri fiumi. L’alluvione del ’66 nel grossetano

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio presso l’Archivio di Stato di Grosseto, sabato 24 settembre alle ore 16  sarà inaugurata una mostra documentario-cartografica in ricordo del 50° anniversario dell’alluvione del 4 novembre 1966. L’iniziativa si propone di ricostruire la storia degli eventi alluvionali che, nel corso del tempo, hanno colpito il capoluogo maremmano e varie aree della provincia di Grosseto.
Per l’occasione saranno esposte le fonti archivistiche conservate nell’Istituto inerenti l’argomento e foto d’epoca inedite. Sarà tenuta, inoltre, una conferenza sul rapporto secolare tra la città di Grosseto e il fiume Ombrone e verranno proiettate immagini del drammatico evento del 1966 commentate da parte i testimoni dell’epoca.
Sono in programma per tutta la durata della mostra, visite didattiche e conferenze sul tema.




72° Anniversario della Liberazione di Pistoia

Per celebrare il settantaduesimo anniversario della liberazione di Pistoia dall’occupazione nazifascista, che avvenne l’8 settembre 1944, da mercoledì 7 a lunedì 12 settembre si svolgeranno alcune importanti iniziative.

Mercoledì 7 settembre. Si comincerà alle 21 in piazza Duomo con la tradizionale luminaria, accompagnata dal saluto del sindaco Samuele Bertinelli, per proseguire con il concerto e un ballo in piazza.

La mostra “Vignette partigiane. La Resistenza nei fumetti”, situata nella sale Affrescate di palazzo comunale, sarà visitabile anche in orario notturno.

Giovedì 8 settembre. Nel giorno dell’anniversario della Liberazione di Pistoia, alle 11 in piazza della Resistenza si terrà l’omaggio della città alla Resistenza, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti. Seguirà alla stazione ferroviaria la deposizione di una corona alla lapide degli ex internati, che ricorda i pistoiesi deportati nei campi di concentramento. In caso di maltempo la deposizione delle corone avverrà in forma privata mentre la cerimonia si svolgerà nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale.

Alle 20 è in programma in via XX Settembre Pistoia Liberata, cena di solidarietà in strada organizzata dall’associazione Arci Micco rosso.

Per informazioni e prenotazioni chiamare 245 8191075 o 327 6928537. Metà del ricavato della cena sarà destinato ad Anpi e l’altra metà sarà consegnata direttamente ai terremotati nei luoghi colpiti dal sisma.

Sarà presente Lidia Menapace, staffetta partigiana e membro del Comitato nazione Anpi che interverrà sul tema della Resistenza. A seguire esibizione di ballo latino-americano.

Sabato 10 settembre omaggio alla memoria della piccola Ione Pacini, del magistrato Pixeddu e di Franca Priami, uccisi dai tedeschi nel palazzo comunale.

Alle 9,30 Cerimonia nel cortile del palazzo comunale con deposizione di una corona di alloro alla lapide in memoria di Ione Pacini.

Lunedì 12 settembre alle 11 cerimonia in ricordo dei martiri di piazza San Lorenzo con deposizione di una corona di alloro.




In ricordo del partigiano Silvano Fedi

Il Comune di Serravalle Pistoiese, in occasione del 72^ anniversario della Liberazione del territorio comunale, ricorderà la figura del partigiano Silvano Fedi in un incontro pubblico in programma mercoledì 7 settembre alle ore 21.00 presso l’Oratorio della Vergine Assunta, a Serravalle capoluogo.

Durante la serata l’Amministrazione Comunale consegnerà al fratello del partigiano ucciso, professor Bruno Fedi , una pergamena in ricordo del sacrificio del comandante partigiano e dei suoi compagni.

Seguirà un incontro organizzato dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la sezione ANPI di Serravalle Pistoiese, dove si ripercorreranno i tragici eventi che portarono all’eccidio di Montechiaro e alla liberazione di Serravalle Pistoiese, avvenuta il 7 settembre 1944. Sanno presenti: il Sindaco di Serravalle Pistoiese, Eugenio Patrizio Mungai, il Presidente della Commissione cultura del Comune di Serravalle P.se, Roberto Daghini, il presidente dell’Anpi provinciale, Aldo Bartoli, ed il vicepresidente dell’Anpi provinciale, Renzo Corsini, gli storici professor Renato Risaliti ed il dott. Roberto Aiardi.

Durante tutta la durata dell’iniziativa sarà presente una rassegna fotografica sulla figura di Silvano Fedi a cura di Paolo Cerretini.




“Non uscire prima dell’alba e non rincasare dopo l’Ave Maria”

Veduta di Colle alta

Solo a partire dagli anni ’80 una storiografia più attenta e consapevole ha iniziato ad occuparsi in maniera approfondita dell’internamento attuato dalla dittatura fascista nei confronti dei cittadini di stati nemici e di oppositori interni, sia compiendo finalmente un’analisi della sua specificità (ovvero non più solo in relazione al sistema concentrazionario nazista), sia inserendolo nella politica di repressione del regime. Oggi non mancano studi sui campi di internamento (che furono circa 50 in Italia, di cui 3 in Toscana), mentre meno analizzate sono le località (circa 600 in Italia e circa 50 in Toscana) dell’internamento: esso rimane comunque un fenomeno misconosciuto all’interno del complesso apparato repressivo del fascismo e stenta ad entrare nella memoria collettiva.

La ricerca effettuata presso l’archivio del Comune di Colle di Val d’Elsa, conservato presso la Biblioteca comunale, ha consentito di ricostruire le vicende dell’internamento – tra settembre 1941 e giugno 1943 – di 3 uomini e 7 donne: “sudditi di paesi nemici” (Betsy Margaret Armstrong, Gladys Violet Archbutt, Kathleen Campbell, Hilda Chapman, Joan Annie Rennie, Giorgio Bellotto), ebrei stranieri (Emil Ullmann, Ottilie Feder, Edzia Stecher), e italiani (Renzo Cabib).

Il primo adempimento cui, al loro arrivo, gli internati dovettero ottemperare fu la sottoscrizione del “Verbale delle prescrizioni”, contenente, tra gli altri, i seguenti obblighi e divieti: non tenere presso di sé documenti di identificazione, denaro oltre le cento lire, gioielli; non occuparsi di politica; non allontanarsi dall’abitato; non uscire prima dell’alba e non rincasare la sera dopo le 18; presentarsi tre volte al giorno presso il Comune o la caserma dei carabinieri; non avvicinare nessuno senza autorizzazione. Dall’analisi dei documenti si rimane colpiti dalla ripetitività e macchinosità di tutte le procedure amministrative che li riguardarono, anche di quelle concernenti problemi di ben scarso rilievo, che dovettero seguire la catena burocratica: Ministero dell’Interno (talvolta) → Questura o Prefettura → Comune → internato, catena che ovviamente valeva anche, alla rovescia, per le loro richieste.

Il primo e più traumatico aspetto dell’internamento fu il forzato sradicamento dal proprio ambiente familiare e dalla realtà di provenienza, la separazione da parenti e amici, cui si aggiunsero il soggiorno in un luogo fino ad allora sconosciuto, dove fu proibito ogni contatto con gli abitanti, la possibilità di lasciare l’abitazione solo di giorno, il rito della presentazione alla stazione dei carabinieri più volte al giorno e a determinati orari, la censura sulla corrispondenza, recapitata al Podestà, che gliela consegnò solo dopo averla controllata. La trafila amministrativa sopra ricordata fu valida per tutto: richieste di trasferimento, ricongiungimenti familiari, sussidio (una volta accertato lo stato di indigenza), ricoveri in ospedale, visite e cure mediche, prelievi di somme dal deposito presso il Comune. Le richieste di uscire dal territorio comunale dovettero essere sottoposte a specifica autorizzazione: una volta ottenuta, fu consegnato il foglio di via obbligatorio e si dovettero presentare alla Questura o al comando dei carabinieri della località di destinazione. Al loro rientro a Colle di Val d’Elsa il Comune ne dette assicurazione alla Questura.

Gli internati ricevettero per il loro mantenimento un sussidio giornaliero, pari, nel 1940, a 6,50 lire per gli uomini e le donne senza famiglia, ma per il nucleo familiare alla moglie spettarono solo 1,10 lire e a ciascun figlio 0,55 lire; si aggiunse un contributo per le spese di affitto di lire 50 mensili: a una famiglia con figli la cifra non bastava neppure a vivere di solo pane. Le condizioni materiali della vita divennero il problema più importante da affrontare quotidianamente per gli internati privi di altre fonti di reddito o di un aiuto dalle autorità dei loro paesi di origine, per cui chi ebbe il sussidio avanzò anche la richiesta di poter svolgere un lavoro, non sempre accolta.

Le modalità dell’allontanamento da Colle di Val d’Elsa degli internati furono diverse. Archbutt fu trasferita a Siena nel gennaio 1942 e Campbell a San Casciano dei Bagni nell’aprile 1942; Stecher ebbe nel maggio 1942 il permesso di recarsi a Roma per delle cure e non rientrò più nella cittadina valdelsana; Armstrong, Chapman, Rennie furono autorizzate ad espatriare nel gennaio 1943; Bellotto, Cabib, Ullman, Feder furono trasferiti a San Giovanni d’Asso nel giugno 1943.

La copiosa documentazione presente nell’archivio insomma ci restituisce uno spaccato della quotidianità di queste persone, delle loro “vite di carta”, per riprendere il titolo del volume di Anna Pizzuti (Vite di carta. Storie di ebrei internati dal fascismo, Roma, Donzelli, 2010): anche per gli internati di Colle di Val d’Elsa può valere la riflessione dell’autrice: “non è tutta la loro storia, è la storia che i documenti ci presentano”.

* Il presente articolo è un’estrema sintesi di quello dal titolo Non avvicinare alcuno senza particolare autorizzazione. Le “vite di carta” degli internati civili a Colle di Val d’Elsa (1941-1943), apparso sulla “Miscellanea Storica della Valdelsa” (2015, fasc. 1-2, pp. 113-182). Si ringrazia il prof. Fabio Dei, Presidente della Società Storica della Valdelsa, per averne autorizzato la pubblicazione. 

Articolo pubblicato nel settembre del 2016.




La nascita della Repubblica. Il ruolo delle donne dalla Costituente al voto

manifesto-festa-2016-212x300Domenica 4 settembre 2016, alle 21.30 a Piombino nell’ambito della Festa dell’Unità (Parco 8 Marzo) serata dedicata a “La nascita della Repubblica. Il ruolo delle donne dalla Costituente al voto”. Al dibattito partecipano Gino Niccolai, presidente sez. Anpi Livorno, Catia Sonetti, direttore Istoreco Livorno, Mario Giannullo, presidente sez. Anpi Piombino.




Conferenza sulla storia dello squadrismo a Pistoia

Domenica 11 settembre 2016 alle ore 16,30 presso l’Archivio di Stato di Pistoia si terrà la conferenza di Stefano Bartolini dal titolo Una passione violenta. Storia dello squadrismo a Pistoia 1919-1923.
Ingresso libero.




La libertà è un soffio di vita

9 settembre, ore 21.00 Vaiano, sala del Consiglio comunale “La libertà è un soffio di vita”. In occasione della Liberazione di Vaiano (10 settembre 1944) Comune di Vaiano e Fondazione CDSE, in collaborazione con ANPI, vi aspettano a una serata racconto sugli anni della ricostruzione e sulla nascita dell’autonomia comunale.
Un viaggio per riscoprire un periodo della storia locale e nazionale denso di difficoltà ma anche carico di speranze ed entusiasmo.
Con Alessia Cecconi e Luisa Ciardi.




Sandro Pertini combattente per la libertà. La Mostra alle Oblate

Sarà inaugurata martedi’ 20 settembre alle 11.00 la mostra fotografica e documentaria dedicata a Sandro Pertini, nel 120esimo anniversario della sua nascita. Portera’ i saluti istituzionali del Comune di Firenze la Vicesindaca Cristina Giachi.

Sandro Pertini (25 settembre 1896-24 febbraio 1990), alta coscienza e protagonista del nostro tempo, è stato deputato all’Assemblea Costituente, senatore nella prima legislatura, ancora deputato, sempre rieletto, dal 1953 al 1976, eletto presidente della Camera (dal 1968 al 1976), e poi eletto Presidente della Repubblica (dal 1978al 1985). La esposizione, di immagini e documenti, ne ripercorre la vita e l’attività politico-istituzionale, dalla formazione alla partecipazione come ufficiale di complemento alla prima guerra mondiale, alla lotta antifascista e alla militanza socialista, all’esilio e al carcere e al confino durati oltre 14 anni, alla organizzazione della Resistenza, all’attività parlamentare e infine al Settennato presidenziale. L’iniziativa è rivolta in particolare alle giovani generazioni, anche nel richiamo sempre caro a Pertini, secondo il quale il rapporto generazionale, nella trasmissione dei valori comuni e nella solidale continuità, costituisce un fattore connettivo insostituibile della società democratica.

L’esposizione, che resterà aperta fino al 20 ottobre 2016, è promossa dalla Fondazione di studi storici Filippo Turati e dalla Regione Toscana, patrocinata dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei Deputati dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e  dal Comune di Firenze, e posta sotto il logo del 70° anniversario della Repubblica Italiana.

L’esposizione è visitabile nei seguenti orari: lunedì 14.00 – 22.00 (dalle 19.00 chiusura della Sezione Contemporanea – I piano che ospita alcune bacheche), da martedì a sabato 9.00 – 24.00.

Su prenotazione proiezione del filmato Mi mancherai Ricordo di Sandro Pertini nei giorni 22, 27, 29 settembre e 4, 6, 18, 20 ottobre.
Ingresso gratuito.