A Terentola il convegno “Le lotte delle donne dal primo voto ad oggi”

donnevotoVenerdì 28 ottobre 2016 alle ore 15 presso il Centro di Aggregazione Sociale Via dei Combattenti a Terentola (Cortona, Arezzo) si terrà il convegno “Le lotte delle donne dal primo voto ad oggi” promosso in occasione dei 70 anni delle donne al voto. Il convegno è promosso da Cgil, Spi-Cgil, Coordinamento donne Spi-Cgil, Comune di Cortona, Anpi sezione Cortona, Provincia di Arezzo.

Al tavolo dei relatori parteciperanno Francesca Basanieri, sindaco del Comune di Cortona, Catia Sonetti, direttore Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno, Sandra Salvato, responsabile regionale coordinamento Donne Toscana, Alessandro Mugnai, segretario provinciale Cgil Arezzo e Giuseppe Selvi, segretario provinciale Spi Arezzo.

 




UNGHERIA 1956. Considerazioni inattuali in una cornice di guerra

ungheria-56Tra l’ottobre e il novembre del 1956 l’Ungheria balzò al centro delle cronache internazionali per la rivolta pacifica della popolazione contro il sistema sovietico. Un evento cruciale che riverberò i suoi effetti nel breve e nel lungo periodo rimodulando, anche in Italia, le coordinate entro le quali si sviluppò la Guerra Fredda e la questione comunista. In occasione dei sessant’anni da quegli avvenimenti l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco), promuove un convegno dal titolo “Ungheria 1956. Considerazioni inattuali in una cornice di guerra”. L’iniziativa avrà luogo giovedì 27 ottobre 2016, alle ore 16, presso la Sala Conferenze dell’Istoreco, Palazzo della Gherardesca, via Galilei 40 a Livorno.

Al tavolo dei relatori, coordinato dal presidente Istoreco Carla Roncaglia, parteciperanno Andrea Mariuzzo, ricercatore in Storia contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, Alexander Höbel, assegnista di ricerca presso l’Università di Napoli “Federico II” e Catia Sonetti, direttore Istoreco.

Il convegno è promosso anche da Regione Toscana, Provincia e Comune di Livorno, e dalle associazioni Anpi, Anppia, Aned e Associazione nazionale ex internati di Livorno.

Per maggiori informazioni:

Istoreco Livorno
Complesso della Gherardesca, via G. Galilei 40 – 57122
Tel. 0586809219
E-mail: istoreco.livorno@gmail.com
Sito web: www.istorecolivorno.it




Il caso Picchi

Anni addietro ci è capitato di occuparci di un personaggio eccezionale: Fortunato Picchi, che volentieri presentiamo ai lettori di ToscanaNovecento.

Nato a Comeana (Carmignano), il 28 agosto 1896 da Ferdinando Picchi e da Iacopina Pazzi, entrambi domestici, Fortunato si trasferì con la famiglia alla Tignamica (una località che si trovava allora nel territorio del Comune di Prato e che oggi fa parte di quello del Comune di Vaiano) in quanto il padre aveva trovato lavoro come cuoco alla mensa del vicino Lanificio Forti, uno dei colossi dell’industria tessile locale. Di professione cameriere, Picchi non si occupò mai di politica. Durante la prima guerra mondiale combatté sul fronte macedone. Dopo la guerra emigrò in Gran Bretagna per ragioni di lavoro e divenne vicedirettore del reparto banchetti del Savoy Hotel di Londra, uno degli alberghi più prestigiosi della capitale. Si costruì una solida posizione economica che gli permise di aiutare ripetutamente la famiglia. Nel 1932 si recò per l’ultima volta alla Tignamica.

Nel 1940, dopo l’entrata in guerra dell’Italia, venne internato come cittadino di uno stato nemico. Convinto antifascista, Picchi aderì allora al Free Italy Movement, un’associazione di fuorusciti italiani in Inghilterra, fece domanda per essere arruolato nel corpo dei pionieri (lavoratori militarizzati) e, poco dopo, divenne un agente dello Special Operations Executive, uno dei servizi segreti inglesi, la cui creazione era stata voluta da Winston Churchill nel luglio del 1940 per incoraggiare la resistenza fra la popolazione civile nell’Europa occupata dai nazisti e per promuovervi il sabotaggio e la sovversione.

Il 10 febbraio 1941, insieme con trentaquattro compagni, Picchi venne paracadutato In Italia, fra Avellino e Potenza, da un aereo proveniente da Malta. Il compito del commando era quello di danneggiare l’acquedotto pugliese. Venne fatto saltare un viadotto e per alcuni giorni vari comuni delle province di Foggia e di Bari rimasero senz’acqua. Prima dell’esplosione, Picchi fece allontanare dalla zona pericolosa dei contadini che abitavano nei pressi del ponte. Compiuta la loro missione, i paracadutisti si divisero in tre gruppi, ma furono tutti catturati: il gruppo di Picchi si arrese a tre civili che lo intercettarono nei pressi di Teòra (Avellino). I carabinieri della legione di Napoli non tardarono ad accorgersi di avere a che fare con un italiano. Il 18 febbraio Picchi sottoscrisse un documento autografo in cui dichiarava di non avere mai acquisito la cittadinanza inglese. Deferito al Tribunale speciale per la difesa dello stato, venne processato il 5 aprile 1941 e condannato a morte mediante fucilazione nella schiena. La sentenza venne eseguita il giorno successivo a Forte Bravetta (Roma).

Poco prima di essere fucilato, Fortunato scrisse questa lettera alla madre:

Mia Carissima Mamma,

dopo tanti anni ricevete da me una lettera. Mi dispiace, cara mamma, per voi e per tutti di casa di questa sciagura e del dolore che vi arrecherà. Oramai per me è finito tutto ciò che rimane nel mondo sia di dolore [sia] di piacere. Di morire non mi importa gran cosa, della mia azione mi pento perché proprio io che ho voluto sempre bene al mio paese debbo oggi essere riconosciuto come un traditore. Eppure in coscienza io non penso così. Perdonatemi, cara mamma, e ricordatemi a tutti. Vi chiedo […] soprattutto il vostro perdono e la vostra benedizione, ché ne ho tanto bisogno. Baciate tutti i miei fratelli e sorelle e a voi, cara mamma, un abbraccio, sperando, con l’aiuto di Dio, di raggiungersi in cielo.

Con tanti baci

Viva l’Italia!! Domenica 6 aprile 1941                                Vostro figlio, Fortunato

Questa, in estrema sintesi, la vicenda di Picchi, un uomo di eccezionale coraggio e rigore morale, un eroe ingiustamente dimenticato (è però significativo il fatto che, negli ultimi mesi di vita, Franco Lucentini chiedesse insistentemente agli amici di aiutarlo a trovare del materiale su Fortunato).

Ma perché la figura di Picchi è rimasta per lunghi anni (ed è sostanzialmente tuttora) avvolta nella nebbia dell’oblio, nonostante il fatto che il Comune di Carmignano abbia promosso due pubblicazioni in cui si parla di lui e quello di Vaiano gli abbia intitolato un ponte sul Bisenzio alla Tignamica? “Io mi son fatto la convinzione – ci ha detto Francesco Saverio Picchi, uno dei nipoti di Fortunato – che lo zio abbia avuto due handicap. Uno è quello di essere partito con largo anticipo rispetto alla Resistenza (ma non avevano fatto così anche Togliatti e tanti altri grandi nomi della nostra storia recente?), l’altro è quello di essere nato in una famiglia cattolica di tradizioni democratiche, sicuramente antifascista, ma non comunista”. Senza sponsor politici, dunque, e troppo avanti rispetto ai tempi. Ma soprattutto avanti rispetto a coloro che ancor oggi mostrano incomprensione per il suo gesto e si ostinano a vedere in lui un traditore.

Articolo pubblicato nell’ottobre del 2016.




Inaugurata la mostra “Archivi di Paglia – Gli archivi del distretto industriale della paglia in Toscana”

Giovedì 20 ottobre alla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, Palazzo Neroni, via de’ Ginori 7 a Firenze, si è inaugurata la mostra “Archivi di Paglia – Gli archivi del distretto industriale della paglia in Toscana”.

In questa occasione è stato presentato il progetto di censimento delle aziende della paglia promosso dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana.

Sono intervenuti:

Diana Marta Toccafondi – Soprintendente archivistico e bibliografico della Toscana

Giampiero Fossi – Assessore alla cultura del Comune di Signa

Renato Delfiol – Coordinatore del progetto per la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana

Angelita Benelli – Presidente del Museo della paglia e dell’intreccio “Domenico Michelacci”, responsabile del progetto

Giuseppe Grevi – Presidente del Consorzio “Il Cappello di Firenze”

Alessia Artini e Silvia Melloni – Archiviste, responsabili del progetto

L’Assessore alla Cultura della regione Toscana Monica Barni ha inviato un suo messaggio di saluto.

Gli archivi economici delle aziende del Distretto toscano della paglia testimoniano della loro storia produttiva, delle capacità innovative, tecnologiche, di ricerca e della creatività degli imprenditori ma anche del processo di sviluppo della piccola e media industria manifatturiera del territorio. Ed è per questo che il Museo della Paglia e dell’Intreccio di Signa ha accolto con favore il progetto delle due archiviste.

In occasione dell’inaugurazione della Mostra verrà illustrato al pubblico il progetto già avviato dal 2015 e che annovera oltre 40 interviste. Sarà inoltre possibile immergersi nel passato attraverso “pillole” di interviste riprodotte sia su tabelloni, accompagnate da riproduzioni di foto storiche, che in un breve filmato a cura di Federico Gori.

La mostra rimarrà aperta fino al 4 novembre con il seguente orario : lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9,00 alle 13.00 e il martedì e giovedì dalle 9,00-17,00.




“Casa della Memoria” iniziati i lavori nell’antico Borgo di Castelnuovo dei Sabbioni

L’antico Borgo di Castelnuovo presto diventerà una sorta di museo diffuso dedicato alla Memoria degli eventi e delle trasformazioni storico sociali che hanno inciso fortemente sulla storia della comunità cavrigliese. Nei giorni scorsi infatti, sono partiti i lavori per il rifacimento e la riqualifica di Palazzo Zannuccoli, immobile situato ai piedi del vecchio abitato vincolato dalla Soprintendenza delle Belle Arti, dove sorgerà la “Casa della Memoria” museo dedicato alla memoria ed al ricordo degli avvenimenti, come gli eccidi nazifascisti del 1944. L’intervento, essendosi posizionato al terzo posto di un bando regionale indetto per “sostenere gli Enti Locali per interventi di investimento nella Cultura”, è co-finanziato per il 60% dalla Regione Toscana. Il cantiere si è aperto con la messa in sicurezza del palazzo in stile Liberty da tempo abbandonato e dell’area circostante. Si tratta di un passaggio particolarmente rilevante in quanto l’edificio abbandonato da decenni, versa in condizioni particolarmente delicate. Successivamente si passerà al ripristino delle strutture esistenti ed infine alla realizzazione della “Casa della Memoria”. Complessivamente il valore dell’opera supera i 500mila Euro. La Regione Toscana ha già messo a disposizione 312mila Euro. Il costi restanti saranno coperti con fondi provenienti dalle casse comunali.

Il restyling di Palazzo Zannucoli conferma la volontà dell’Amministrazione Comunale di proseguire il difficile recupero dell’antico Borgo di Castelnuovo dei Sabbioni. Un percorso avviato nel 2012 con l’inaugurazione del Museo Mine che adesso prosegue con la “Casa della Memoria”.




La comunità svizzera a Firenze: ieri e oggi

Il 27 ottobre a Firenze si terrà il convegno internazionale “La comunità svizzera a Firenze: ieri e oggi” promosso dal Circolo svizzero di Firenze in collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia e il Gabinetto Vieusseux.

In allegato il programma.




“Lea Garofalo. Il coraggio di opporsi”. Proiezione del film per le scuole pistoiesi

Giovedì 24 novembre alle ore 10.00, presso l’Auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia, in collaborazione con Libera Pistoia, organizza la proiezione del film per le scuole “LEA GAROFALO, IL CORAGGIO DI OPPORSI”, basato sulla storia di Lea Garofalo, che seppe opporsi allo strapotere della mafia e per questo uccisa e fatta sparire, mentre sua figlia Denise testimoniò contro il padre ed attualmente vive sotto protezione.

In allegato il programma completo.




“E le acque si calmarono”

Giovedì 27 ottobre alle ore 17.30, alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, inaugurazione della mostra “E le acque si calmarono. A cinquant’anni dall’alluvione il restauro dei libri ebraici della Biblioteca nazionale e dell’antica biblioteca ebraica fiorentina”, promossa da Biblioteca nazionale e Fondazione per i Beni culturali ebraici.

L’iniziativa è preceduta alla ore 15.30 dalla tavola rotonda su “Le origini del fondo ebraico della Biblioteca nazionale centrale di Firenze e della Comunità ebraica di Firenze, le vicende dell’alluvione e il restauro”.