Esuli a Lucca. I profughi istriani, fiumani e dalmati 1947-1956

È una fredda sera quella del 9 febbraio 1947, quando giunge a Lucca il primo contingente di profughi proveniente dalla città di Pola. Si sono imbarcati nel porto della città istriana sulla motonave “Toscana”, insieme alle poche masserizie che sono riusciti a portarsi dietro. Giunti a Venezia, sono stati fatti salire sul treno che li ha portati nella città toscana. Altri profughi, di Pola, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia lasceranno le loro case nei mesi e negli anni successivi, per essere sistemati negli oltre cento campi di accoglienza che verranno allestiti in tutta Italia.

Profughe italiane in partenza da Pola: sullo sfondo, il piroscafo "Toscana".

Profughe italiane in partenza da Pola: sullo sfondo, il piroscafo “Toscana”.

Quando arrivano a Lucca, mancano poche ore alla firma a Parigi del Trattato di Pace che sancisce il passaggio dell’Istria, di Fiume e di Zara alla Jugoslavia, diventata alla fine della guerra uno stato federale socialista guidato dal maresciallo Tito, capo indiscusso della lotta armata contro gli invasori fascisti e nazisti che occuparono lo stato balcanico nella primavera del 1941. Un’occupazione feroce e sanguinaria, che aveva visto le truppe e le camicie nere responsabili di crimini di guerra, in parte riscattati dai numerosi soldati italiani che, dopo l’8 settembre 1943, si erano messi al fianco della Resistenza jugoslava. Finita la guerra, Tito si trova al vertice di uno stato che annette all’interno dei suoi confini i territori che dopo la Prima Guerra Mondiale l’Italia aveva stappato all’ormai agonizzante Impero austro-ungarico: anche Trieste, insieme a Trento simbolo dell’irredentismo e del nazionalismo italiani, viene occupata dai partigiani jugoslavi. Tuttavia, quest’ultima città deve essere abbandonata dagli occupanti e consegnata alle autorità alleate.

Nei giorni e nelle settimane che seguono la fine della guerra, si segnala anche la sparizione di migliaia di italiani, alcuni compromessi con il passato regime fascista, oppressore degli slavi residenti dentro i confini nazionali, altri ancora oppositori delle politiche annessionistiche messe in atto dalle autorità jugoslave. Molte di queste sparizioni si concludono con la morte degli arrestati, o dentro le cavità carsiche chiamate foibe, o nelle marce forzate e nei campi di lavoro e concentramento allestiti in Jugoslavia. A causa dei nuovi confini tracciati dagli Alleati e ratificati a Parigi, la popolazione di lingua, cultura e sentimenti italiani si trova ad essere inglobata nel nuovo stato jugoslavo. La scelta di andarsene ha molte motivazioni: identitarie, politiche, di sicurezza personale e un futuro, rimanendo nelle proprie città, percepito in termini molto incerti. Nei vari campi di raccolta profughi (CRP) allestiti in Italia, i profughi istriani, fiumani e dalmati saranno costretti a vivere, spesso in condizioni pessime, per molti anni (l’ultimo campo profughi chiuderà infatti nel 1963).

Fra 1947 e 1956, l'ex-Real Collegio di Lucca funse da campo raccolta profughi (CRP) per gli esuli giuliano-dalmati.

Fra 1947 e 1956, i locali dell’ex-Real Collegio nel centro storico di Lucca, proprio dietro la basilica di San Frediano, funsero da campo raccolta profughi (CRP) per gli esuli giuliano-dalmati in fuga dalle truppe titine.

A Lucca i profughi sono alloggiati in due luoghi del centro storico: in via del Crocifisso, in uno stabile adiacente la Manifattura Tabacchi di cui molti di loro sono dipendenti, e presso il CRP allestito presso l’ex-Real Collegio dietro la basilica di S. Frediano. In questo ultimo edificio risiede la maggioranza dei circa 1000 profughi che decidono di stabilirsi definitivamente a Lucca. La vita all’interno di queste strutture è molto precaria e la dignità dei profughi è messa a dura prova, tanto che nell’estate del 1953 la stampa locale è costretta a lanciare un grido di allarme. Tuttavia, con l’assegnazione progressiva dei primi alloggi popolari, il CRP di Lucca comincia a svuotarsi, per chiudere definitivamente nel febbraio del 1956.

Questo e molto altro ancora può essere letto nel libro “Esuli a Lucca. I profughi istriani, fiumani e dalmati 1947-1956”, scritto da Armando Sestani (vicepresidente ISREC Lucca) e recentemente pubblicato dall’editore Maria Pacini Fazzi.

In allegato, fra i “Documenti dalle fonti”, sono visionabili alcuni interessanti documenti familiari dell’autore del presente articolo, istriani di Pola rifugiatisi in Toscana a bordo dell’omonimo piroscafo subito dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Articolo pubblicato nel febbraio del 2017.




Consulta on line il volume “I profughi giuliani, istriani, fiumani e dalmati in provincia di Grosseto”

“I profughi giuliani, istriani, fiumani e dalmati in provincia di Grosseto”, e-book di Laura Benedettelli, raccoglie gli esiti di una ricerca pluriennale dell’ISGREC in archivi locali e nazionali sulle vicende degli esuli, arrivati a Grosseto a partire dagli anni Quaranta del Novecento. Il volume è liberamente consultabile nella versione “sfogliabile”  nel sito dell’Istituto di Grosseto. Nella stessa pagina il link per scaricare gratuitamente la versione epub.




Iniziative dell’Isgrec per il Giorno del Ricordo 2017

INIZIATIVE PROMOSSE DALL’ISGREC  A GROSSETO

L’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea (ISGREC), che da 12 anni lavora sulla tematica del Confine orientale, quest’anno ha accresciuto la produzione scientifica e culturale ed organizzato una serie di eventi in occasione della celebrazione della Giornata del Ricordo 2017.

A quel che già esiste (un volume, un documentario, una mostra e vari materiali cartacei e digitali, in rete) ha aggiunto due pubblicazioni.

La prima: “I profughi giuliani, istriani, fiumani e dalmati in provincia di Grosseto”, e-book di Laura Benedettelli, che raccoglie gli esiti di una ricerca pluriennale in archivi locali e nazionali sulle vicende degli esuli, arrivati a Grosseto a partire dagli anni Quaranta e gli anni Cinquanta del Novecento.

La seconda: il catalogo della mostra, “La nostra storia e la storia degli altri”, in versione bilingue (italiano e inglese), a cura di Luciana Rocchi, frutto della collaborazione tra ISGREC, ISRT e Consiglio della Regione Toscana.

Sono state organizzate iniziative pubbliche, nel corso del mese di febbraio. La prima si terrà giovedì 9 febbraio nella Sala M. Marraccini della Banca Tema (Corso Carducci n.14), con inizio alle ore 9. presentazione dell’e-book di Laura Benedettelli, accompagnata da un reading, con brani tratti dalla letteratura e memorialistica del Confine Orientale, a cura di Luca Bonelli. Saranno presenti, oltre all’autrice, la Dott.ssa Cinzia Torraco (Prefetto di Grosseto), Fabio Becherini (Direttore Banca Tema), Luca Agresti (Vicesindaco del Comune di Grosseto), Luca Verzichelli (Presidente ISGREC), Valerio Entani (Direttore dell’ISGREC).

Dal 20 al 25 febbraio sarà esposta nei locali del Polo universitario grossetano la mostra “La nostra storia e la storia degli altri. Viaggio intorno al Confine orientale”, che riporta l’esperienza di uno dei primi viaggi sui luoghi della memoria del confine orientale di un gruppo di insegnanti, guidati dagli esperti dell’Isgrec. Nella giornata inaugurale sarà presentato il catalogo della mostra, a cura di Luciana Rocchi.

Prosegue intanto il lavoro con la scuola, con progetti didattici sul tema del Confine orientale, che non si limita ai giorni intorno al 10 febbraio ma che prosegue tutto l’anno.

INIZIATIVE PROMOSSE DA ALTRI, CON LA PARTECIPAZIONE DI ESPERTI DELL’ISGREC

Come ogni anno, gli esperti dell’ISGREC sono chiamati a dare il proprio contributo a iniziative promosse da enti pubblici e privati, a Grosseto o in altre città.

La mattina dell’8 febbraio Laura Benedettelli terrà una lezione a San Gimignano, agli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Folgòre da San Gimignano.

La mattina del 10 febbraio Luciana Rocchi terrà la relazione Il lungo esodo dei profughi istriano-dalmati  nella storia e memoria toscana di oggi  nell’incontro dal titolo Guerra e Foibe sul confine orientale italiano, promosso da Comune di Firenze e ISRT, a Firenze, nella Biblioteca delle Oblate.

Il 10 febbraio, nel pomeriggio, l’ISGREC parteciperà all’iniziativa dell’ANPI provinciale nella Sala Pegaso del palazzo della Provincia; il Direttore, Valerio Entani, presenterà l’opuscolo “Il Confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni”. La pubblicazione consiste in un documento elaborato sulla base delle relazioni presentate al Seminario”La drammatica vicenda dei Confini orientali”, organizzato dall’ANPI nazionale nel gennaio 2016, con sede a Palazzo Marino, col patrocinio del Comune di Milano.  Fine del seminario e della distribuzione dell’opuscolo è dare conto dello stato degli studi. Al seminario di Milano partecipò come relatrice l’allora direttrice dell’ISGREC, Luciana Rocchi.

Info: Isgrec | via De’ Barberi 61 | 58100 Grosseto | tel/fax 0564 415219 | segreteria@isgrec.it | www.isgrec.it




Presentazione del volume “Sui partigiani di Casette”

presentazione volume IDILIO ANTONIOLIVenerdì 10 febbraio alle 17, in località Casette (Massa Carrara), presso la Casa del Popolo, verrà presentata la pubblicazione “Sui Partigiani di Casette” di Idilio Antonioli. Saranno presenti Elena Cordoni, vice presidente sezione Anpi di Massa, il figlio del comandante Righetto e l’autore del volume.




Strage Collegino di Sesto Fiorentino, la commemorazione delle vittime

Si terrà domenica 5 febbraio la commemorazione del bombardamento del Collegino di Colonnata, a 73 anni dalla tragedia costata la vita a 23 bambini e al giovane chierico che li accompagnava.

Alle ore 11, presso il Cimitero Maggiore, il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi onorerà la memoria delle vittime deponendo una corona sul Sacrario; un’altra corona verrà deposta alle 11,30 sotto il tabernacolo in via delle Porcellane, nel luogo della strage.

Alle ore 12, presso la Chiesa di San Romolo a Colonnata, si celebrerà, infine, una messa in suffragio.

Domenica 12 febbraio, alle ore 10,30 presso la Biblioteca Ernesto Ragionieri, la classe VB della Scuola Bortolotti presenterà lo spettacolo “Vittime Innocenti – 8 febbraio 1944. L’eccidio del collegio a Sesto Fiorentino”, realizzato in collaborazione con l’associazione Diremare Teatro.




Bando dell’Associazione Alberto Ablondi per una borsa di studio

DSC07019L’Associazione Alberto Ablondi offre una borsa di studio, interamente finanziata dalla Fondazione Livorno, per realizzare una ricerca sul seguente tema: La Chiesa livornese nell’episcopato di Alberto Ablondi: tra costruzione della società civile e dialogo con la religione ebraica. Scopo della ricerca è riproporre alla memoria dei Livornesi – e non solo – un aspetto particolare dell’episcopato di Ablondi. Nello stesso periodo in cui egli si adoperava in CEI per promuovere il dialogo interreligioso, come Vescovo della diocesi labronica ebbe con la comunità ebraica un intenso e significativo rapporto, tanto che nel 1989, istituì la Giornata dell’ebraismo – la prima iniziativa del genere, non solo in Italia – da celebrarsi il 17 gennaio di ogni anno all’inizio della Settimana per l’unità dei cristiani. Altrettanto significativa fu poi la sua amicizia con il rabbino capo di Roma Elio Toaff, nato e cresciuto a Livorno: amicizia che ha certamente favorito anche il rapporto tra Papa Giovanni Paolo II e gli ebrei.

Saranno prese in considerazione le domande pervenute entro il 28 febbraio 2017.

Nei materiali correlati e possibile scaricare il bando.




Era un giorno qualsiasi: presentazione

Il 16 febbraio alle ore 21.00, all’interno del ciclo “Letture di mutuo soccorso” alla Casa del popolo di Peretola (Via Pratese n. 48) si terrà l’incontro dedicato al libro “Era un giorno qualsiasi” (Terre di mezzo editore, 2016) di  Lorenzo Guadagnucci.
L’autore è figlio di un bambino che, il 12 agosto ’44, scampò  per caso alla strage nazifascista di S.Anna di Stazzema nella quale  fu uccisa la madre,  insieme ad altre 400 persone totalmente inermi: vecchi,donne,bambini, neonati. Uno dei più gravi massacri nazifascisti vergognosamente sepolti, per oltre 50 anni, negli archivi della giustizia militare, in  parallelo alla rimozione traumatica e all’umiliazione dei sopravvissuti.
Solo il valore professionale e il coraggio di alcuni magistrati italiani, ha dimostrato che “fare giustizia” di fronte ai delitti contro l’umanità è possibile: istruendo e portando a sentenza i processi, ci hanno restituito la possibilità di una Memoria civile, come componente della nostra democrazia.
Il libro apre riflessioni non consuete sui delitti di guerra e contro l’umanità, oggi di drammatica attualità per le tante stragi un atto in tante aree del mondo. E su come la coscienza dei cittadini democratici possa rendere efficace una cultura diffusa, e quindi una politica, di pace.
Con l’autore interverranno Domenico Guarino, scrittore e giornalista, Simone Neri Serneri, docente di Storia all’Università di Siena e Presidente dell’Istituto Storico della resistenza Toscano, Vittorio Lauria, Avvocato membro di LMS.  Seguirà una conversazione libera.
Nell’occasione sarà possibile acquistare il libro. L’incontro inizierà alle ore 21, con rigorosa puntualità. Per favorire la partecipazione, sarà possibile, dalle 19, consumare un “aperitivo” presso il ristorante della SMS.
L’iniziativa si collega idealmente alla edizione  2017 della “Camminata per la Pace” da Montesole ( Marzabotto) a S.Anna di Stazzema promossa da ANPI Monzuno e CAI Bologna  che si svolgerà dal 6 al 12 agosto, con l’adesione di Letture di Mutuo Soccorso e ANPI Peretola.

Letture di Mutuo Soccorso
info 327.7392991
ANPI Peretola
info: 335.8059488




L’attualità della cultura politica di Ernesto Rossi (1897-1967)

Sabato 11 febbraio 2017, ore 16,30, all’Accademia “La Colombaria”, Via Sant’Egidio 23, 50122 Firenze, il Circolo Fratelli Rosselli, l’Istituto storico della Resistenza in Toscana, la Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini, vi invitano all’incontro su:

L’attualità della cultura politica di Ernesto Rossi (1897-1967)

Intervengono:

Andrea Becherucci – Archivi Storici Unione Europea

Simonetta Michelotti – Università di Siena

Zeffiro Ciuffoletti – Università di Firenze