La 5° edizione del Teatro della memoria a Siena

logo_istitutoSienaDal 2 al 24 dicembre si terrà a Siena la 5° edizione del Teatro della memoria con la direzione artistica di Francesco Burroni. L’iniziativa è organizzata da Aresteatro, Isrsec Siena, Stanze della memoria e Unicoop Firenze, sezione soci Siena. Questo il programma completo:

2 dicembre, 21,15

La storia del soldato James

di e con Roberto Bechi

presso Stanze della memoria, via Malavolti 9 Siena

14 dicembre, ore  21,15

La rana gracida, una storia partigiana

di e con Francesco Burroni

presso Sala La Ginestra, via Trento 80 Poggibonsi

16 dicembre, ore  21,15

Il primo palio (2 luglio 1945)

di e con Chiara Savoi,

presso Stanze della memoria, via Malavolti 9 Siena

24 dicembre, ore  21,15

Altre storie di natale

con Silvia Folchi, Francesco Burroni

e  gli attori di aresteatro

presso Stanze della memoria, via Malavolti 9 Siena

≈ ingresso a offerta libera ≈




La scomparsa di Claudio Pavone

pavoneToscanaNovecento si unisce al cordoglio per la scomparsa di Claudio Pavone. Tra i più importanti storici italiani, Pavone con i suoi lavori ha saputo inaugurare paradigmi storiografici capaci di innovare in modo profondo gli studi sul Novecento italiano e in particolare quelli sulla Resistenza. Il suo saggio più noto Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza (Bollati Boringhieri, 1991), tradotto anche in altre lingue, ha fornito una percezione nuova del fenomeno resistenziale, dando l’avvio ad una serie di filoni storiografici che ancora oggi influenzano in modo sostanziale temi e metodologie delle nuove leve di storici.

Ricordiamo anche il suo rapporto molto stretto con la Toscana e con la comunità di storici toscani, avendo egli insegnato dal 1980 al 1991 come professore associato presso l’Università di Pisa.




Piero Calamandrei e Montepulciano

piero-calamandrei-portraitA 60 anni dalla scomparsa, il Circolo AUSER di Sant’Albino (Montepulciano, Siena) ricorda Piero Calamandrei, uno dei giuristi più importanti e degli uomini politici più originali e profondamente impegnati della prima metà del ‘900 italiano.

Per mercoledì 30 novembre alle 15.30, presso la sede dell’associazione, in Piazza le Calle 1 (Centro Civico) è stato infatti organizzato un incontro con Silvia Calamandrei, nipote del deputato dell’Assemblea Costituente, sui rapporti tra Piero Calamandrei e Montepulciano.

Molto legato a questa terra, dove aveva una sua residenza ereditata dalla famiglia (il nonno era stato magistrato nella cittadina poliziana), Calamandrei dedicò al territorio alcune delle più belle pagine dell’“Inventario della casa di campagna”, una delle sue numerose opere letterarie, attività in cui si dilettava, come anche nella pittura, con risultati molto apprezzabili.

Silvia, Presidente della Biblioteca Comunale – Archivio Storico intitolata al nonno, potrà dunque testimoniare anche direttamente quanto questo legame fosse profondo e appassionato.

Collaborano all’iniziativa Giordano Cioli per la documentazione fotografica e Giovanna Vivarelli per le letture di brani tratti dalle opere di Calamadrei.

L’ingresso è libero, non riservato ad i soli associati.




Seminario di storiografia con Enzo Collotti in ISRT

Lunedì 19 dicembre, ore 15.30, preso la sede dell’Isrt, via Carducci 5/37, confronto e discussione guidati dal prof. Enzo Collotti sul libro di Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918, Il Saggiatore, Milano 2016.




L’emigrazione italiana e Zélia Gattai Amado. Una figlia di Firenze

Il 1° dicembre alle ore 18.00 in Sala Ferri a Palazzo Strozzi, conferenza di Antonella Rita Roscilli, L’emigrazione italiana e Zélia Gattai Amado. Una figlia di Firenze, in occasione del centenario della nascita della scrittrice brasiliana.

Introduce Franco Zabagli.

Iniziativa a cura del Gabinetto Vieusseux




Le Comunità Toscane al tempo del Risorgimento. Dizionario storico a cura di Fabio Bertini

Mercoledì 7 dicembre alle ore 17.00, in Sala del Gonfalone, Palazzo del Pegaso, presentazione del dizionario storico a cura di Fabio Bertini, Le comunità toscane al tempo del Risorgimento.

Saluti di Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale, e di Monica Barni, Assessora alla Cultura della regione

Interventi di: Cosimo Ceccuti, Presidente Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Luca Mannori Università di Firenze, Sandro Rogari Presidente Società Toscana per la Storia del Risorgimento, Marcello verga Centro interuniversitario di ricerca sulla storia delle città toscane.

Modera Adalberto Scarlino, Presidente del Comitato fiorentino per il Risorgimento.

Sarà presente il curatore.




Presentazione del volume “Nazario Sauro. Storia di un marinaio”

a3loclivorno6dic1

Nazario Sauro. Storia di un marinaio è il titolo del volume che verrà presentato presso la sede dell’Istoreco (Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea nella provincia di Livorno), Complesso della Gherardesca, via. G. Galilei, 40, martedì 6 dicembre 2016 alle ore 17. Scritto a quattro mani da Romano e Francesco Sauro, rispettivamente nipote e pronipote di Nazario Sauro, il libro si inserisce nell’ambito di un progetto affascinante cominciato nell’ottobre scorso e che si concluderà nell’ottobre 2018.

Si tratta del progetto “Sauro 100”  un viaggio in barca a vela per 100 porti per 100 anni di storia (Ottobre 2016 – Ottobre 2018). Il progetto prevede la circumnavigazione della nostra Penisola, partita da Sanremo nel mese di ottobre 2016 (anno del centesimo anniversario del martirio di Nazario Sauro) e arrivo a Trieste nel mese di ottobre 2018 (anno del centesimo anniversario dell’impresa di Premuda da parte di Luigi Rizzo), in occasione della 50ma Barcolana e dopo aver toccato 100 porti (da qui il titolo) italiani ed esteri, tra cui Corfù e Durazzo.

L’iniziativa presso l’Istoreco, organizzata in collaborazione con la Sezione della Lega Navale di Livorno, vedrà la partecipazione, oltre che dell’autore, l’ammiraglio Romano Sauro, anche del presidente della Sezione della Lega Navale di Livorno, colonnello Fabrizio Monacci. L’ingresso è libero.

Una presentazione riservata agli studenti del Nautico è poi prevista per lunedì 5 dicembre. Alle ore 11 presso l’Aula Magna l’I.T. Trasporti e Logistica “A. Cappellini” (Piazza Giovine Italia 1) interverrà, oltre a Sauro, Marco Manfredi, ricercatore e collaboratore dell’Istoreco.

 




Vittorio Bardini. Costituente senese

Condannato dal Tribunale Speciale nel 1928 perché comunista e pericoloso oppositore del regime, si era fatto otto anni di reclusione. Poi era espatriato clandestinamente in Unione Sovietica dove aveva frequentato una scuola militare. Inviato in Spagna, aveva combattuto nelle file repubblicane ed era riparato in Francia in seguito alla vittoria del franchismo. Dopo due anni di campo di concentramento, consegnato alla polizia fascista dal governo filonazista di Vichy, nel 1941 aveva fatto il suo ingresso nel carcere di Santo Spirito di Siena. Lì lo volle incontrare l’Arcivescovo della città, Mario Toccabelli, forse incuriosito dalla sua storia e dalla sua personalità. “In occasione della festa del carcerato (…) fui l’unico che non andò a messa (…). Verso la fine della cerimonia (…) Monsignor Toccabelli vene a trovarmi in cella. Con molto garbo e correttezza ci salutammo. Mi fece alcune domane e dopo qualche battuta a conclusione del nostro incontro, mi chiese a quale curia appartenevo: gli risposi che non ero molto ferrato nella conoscenza della gerarchia e della organizzazione ecclesiastiche. Si congedò invitandomi a pregare il buon Dio e a ritornare su quella che secondo lui era la giusta strada, la strada del fascismo”.

Bardini (al centro della foto sotto il ragazzo seduto sul cannone) in Spagna negli anni della guerra civile

Bardini (al centro della foto sotto il ragazzo seduto sul cannone) in Spagna negli anni della guerra civile

Così amava raccontarsi Vittorio Bardini, nato a Sovicille nel 1903, professione muratore. A quell’incontro con l’alto prelato sarebbero seguiti il confino a Ventotene, un breve periodo di libertà dopo il 25 luglio 1943, il trasferimento a Milano, di nuovo in clandestinità, per organizzare i Gap, l’arresto, la deportazione a Mauthausen e infine, a guerra conclusa, i ruoli dirigenti nel Pci, l’elezione al Parlamento e prima ancora all’Assemblea Costituente.
Di questa suo ruolo in uno dei luoghi politici di massima rilevanza per la storia della Repubblica, Bardini non ha lasciato memorie, mettendolo in secondo piano rispetto all’attività nel partito e per il partito. Probabilmente considerava un puro servizio anche il suo voto su quei banchi. E d’altra parte, se la preparazione in materia giuridica non gli poteva consentire chi sa quali apporti originali, la sua presenza, insieme a quella di molti altri ed altre come lui, bastava da garanzia sul fondamento antifascista della legge fondamentale del nuovo Stato repubblicano che si andava elaborando.

Roma, dicembre 1947. Da sinistra: Vittorio Bardini, Ilio Barontini, Walter Audisio e Francesco Moranino.

Roma, dicembre 1947. Da sinistra: Vittorio Bardini, Ilio Barontini, Walter Audisio e Francesco Moranino.

Solo da qualche ricordo frammentario si ricavano notizie non sulla discussione in aula, bensì su quella che si svolgeva fra la base comunista, con una dialettica e una libertà di parola superiori a quanto ci si potrebbero immaginare. Per due volte, nel 1946 e nel 1947, Palmiro Togliatti arrivò a Siena per assistere al Palio. In entrambe le occasioni partecipò ad una assemblea degli scritti, accompagnato da Bardini. E in entrambe le occasioni non mancò chi gli rivolse critiche esplicite sull’amnistia che aveva decretato come Guardasigilli e sul voto del Pci sull’articolo 7, rivelando il malcontento serpeggiante sia per la mano tenera con i fascisti, sia per la mano tesa alla chiesa e alla Dc. Bardini probabilmente non gradì quegli interventi, ma alla fine poté quasi rallegrarsene perché, come ricordò, si trattava di parole dette da “bravi compagni, ma di tipo particolare, personaggi caratteristici che con alcune loro espressioni si rendevano anche simpatici. Per queste caratteristiche si resero simpatici anche Togliatti”.

Anche un comunista d’acciaio come lui non mancò tuttavia di ricevere critiche da chi ancora più d’acciaio lo avrebbe voluto. Teresa Noce ebbe infatti a dolersi per il fatto che avesse accettato di entrare, in quota Pci, nella Deputazione del Monte dei Paschi di Siena. A lei i banchieri non piacevano, anche se erano iscritti al partito e certi incarichi le parevano un allontanamento dalla prospettiva della rivoluzione socialista. Ma forse era nel torto, non avendo valutato a pieno quale fosse il significato, anche simbolico, di un comunista dentro la Rocca di Piazza Salimbeni, da sempre presidio finanziario esclusivo della nobiltà agraria, della borghesia dei commerci e della rendita immobiliare e delle forze politiche di loro rappresentanza.

Bardini in Piazza Matteotti a Siena. Comizio per il 25 aprile 1946

Bardini in Piazza Matteotti a Siena. Comizio per il 25 aprile 1946

Articolo pubblicato nel novembre del 2016.