73° anniversario del primo bombardamento di Empoli

Lunedì 26 dicembre, per ricordare i caduti nel primo bombardamento della città, l’amministrazione comunale chiama tutti i cittadini a partecipare alla cerimonia commemorativa:

ore 10.30 celebrazione religiosa in suffragio ai caduti presso la Collegiata di Sant’Andrea (Piazza Farinata degli Uberti).

Seguirà la deposizione della corona al monumento ai caduti in piazza IV Novembre.




Donata alla Fondazione La Pira parte della biblioteca del professor Guido Zappa

Lo scorso venerdì 16 Dicembre 2016 ha avuto luogo nei locali della Fondazione Giorgio La Pira di Firenze la donazione, da parte della famiglia Zappa, di una considerevole porzione della biblioteca appartenuta al professor Guido Zappa, illustre matematico di fama internazionale che incrociò anche fruttuose collaborazioni presso ambiti cari al professor La Pira.

Nato a Napoli il 7 dicembre 1915 e figlio dell’astronomo Giovanni, si laureò in matematica alla Scuola Normale di Pisa, divenendo dal ‘47 professore ordinario di geometria e di algebra presso l’Università di Napoli e poi a Firenze, ove fu il docente più giovane per diversi anni, divenendo poi decano. Dal 1977 socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, la sua produzione scientifica ha riguardato principalmente la teoria dei gruppi, campo in cui ha conseguito risultati di rilievo assoluto.

Allievo di Francesco Severi, ha apportato contributi alla geometria algebrica, passando alle cronache accademiche soprattutto per la sua teoria dei gruppi.
Fervente cristiano, iscritto all’Azione Cattolica e attivo nel movimento laureati fin dagli anni ‘40, partecipò come La Pira alla stesura del Codice di Camaldoli, divenendo assiduo collaboratore della rivista Studium, anche negli anni in cui fu diretta da Aldo Moro, scrivendo poi anche per la rivista Coscienza del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e meritandosi l’invito del Cardinale Piovanelli al Sinodo di Firenze aperto nel maggio 1988.

E’ un altro contributo di arricchimento culturale offerto alla Fondazione Giorgio La Pira, che accresce il materiale bibliografico relativo all’analisi di fonti cui collaborò lo stesso Professor La Pira, lettore e collaboratore delle riviste sopra menzionate.

Per ogni eventuale ulteriore notizia in merito, è possibile consultare la sezione “Notizie recenti” del sito della Fondazione La Pira ed i canali Facebook e Twitter attivi per conto della stessa Fondazione la quale, su semplice richiesta, invia anche una periodica newsletter contenente notizie ed eventi in merito alla figura di Giorgio La Pira.

FONDAZIONE GIORGIO LA PIRA
Via Giorgio la Pira, 5, 50121 Firenze
055 284542 – Forumlapira@gmail.com




Le proposte dell’ISRPt per la formazione dei docenti

l’Istituto storico della Resistenza di Pistoia ha presentato il suo programma di formazione docenti.

Per l’anno scolastico 2016/7, l’Istituto organizzerà un corso di formazione e approfondimento per docenti nelle scuole secondarie di primo e secondo grado in storia contemporanea, con 6 incontri di 2 ore ciascuno, per un totale di dodici ore. A queste sono da aggiungere 8 ore di studio individuale per un totale di 20 ore formative.

Il materiale sarà fornito dai relatori di ogni lezione. A conclusione del corso ci sarà una verifica finale.




Nuovo seminario di storiografia con Enzo Collotti all’ISRT

Mercoledì 1° febbraio alle ore 15.30, presso la sede dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, incontro del gruppo di storiografia coordinato dal prof. Enzo Collotti sul volume di Maria Teresa Giusti, La campagna di Russia, il Mulino.




Il “Tempo e la Storia” all’Istituto Storico della Resistenza in Toscana per Gaetano Salvemini

Il 22 dicembre alle 13.10 su Rai tre , e in replica sul canale Rai storia sempre il 22 dicembre (ore 20.30 e 23.30), sarà trasmessa la puntata del Tempo e la Storia: GAETANO SALVEMINI UNA COSCIENZA ITINERANTE, realizzata, nelle riprese esterne, presso la sede dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, presso cui è conservato, in deposito, il Fondo Salvemini.




Presentazione del volume “Alla macchia, sempre”

L’Istituto Storico della Resistenza senese e dell’Età contemporanea invita tutta la cittadinanza alla presentazione del libro Alla macchia, sempre – Dialoghi su una vita tra fascismo e democrazia, che si terrà alla Biblioteca degli Intronati di Siena martedì 20 dicembre 2016 alle 17.

Oltre all’autore, Vittorio Meoni, saranno presenti Pietro Clemente, Fabio Dei e Simone Neri Serneri.
Coordinerà Alessandro Orlandini.

La presentazione è patrocinata dal Comune di Siena.




Tempo di scuola 2017: brochure didattica dell’istituto di Grosseto

copertina_tempodiscuola2017E’ uscita la brochure didattica dell’Istituto di Grosseto. Una prosecuzione di attività già in corso, nuove idee, le risorse accumulate nel tempo, grazie alla collaborazione di insegnanti e scuole grossetane. Ne deriva un patrimonio di esperienze, un archivio di materiali didattici, il radicamento in singoli istituti di lavori iniziati come tentativi di innovazione e divenuti sperimentazioni o proposte replicabili, per le competenze che hanno prodotto nel gruppo dell’istituto che cura la didattica.

>>> Sfoglia la brochure




La tubercolosi a Siena fra XIX e XX secolo

Tra le gravi patologie infettive che colpivano gli abitanti della città di Siena, tra la fine dell’ ‘800 ed i primi del ‘900, quella più letale fu senz’altro la tubercolosi.

Particolarmente falcidiato era il proletariato urbano, composto soprattutto da operai e artigiani, anche se il morbo colpiva in percentuali non irrilevanti anche le classi più abbienti.
Le zone più esposte all’infezione erano i quartieri popolari fatiscenti e sovraffollati nonché le aree manifatturiere caratterizzate dalla presenza di numerosi magazzini umidi e malsani; man mano che ci si spostava verso le zone più aperte del suburbio o verso i quartieri ricchi, il numero dei contagiati diminuiva gradualmente.
Maglia nera, in questa poco invidiabile classifica del dolore, spettava alle zone più miserabili e sovraffollate come Salicotto, i Pispini, i Servi, Malborghetto, Castelvecchio, Vallepiatta, Fontebranda, Vallerozzi e la contrada del Bruco.

La prima a tentare un pur parziale intervento contro questo atavico problema fu, a fine ‘800, l’Associazione dei bambini poveri scrofolosi, la quale offriva un certo numero di soggiorni marittimi presso Talamone a dei bambini della città affetti da tubercolosi linfatica. Nel 1898 nacque in città il “Comitato Antitubercolare”, istituzione tra le prime in Italia, sorta per affrontare il problema con determinazione, ma quest’ultima, a causa degli scarsi mezzi, si limitò ai buoni propositi.
Sempre un impatto limitato ebbe la costituzione di un reparto di isolamento all’ospedale S. Maria della Scala: tale sezione risultò immediatamente troppo piccola per il fabbisogno effettivo, ma anche i pregiudizi delle famiglie degli ammalati giocarono un ruolo decisivo: il ricovero in isolamento era visto come l’anticamera della morte e quindi evitato nel modo più radicale contribuendo ad azzerare l’efficacia del provvedimento.

Lo scoppio della prima guerra mondiale aumentò in modo consistente la diffusione del morbo: soltanto nel 1917, a Siena, i decessi certificati per tubercolosi aumentarono del 41,5% rispetto alla media del triennio 1912-1914.
Di fronte a questi dati, assai simili su buona parte del territorio nazionale, il Governo e le gerarchie militari, a partire dal 1917, misero in cantiere provvedimenti meno duri nei confronti dei combattenti e della popolazione civile.
Nacque pertanto l’Opera nazionale per la Protezione e l’Assistenza degli Invalidi di Guerra, vennero approvati dei decreti sulle pensioni per le malattie derivanti da cause belliche, si stabilì che coloro che avevano contratto la tubercolosi nell’esercito fossero ricoverati a carico dello Stato e ricevessero un sussidio.

Il problema venne tuttavia affrontato in modo incisivo soltanto a partire dal 1919, quando una nuova normativa gettò le basi per la creazione di una rete di istituti di profilassi antitubercolare; proprio in virtù di questa normativa nacque a Siena l’Associazione Senese Antitubercolare, la quale poteva contare su quattro medici, un assistente radiologo, due segretarie, cinque dame visitatrici ed una infermiera delegate queste ultime a ‘dare la caccia’ ai malati per la città.
Nel primo anno di attività, l’Associazione effettuò 63 visite e 26 richiami, eseguì 32 esami di laboratorio e accertò 15 casi di malattia: era l’inizio. Nel 1920 venne aperto un piccolo dispensario, nella cripta della chiesa di S. Sebastiano, nel Fosso di S. Ansano.
Già nel 1920 gli accertamenti diagnostici, compresi quelli di richiamo, salirono a 776 (casi accertati 50), per arrivare a 1.092 tre anni dopo (casi accertati 71) e a 2.285 nel 1930 (casi accertati 125). In queste cifre rientravano anche le 898 prestazioni – visite, terapie, distribuzione di medicinali, promozione di pratiche per la pensione di guerra – fornite ai 178 militari senesi riconosciuti invalidi per tare tubercolari.

Ormai la strada era segnata: la successiva nascita di strutture sanitarie sempre più idonee e la riqualificazione edilizia delle zone degradate della città, intrapresa durante il ventennio fascista, portò, nei decenni successivi, alla progressiva scomparsa della malattia all’interno delle mura di Siena.

Il quartiere Salicotto dopo il "risanamento" compiuto nel 1928-1933. Voluto anche per ridurre il sovrappopolamento e diradare i focolai di tubercolosi.

Il quartiere Salicotto dopo il “risanamento” compiuto nel 1928-1933. Voluto anche per ridurre il sovrappopolamento e diradare i focolai di tubercolosi.

Articolo pubblicato nel dicembre del 2016.