“Per un bacio d’amor. I baci nella canzone italiana”
Lunedì 12 giugno alle ore 17.30 a Palazzo Strozzi, Sala Ferri, Pupi Avati, Giuseppe Nicoletti, Marco Santagata presentano il volume di Ranieri Polese, Per un bacio d’amor, Archinto editore.
Lunedì 12 giugno alle ore 17.30 a Palazzo Strozzi, Sala Ferri, Pupi Avati, Giuseppe Nicoletti, Marco Santagata presentano il volume di Ranieri Polese, Per un bacio d’amor, Archinto editore.
L’inizio dell’attività partigiana e della Resistenza armata in provincia di Pistoia deve essere collocato poco dopo l’inizio dell’occupazione nazista nel settembre 1943, quando le prime squadre sorsero sulle montagne pistoiesi, nelle aree collinari e nella zona valdinievolina. Erano formate da soldati sbandati, renitenti alla leva, uomini di altre nazionalità fuggiti dalla Wehrmacht, donne e antifascisti.
Nell’accezione più ampia del termine, la Resistenza è un fenomeno complesso che coinvolse, a vari livelli, un’ampia maggioranza della nazione e tutti gli strati sociali della popolazione: dal fornire cibo e alloggio a un estraneo, che sia un partigiano o un soldato sbandato, al rivelare informazioni a un “bandito” o agli alleati; dall’ascoltare Radio Londra al non presentarsi alla leva obbligatoria; dal combattere attivamente i tedeschi all’effettuare sabotaggi.
In Toscana il 9 ottobre 1943 fu costituito il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN), erede dei comitati interpartiti e dei fronti antifascisti già attivi durante il ventennio fascista. La resistenza pistoiese s’inserisce nel quadro di quella toscana: in parte ebbe origini autoctone e in parte fu promossa, coordinata e supportata dall’esterno e dai partiti. Militarmente fu suddivisa in due zone: undicesima e dodicesima.
A Lamporecchio, l’unica formazione costituita fu la “Squadra di Azione Patriottica” (S.A.P.), chiamata anche “Lamporecchio”, di ispirazione profondamente comunista. Nel comune operarono sporadicamente anche le formazioni “Comunista n. 1”, “Ribelli del Montalbano” e “Silvano Fedi” di Pistoia.
La S.A.P., guidata dal comunista Giovanni Calugi, aveva sede presso la Cisterna di Montefiori, situata sulle colline, svolse la sua attività sul Montalbano e operò nei comuni di Lamporecchio, Larciano, Vinci, Serravalle Pistoiese. La sua forza raggiungeva e superava la cinquantina di uomini, specialmente quando venivano effettuate azioni e si aggregavano vari patrioti; la squadra sostenne dieci scontri a fuoco e inflisse ai tedeschi 4 morti, 13 feriti e 8 prigionieri. Due partigiani morirono, tre restarono feriti; un russo che si trovava nella formazione da due mesi, chiamato Ivan, rimase ucciso da una raffica di mitra durante uno scontro il 12 agosto 1944 e venne sepolto al cimitero di Larciano; Leonetto Neri, residente in Cerbaia, fu ferito in uno scontro il 2 settembre e morì dopo qualche settimana all’ospedale di Siena; Enzo Verdiani, residente a San Baronto, fu ferito a una gamba da una pallottola di mitra il 28 luglio; Ivo Ancillotti, residente in Cerbaia, fu ferito a una mano da una pallottola di mitra; Osvaldo Desideri, residente a Larciano, rimase ferito in seguito allo scoppio del proprio fucile il 12 agosto.
La formazione lamporecchiana, oltre agli scontri a fuoco, si occupò della raccolta delle armi, del servizio informazioni, dei sabotaggi e di aiuto nei confronti dei fuggiaschi e della popolazione. Fu continuamente in contatto con la brigata “Bozzi” con la quale effettuò alcune azioni sulla montagna pistoiese. Un personaggio di spicco della formazione fu Giovanni Frediani con ruoli di comando, di collegamento con altre formazioni e di rifornimento alimentare.
La squadra “Comunista n. 1” si scontrò il 2 e il 4 agosto con pattuglie tedesche nella zona di Lamporecchio; la “Silvano Fedi” di Pistoia effettuò alcune azioni di sabotaggio presso San Baronto il 15 agosto; i “Ribelli del Montalbano” sostennero combattimenti armati il 4 e il 5 settembre lungo la strada che da San Baronto conduce a Casalguidi e obbligarono i repubblichini a ricostruire le vie e i ponti distrutti.
Lamporecchio venne liberata dall’occupazione nazifascista dopo circa un anno, esattamente il 2 settembre 1944. La liberazione ricalcava in molte zone lo stesso schema. Può essere applicato in maniera appropriata al caso lamporecchiano e a quello di parte della provincia pistoiese: i tedeschi scappavano dal territorio e arretravano verso nord, gli angloamericani prendevano contatto con le formazioni partigiane e avanzavano prudentemente, i partigiani assumevano il possesso della città, infine gli angloamericani arrivavano definitivamente e imponevano il proprio controllo sul paese.
Gli alleati a fine agosto si avvicinarono a Pistoia da sud e gli inglesi presero contatto il 1° settembre con le formazioni partigiane valdinievoline.
La formazione partigiana S.A.P. di Lamporecchio partecipò attivamente alla liberazione insieme alla banda Silvano Fedi di Pistoia, comandata da Enzo Capecchi e Artese Benesperi. Giunta la notizia che gli alleati avevano attraversato il fiume Arno, la squadra si divise in varie pattuglie per “rastrellare la zona”. Il paese fu occupato dopo vari scontri a fuoco: il primo avvenuto in Cerbaia e costato la vita a Leonetto Neri, il secondo nei pressi di Lamporecchio, il terzo nella località Giugnano, il quarto nella frazione Vaccareccia.
Quel giorno vennero catturati alcuni nazisti e consegnati agli inglesi, i primi ad arrivare in paese. Successivamente, il 3 settembre, la formazione partecipò alla liberazione di San Baronto, seguita da quella di Pistoia, occupata l’8 settembre in collaborazione con le altre squadre partigiane della provincia.
I partigiani residenti e riconosciuti in città furono 35; i patrioti, invece, 31.
Fu fondamentale la presenza di numerose donne all’interno della Resistenza, anche lamporecchiane, come possiamo intuire dalla relazione sull’attività svolta dai gruppi di “Difesa della Donna” nella provincia di Pistoia: “Tutte le organizzate hanno prestato la loro opera con fede e costanza, senza avvertire la stanchezza e rifiutando la paura, viaggiando attraverso i posti di blocco tedeschi, soggette a perquisizioni e requisizioni. Hanno continuato la loro lotta contro i nazi-fascisti, adoperandosi a seguirne i movimenti, ad ostacolare le loro opere di rastrellamento, fiduciose che i loro sacrifici sarebbero stati coronati dalla vittoria completa”.
Il giorno dopo la liberazione, il 3 settembre 1944, il CLN si riunì nell’ufficio comunale del paese: i componenti progettarono un piano di attività basato sulla collaborazione di tutti e destinato esclusivamente al bene della collettività; vennero anche salutate le truppe di liberazione dell’esercito alleato che, per mezzo di cinque rappresentanti, assistettero all’assemblea.
Il 6 settembre, su richiesta angloamericana, fu nominata la giunta comunale che si sarebbe riunita per la prima volta l’11 settembre alle 9.30. La giunta a sua volta nominò Foscolo Maccioni, già presidente del CLN, come primo sindaco di Lamporecchio dopo la liberazione.
Decine di cittadini lamporecchiani continuarono la lotta di liberazione, arruolandosi nei Gruppi di Combattimento (Legnano, Folgore, Cremona, Friuli, Mantova e Piceno.) e affiancando le truppe alleate durante la risalita nel nord Italia. Furono circa 500 i pistoiesi partiti da piazza del Duomo il 16 febbraio 1945: ex militari, ex partigiani, semplici cittadini che desideravano dare il loro contribuito alla liberazione del resto d’Italia, avvenuta ufficialmente nell’aprile 1945.
Matteo Grasso, laureato in storia contemporanea con una tesi sull’occupazione nazifascista di Monsummano terme, è direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia. Svolge attività di ricerca archivistica, orale e bibliografica finalizzata all’approfondimento locale e nazionale di particolari momenti del Novecento e lavora presso l’Associazione Culturale Orizzonti di Lamporecchio che diffonde il mensile Orizzonti. In precedenza ha svolto un tirocinio annuale per la valorizzazione culturale di Villa La Quiete a Firenze. Fra le pubblicazioni ricordiamo: “Giovanni Fattori. Lettere di un montalese dal lager nazista” (2017); “Sulle tracce della memoria. Percorsi pistoiesi nei luoghi della guerra” (2015); “Guerra e Resistenza. Vicende partigiane per uno della «Bozzi», la storia personale di Doriano Monfardini” (2014).
Articolo pubblicato nel giugno del 2017.
Sabato 10 giugno a Montignoso (Massa Carrara), presso la sede Comunale di Villa Schiff Giorgini, dalle ore 9,30, si terrà il convegno “Carlo Sforza politico antifascista” e la presentazione della pubblicazione “Carlo Sforza- Alto Commissario per l’epurazione. Le sanzioni contro il fascismo” di Andrea Lepore, organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana, in collaborazione con le Sezioni ANPI di Massa e Montignoso.
Il 6 giugno l’Istituto di Grosseto partecipa alla prima Conferenza italiana di Public History (Ravenna, 5-9 giugno 2017) con il panel “Guerra e Resistenza nella storia d’Italia. Mostre, uso pubblico della Storia, formazione della cittadinanza”
Coordinatrice Chiara Martinelli (insegnante)
1. Andrea Ventura (Istituto storico della resistenza e dell’ età contemporanea in provincia di Lucca), Gli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea nell’era del testimone
2. Matteo Mazzoni (Istituto storico della resistenza in Toscana), Passato e presente: la mostra “Firenze in guerra 1940-1944”
3. Marco Manfredi (Istituto storico della resistenza e della società contemporanea nella provincia di Livorno), XX secolo. Fotografie e autorappresentazioni di sé della minoranza ebraica. L’Istoreco di Livorno
4. Valerio Entani (Istituto storico della resistenza e dell’ età contemporanea di Grosseto), Spazio e tempo
Venerdì 2 giugno, a partire dalle ore 10,00, in Piazza Duomo a Siena, la celebrazione della Festa della Repubblica si aprirà con la solenne cerimonia dell’alzabandiera, simbolo dell’Unità nazionale e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica.
Seguiranno gli interventi del Sindaco, Bruno Valentini, del Presidente della Provincia, Fabrizio Nepi, di due studenti delle Scuole Superiori e del Prefetto, Armando Gradone.
Successivamente si procederà alla consegna delle Onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” e delle Medaglie d’Onore e della Liberazione a quanti hanno partecipato alla Resistenza e alla Lotta di Liberazione.
La “Banda Città del Palio”, alle 11,30, eseguirà il consueto concerto in Piazza Salimbeni.
Alle ore 12,00, giovani talenti musicali si esibiranno in concerto nei locali dell’Accademia Musicale Chigiana.
I festeggiamenti si concluderanno alle ore 16,30 in Piazza Duomo con la Cerimonia dell’ammainabandiera.
L’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” fu istituito con la Legge 3 marzo 1951, n. 178, e rappresenta il primo fra gli Ordini nazionali. Esso è destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.”. Il Presidente della Repubblica è il Capo dell’Ordine.
Il riconoscimento commemorativo, costituito dalle Medaglie è, invece, di recente costituzione in quanto realizzato su iniziativa del Ministro della Difesa che ha inteso rivolgere una particolare attenzione nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato alla Resistenza e alla Lotta di Liberazione (partigiani, internati militari nei lager nazisti, combattenti inquadrati nei Reparti delle Forze Armate). La creazione della Medaglia ha preso spunto dalla visita effettuata il 31 gennaio 2015 dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, e la sua raffigurazione si è ispirata alla cancellata del Monumento, opera dello scultore Mirko Basaldella.
Anche quest’anno il 2 giugno a Pisa si rinnova la tradizionale celebrazione dell’anniversario della proclamazione della Repubblica “che sarà ispirata a criteri di particolare funzionalità e sobrietà” spiega la Prefettura. Per dare il giusto risalto all’importanza dell’anniversario e sottolineare i principi che stanno alla base del nostro sistema repubblicano, gli edifici pubblici, per l’intera giornata, dovranno esporre la bandiera nazionale al fianco di quella europea.
Le cerimonie, che si svolgeranno in concomitanza con quella in programma presso il Palazzo del Quirinale, avranno inizio alle ore 11 in Piazza delle Vettovaglie con lo schieramento del picchetto d’onore e l’Alzabandiera alla presenza del Prefetto Attilio Visconti, del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi e del Generale di Brigata Achille Cazzaniga, nonché dei rappresentanti delle massime Istituzioni civili e militari.
Le celebrazioni proseguiranno con la lettura del messaggi del Presidente della Repubblica e del Ministro della Difesa e gli interventi del Prefetto di Pisa Attilio Visconti e del Sindaco Marco Filippeschi. Avrà poi luogo la cerimonia di consegna dei diplomi di onorificenza dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, conferiti dal Sig. Presidente della Repubblica a 11 cittadini ritenuti meritori della distinzione onorifica per essersi distinti acquisendo particolari meriti in ambito culturale, sociale, della carriera militare e delle forze dell’ordine: Contrammiraglio Claudio Boccalatte, Ufficiale; Tenente Colonnello Gianni Fedeli, Ufficiale; Dottor Andrea Madonna, Ufficiale; Colonnello Alessandro Borghesi, Cavaliere; Signor Sergio Di Maio, Cavaliere; Signor Clemente Iannucci, Cavaliere; Appuntanto Scelto Emanuele Ottaviani, Cavaliere; Signor Silvano Pardossi, Cavaliere; Dottor Gian-Luca Sessa, Cavaliere; Signor Antonio Ventura, Cavaliere; 1° Maresciallo Luogotenente Sergio Scolozzi, Cavaliere; Signor Gaetano Ibelli, Cavaliere. Il Prefetto Visconti consegnerà inoltre la Medaglia d’Onore alla memoria, concessa dal Presidente della Repubblica, ai familiari del signor Cassio Tacchi cittadino pisano deportato e internato nei lager nazisti.
Il Presidente dell’associazione “Le Vettovaglie” Piero Torrigiani, per esprimere il proprio apprezzamento per aver scelto la Piazza delle Vettovaglie quale sede delle celebrazioni della festa della Repubblica, consegnerà una targa al Prefetto, al Sindaco di Pisa, al Comandante di Presidio e ai vertici delle forze di polizia. (fonte: Prefettura di Pisa)
Nel pomeriggio, alle 18.30, sempre in Piazza delle Vettovaglie si terrà il concerto del Complesso di Legni, ottoni e percussioni della Società Filarmonica Pisana.
A Livorno, quest’anno, il 2 Giugno sarà ricordato con una serie di cerimonie promosse dalla Prefettura, dal Comune e dalla Provincia di Livorno, che coinvolgeranno i rappresentanti delle istituzioni locali e la cittadinanza.
Si inizierà alle ore 9.45 al Bassorilievo al Partigiano in via Ernesto Rossi, con la deposizione di una corona d’alloro e con gli Onori civili e militari, alla presenza del Sindaco, del Prefetto, del Presidente della Provincia e del Comandante del Presidio Militare. Saranno esposti il Gonfalone della Città e quello della Provincia, e i Labari delle associazioni d’arma e combattentistiche.
Successivamente il corteo, passando da via Magenta, si trasferirà in Piazza della Vittoria, dove saranno resi gli Onori civili e militari davanti al Monumento ai Caduti. Sarà presente la Fanfara dell’Accademia Navale di Livorno.
Il Tricolore per l’Alza Bandiera sarà portato dai bambini delle scuole elementari. Dopo la deposizione della corona, sarà letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La cerimonia prevede poi la consegna delle Onorificenze al Merito della Repubblica Italiana, e la consegna degli attestati ai rappresentanti degli istituti scolastici per le attività svolte al fine di promuovere la cultura della legalità.
A mezzogiorno, dall’Accademia Navale, partirà una Salva d’Onore (21 colpi d’artiglieria a salve ad intervalli di 30 secondi l’uno dall’altro).