Presentazione del volume di Acciai “Una città in fuga”

Una città in fuga_AcciaiMercoledì 6 dicembre a Rosignano Solvay, presso la Sala Conferenze del Centro Culturale “Le Creste” (Via della Costituzione), Emanuela Minuto (Università di Pisa-Istoreco) e Francesco Giuntini (Presidente ANPI Rosignano Marittimo) discutono insieme all’autore il libro di Enrico Acciai, Una città in fuga. I livornesi tra sfollamento, deportazione razziale e guerra civile (1943-1944).

Nel corso della seconda guerra mondiale, e in particolare nei mesi a cavallo tra il 1943 e il 1944, Livorno conobbe un vero e proprio esodo della sua popolazione civile. A causa degli intensi bombardamenti alleati circa 90.000 cittadini labronici furono costretti a riversarsi nelle campagne, in un’area molto vasta che andava dalla provincia di Lucca a quella di Grosseto, passando da quella di Pisa. Lo sfollamento, che cominciò nella sua forma più radicale dopo i bombardamenti del maggio 1943, fu un fenomeno di massa, che andò a coinvolgere una parte sostanziale del territorio toscano.
In una realtà di per sé già molto difficile si andarono a inserire anche le vicende e le frizioni che scossero, dopo il settembre del 1943, l’Italia rimasta sotto l’autorità della Repubblica Sociale Italiana. Fu quindi tra gli sfollati che i membri della comunità ebraica labronica provarono a nascondersi, con alterni successi, e fu sempre tra gli sfollati che nacque e si sviluppò la resistenza in armi. L’obiettivo di questo saggio è quello di ricostruire la complessità di un’esperienza, quella dello sfollamento, ancora troppo spesso ignorata dalla storiografia italiana sulla seconda guerra mondiale.

Enrico Acciai (Firenze, 1980), dottore di ricerca in Storia dell’Europa Contemporanea presso l’Università degli studi della Tuscia, è ricercatore post-doc presso la School of History della Leeds University (UK). Dal 2013 collabora con la rete toscana degli istituti storici della Resistenza; in particolare con l’ISTORECO di Livorno. Esperto di storia dell’antifascismo europeo, dell’anarchismo e del volontariato di guerra, nel 2012 ha curato il volume Un conflitto che non passa: storia, memoria e rimozioni della guerra civile spagnola (ISRPt, Pistoia) e nel 2016 è uscito il suo volume Antifascismo, volontariato e guerra civile in Spagna (Unicopli, Milano).




Arte in tempo di guerra a Livorno

000455_65894567_1511871939Martedì 5 dicembre 2017 alle ore 15.30, presso la Sala Conferenze BCC Castagneto Carducci (Via Rossini 2a, Livorno) si terrà l’incontro “Arte in tempo di guerra: salvare il patrimonio”, con Alessia Cecconi, Direttrice Fondazione CDSE (Centro di documentazione storico etnografica, Vaiano, Prato) e Catia Sonetti, Direttrice Istoreco (Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno). Apre l’incontro il responsabile marketing della BCC Castagneto Carducci, Angelo Scuri.

Alessia Cecconi (Prato, 1981), storica dell’arte, è la coordinatrice del progetto regionale ”Resistere per l’arte: guerra e patrimonio artistico in Toscana”. Ha curato tra il 2014 e il 2015 le mostre Bombing Art 1940-1945 (Vaiano, Villa del Mulinaccio e Prato, Palazzo Banci Buonamici) e Giorgio Castelfranco. Un monument man poco conosciuto (Firenze, Museo Casa Siviero). È l’autrice del libro Resistere per l’arte. Guerra e patrimonio artistico in Toscana. Dieci storie di uomini e opere salvate (Firenze 2015).




Il convegno dell’Istoreco “Politica e disastri ambientali”

vfNel 2016 Istoreco chiese al MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) un finanziamento per organizzare un’iniziativa sui disastri naturali, nella convinzione fosse importante ed urgente affrontare l’argomento.

A distanza di un anno, ottenuto lo stanziamento, e soprattutto alla luce dei recentissimi eventi che hanno colpito duramente Livorno, appare oggi ancora più urgente riflettere sull’importanza di valorizzare la capacità delle comunità di ridurre l’impatto delle catastrofi naturali e diffondere conoscenze e consapevolezza riguardo alla necessità di serie politiche di prevenzione. Dove termina l’imponderabilità di tali fenomeni, e con essa le responsabilità della natura, e dove cominciano invece quella delle istituzioni, della politica e dei cittadini, chiamati molto spesso ad affrontare oggi la continua emergenza in una situazione di crescente crisi degli Stati e della finanza pubblica?

Lunedì 4 dicembre, presso la Sala Convegni SVS (Via delle Corallaie 10), a partire dalle ore 9.00 si terrà una giornata di dibattiti e incontri dal titolo “Politica e disastri naturali fra passato e presente. Fra logica dell’emergenza e cultura della prevenzione”.

Discuteranno sul problema politici e responsabili governativi come Paolo Fontanelli, deputato e Commissario straordinario dell’alluvione del 1996 in Versilia, Mauro Grassi, ex Assessore all’Urbanistica e all’Ambiente del Comune di Livorno e Direttore di ItaliaSicura, struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, ed Erasmo D’Angelis, Responsabile della stessa struttura di missione ItaliaSicura presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Insieme a loro studiosi come Renzo Rosso, ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia nel Politecnico di Milano, Sonia Paone, ricercatrice di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso l’Università di Pisa, e lo storico Salvatore Botta dell’Università di Bologna, autore del libro Politica e calamità. Il governo dell’emergenza naturale e sanitaria nell’Italia liberale (Rubettino 2013).




Reading di Ezio Mauro: I due treni

venerdì 1 dicembre | ore 21
@ Teatro Metastasio (via Benedetto Cairoli, 59, Prato)

I due treni, Lenin e lo Zar. Cronache di una rivoluzione

Cento anni fa la rivoluzione che ha segnato indelebilmente la storia del Novecento.
Ezio Mauro, corrispondente da Mosca per La Repubblica negli anni della Perestrojka e profondo conoscitore della Russia, narra la Rivoluzione d’ottobre. Il racconto punta l’attenzione su due treni che, a distanza di un mese, attraversano la Russia. Sul primo treno viaggia Nikolaj Aleksandrovic Romanov, ultimo Zar in cammino verso il suo inesorabile destino. Sull’altro viaggia Vladimir Ilic Ulianov, conosciuto come Lenin, che sta per prendere le redini della Rivoluzione.

Il reading I due treni, Lenin e lo Zar. Cronache di una Rivoluzione è in tour da ottobre nei principali teatri italiani.

Ingresso libero.




Eventi a Figline di Prato – Incursioni nel Novecento: dalla tragedia delle stragi nazifasciste al confronto con il passato in Germania e in Italia

30 novembre – 3 dicembre 2017
@ Figline di Prato, via Cantagallo 250

 

Incursioni nel Novecento: dalla tragedia delle stragi nazifasciste al confronto con il passato in Germania e in Italia

Eventi su iniziativa dell’ANPI provinciale di Prato, dell’Associazione 6 settembre, del Circolo ARCI 29 Martiri e della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato.

Programma sulla locandina in allegato all’interno dell’articolo.

 

Consultare il link:
https://www.toscananovecento.it/custom_type/inaugurazione-della-lapide-ad-ignominia-di-piero-calamandrei-al-museo-della-deportazione-e-della-resistenza-di-prato/ per il programma della cerimonia del 3 dicembre, inaugurazione della lapide ad ignominia di Piero Calamandrei.




Ricordando Carlo Onofrio Gori (1949-2017)

Vario e notevole è stato il contributo che il bibliotecario e storico locale Carlo Onofrio Gori, nato a Prato nel 1949, pistoiese d’adozione e scomparso lo scorso 24 ottobre dopo una lunga malattia, ha saputo dare alla storia pistoiese del XX secolo.

Tre sono le direttrici a cui può essere ricondotta la sua attività di storico: la prima, di catalogazione e sistemazione delle fonti, connaturata e favorita dalla sua attività di bibliotecario; la seconda, di studio della storia locale pistoiese, con particolare riguardo al biennio rosso e al ventennio fascista; la terza, di divulgazione al pubblico dei risultati raggiunti.

Fulcro della sua prima attività sono stati, rispettivamente, il censimento delle lapidi, dei cippi e delle targhe pistoiesi e la ricognizione dei periodici giunti al Centro di Documentazione di Pistoia. Il primo, avvenuto nel 1995 con la pubblicazione edita dal Comune di Pistoia Guida ai luoghi della memoria, ha costituito la prima ricognizione sistematica di tutti quei “segni della memoria” che nel corso dei tempi, ma soprattutto nel secolo scorso, le autorità cittadine hanno disseminato nel tessuto urbano.
Il secondo, snodatosi nel corso della costituzione e del radicamento del Centro di Documentazione, ha condotto alla classificazione, tra gli anni ’80 e ’90, delle oltre diecimila riviste accumulate dalla fondazione pistoiese, sorta nel 1970 per raccogliere le testimonianze e le pubblicazioni edite dai movimenti studenteschi, rivendicativi e rivoluzionari italiani e internazionali. La rilevanza della Guida si è quindi esplicata prima di tutto a livello locale e, solo in un senso più lato, a livello nazionale: con uno dei primi censimenti ragionati sulle “memorie di pietra” ereditate dal succedersi di epoche e partiti, Gori si è mosso nella preistoria di uno dei filoni più importanti dell’odierna Public History – ovvero lo studio di come la politica abbia cercato di forgiare, e poi diffondere, una sua peculiare interpretazione dei fatti storici. Più ampie sono state invece la ricezione e la fortuna del Catalogo delle riviste e dei periodici del Centro di Documentazione, diventato ben presto uno strumento di consultazione per tutti coloro che si avvicinino alla ricerca sulla società, la politica e il costume degli anni ’70.

Come storico locale, i suoi numerosi contributi – pubblicati sulle riviste “Farestoria”, “Quaderni di Farestoria” e “Microstoria” – hanno avuto il merito di soffermarsi su personaggi e figure poco conosciute della società e della politica pistoiese. Tra i primi a studiare il biennio rosso, l’instaurarsi del fascismo a Pistoia e le ripercussioni locali delle vicende belliche, Gori è stato tra i primi a dare spazio a due figure quasi dimenticate – ma il cui impatto fu tutt’altro che territorialmente limitato – come il partigiano Pierluigi Bellini delle Stelle.

Bellini delle Stelle, nato a Firenze ma cresciuto a Pistoia, dove studiò al Liceo Forteguerri – e dove si ritrovò in classe insieme a un altro partigiano, Silvano Fedi –, con il nome di battaglia di “Pedro” era il comandante partigiano di pattugliamento sul monte Berlinghera quando Mussolini, travestito da soldato tedesco della Lutwaffe, cercò di varcare il confine dopo l’insurrezione generale. Mobilitando gli abitanti della zona e fingendo di avere a disposizione più armati di quanti non ne avesse realmente, riuscì a impressionare il comandante della colonna, il generale Fairmallen, e a imporgli di poter proseguire verso la Germania solo dopo che l’autoblindo fosse stata perquisita a Dongo – e dopo che Mussolini non fu individuato e arrestato, insieme agli altri gerarchi e all’amante Claretta Petacci, da Bill, il vice di Bellini. Prigioniero del comando di Bellini per alcuni giorni, Mussolini rimase a Dongo fino a quando Walter Audisio, giunto a Dongo per conto del CLN, lo condusse il 28 aprile a Milano per eseguirlo.
A eccezione di un articolo scritto su «L’Unità» pochi giorni dopo e il volume – ormai introvabile – Dongo ultima azione, pubblicato per Mondadori nel 1952, Bellini delle Stelle dopo il conflitto si ritirò a vita privata. Si trasferì a San Donato Milanese, dove sposò Marianna Berio, sorella del musicista Luigi. Grazie all’amicizia con Enrico Mattei, che aveva avuto modo di conoscere durante la lotta partigiana, poté far carriera nell’ENI.

Tutti questi risultati hanno conosciuto poi un’attenta divulgazione che, oltre ai mezzi di diffusione tradizionali, si è rivolta alle nuove tecnologie. Nel 2012 – anno in cui in Italia la Public History godeva di assai ben scarso seguito – Carlo Onofrio Gori inaugurò e aggiornò un blog di storia per poter coinvolgere fette di pubblico fino ad allora ancora trascurate.

Articolo pubblicato nel novembre del 2017.




Inaugurazione della lapide AD IGNOMINIA di Piero Calamandrei al Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato

Domenica 3 dicembre | ore 11davanti
@ sede del Museo della Deportazione e della Resistenza

Inaugurazione della lapide AD IGNOMINIA di Piero Calamandrei

 

Interventi di:

Matteo Biffoni, Sindaco del Comune di Prato
Nicola Ciolini, Consigliere regionale
Carla Nespolo, Presidente nazionale ANPI
Francesca Chiavacci, Presidente nazionale ARCI
Giuseppe Matulli, Vicepresidente ISRT

Saranno presenti:

Vania Bagni, Coordinatrice toscana ANPI
Angela Riviello, Presidente provinciale ANPI
Giancarlo Biagini, Presidente sezione ANED di Prato
Sara Brachi, Presidente Circolo ARCI 29 Martiri di Figline
Fulvio Castellani, Presidente Associazione 6 settembre

Coordina Aurora Castellani, Presidente Museo Deportazione e Resistenza di Prato

Letture e accompagnamento musicale a cura di Altroteatro

La cerimonia si inserisce all’interno del programma di eventi Incursioni nel Novecento: dalla tragedia delle stragi nazifasciste al confronto con il passato in Italia e in Germania” promosso da ANPI Prato, Museo della Deportazione e della Resistenza, Associazione 6 settembre, Circolo Arci 29 martiri.

 




A Greve “La Caffettiera del Chianti”

Venerdì 1° dicembre alle ore 21.00 al Teatro A. Boito di Greve in Chianti, arriverà “La Caffettiera del Chianti”, spettacolo a cura di Tiziana Giuliani – ricerca storica di Sara Gremoli -, che ripercorre la storia della tramvia del Chianti e dei colli fiorentini.