Dall’Europa alla Palestina

L’Istituto Storico della Resistenza Senese, la Comunità ebraica di Firenze (Sezione di Siena) e la Sinagoga di Siena invitano la cittadinanza a Siena per due iniziative:

KadimaDa Pellestrina alla Terra Promessa
Filmati e foto sulla storia della nave Kadima.
Presso la Sinagoga di Siena, vicolo delle Scotte 14, dal 14 gennaio al 28 febbraio (mostra visitabile la domenica, il lunedì e il giovedì dalle 10.45 alle 16.45)

HaBricha (La fuga), di Meni Elias, Tal Barda e Micha Shagrir (2013)
Docu-film su un gruppo di ebrei profughi in viaggio dai campi di concentramento verso la Palestina fra 1945 e 1948
Presso le Stanze della Memoria, via Malavolti 9, martedì 16 gennaio alle 17.
Evento presentato da Marco Cavallarin, ricercatore storico.

Entrambe le iniziative sono realizzate col contributo di Coop Culture




’68 rewind. Percorsi in realtà aumentata.

Il 30 gennaio 1968, alla fine di una manifestazione di protesta, gli studenti universitari e medi organizzarono un sit-in in Piazza San Marco, mentre una delegazione di rappresentanti di tutte le Facoltà saliva dal Rettore a presentare un documento di protesta. All’improvviso le forze dell’ordine presenti fecero partire una carica che provocò contusi e feriti gravi; agenti in borghese manganellarono anche gli studenti che si erano recati in Rettorato. Gli studenti reagirono velocemente: entro il giorno seguente le facoltà furono tutte occupate e il Rettore, l’illustre italianista Giacomo Devoto, si dimise come forma di protesta per non essere stato ricevuto dal Questore. La data può di fatto segnare il consolidarsi di un movimento studentesco fiorentino, che avrà una lunga vita, in parallelo con “il lungo ’68” che vide altri soggetti sociali entrare in scena.

A distanza di cinquant’anni, l’Accademia di Belle Arti di Firenze e l’Archivio il sessantotto di Firenze organizzano una giornata che permetterà di rivivere e visualizzare le esperienze del ’68 fiorentino, dal titolo ’68 rewind. Percorsi in realtà aumentata.

L’iniziativa prende il via alle ore 9,30, presso l’Accademia di Belle Arti, in Via Ricasoli 66 a Firenze, con una mattinata  dedicata a  L’Accademia prima e durante il ’68, che prevede la partecipazione di Lido Contemori, Andrea Granchi e Edoardo Malagigi, protagonisti anche di un video documentario dal titolo Eravamo il cambiamento.

Dalle ore 12.00 inizia un percorso sui luoghi significativi del ’68, a partire proprio da piazza San Marco, dal Rettorato e dalla Mensa Universitaria dove, alle ore 14.00, è previsto un happening.

Durante il percorso si potrà utilizzare il proprio smartphone per geolocalizzare in realtà aumentata degli approfondimenti tematici sul luogo visitato: testi, immagini e video che appariranno sul proprio smartphone come approfondimento di quanto narrato in modo orale durante la visita.

Alle ore 14.00, partendo dalla Mensa Universitaria riprenderà la camminata in altri luoghi, sempre con l’uso di smartphone per visualizzare la documentazione, ma anche attraverso le voci di alcuni protagonisti che porteranno testimonianze dirette ed esperienze maturate in quegli anni e in quei luoghi.

Coordinano l’iniziativa Adriana Dadà e Tommaso Tozzi, promotori degli stage pluriennali che hanno dato vita al progetto; partecipa un gruppo di studenti e studentesse dell’Accademia che ha preparato i materiali relativi ai vari luoghi del ’68 che saranno visibili in realtà aumentata. È prevista la partecipazione di chiunque sia interessato.

A partire dal 30 gennaio tutti i materiali (foto, testimonianze, documenti) relativi alla ricerca, che è un vero work in progress, saranno visibili in un sito web, che continuerà ad essere implementato con altri luoghi ed altri materiali già disponibili, ma anche grazie alle nuove fonti che i curatori si augurano siano rese disponibili da parte di chi vorrà contattare:

dadaadriana3@gmail.com




Giornata di tesseramento della sezione ANPI di Carmignano con “L’eredità di Vittoria Giunti”

Sabato 20 gennaio, alle ore 21.00, presso il Circolo Arci di Seano, presentazione del libro “L’eredità di Vittoria Giunti” insieme all’autore Gaetano Alessi.

Vittoria Giunti, nata a Firenze il 14 dicembre 1917, deceduta a Raffadali (Agrigento) il 3 giugno 2006 è stata docente di Matematica, deputata alla Costituente, direttrice della rivista “Noi donne”, prima donna eletta Sindaco in Sicilia.

 




Bandita dalla Fondazione Feltrinelli la borsa di studio ‘900 la stagione dei diritti. Iscrizioni aperte fino al 15 gennaio.

L’area di ricerca “Cittadinanza europea” è l’ambito di lavoro che la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli dedica allo studio e all’indagine delle trasformazioni storiche e sociali che si sono avviate nel corso del Novecento e che ancora segnano e influenzano il tempo presente nello spazio europeo. L’approccio di lavoro è quello di guardare alla storia che nasce con una forte vocazione a farsi pubblica, a interessarsi alle grandi questioni collettive, a farsi carico della ricerca delle risorse culturali che ogni comunità pone a proprio fondamento, per farne uno snodo di riflessione condivisa all’interno delle comunità stesse.

Partendo dalla constatazione che l’Europa si è configurata, nel corso dell’età contemporanea, come spazio di sperimentazione e promozione di percorsi di inclusione, di partecipazione, di cittadinanza attiva e di affermazione di diritti, l’area intende farsi carico di un approfondimento specifico sull’evoluzione storica di tali percorsi nel Novecento.Seguendo questa direzione, nell’arco del 2018 l’area “Cittadinanza europea” sarà impegnata in modo particolare nelle attività legate al 50° anniversario del Sessantotto, anno cruciale per lo studio del Novecento che vede molti soggetti marginali fino a quel momento, iniziare ad occupare l’agorà pubblica e marcarla con propri linguaggi e con una visione specifica del loro vissuto.

L’incarico:

–        ha il valore di 14.000 Euro (al lordo delle ritenute fiscali e previdenziali previste dalla legge);

–        è della durata di n. 11 mesi a partire da metà gennaio 2018;

–        a livello contrattuale è inquadrato come una borsa di studio;

–        è destinato a un lavoro di ricerca, da svolgersi prevalentemente (almeno 3 giorni alla settimana) presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, in viale Pasubio 5 a Milano;

–        l’assegnatario dell’incarico potrà effettuare contemporaneamente altre attività, retribuite o meno, purché compatibili con l’adempimento del programma di ricerca e con gli impegni di presenza di cui al punto precedente;

–        è erogato in rate bimestrali posticipate. Qualora l’assegnatario non prosegua l’attività prevista dal programma di ricerca senza giustificato motivo o si renda responsabile di gravi e ripetute mancanze, potrà essere disposta la risoluzione del contratto.

 

Le domande dovranno pervenire alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli esclusivamente via email all’indirizzo ricerca@fondazionefeltrinelli.it entro le ore 14.00 di lunedì 15 gennaio 2018 indicando nell’oggetto “Candidatura: 900 la stagione dei Diritti”

Per ogni dettaglio sulle domande, il regolamento del bando e per scaricare il modulo di iscrizione: clicca qui.




Evento | MEMORIA E SPORT

Sabato 13 gennaio 2018 | ore 17:30
@ Sala consiliare – Comune di Pontassieve

A SCUOLA DI MEMORIA con il patrocinio del Comune di Pontassieve presenta:

Memoria e Sport

 

Intervengono | la sindaca Monica Marini e Tiziano Lanzini, rappresentante ANED

Testimonianze inedite della deportazione | Per riconoscere e superare le radici del pregiudizio, del razzismo, dell’odio. Per costruire il valore della Memoria. Per diffondere la cultura della Pace.


 

In questa occasione sarà presentato il Viaggio della Memoria 13-18 marzo 2018, aperto a tutta la cittadinanza
a Flossemburg-Praga-Terezin-Auschwitz-Cracovia.
L’itinerario vedrà la partecipazione degli allievi della Scuola Media Maltoni di Pontassieve e dei cittadini che vorranno aderire.
Il viaggio sarà caratterizzato da un’intensa attività di conoscenza ed approfondimento delle tematiche, dei protagonisti e dei luoghi della Shoa.

 

A seguire aperitivo a sostegno del progetto A scuola di Memoria a cura di CIR FOOD.




Anniversario della nascita di Giorgio La Pira | incontro-presentazione di “LA STAZIONE DI ARRIVO DELL’UOMO” di don Giovanni Emidio Palaia

Sabato 13 gennaio 2018 | ore 16
@ Basilica di San Miniato al Monte (Firenze)

 

 

In occasione dell’anniversario della nascita di Giorgio La Pira (9 gennaio 1904 – 9 gennaio 2018), la Fondazione G. La Pira presenta:

LA STAZIONE DI ARRIVO DELL’UOMO

Verrà presentato il lavoro di don Giovanni Emidio Palaia, presso la Basilica di San Miniato al Monte, molto cara a La Pira.

Coordinerà l’incontro | P. Bernardo Gianni
Interverranno | Card. Giuseppe Betori, prof.ssa Donatella Pagliacci, prof. Matteo Nacci, prof. Cesare Pinelli

Saluto conclusivo dell’Amministrazione Comunale

Lettura di alcuni testi a cura di | Tommaso Pagni Fedi
Intermezzo musicale a cura di | Giovanni Montiani
Comunicazioni sulla formella di Andrea Pisano a cura di |  Flavia Russo e Maria Eletta Benedetti
Grafica a cura di | Elda Silecchia

Per maggiori informazioni:
info@editorialescientifica.com




Le “cose che si legano male col caffellatte che si piglia la mattina”. Tullio Mazzoncini e il dovere di ricordare.

Non è impresa facile tratteggiare il profilo di un uomo come Tullio Mazzoncini. Ma è doveroso il ricordo e il tributo alla sua figura dignitosa e appassionata. Fu figura di spicco nella Resistenza di Maremma, fu il lievito per far crescere sin dal primo momento la consapevolezza nei suoi giovani concittadini, con cui aveva condiviso lunghi anni di dissidenza fino al momento della guerra di Spagna, momento in cui tutto fu più chiaro e sembrò possibile anche una nuova via.

Fu un proprietario. La sua bella villa grossetana, edificata in un orto comprato nel 1910 da suo padre in Via Mazzini, ingentilita da un grazioso giardino, in pieno centro storico, è lì a ricordarcelo. Non cercava il riscatto sociale, quindi, ma semplicemente rivendicava la dignità e la libertà che in quel momento il regime umiliava e negava.

In contatto con l’ambiente universitario antifascista, attraverso gli amici Geno Pampaloni e Antonio Meocci, fu lui ad organizzare l’incontro a Grosseto con Ranuccio Bianchi Bandinelli, allora esponente di quel liberal socialismo nel quale principalmente Mazzoncini si rispecchiava. Chiamò i suoi amici, tutti quelli che riuscì ad invitare a casa sua senza dare nell’occhio, per condividere questa consapevolezza e far scattare nelle coscienze la ricerca di giustizia e la speranza in un nuovo possibile riscatto. Comprese, tuttavia, che il momento storico richiedeva un’anima cospirativa, un’organizzazione efficace, una più coraggiosa propaganda come quella che era agita nelle file del Partito Comunista.

Con la caduta del fascismo le attività da lui promosse si fecero più intense e la speranza si riaccese nell’animo dei giovani e della popolazione. I rappresentanti dei partiti antifascisti, riuniti clandestinamente in un primo comitato militare, continuarono i loro incontri a casa Mazzoncini. C’erano Albo e Raffaello Bellucci, Giuseppe Scopetani, Aristeo Banchi e Antonio Meocci, tutti amici e per lo più coetanei. Erano quelle ore convulse e appassionate, piene di entusiasmo e pulsanti di attività frenetiche. Urgeva prepararsi agli eventi ed essenziale era la propaganda, occorreva assolutamente attirare giovani alla lotta.

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Tullio Mazzoncini

Con il cavallo a sella o col calessino per via delle strade impervie e impraticabili, Mazzoncini si spinse fino ai luoghi più remoti della vasta provincia, parlò con la gente ricevendo appoggio e solidarietà, rafforzando la convinzione di essere ad una svolta cruciale e la certezza che i tempi fossero finalmente maturi per una lotta condivisa di liberazione. In questa sua entusiastica attività di propaganda incontrò tutti quelli che divennero poi i protagonisti della Resistenza in Maremma. Ne ebbe così rinnovata motivazione per continuare quella che ormai era divenuta la sua missione.

L’8 settembre non lo colse impreparato: subito rispose all’appello della storia con i suoi speranzosi amici di sempre. Senza esitazione, coraggiosamente interpretò la situazione come un’opportunità.

Fu la sua una scelta generosa e convinta, che si manifestò con un’azione precisa e meditata, anche se apparente frutto di un ottimismo eccessivo. Si recò assieme ad altri rappresentanti di partiti antifascisti dal Prefetto di Grosseto per offrire collaborazione e subito dopo dal Colonnello Comandante del ditretto militare per preparare l’occupazione senza eccessivo spargimento di sangue dell’aeroporto. Ma le autorità civili e militari non offrirono risposte. Presero tempo, ostentando indecisione e, nascondendosi dietro la mancanza di ordini superiori, si sottrassero alle responsabilità, non seppero o non vollero rischiare.

Quando i bombardamenti a Grosseto si fecero sempre più pressanti, la sua tenuta di Campospillo, a Magliano in Toscana, divenne il centro delle attività di diffusione e propaganda, il luogo in cui assieme ai compagni organizzò una febbrile attività. Alla fine del novembre 1943 un delatore, lo stesso fattore della tenuta, condusse a Campospillo le milizie fasciste. Ci fu una perquisizione. Come ci risulta dal telegramma del capo della provincia Alceo Ercolani furono trovati un ciclostile, del materiale di propaganda, alcune armi.

Foto storica della tenuta di Campospillo

Foto storica della tenuta di Campospillo

A seguito di questo drammatico fatto, Giuseppe Scopetani, Albo Bellucci e Tullio Mazzoncini furono arrestati e la loro attività cospirativa si concluse. Le loro vite cambiarono bruscamente corso. Ci furono la prigionia, gli interrogatori, i processi e infine la deportazione. Giuseppe Scopetani e Albo Bellucci non tornarono mai nella loro Grosseto, l’uno fucilato barbaramente  a Mauthausen, l’altro ucciso dagli stenti e dalla malattia nel sottocampo di Gusen. Solo Tullio Mazzoncini tornò dall’inferno. E come tutti i “salvati” ne ebbe la vita segnata. Quando iniziò a parlare, volle ricordare i suoi compagni, i suoi amici. Pochissimo volle parlare della sua esperienza personale:

«…non ne parlo volentieri. Ogni volta che ne parlo e che la ricordo, si rinnovano una tale angoscia, una tale amarezza, un tale disgusto dell’umanità perché non si può mai supporre che l’umanità possa arrivare a quel punto lì di disumanità. Per cui sono cose che si  legano male col caffellatte che si piglia la mattina, con quel ritmo di vita civile che quando si riprende sembra un sogno che sia esistita…» (1)

Tullio Mazzoncini a Firenze

Tullio Mazzoncini a Firenze

Eppure la vicenda che lega indissolubilmente Mazzoncini alla storia della Resistenza e alla storia della deportazione politica in Maremma risulta con forza essere elemento centrale e parte costitutiva di una testimonianza di vita, tratto fondativo di una personalità. È parte di una figura complessa che ha rivestito un’importanza particolare nel contesto culturale della Maremma.

Mazzoncini, infatti, fu uomo colto, attento e curioso interprete della realtà culturale della città, amico di Luciano Bianciardi, di Tolomeo Faccendi, di Ildebrando Imberciadori, di Carlo Cassola, oltre che di Antonio Meocci; le sue lettere sono copiosamente presenti negli archivi degli intellettuali maremmani. Recentemente la tesi di laurea di Loretta Melosini sulla sua biblioteca personale, oggi conservata nella Tenuta di Campospillo, ne ha restituito la dimensione intellettuale,  aprendo nuovi scenari di indagine per la ricostruzione dell’ambiente culturale maremmano del secondo dopoguerra.

Parte della biblioteca di Mazzoncini

Parte della biblioteca di Mazzoncini

Seguendo il sogno di giovinezza di divenire giornalista, Mazzoncini scrisse anche sui giornali locali. Era un uomo di cultura che credeva nei valori dell’amicizia e della lealtà: «so di avere creduto in molte cose, tutte crollate. Forse quello che mi è meno mancato è stato il conforto degli amici», scrive intorno agli anni ’80 in una sua memoria. Nel catalogo della mostra postuma dedicata allo scultore maremmano Tolomeo “Meo” Faccendi, leggiamo una vibrante testimonianza dell’affetto che legava i due intellettuali:

«Confesso infatti di avere un grande, insolvibile debito con i miei amici, da quelli scomparsi ai viventi, da cui ho sempre tratto conforto ed aiuto. A loro debbo, se ho potuto superare crisi dolorosissime che mi avrebbero spinto a decisioni estreme; confesso qui che non ricordo di aver trascorso una giornata lieta che non sia stata illuminata, riscaldata, dal sorriso dei miei amici».

Lo stesso vibrante senso di amicizia trapela dall’articolo “Quando l’idea si sconta a Gusen“, dedicato al ricordo del compagno di prigionia Albo Bellucci. Per tutta la vita Mazzoncini cercò notizie e testimonianze sulla prigionia e la morte dei suoi due compagni, di cui si sapeva pochissimo. Negli anni ’70 riuscì a rintracciare un compagno di prigionia del Bellucci, il professor Aronica, testimone dei suoi ultimi giorni di vita.

Agli amici caduti dedicò il bassorilievo in gesso commissionato a Tolomeo Faccendi, oggi donato al Comune di Grosseto. Una copia in bronzo dello stesso è presente nella tenuta di Campospillo ed è stato oggetto di una recente valorizzazione in chiave memoriale da parte del progetto “Cantieri della memoria”.

Il 9 gennaio 2018, su iniziativa dell’Istituto storico della Resistenza di Grosseto e dei familiari sarà posata una pietra d’inciampo a Campospillo, il doveroso omaggio alla memoria di un uomo di grande valore morale e intellettuale.

(1) In: Loretta Melosini, I libri del “Sor Tullio” Mazzoncini a Magliano in Toscana”. Tesi di laurea A.A. 2009-2010 Università della Tuscia.

Articolo pubblicato nel gennaio del 2018.




Convegno “Cultura democratica e pratiche di lavoro dall’Unità all’Autunno Caldo”

24 gennaio 2018 | ore 15:30
@ Polo Universitario (piazza Giovanni Ciardi, 25 – Prato)

 

Convegno

Cultura democratica e pratiche di lavoro dall’Unità all’Autunno Caldo

 

| Programma |

Saluti istituzionali |  Manuele Marigolli, Comitato Pratese Promozione Valori Risorgimentali – Ricordo di Giuseppe Gregori

Presiede | Marco Palla, Università degli Studi di Firenze

Intervengono |

Claudio De Boni, Università degli Studi di Firenze
L’idea di Stato sociale dopo l’Unità

Fabio Bertini, Coordinamento Nazionale Valori Risorgimentali
Fratellanze artigiane, associazionismo operaio e camere del lavoro 

Giorgio Sacchetti, Università di Padova
Movimento operaio e pensiero anarchico da Bresci alla Grande Guerra

Matteo Mazzoni, Istituto Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea
Opposizioni, accettazioni, adesioni. Antifascismo popolare a Prato e Livorno negli anni del regime

Laura Savelli, Università di Pisa
Questioni di genere e cultura del lavoro dal primo conflitto mondiale alla smobilitazione

Danilo Breschi, Università Studi Internazionali di Roma
Mondo del lavoro e movimento studentesco nel ’68

La giornata sarà dedicata al ricordo di Giuseppe Gregori

Programma completo e locandina in allegato