Presentazione libro “A casa del popolo” di Antonio Fanelli

Giovedì 1 Marzo – Ore 21.00

Presentazione del libro “A CASA DEL POPOLO: Antropologia e Storia dell’Associazionismo Ricreativo” di Antonio Fanelli (Donzelli Editore).

«La storia delle culture politiche e del tempo libero nell’Italia del dopoguerra è ricca e articolata, anche se raramente si è tentato di indagarne forme e strutture. Antonio Fanelli colma questa lacuna grazie a una prolungata ricerca (svolta dal 2009 al 2014) sulla genesi, lo sviluppo e il radicamento delle case del popolo e dei circoli Arci sul territorio italiano. La chiave di lettura adoperata si propone di rilanciare gli studi sulla cultura popolare in Italia attraverso un’antropologia storica di un campo di attività culturali che scardinano le distinzioni classiche tra alto e basso e tra militante e popular. Al centro del libro si colloca uno scenario vasto di esperienze associative che vedono la compresenza e l’incontro tra sfere diverse di cittadinanza e tra pratiche culturali di vario tipo (dallo sport agli incontri culturali, dal microcredito alle cene e sagre locali, dalle primarie del centrosinistra alla musica dal vivo). Prendendo le mosse da un ampio numero di casi di studio, a partire dall’area fiorentina (la zona con la più alta densità associativa nel campo delle attività culturali), Fanelli restituisce l’istantanea di uno spaccato essenziale della società italiana degli ultimi sessant’anni. Qui la messa in pratica di una «cultura del dono» e del volontariato ha ancorato il tempo libero e lo stile di vita locale ai valori solidali dell’associazionismo (organizzato a sinistra nella rete dell’Arci) in modo tale da costruire uno spazio rilevante per il pluralismo e la società civile. Dal lavoro di ricerca e dalla voce dei protagonisti emerge un dato per certi versi sorprendente: le case del popolo sono ancora un luogo di riferimento per i riti collettivi della socialità locale, in grado di mediare e integrare i conflitti (città-campagna; centro-periferia; nativi-immigrati), le tensioni di genere e le distanze generazionali, favorendo forme collettive, ancora vitali, di mediazione tra società dei consumi, identità locali e attivismo politico».

Saranno presenti l’autore Antonio Fanelli, Stefano Carmassi (Arci Toscana – Responsabile Sviluppo Associativo) e un rappresentante del Comitato Provinciale Arci Pistoia.




Presentazione del volume “Quella doppia fila di alberi. Storie di vita”

locandina quella doppia fila di alberiL’Istoreco Livorno organizza per martedì 27 febbraio alle 16.30 presso la sala conferenze dell’Istituto (Palazzo della Gherardesca, via G. Galilei 40, Livorno) la presentazione del libro “Quella doppia fila di alberi. Storie di vita” di Lucia Niccolini. Racconti di vita vissuta dove l’invenzione di manzoniana memoria non prende mai il sopravvento sul vero storico e poetico. L’arco temporale va dall’ultimo ventennio dell’ottocento agli anni settanta del novecento e le fonti si individuano nella tradizione orale, nei viaggi alla ricerca del “tempo perduto ma riguadagnato” e nei documenti di famiglia.




Strumenti antichi per nuovi fini

Tutti conosciamo Ferdinando Martini, giornalista, scrittore di teatro e soprattutto politico liberale, Ministro dell’Istruzione, delle Colonie e viceré d’Eritrea, le cui carte, acquistate e conservate dalla Biblioteca Nazionale di Firenze e dalla Biblioteca Forteguerriana di Pistoia, ci sono giunte fino a noi. Molto meno conosciuta è invece la moglie Giacinta Marescotti, una delle prime suffragiste italiane, il cui coinvolgimento nella battaglia per l’ampliamento del suffragio si coniugò a un altrettanto intenso impegno nella filantropia e nell’assistenza ai bambini con disabilità intellettiva: una figura radicalmente e fieramente autonoma dal marito ma di cui ben poca traccia ci è giunta perché nel 1928, con la morte di Ferdinando Martini, tutte le sue carte andarono distrutte.

Nata a Monsummano nel 1844 da una famiglia di nobiltà antica e consolidata, crebbe insieme ai fratelli minori Alessandro (morto a soli 18 anni) e Teresa. Nel 1866 sposò Ferdinando Martini, che dal padre Vincenzo aveva ereditato tanto il titolo nobiliare quanto le disastrate finanze familiari, vincendo anni di resistenze e preoccupazioni familiari. Nel 1872, al termine di alcuni anni di peregrinazioni (prima a Vercelli, poi a Pisa), la coppia – che aveva ormai due figli: Alessandro e Teresa – si trasferì a Roma, dove già viveva la sorella minore di Giacinta, andata nel frattempo in sposa al principe Ignazio Boncompagni Ludovisi.

Nel suo salotto di Palazzo Simonetti, Giacinta tessé relazioni con ambienti vicini all’Estrema (come allora erano chiamati i gruppi parlamentari ed extra-parlamentari vicini a radicali, repubblicani e socialisti), dando vita a un ambiente ben più radicale di quello di cui si circondò il marito, dal 1878 al 1918 deputato per la Sinistra storica. Nel turbinio dei personaggi convocati e abbandonati dalla vulcanica contessa, i più costanti e assidui furono il meridionalista Giustino Fortunato, il politico socialista Andrea Costa e Sibilla Aleramo.

Si dedicò, insieme alla sorella e all’amica Lavinia Taverna, a patrocinare l’infanzia abbandonata: in questa veste si avvicinò al medico e deputato Clodomiro Bonfigli, prossimo a fondare, nel 1898, la “Lega nazionale per la difesa del fanciullo deficiente”, la prima associazione specificatamente destinata alla tutela e all’educazione dei disabili intellettivi. Membro del consiglio direttivo della Lega, qui conobbe una giovane Maria Montessori, che nel 1899 raccomandò al Ministro Guido Baccelli perché ottenesse la cattedra di Pedagogia generale e speciale nella nuova Scuola magistrale ortofrenica – creata per formare i maestri dei bambini con disabilità intellettiva.

Sociabilità nobiliare e impegno nell’associazionismo benefico, se da un lato potevano configurarsi come un comportamento in linea con un ruolo femminile tradizionale e ampiamente consolidato, dall’altro lato consentirono alla Marescotti di collaudare e strutturare tutta quella rete di relazioni, interessi, contatti che seppe poi riutilizzare nella sua battaglia suffragista. In questo senso, gli strumenti antichi del salotto e della beneficienza trovarono ragione nei nuovi fini dell’emancipazionismo e della costruzione di un “partito femminile”, una formazione politica che riunisse tutte le donne in un’ottica interclassista e interpartitica. Le donne, infatti, tanto per Marescotti quanto per molte altre sue collaboratrici, erano viste come le uniche depositarie di valori – la compassione, l’attenzione verso i più deboli, l’interclassismo – che, con il loro ingresso in politica, avrebbero rinnovato la compagine sociale e nazionale. Questa fiducia quasi palingenetica nel contributo femminile motivò la continua mediazione della contessa monsummanese tra l’anima radical-socialista del femminismo e le correnti moderato-conservatrici, che trovavano il loro riferimento in Maria Pasolini e in Gabriella Spalletti Rasponi, presidente del CNDI (il Comitato Nazionale delle Donne Italiane).

Il coinvolgimento della Marescotti nell’associazionismo femminista, nazionale e internazionale, è documentabile già negli ultimi anni dell’Ottocento, quando aveva ospitato a Palazzo Simonetti Emmeline Pankhurst, leader delle suffragiste inglesi. La discesa in campo fu però compiuta nel 1904, quando il parlamento decise di discutere il disegno di legge per il suffragio femminile presentato dal deputato dell’Estrema Sinistra Roberto Mirabelli. Nell’ottobre 1905 Marescotti fondò a Roma il Comitato pro-suffragio, che in breve tempo, attraverso il collegamento con la sezione lombarda, attecchì in tutte le principali città italiane. Solito riunirsi nei locali di Palazzo Simonetti, il comitato presentò nel febbraio 1907 al Parlamento una Petizione (già depositatavi nel marzo 1906) per richiedere il diritto di voto alle donne che sapessero leggere e scrivere. Frutto di un lungo e complesso lavoro di mediazione tra le anime più radicali e quelle più moderato-conservatrici del movimento, la petizione sembrava concretizzare la possibilità di un “partito femminista”.

L’allestimento, durante il primo Congresso Nazionale delle Donne Italiane (tenutosi a Roma dal 23 al 28 aprile 1908), di una sessione plenaria sul suffragio femminile, sembrava confermare il rilievo assunto dall’organizzazione e dalla sua presidente, che, nonostante i problemi di salute (i non meglio precisati “mali di petto” che la condussero alla morte il 9 marzo 1912), riuscì a presiedere la seduta. Tuttavia, il tentativo di mediazione della Marescotti e la fiducia nelle istituzioni erano destinati a infrangersi: il primo, sugli scogli delle differenti visioni politiche, sociali e culturali dell’eterogeneo movimento femminista, che, sempre durante i lavori della conferenza romana, si divise durante le discussioni sull’emendamento Malnati per la laicità della scuola elementare; il secondo, nel maggio 1912, poco dopo la morte della contessa, quando la Commissione parlamentare incaricata di studiare l’allargamento alle donne del voto politico diede alla questione un parere negativo.

Chiara Martinelli ha conseguito il dottorato in Storia contemporanea, con una tesi sull’istruzione professionale nell’Italia liberale, nel 2015, presso l’Università di Firenze. Ha lavorato alla biblioteca del Consiglio dell’Unione Europea e attualmente insegna a Pescia. Dal 2013 è membro del Consiglio direttivo dell’I.S.R.Pt. Con il Comune di Monsummano e l’ISL Montecatini Monsummano ha curato una mostra documentaria su Italia Donati e Giacinta Marescotti, di cui sta per uscire il catalogo. Tra le ultime pubblicazioni: Da “conquista sociale” a “selezione innaturale”: le illusioni perdute delle classi differenziali in Italia, «Italia contemporanea», 289 (2017); Schools for workers? Industrial and artistic industrial schools in Italy (1861-1914), in P. Gonon, E. Berner (a cura di), History of Vocational Education in Europe, Lang, 2016; Branding of technical Institutes by the State: Italy 1861-1914, in A. Heikkinen, P. Lassnigg (a cura di), Myths and Brands in Vocational Education, Cambridge, 2015.

Articolo pubblicato nel febbraio del 2018.




Non solo l’8 marzo: corso di formazione, presentazione di libri, incontri

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Per la ricorrenza della Festa Internazionale della donna l’Isgrec e il Centro Documentazione Donna che opera al suo interno hanno organizzato, in collaborazione con l’associazione Olympia de Gouges e il centro Antiviolenza, il Centro Donna e la Libreria delle ragazze una serie di iniziative. Il progetto “Non solo l’8 marzo”, infatti, comprende un corso di formazione per insegnanti, presentazioni di libri, incontri, tutti incentrati sulla lotta alla violenza di genere.

La scuola può fare molto per incidere in maniera positiva sui comportamenti delle giovani generazioni e orientare la didattica verso una cultura più rispettosa della parità di genere. Durante il corso “(Rel)Azioni contro la violenza di genere” (8 ore di lezioni frontali più 4 di autoformazione), che si terrà nella Biblioteca dell’Isgrec (ore 15-17) si alterneranno 4 dei maggiori esperti italiani nelle rispettive discipline:  Laura Schettini dell’Università l’Orientale di Napoli (6 marzo 2018, “Storia e uso pubblico della violenza contro le donne”), Simonetta Ulivieri dell’Università di Firenze (15 marzo 2018, “Condizionamenti educativi e violenze di genere”), Elisa Giomi dell’Università di RomaTre (9 aprile 2018, “Genere e violenza nella cultura mediale”), Fabio Roia, Presidente della Sezione misure di prevenzione presso il Tribunale di Milano (11 maggio 2018, “Politiche, leggi e buone pratiche per fronteggiare i crimini contro le donne).  Il corso prevede una quota di iscrizione di 70 euro e sarà inserito nella piattaforma Sofia del MIUR (codice corso n. 12599) per il pagamento tramite carta del docente. È possibile iscriversi anche direttamente all’Isgrec senza usare la carta del docente e sarà rilasciata regolare ricevuta. Essendo l’Isgrec ente riconosciuto e accreditato dal MIUR, le ore di formazione saranno certificate.

L’occasione di avere a Grosseto 4 esperti di alto profilo offre la possibilità di presentare le loro ultime pubblicazioni. Dopo le lezioni, quindi, alle ore 17.30 si terranno le presentazioni dei volumi di Laura Schettini (a cura di), La violenza contro le donne nella storia, 2017, Simonetta Ulivieri (a cura di), Corpi violati. Condizionamenti educativi e violenze di genere, 2017 e di Fabio Roia, Crimini contro le donne. Politiche, leggi, buone pratiche, 2017. Il 9 aprile, invece, dopo la lezione di Elisa Giomi, la cui ultima pubblicazione è stata presentata dall’Isgrec lo scorso novembre, si terrà  un incontro su “L’impegno dell’associazionismo grossetano contro la violenza di genere”, coordinato dalla Consigliera provinciale di parità,  Laura Parlanti, e al quale parteciperanno le associazioni che a Grosseto si occupano, a diversi livelli e con diverse competenze, di questo delicato tema.

Info e iscrizioni al corso: Isgrec, via de’ barberi 61 (Cittadella dello studente), tel/fax 0564415219, segreteria@isgrec.it, www.isgrec.it




Tessere i fili del dialogo. Il viaggio della scuola toscana su un “confine difficile”

IMG-20180213-WA0006TESSERE I FILI DEL DIALOGO. 

Il viaggio della scuola toscana su un “confine difficile”

28 febbraio 2018

Aula Magna POLO BIANCIARDI, Piazza De Maria, Grosseto

Il 28 febbraio alle ore 9.30, nell’Aula Magna del Polo Bianciardi (P.za De Maria) si terrà un incontro con gli insegnanti e gli studenti grossetani che hanno partecipato al viaggio nei luoghi della memoria del confine orientale, progetto sperimentale della Regione Toscana, nel corso del quale grazie al contributo di studiosi, esperti, testimoni e asso­ciazioni è stato possibile prendere co­scienza di un tassello importante della memoria italiana ed europea.

Programma:

Saluti istituzionali

Luciana Rocchi, ISGREC | Progetto Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento. Lavoro in corso.

Chiara Nencioni, Liceo “Chini-Michelangelo” di Lido di Camaiore (LU) | Esperienze di viaggio in “luoghi difficili”.

Luca Bonelli | Reading. Letture da Infinito viaggiare di Claudio Magris e Bora di Anna Maria Mori e Nelida Milani.

Interventi dei docenti e degli studenti grossetani che hanno partecipato al Viaggio-studio

Prof.ssa Graziella Poli, ISIS Follonica (GR)
Ilaria Pagano
Elisabetta Testi

Prof. Paolo Carmignani, Liceo Classico “Carducci-Ricasoli” di Grosseto
Benedetta Armando
Djanet Rose Costantini

Info e prenotazioni fino ad esaurimento posti dell’Aula Magna: ISGREC, via De’ Barberi, 61 | 58100 Grosseto | tel/fax 0564 415219 | segreteria@isgrec.it | www.isgrec.it




Iniziato a Massa il corso di aggiornamento per insegnanti sulla Costituzione e l’Italia repubblicana

Con la partecipazione di 75 iscritti è iniziato mercoledì 21 febbraio a Massa il corso di aggiornamento per insegnanti “Costituzione e storia dell’Italia repubblicana”, organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana con la collaborazione di “Archivi della Resistenza”, Museo Audiovisivo di Fosdinovo e dell’ANPI di Massa.

Il corso rientra nel più ampio programma promosso e finanziato dalla Regione Toscana e affidato alla rete regionale degli Istituti Storici della Resistenza con corsi analoghi in programma in queste settimane in tutte le province toscane.

Il primo dei tre appuntamenti del corso in terra apuana si è svolto nell’aula magna del Liceo Classico “Pellegrino Rossi”: dopo il saluto del dirigente scolastico Massimo Ceccanti, il presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana ha illustrato contenuti e finalità del corso, sottolineando il fatto che questo vuole essere l’inizio di un percorso di lavoro condiviso ed esperienze didattiche da svolgere nei singoli Istituti con l’obiettivo di organizzare, all’inizio del prossimo autunno, un momento provinciale di restituzione dei lavori svolti e di condivisione dei risultati.
Apprezzata la presenza della dirigente dell’Ufficio Scolastico di Massa Carrara, Donatella Buonriposi, che si è compiaciuta per l’iniziativa e per una così massiccia partecipazione di insegnanti, arrivati a Massa da tutto il territorio provinciale, comprese le aree più disagiate della Lunigiana, segno di un generale apprezzamento per i contenuti del corso e di una particolare sensibilità per il tema.

La prima lezione è stata tenuta da Emanuele Rossi, costituzionalista e prorettore della Scuola Superiore S. Anna di Pisa che ha calamitato l’attenzione dei presenti grazie ad un’articolata riflessione sui limiti posti e i programmi proposti dalla Costituzione. Se i limiti posti sono garantiti (attraverso soprattutto l’azione della Corte Costituzionale) i programmi proposti non lo sono ed è compito di tutti impegnarsi perché lo diventino.

Lo storico Massimo Michelucci (vice presidente dell’ISRA) ha successivamente tracciato un profilo dell’appassionante figura di Aladino Bibolotti, padre costituente massese, perseguitato dal regime fascista, eletto nella Costituente e poi Senatore della prima legislatura, sempre impegnato sui temi dei diritti e del lavoro.

Infine Paola Varesi e Morena Vannini (rispettivamente responsabile del Museo Cervi e responsabile della sezione didattica) hanno illustrato le esperienze realizzabili sul tema della Costituzione e della sua attualità all’interno di un luogo della memoria sia in rapporto all’accoglienza e all’allestimento che all’attività didattica.

Prossimi appuntamenti con il corso: mercoledì 28 a Carrara e mercoledì 7 marzo a Fosdinovo nel Museo Audiovisivo.




EMPOLI 2019 | Conferenze sulla storia della città

24 febbraio 2018 | ore 17:15
@MUSE Museo del Vetro di Empoli (via Ridolfi 70)

 

 

All’interno della rassegna

EMPOLI 2019 | 1119-2019 nove secoli di storia

Conferenze sulla storia della città
a cura di | Giuliano Pinto, Gaetano Greco e Simonetta Soldani

24 febbraio
Monica Pacini, Una economia in movimento
Franca Bellucci, Le dinamiche di un nobilitato di provincia




23 febbraio 2018: presentazione del volume di Francesco Cecchetti

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