Leto Fratini, l’uomo, l’artista. Un progetto storico per riscoprire un protagonista del territorio

Un ricco programma di eventi restituisce i frutti del significativo progetto di ricerca e di studio, realizzato dal Comune di Barberino Val d’Elsa e dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, grazie al sostegno fondamentale della Banca di Cambiano:

sabato 21 aprile ore 18.00
Inaugurazione Mostra e presentazione saggio storico “Leto Fratini. Anima e materia” a cura di Federica Chezzi
presso Palazzo Pellegrini – Piazzetta Pellegrini 10 – centro storico di Barberino Val d’Elsa.

martedì 24 aprile ore 21.00
Presentazione del saggio storico “Leto Fratini, scultore. Percorsi esistenziali e traiettorie dell’antifascismo tra Firenze e Milano” a cura di Carmelo Albanese
presso Vico d’Elsa.

 




Mostra pittorica | Dalla Galleria d’Arte Moderna e della Resistenza del Comune di Empoli una selezione di artisti empolesi

Dal 23 marzo al 31 agosto
@ MuVe Museo del Vetro di Empoli

 

Mostra pittorica
Dalla Galleria d’Arte Moderna e della Resistenza del Comune di Empoli.
Una selezione di artisti empolesi

In occasione della Mostra Nascita di Una Nazione a Palazzo Strozzi a Firenze.
Inaugurazione venerdì 23 marzo alle 18.
In mostra fino ad agosto opere di Nello e Renato Alessandrini, Virgilio Carmignani, Mario Maestrelli, Sineo Gemignani e Gino Terreni, appartenenti alla cosidetta “Scuola Empolese”.
Una bella occasione per vedere opere di questi artisti empolesi, di proprietà del Comune di Empoli. Nello specifico, di Gino Terreni sono due bei disegni degli anni ’50 sui barcaioli e gli alzaioli empolesi (inediti) e la scultura, sempre degli anni ’50, su Aladino Bartaloni di Granaiolo, ucciso dai nazisti mentre tornava dal lavoro.

orario mostra
tutti i giorni
ore 10-19




Barberino Val d’Elsa e Montemaggio | Iniziative 74° Anniversario Eccidio di Montemaggio

dal 23 al 28 marzo 2018
@ Barberino Val d’Elsa e Montemaggio

 

Calendario eventi
74° anniversario dell’Eccidio di Montemaggio

 

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare alle commemorazioni del 74° anniversario dell’Eccidio di Montemaggio.
In collaborazione con i Comuni di Colle Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Certaldo, Gambassi Terme, Monteriggioni, Poggibonsi, San Gimignano, Radicondoli. Con il patrocinio: Anpi Nazionale, Provinciale e della Val d’Elsa.

Per ricordare le vittime dell’eccidio:
Angiolo Bartalini – Piero Bartalini – Emilio Berrettini – Enzo Busini – Giovanni Cappelletti – Virgilio Ciuffi – Franco Corsinovi – Dino Furiesi – Giovanni Galli – Aladino Giannini – Ezio Grassini – Elio Lapini – Livio Levanti – Livio Livini – Folco Martinucci – Emilio Nencini – Orvino Orlandini – Luigi Vannetti – Onelio Volpini.

CALENDARIO INIZIATIVE
VENERDì 23 MARZO 2018 ore 9:30 – Barberino Val d’Elsa
Aula Magna Istituto Comprensivo Don Milani, Tavarnelle Val di Pesa
Consiglio Comunale in adunanza aperta, sessione straordinaria e congiunta alla presenza degli studenti e dei rappresentanti istituzionali
Proiezione video dedicata a Vittorio Meoni
Saluti del Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, del Sindaco di Barberino Val d’Elsa Giacomo Trentanovi e della Sindaca del Consiglio dei Ragazzi
Intervento di Riccardo Bardotti, Istituto Storico per la Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea
Intervento musicale a cura dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo Don Milani
Proiezione del filmato “I miei compagni erano 19”
Testimonianza del partigiano Guido Lisi
Intervento di Silvia Folchi, Anpi Provinciale Siena

SABATO 24 MARZO 2018 – Barberino Val d’Elsa
Chiesa Sant’Andrea, Vico d’Elsa
Ore 16: Inaugurazione della mostra video/fotografica “Piero Bartalini, la storia e la sua storia”
Ore 16:30: Convegno “Vittorio Meoni. L’uomo, il partigiano”
Interventi di:
Alessandro Orlandini, Direttore Istituto Storico per la Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea
Fabio Masotti, collaboratore di Vittorio Meoni
Giovanna Giorgetti, Circolo Anpi di Ateneo “Carlo Rosselli” di Siena, nipote di Vittorio Meoni
Fabio Dei, Docente Università di Pisa
Modera Laura Mattei, Direttore Scientifico Stanze della Memoria

DOMENICA 25 MARZO 2018
Barberino Val d’Elsa
Ore 9:30: Deposizione corona al monumento a caduti di Barberino Val d’Elsa e alla lapide presso il Palazzo Comunale di Barberino Val d’Elsa
Ore 10:30: S.S. Messa in suffragio dei caduti presso la Chiesa di S. Andrea, Vico d’Elsa
Ore 11:45: Deposizione corona alla tomba di Pietro Bartalini, Cimitero di Vico d’Elsa

Montemaggio
Ore 14:45: Ritrovo presso “La Porcareccia”
Ore 15: Omaggio e deposizione corone al Monumento dei Caduti con rappresentanza militare e istituzionale
Celebrazione Ufficiale
– Saluti istituzionali del Sindaco del Comune di Barberino V.E. Giacomo Trentanovi e della Vice Presidente della Regione Toscana Monica Barni
– Orazione Ufficiale di Carla Nespolo, Presidente Nazionale Anpi
– Intervento di Silvia Folchi, Presidente Anpi Provinciale Siena
– Intervento musicale della Filarmonica G. Verdi di Marcialla
– Deposizione corona presso Casa Giubileo
– Apertura alla visita Casa Giubileo
– Merenda offerta a tutti i presenti

MERCOLEDì 28 MARZO 2018 ore 11
Deposizione della corona alla Cappella Partigiani Cimitero Colle Val d’Elsa alla presenza dei gonfaloni e dei rappresentanti istituzionali degli Enti
In caso di pioggia la celebrazione avrà luogo nel Complesso Monumentale di Abbadia Isola
INFO: Comune di Barberino Val d’Elsa – 055 8052202 – www.barberinovaldelsa.net




A Sinalunga arriva |Monte Sole Landing Memories

24 marzo 2018 | ore 16
@ Centro Auser Arcobaleno (via Giuseppe Mazzini, 1)

 

Proiezione di
MONTE SOLE LANDING MEMORIES

 

Sabato 24 marzo a Sinalunga si terranno due proiezioni di Monte Sole Landing Memories, una al mattino dedicata alle scuole e una il pomeriggio aperta alla cittadinanza, le proiezioni, organizzate da ANPI Sinalunga, sono patrocinate dalla Provincia di Siena, Provincia di Arezzo, Associazione Ponti di Memoria e altri.

La proiezione per le scuole medie si terrà al Centro Auser Arcobaleno alle ore 9, nello stesso luogo alle 16 ci sarà la proiezione aperta alla cittadinanza con ingresso gratuito,
gli ospiti:

Romano Franchi, sindaco di Marzabotto
Stefano Ballini, autore e regista del documentario
Ferruccio Laffi, superstite di Marzabotto
Gian Luca Luccarini, presidente Associazione Famigliari Vittime Eccidio di Marzabotto

La mattina l’evento sarà coordinato da Riccardo Bardotti Istituto Storico della Resistenza di Siena, al pomeriggio sarà Manlio Beligni di ANPI Sinalunga a coordinare.

SINOSSI
Monte Sole Landing Memories è un documentario che parte dalla Strage di Monte Sole, Marzabotto, raccontata da Romano Franchi (primo cittadino) attraverso la storia della sua famiglia, di origine contadina e testimone della Strage del Faggiolo, piccolo borgo vicino a Marzabotto, dove il 23 luglio 1944 i tedeschi uccisero nove persone, due riuscirono a scappare, uno di questi era Firmo Franchi, Zio di Romano che attraverso un video di alcuni anni fa, racconta come sia miracolosamente riuscito a scappare.

La testimonianza di Ferruccio Laffi, sopravvissuto alla strage di Marzabotto, che ha perso 16 familiari, massacrati dai tedeschi.
La storia poi si snoda incredibilmente e sbarca in Normandia, con tre veterani di origini italiane: Vittorio Zippi, Michael Vernillo e Frank Gervasi, gli ultimi due parteciparono attivamente allo sbarco di Omaha Beach in Normandia il 6 giugno 1944.
Le strade di Monte Sole e Omaha Beach si incrociano, due ragazzi, Vanni ed Elliott si conoscono… il video finisce prima in Normandia e poi a Monte Sole.

 Il film parla di memoria ma pone particolarmente l’occhio sugli emigrati di origini italiane che, oltre un secolo fa, partirono per gli Stati Uniti in cerca di lavoro.

Nel film da segnalare l’amichevole partecipazione di Walter Veltroni.

Il film è patrocinato gratuitamente da: Comune di Marzabotto, Unione Comunale del Chianti Fiorentino, ANPI Marzabotto, Parco Storico di Monte Sole, Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, Associazione Familiari Eccidio di Marzabotto e dall’americana Veteran Voice of Pittsburgh in collaborazione con Veteran Breakfast Club.

 




Presentazione libro di Fulvio Conti |Italia immaginata. Sentimenti, memorie e politica fra Otto e Novecento

27 marzo 2018 | ore 17:30
@ Firenze, Palazzo Strozzi, Sala Ferri | GABINETTO VIEUSSEUX

 

 

Italia immaginata. Sentimenti,
memorie e politica fra Otto e Novecento

Marino Biondi, Luca Mannori e Carlo Sisi
presentano il libro di Fulvio Conti,
Italia immaginata. Sentimenti, memorie e politica fra Otto e Novecento
(Pacini Editore).




Lamporecchio in cartolina: un paese e il suo territorio dai primi del Novecento agli anni Sessanta

Sabato 24 marzo, alle ore 18, nella Sala consiliare del Comune di Lamporecchio sarà presentato il libro “Lamporecchio in cartolina. Un paese e il suo territorio dai primi del Novecento agli anni Sessanta”, di Michela Cammilli.

Il volume, una raccolta ragionata di cartoline d’epoca che ritraggono Lamporecchio e le sue frazioni dagli inizi del secolo scorso fino al Secondo dopoguerra, permette di fare un vero e proprio viaggio visivo attraverso i decenni.

Le cartoline postali raccolte, messe gentilmente a disposizione da collezionisti locali, sono più di 250; dal bianco e nero al “colorato a mano”, seguono un ideale itinerario tra le strade di Lamporecchio “centro”, Spicchio e Collececioli, San Baronto, Papiano e Porciano, Fornello, Borgano e Mastromarco. Ne risulta un quadro che mette in risalto i luoghi più significativi del territorio, nelle forme che precedono la crescita demografica di metà secolo. Una crescita che ha reso, non di rado, questi stessi luoghi pressoché irriconoscibili. Proprio per questo motivo le cartoline storiche rappresentano preziose testimonianze, che rivelano aspetti portanti delle radici di una intera comunità.




Eventi per il 74° anniversario dell’Eccidio di Montemaggio

Sabato 24 marzo | dalle ore 16
@ Chiesa di S. Andrea a Vico d’Elsa

 

Commemorazione per il 74° anniversario 
dell’Eccidio di Montemaggio

 

ORE 16 | inaugurazione della mostra video/fotografica
PIERO BARTALINI, LA STORIA E LA SUA STORIA

ORE 16:30 | convegno
VITTORIO MEONI, L’UOMO, IL PARTIGIANO

intervengono:
Alessandro Orlandini | direttore dell’ISRSEC
Fabio Masotti | ex direttore ISRSEC e collaboratore di Vittorio Meoni
Giovanna Giorgetti | Circolo ANPI di ateneo Carlo Rosselli di Siena; nipote di Vittorio Meoni
Fabio Dei | Università degli Studi di Pisa

modera:
Laura Mattei | direttrice scientifica delle Stanze della Memoria di Siena

 




Per una “casa della memoria al futuro” a Maiano Lavacchio

nella nostra vita di ogni giorno
Albert Camus, 1946

 

Quando, più o meno quindici anni fa, all’ISGREC fu portato un pacchetto con alcuni oggetti, fra cui una tessera forata dal proiettile che aveva ucciso Attilio Sforzi il 22 marzo 1944 – era inimmaginabile quel che oggi sta accadendo: la concreta prospettiva di un luogo di memoria a Maiano Lavacchio.

Attilio è uno degli undici “martiri d’Istia”, vittime di una strage di esclusiva responsabilità fascista. L’episodio, non l’unico o il più sanguinoso nel grossetano, nei nove mesi di sciagurata complicità nella “guerra ai civili” tra il fascismo repubblicano di Salò e l’alleato occupante (esercito e formazioni speciali della Germania hitleriana), creò un sentimento di rivolta nella popolazione locale, che andò oltre la condanna politica. Disumana l’esecuzione sommaria di pochi giovani pressoché disarmati, atroce lo strazio di genitori lasciati ad assistere a una morte insensata. Ne possediamo ricostruzioni e spiegazione storica1, ma è anche alla sensibilità di uno scrittore che conviene ricorrere per far “sentire” il clima di quei momenti:

saforzi_portoarmi Gli ultimi istanti volarono come un vento teso, assordante. Corrado ebbe appena il tempo di abbracciare il fratello Emanuele e baciarlo: caddero di schianto, l’uno sull’altro, ammucchiati, rami rinsecchiti dal sole e divorati dal fuoco crepitante. Improvvisa una folata piena di colombi si aprì in verticale dai coppi rossastri del tetto grande, e volò di traverso a Montebottigli. La gente stordita seguì il volo, lontano, finché gli occhi poterono vedere tra il verde del forteto: uno spettro, l’elmetto nero traballante sugli occhi, dall’angolo del caseggiato vide saltar fuori il Cariti che tirava l’organetto a bottoni; e cantava a gola piena un’aria siciliana incomprensibile, colma di mestizia, di scherno, di passione carnale, di odio e di vendetta: innaturale. 2

L’evento è stato oggetto di commemorazioni annuali fin dal 1945, con una cerimonia nel tempo più partecipata e solenne, in un luogo che non ha mai cessato di trasformarsi. Dove avvenne l’esecuzione, è stata costruita una cappella. Poco distante, ai ragazzi è stato dedicato un sobrio monumento, dal 2016 affiancato da una targa con codice QR, che rinvia al sito www.cantieridellamemoria.it per la narrazione dell’evento. Accanto a questo, altri segni di memorie sono diffusi nell’area compresa fra la frazione di Istia d’Ombrone e il comune di Magliano. Un bassorilievo e una pietra d’inciampo ricordano le storie contigue di deportati politici, in località Campospillo, mentre fra Maiano Lavacchio e la frazione di Istia è possibile seguire il sentiero percorso dai carretti che trasportarono i corpi dei ragazzi verso la Chiesa di Istia, in violazione del divieto di celebrare funerali e dell’ordine di seppellire i ragazzi in una fossa comune. Fu il parroco, don Omero Mugnaini, a compiere un clamoroso gesto di rivolta. La risposta che gli si attribuisce, alle minacce delle autorità civili e militari italiane e tedesche: “Voi pensate ai vivi, ché ai morti ci penso io”, non rimase una frase: gli undici feretri furono accompagnati al cimitero da una folla, mentre ai lati della strada erano puntate sul corteo funebre le mitragliatrici.

La storia dei ragazzi provenienti da altri luoghi ebbe poi un seguito in quelli. A Cinigiano, i genitori di Alfiero Grazi adottarono il disertore tedesco (dodicesimo del gruppo sorpreso la notte tra 21 e 22 marzo nella capanna delle macchie di Montebottigli e fortunosamente sfuggito alla morte), che affrescò la cappella del cimitero di Cinigiano, dove fu definitivamente sepolto Alfiero. Quando il corpo di Antonio Brancati nel 1967 fu riportato a Ispica, lo accompagnò l’antifascista grossetano Francesco Chioccon3. La lettera ai genitori di questo ragazzo siciliano è una fra le tante pubblicate, dei condannati a morte della Resistenza italiana; analogamente pubblicata, anche se in un volume locale, l’orazione tenuta da Chioccon a Ispica.

È naturale che da una vicenda di tale forza emotiva subito siano nate canzoni in ottava rima, secondo una tradizione locale di musica popolare, ma anche dopo anni, in un continuum, fino ad oggi, la storia dei ragazzi uccisi abbia ispirato scrittori e autori di teatro4.

Hanno avuto una straordinaria capacità mitopoietica la giovane età delle vittime, l’immagine della loro innocenza (undici “agnelli” in un opuscolo commemorativo scritto a pochi mesi di distanza5), il gesto coraggioso del prete e dei grossetani che sfidarono le mitragliatrici, il racconto della crudeltà dei comportamenti dei fascisti. Nel cosiddetto processone per i crimini dei fascisti repubblicani, la corte d’Assise straordinaria dispose per i responsabili condanne severe, in nessun caso applicate interamente. Se nell’immediato dopoguerra il contesto della guerra civile lasciò che questa comparisse come una fra le tante storie di Resistenza, e i ragazzi, come nel rapporto del Capo della Provincia Ercolani, soggetti “politici”, la completa ricostruzione storica ha messo in luce la particolare complessità di questo, che è un episodio di “guerra ai civili”, ma con vittime che hanno fatto comunque una scelta netta, rifiutando l’arruolamento imposto dal bando Graziani nel costituendo esercito della RSI. Hanno disobbedito6, il loro gesto ha provocato altra disobbedienza, se immediatamente è nata la formazione partigiana della zona, cui ha aderito addirittura una donna testimone dello scempio. Il fine di pulizia del territorio delle politiche duramente repressive del fascismo repubblicano, a Grosseto gestite con il pugno di ferro dell’ex-ufficiale viterbese Alceo Ercolani, dopo il 22 marzo del ’44 sortì l’effetto opposto, allargando l’area del dissenso esplicito della popolazione locale, nelle campagne e in città.

Da qui è necessario prendere le mosse per leggere il passaggio dall’appena ventilata ipotesi di vendita a privati di un edificio-simbolo della strage, nel luogo dove fu consumata, all’attuale progetto di creazione di un luogo di memoria. Non appena il Comune di Magliano in Toscana espresse la necessità di intervenire su un edificio malridotto e inutilizzato, anche alienandolo, una risposta corale dal territorio fu così persuasiva da bloccare ogni intervento a rischio di “inquinamento”. L’edificio è la vecchia scuola elementare, che raccoglieva bambini dell’area rurale, costruito negli anni di urbanizzazione delle campagne maremmane, post-riforma agraria.

L'ultimo saluto dei fratelli Matteini alla madre

L’ultimo saluto dei fratelli Matteini alla madre

Il valore simbolico non appartiene allo spazio fisico – aula, casa del custode – ma alla sua capacità evocativa; fu nell’edificio del podere, nella stanza adibita ad aula della scuola all’epoca degli avvenimenti, che i ragazzi furono rinchiusi dopo l’arresto, la notte tra 21 e 22 marzo, e processati e condannati a morte. Sulla lavagna i due fratelli Matteini scrissero il messaggio “mamma Lele e Corrado un bacio,”. Quel frammento staccato dal rettangolo d’ardesia a quadretti bianchi e quelle parole tracciate col gesso bianco devono aver pesato come un macigno sulla coscienza di chi, concittadino colpevole o complice, l’ha vista riprodotta tante volte sulle pagine delle cronache locali nei dintorni delle commemorazioni annuali o se l’è trovata di fronte, entrando nella stanza del Sindaco di Grosseto, dove fu collocata nel 1976.

Così è partita una sfida: trasformare lo spazio fisico – la piccola scuola anni Sessanta – in un luogo di memoria. Operazione di per sé culturalmente complessa (come trovare una chiave per dare la giusta misura al rapporto tra significante e significato?), assai impegnativa in un tempo in cui nuovi e inediti contesti impongono un sovrappiù di riflessione sul rapporto con il passato e la storia. A queste si sono sovrapposte, sovrastandole, le difficoltà concrete: risorse, competenze, tempi… Lungi dall’essere questi ostacoli superati, il dato attuale è un percorso avviato e in atto.

 

MAIANO LAVACCHIO LUOGO DI MEMORIA VIVA

Come il pescatore di perle che arriva nel fondo del mare
non per scavarlo e riportarlo alla luce, ma per liberare
staccando dalla profondità le cose preziose e rare, perle e coralli,
e per riportarne frammenti alla superficie del giorno
nuove forme e formazioni cristallizzate, rese invulnerabili contro gli elementi,
sopravvivono e aspettano solo il pescatore di perle
che le riporti alla luce come “frammenti di pensiero”
H. Arendt, Il pescatore di perle

La svolta è arrivata dall’incontro con un architetto, Edoardo Milesi, non nuovo a interessi per temi analoghi – a suo tempo si era occupato del Memoriale italiano di Auschwitz. Da un fitto scambio di idee, sopralluoghi e infine confronti con il Comune ha preso forma l’idea di un luogo di memoria viva, che dal frammento di storia sottratto alla futura dimenticanza possa trarre pretesto per proporre una “partecipazione a esperienze culturali anche su altro”. Il fine: non rinnovare “epoche già consumate”, piuttosto, come il pescatore di perle che evoca la visione della storia di Walter Benjamin, produrre una cultura per il futuro.

area scuolinaScegliere un luogo, riempirlo di cose e simboli, stabilirne l’uso sono operazioni tutt’altro che facili: crocevia di saperi, intenzioni pubbliche, tradizioni e sensibilità individuali. Fuori da sovrapposizioni meccaniche e forzature, serve tenere ferma l’idea che non c’è una corrispondenza facile tra fatti, memorie, significati e valore storico. La partizione degli spazi che il progetto architettonico prevede è rappresentazione del carattere di memoria viva, non schiacciata su un evento, non prospettiva di museo da visitare solo per conoscere o provare emozioni, entro i limiti di un preciso e circoscritto contenuto storico. Il materiale che possediamo comprende i dati fattuali delle storie, le culture di cui portano tracce la fisicità dei luoghi, gli ambienti e persone che li abitano. Ma la scelta condivisa tra l’ISGREC, l’architetto e il Comune è stata quella di andare oltre i limiti di un rapporto esclusivo con il luogo in quanto teatro di un evento, oltre i rischi dell’uso autoreferenziale della memoria.

C’è una relazione sempre più urgente da proporre al nostro lavoro sulla memoria. Fenomeni che si consideravano irripetibili, valori acquisiti una volta per tutte rivelano invece una pericolosa precarietà. Gli anniversari recenti – la Grande Guerra e l’emanazione delle leggi razziali italiane – i prossimi – l’inizio della II guerra mondiale – sono materia viva: xenofobie, razzismi, fino a genocidi e stragi di civili hanno diverse geografie, ma sono tornati ad essere parte del tempo presente. Molte di quelle che sono state a lungo memorie europee condivise sono escluse dal calendario civile in ampie zone dell’est Europa. La pace si è trasformata in tregua armata, carica di tensioni crescenti. Così la cifra della memoria è la sua capacità di guardare al futuro.

L’idea forte, divenuta un vero progetto – tavole e calcoli metrici e preventivo dei costi – è stata quella di Spazi da abitare: le stanze della memoria dei Martiri d’Istia aperte, contenitori di esperienze da fare, che conservino e via via sedimentino tracce del rapido transito o di una più lunga permanenza di persone. Cucina, foresteria, porticato esterno.

Pochi e semplici arredi, una sezione didattica con strumenti essenziali per stages, visite didattiche , laboratori e seminari.

I primi ad abitare quel che potrà essere realizzato nel novembre 2018 saranno gli studenti e gli insegnanti europei dell’Erasmus+ Our memories and I7. Già una trentina di classi di scuole superiori stanno lavorando a monitorare identità personali, familiari, delle comunità di appartenenza, a testare con esperienze personali o di gruppo quel che rimane intorno a loro del passato comune, più o meno vicino a loro (nessuno è nato prima del 2000). Insieme ai loro insegnanti e a un artista8 hanno cominciato ad esplorare musei e memoriali, a sperimentarsi come autori di un’elaborazione del proprio vissuto personale e di gruppo (familiare, etnico…). Gli studenti francesi e spagnoli hanno trovato rispettivamente nel Mémorial di Rivesaltes e nel Museu Memorial de l’exili (MUME) di La Jonquera materia per leggere un passato di fuga di massa dalle violenze di una guerra civile. Spagnoli e brigatisti internazionali hanno lasciato tracce del loro passaggio attraverso i Pirenei; il Museu Memorial de l’exili è stato edificato 10 anni fa sulla frontiera9. Le storie personali di cui sono piene carte, fotografie, registrazioni presenti nel MUME in una settimana di lavori di gruppo sono state materiale di studio, riflessione e comparazione su altre, nuove frontiere, che altri popoli attraversano.

erasmusplus

Il gruppo dell’Erasmus+ nel campo di Rivesaltes

A Rivesaltes sono conservate storie analoghe e diverse. È un campo nato negli anni Trenta del Novecento, ma vi sono stati ristretti anche algerini negli anni Sessanta. Oggi è un modernissimo laboratorio, spazio per studi e progetti culturali. Si sono cimentati in gruppo sull’esperienza del Memoriale gli studenti dei paesi partner, in una babele di lingue e competenze storiche che ha prodotto corti-circuiti interessanti. L’ultima tappa dell’esperimento collettivo sarà Maiano Lavacchio, stavolta a guida grossetana. Servirà a misurare l’efficacia dell’idea progettuale con i destinatari privilegiati, giovani lontani dalle vicende da cui scaturisce la scelta dei luoghi.

Certo, lo spazio piccolo del nostro insediamento rurale non potrà somigliare a luoghi che sono stati oggetto di generosi investimenti pubblici. Del resto, la pur alta capacità rappresentativa della strage di marzo a Maiano Lavacchio non è comparabile alla enormità dei fatti cui rimandano La Jonquera e Rivesaltes: la marea umana che oltrepassò i Pirenei, le decine di migliaia di indesiderabili, gli antifascisti, gli ebrei che a Rivesaltes vissero l’anticipazione del lager, fino ai citati algerini10

Tuttavia, la comparazione tra vicende, il dialogo e il lavoro comune tra persone portatrici di esperienze e saperi diversi sono le condizioni che danno senso lavoro su storia-memoria.

Quelli attuali sono giorni cruciali per questo progetto. È stata appena ufficializzata l’acquisizione da parte dell’ISGREC della scuola, in forza di una convenzione che dà avvio alla ricerca di risorse finanziarie. Il 22 la commemorazione vedrà, come al solito, la presenza delle istituzioni e di cittadini. Ci saranno anche gli studenti del Liceo linguistico Rosmini, reduci dal primo viaggio dell’Erasmus e per i prossimi due anni impegnati in Our memories and I.

Nessun indizio materiale dà evidenza a queste novità, ma per la casa della memoria al futuro di Maiano Lavacchio il primo passo – l’uscita dal regno di utopia – è fatto; non era il più facile.

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Note:

1 Il primo tentativo di ricostruzione della vicenda è in M. Magnani, La strage di Istia d’Ombrone (22 marzo 1944), Il Grifone, Grosseto 1945. In molte pubblicazioni successive esistono riferimenti e qualche sintetica cronaca del fatto. È del 1995 un volume prezioso per le fonti che utilizza: C. Barontini, F. Bucci, A Monte Bottigli contro la guerra: dieci “ragazzi”, un decoratore mazziniano, un disertore viennese, ANPI, Grosseto. Una completa ricostruzione storica è in M. Grilli, Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia, edizioni ISGREC-Effigi, Arcidosso (GR) 2014.

2 G. Gianni, Nell’ombra delle stelle, Il paese reale, Grosseto 1973.

3 L’orazione di Chioccon è riprodotta in N. Capitini Maccabruni, La Maremma contro il nazifascismo, Provincia di Grosseto, 1984, pp. 143-8.

4 Un primo spettacolo teatrale fu rapppresentato a Grosseto negli anni Sessanta. È Oltre il ponte, autore e regista Mario Sermoni. Recente è AG46, produzione NONE-ISGREC, rappresentato più volte nel 2006.

5 M. Magnani, cit.

6 Cfr. il capitolo La scelta, in C. Pavone, Una guerra civile. Storia della moralità nella Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp. 3-62.

7 L’Erasmus+ Our memories and I ha avuto inizio nel settembre 2017 ed ha durata biennale. I paesi partner sono: Croazia, Francia, Germania, Italia, Spagna. I partner italiani: il liceo linguistico dell’Istituto Rosmini e l’ISGREC. Sedi dei partner stranieri: Split in Croaiza, Perpignan in Francia, Figueres in Spagna, Berlino in Germania.

8 Due gruppi di studenti – i francesi e gli spagnoli – hanno già prodotto manufatti esposti in mostre allestite nei due licei (Monturiol di Figueres e Pagnol di Perpignan). Le performances prodotte dai ragazzi stimolati da Rma Kroke

9 All’ingresso del MUME una targa con loghi grossetani e toscani ricorda il passaggio di antifascisti che dalla Toscana erano andati a combattere come volontari nella guerra di Spagna e da lì entrarono in campi di concentramento. Cfr. in questo sito il database Volontari antifascisti toscani nella guerra civile spagnola. La storia dei campi è in E. Acciai, I. Cansella, Storie di indesiderabili e di confini, ISGREC-Effigi, Arcidosso (GR) 2017.

10 Cfr. F. Bensaci-Lancou, Fille de harki. Éditions de l’atelier, s.d.. Fatima Bensaci racconta la storia quasi sconosciuta, in Francia forse rimossa, della minoranza algerina degli harkis, che furono internati dopo la guerra d’Algeria nel campo di Rivesaltes.

Articolo pubblicato nel marzo del 2018.