Viaggio Musicale tra la Cultura e la Memoria Spagnola

29 aprile 2018 | ore 17:30
@ Sala consiliare “Tosca Bucarelli”, Villa Vogel (via delle Torri 23 – Firenze)

 

MUSICA MEMORIA CULTURA ESPAÑOLA
Viaggio Musicale tra la Cultura e la Memoria Spagnola

Concerto di pianoforte dell’Associazione Volver.
locandina in allegato.
ingresso gratuito.




25 APRILE a Montepulciano

25 aprile 2018 | dalle ore 10
@ Piazza Grande

25 APRILE
A MONTEPULCIANO

Montepulciano celebra il 25 aprile, Anniversario della Liberazione, con una manifestazione organizzata dal Comune in collaborazione con l’ANPI e le associazioni combattentistiche, e ricorda alcune giovanissime vittime di quella fase storica tanto cruenta.

Il tradizionale corteo, che partirà da Piazza Grande alle 10, farà infatti tappa anzitutto a Borgo Buio dove sarà commemorata la tragica fine di Giuseppe Marino, venti anni, siciliano, forse un partigiano, secondo altri un semplice sbandato. Marino fu impiccato dai tedeschi il 24 giugno 1944, proprio alla vigilia della liberazione del sud della provincia di Siena, e il suo corpo fu lasciato esposto per alcuni giorni, come monito alla popolazione. Dal 2010 l’agghiacciante evento, simbolo di una smisurata quanto inutile ferocia, è ricordato da una targa, apposta dall’ANPI, che riporta la testimonianza del poliziano Giuseppe Momicchioli, allora bambino.

La manifestazione renderà poi omaggio al Sacrario dei caduti della Chiesa di Sant’Agnese dove è apposta una lapide che, oltre a Marino, ricorda i nomi di Mario Mencattelli e Marino Cappelli, entrambi morti il 6 aprile ’44, nella battaglia di Monticchiello, all’età di appena 20 anni, e di Lanciotto Biagi.

La manifestazione, accompagnata dalla Banda dell’Istituto di Muisca “Henze”, attraverserà tutto il centro storico, lungo il corso principale, e dopo la sosta al Borgo Buio, vivrà il suo momento più istituzionale al Giardino di Poggiofanti. Qui, davanti al monumento dedicato ai Martiri della Resistenza, il Sindaco Andrea Rossi rivolgerà il proprio saluto ai partecipanti.

Infine alle 11, nel Santuario di Sant’Agnese, sarà celebrata la Messa in suffragio delle vittime di tutte le guerre.




Maledetti partigiani | presentazione del volume di Fabrizio De Priamo

mercoledì 2 maggio 2018 | ore 17.30
@ Sala Affreschi, Palazzo del Pegaso, via Cavour 4, Firenze

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Maledetti partigiani
di Fabrizio De Priamo

(Edizioni united artists 2018)

Armistizio, occupazione, ritiro dei tedeschi, amore, morte e Resistenza. A Firenze e dintorni. Tragiche e avvincenti vicende che scorrono attraverso gli occhi di Ernesto e Beatrice, due controversi e chiacchierati personaggi. È un romanzo storico coinvolgente che che intreccia i protagonisti reali della guerra a Firenze con i personaggi scaturiti dalla penna di Fabrizio De Priamo, microstorie che si riversano e si fondono con la macrostoria.

Saluti
Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale della Toscana
Intervengono
Valdo Spini, Politico
Fabrizio De Priamo, Autore del volume
Daniele Cavalera, Editore

locandina in allegato




HO VISTO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI|appunti e contrappunti, schegge di Liberazione dal ’68 al ’77

martedì 24 aprile 2018 | dalle ore 17:30
@ Terranuova Bracciolini (AR) – Sala Consiliare

 

HO VISTO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI

Martedì 24 aprile, alla vigilia del giorno in cui si festeggia la Liberazione dal nazifascismo, a Terranuova Bracciolini (presso la Sala consiliare con inizio alle ore 17,30), si svolgerà “Ho visto anche degli zingari felici – Appunti e contrappunti, schegge di liberazione dal ‘68 al ‘77”, una iniziativa dedicata ai dieci anni successivi al Sessantotto, un periodo cruciale nella storia d’Italia (e del mondo): la contestazione giovanile, le lotte studentesche e operaie, le grandi mobilitazioni contro la guerra in Vietnam, le conquiste sindacali, il femminismo e i diritti civili, la ripresa della creatività giovanile nel Settantasette, fino alla tragica stagione del terrorismo.

La manifestazione è organizzata e autogestita dalle cooperative BetaDue, Paterna e Materiali Sonori. Molti i contributi e le tracce di dibattito: un intervento video di Claudio Lolli, cantautore e protagonista di quegli anni (il titolo dell’appuntamento è quello di una sua celebre canzone); il disegnatore Sergio Staino che (anche con la proiezione di un suo lungo disegno) ricorderà quel periodo a Firenze; lo storico Giorgio Sacchetti presenterà le tracce di un libro che sta scrivendo sui quei dieci anni tra Arezzo e il Valdarno.

Alle ore ore 20 saranno offerti i “panini sociali” a cura di Tuttigiorni Catering e alle 21.15 verrà proiettato (in collaborazione con Associazione culturale Officina) il documentario “77 No Commercial Use” di Luis Fulvio alla presenza dell’autore, collaboratore di Fuori Orario Rai 3 e della Cineteca Nazionale. Il film, fatto quasi interamente di materiale di repertorio, è stato in concorso alla 35esima edizione del Torino Film Festival 2017.
Coordinerà, insieme ai responsabili delle tre cooperative, Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini.




25 APRILE a Carmignano | una mattina di commemorazione

25 aprile 2018 | a partire dalle ore 10
@ Cimitero di Carmignano

 

25 APRILE
a Carmignano

Il Comune di Carmignano, in collaborazione con Anpi sezione di Carmignano e il Comitato 11 giugno Poggio alla Malva, organizza una mattinata di commemorazioni, per ricordare la Liberazione dal Nazifascismo.

ore 10 @ Cimitero di Carmignano
Raduno delle Autorità, del Gonfalone e delle Associazioni d’arma.
Deposizione di fiori al cippo dei Partigiani.

ore 10:30 
Corteo fino alla piazza G. Matteotti.
Deposizione di corona d’alloro alla Cappella dei caduti in guerra.

ore 10:45 @ piazza G. Matteotti
Cerimonia di commemorazione.
Saluto delle Autorità.
Lettura di brani.




Nello Niccoli: combattente per la libertà e protagonista della Liberazione di Firenze

Uomo «d’azione e di opere», «valoroso combattente per la libertà», eppur figura di «grande modestia» e «di poche parole», Nello Niccoli (1890-1977) seppe coniugare come pochi impegno politico, passione civile e alti meriti professionali: di lui – avrebbe detto Aldo Passigli in occasione della sua morte – «non sappiamo infatti se lumeggiare più il coraggio antifascista, il coerente politico, l’esemplare pubblico amministratore o l’eminente professionista» (Cordoglio per la morte di Nello Niccoli, «La Voce Repubblicana», 13/05/1977).

Nato a Milano l’8 dicembre 1890 da Vittorio e Luigia Pecchio, Nello Niccoli portò avanti la tradizione familiare di studi agronomici, laureandosi a pieni voti il 27 luglio 1914 presso l’Università di Pisa, dove il padre Vittorio, formatosi nel solco della “scuola agronomica toscana” di Meleto e tra i più eminenti economisti rurali del tempo, era allora docente di Estimo ed Economia agraria. Intrapresi l’attività e l’insegnamento accademici prima a Pisa e poi a Padova presso la Scuola di applicazione per gli ingegneri e l’Istituto “G. Belzoni”, Nello il 24 maggio 1915 fu chiamato sotto le armi  venendo assegnato come sottotenente al 3° Reggimento Genio di Firenze e indi mandato a combattere sul fronte della 3° Armata. Congedatosi nel settembre 1919 col grado di capitano e la croce al merito di guerra, dal 1920 esercitò  come libero professionista l’attività di dottore agronomo, venendo poi nominato nel dicembre di quell’anno direttore di una grossa azienda agricola in Angola di proprietà della Società coloniale per l’Africa occidentale, carica che mantenne fino all’ottobre 1922. Negli anni del regime continuò la propria attività di libero professionista, svolgendo importanti incarichi nel settore dell’estimo, del genio rurale e del catasto, e partecipando agli studi relativi al Nuovo Catasto Terreni del 1939.

Di sentimenti spiccatamente antifascisti, a partire dal 1920 Nello fu tra i fondatori a Firenze del Circolo di Cultura nato attorno alle figure di Gaetano Salvemini e dei fratelli Carlo e Nello Rosselli e volto a divenire, con la partecipazione di Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Carlo Celasco, Piero Jahier e molti altri, luogo di dibattito e di discussione culturale aperto senza precisi confini politici alle nuove tendenze italiane ed europee. Nello, all’attività del Circolo partecipa attivamente assieme al cugino Alfredo Niccoli  ̶  presso il cui studio avvocatizio posto all’ultimo piano del Palazzo Errera in via degli Alfani si erano svolte le prime riunioni del gruppo  ̶  figurando altresì nell’ambito delle varie iniziative organizzate come relatore di una conferenza sull’Angola portoghese. Conclusasi improvvisamente quell’esperienza nel gennaio 1925 a seguito della chiusura del Circolo per ordine prefettizio e scatenatasi la repressione fascista contro i principali ispiratori del gruppo, Nello contribuisce a organizzare nel luglio successivo la fuga in Francia di Gaetano Salvemini e poi quella in Svizzera di Paolo Rossi, fratello di Ernesto, passando successivamente a far parte del gruppo clandestino di Giustizia e Libertà diretto a Firenze dall’amico Nello Traquandi, col quale Niccoli aveva già collaborato alle pubblicazioni del Non Mollare!.

Nel giugno del 1940, allo scoppio della guerra, Niccoli è richiamato alle armi e mandato col grado di maggiore del Genio in Libia, servizio del quale per sua più tarda ammissione non si dichiarerà «affatto fiero», nonostante ottenga la promozione a tenente colonnello e la medaglia di bronzo al valor militare nella battaglia di Bir el Gobi. Qui, «in due avanzate e in due ritirate nel deserto» – racconterà egli stesso – «bevendo l’acqua melmosa ed infetta dei pozzi» contrae numerose infezioni intestinali che ne segnano a lungo la salute. Rimpatriato nel settembre 1942 a Napoli, Nello, ridotto a pesare solo 39 kg per via delle malattie patite, trascorre sei mesi di convalescenza, al termine dei quali è posto in congedo assoluto.

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Targa affissa a Firenze in via dei Bardi 14 sulla casa in cui visse gli ultimi anni della sua vita Nello Niccoli (foto Zatini)

Rientrato a Firenze, dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 il suo profondo antifascismo lo porta a ricercare contatti con il movimento resistenziale. Nel dicembre di quell’anno, infatti, per tramite di Orsola de Cristofaro, figlia del professor Renato Biasutti e staffetta partigiana, viene messo in comunicazione con Carlo Campolmi membro del Partito d’Azione fiorentino. Poco dopo, Enzo Enriques Agnoletti, vincendo le perplessità di Nello, gli offre per conto del partito l’incarico di comandante militare e allo scopo di facilitarne il lavoro gli affianca Carlo Ludovico Ragghianti, che sin lì aveva tenuto in mano le fila dell’organizzazione armata. Il comando militare del partito affidato a Niccoli si completa così con le figure di Ragghianti (commissario politico), Athos Albertoni (Aiutante Maggiore), Carlo Campolmi (organizzatore delle squadre di città) Enrico Bocci (organizzatore di Radio Cora) e Maria Luigia Guaita (ufficiale di collegamento con le bande esterne). Tra i compiti che Niccoli, nome di battaglia “Sandri”, assume vi è anche quello di costituire un comando militare unico tra i diversi partiti antifascisti sotto l’egida del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN), obiettivo al quale si era già speso a partire dal febbraio del 1944 Ragghianti.

Il primo contatto Niccoli lo stabilisce in tal senso col colonnello Vito Finazzo, rappresentante della Democrazia Cristiana, poi sostituito dal capitano dell’aeronautica Nereo Tommasi. Seguiranno poi analoghi accordi di collaborazione con socialisti e liberali. Più difficili invece le trattative con i comunisti, rappresentati prima dal comandante partigiano Gino Menconi “Musoduro” e poi da Luigi Gaiani. È con quest’ultimo che l’intesa al fine riesce, quando ai primi di maggio del 1944 si procede alla creazione del Comando Militare Interpartitico, battezzato su suggerimento di Eugenio Artom “Comando Marte” e così composto: Nello Niccoli (Partito d’Azione) comandante; Luigi Gaiani (Partito Comunista) commissario politico; Dino Del Poggetto (Partito Socialista) vice commissario politico; Nereo Tommasi (Democrazia Crstiana) vice comandante; Achille Mazzi (Partito Liberale) Capo di Stato Maggiore.

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Comando Militare Toscano – Relazione sull’attività clandestina e operativa svolta dai Patrioti Toscani nel periodo 8 settembre 1943 – 7 settembre 1944 (ISRT, Archivio Nello Niccoli)

Il Comando interpartitico, che al pari di quello azionista tiene le sue riunioni presso l’abitazione del Niccoli in Piazza dei Mozzi, comincia a lavorare ai primi di giugno, subendo però un durissimo colpo il 7 del mese a seguito della cattura avvenuta da parte dei nazifascisti dei componenti di Radio Cora, la radiotrasmittente clandestina del Partito d’Azione. Tra gli arrestati destinati a subire tristemente la tortura e la fucilazione, vi sono anche Italo Piccagli ed Enrico Bocci, attesi per il giorno seguente da Niccoli a una riunione del comando militare del Partito d’Azione. La loro assenza mette in allarme Nello che, compresa la situazione, giusto prima che i fascisti irrompano nella sua abitazione in Piazza dei Mozzi riesce a trasferire tutti i documenti compromettenti in casa della sorella Miriam in via dei Bardi, dove egli stesso trova rifugio.

Da quel momento, Niccoli è costretto a cambiare continuamente domicilio, dormendo a turno nei vari appartamenti di fortuna che il partito gli ha messo a disposizione e beneficiando una volta alla settimana dell’ospitalità dell’amico Leone Guicciardini al pianterreno dell’omonimo palazzo. Lo stesso Comando Marte perde il suo luogo fisso di ritrovo ed è costretto a riunirsi, a seconda, in casa del colonnello Mazzi, nella fabbrica di ceramiche dell’industriale liberale Renato Fantoni, in chiese, giardini pubblici, per strada, fino a impiantarsi alla fine di luglio presso la sede della Società Larderello, posta all’ultimo piano del cinema Odeon, in Piazza Strozzi. È da qui che il Comando Marte conta di dirigere l’insurrezione cittadina secondo i piani operativi da esso appositamente studiati già da fine giugno e relazionati da Niccoli al CTLN in una riunione tenutasi il 22 luglio nell’ufficio di Natale Dall’Oppio, in via Condotta. Tuttavia, l’intenzione allora preventivata di stabilire un collegamento col comando Alleato allo scopo di coordinare la battaglia per Firenze, nonché l’obiettivo di avviare al momento dell’insurrezione un’azione concomitante delle squadre partigiane attestate sulle due rive dell’Arno, come noto vengono scombinati dall’evacuazione forzata dei lungarni disposta dai tedeschi in vista del brillamento delle cariche di esplosivo posizionate sui ponti.

Vistosi sconvolgere i piani, Niccoli e gli uomini del Comando Marte decidono di attendere, limitandosi a intensificare l’organizzazione dei vari reparti partigiani entro le quattro zone operative in cui era stata divisa la città, mentre nel frattempo il CTLN, prima che i tedeschi chiudano definitivamente l’accesso ai lungarni, riesce a inviare una propria delegazione in Oltrarno guidata dal democristiano Francesco Berti. Dalla sede dell’Odeon, il 3 agosto gli uomini del Comando Marte – avrebbe poi raccontato Niccoli – assistono «come fanciullini impotenti a difendere la propria madre minacciata e colpita» al brillamento delle cariche posizionate dai tedeschi e alla distruzione dei lungarni e di tutti gli attraversamenti fluviali, ad eccezione di Ponte Vecchio.

Il 5 agosto, il tenente Enrico Fischer comandante della 3° compagnia “Rosselli”, accortosi della possibilità di stabilire un contatto tra le due sponde dell’Arno attraverso il Corridoio Vasariano, riesce a stendere lungo questo un collegamento telefonico tra un avamposto partigiano attestato in Palazzo Vecchio e un apparecchio telefonico posizionato in Oltrarno e affidato a Edoardo Detti e a Marcello Ciompi. Allo scopo di prendere contatto con le avanguardie alleate già attestate nei sobborghi meridionali della città il CTLN decide di inviare oltre il fiume Nello Niccoli perché concordasse con gli Alleati il piano per l’insurrezione. Aggirando i presidi tedeschi, assieme a Fischer e a Ragghianti, Niccoli riuscì ad attraversare Ponte Vecchio percorrendo il Corridoio Vasariano fino a una botola aperta su via dei Bardi dalla quale si calò con una corda fissata a circa dieci metri di altezza. Indi riuscì a raggiungere Piazza Pitti, ricongiungendosi ad alcuni membri della delegazione guidata dal Berti. Preso contatto con gli Alleati, Niccoli viene scortato presso un comando tattico posto in via del Gelsomino, dove è ricevuto da un graduato dello Stato Maggiore alleato. Il colloquio, protrattosi per ben tre ore, si rivela però inconcludente, con l’ufficiale che sconsiglia un’azione insurrezionale da parte dei patrioti e Niccoli che si congeda con l’unica rassicurazione di impegnarsi a tenere aggiornato telefonicamente il comando Alleato sui movimenti del nemico. All’alba del giorno seguente, Niccoli si appresta a rifare il percorso a ritroso, stavolta incontrando difficoltà anche maggiori nel riguadagnare il passaggio sul Corridoio Vasariano: «il risalire a forza di gambe e di braccia su una fune senza nodi, col rischio di farmi impiombare dai fucilieri che sparacchiavano in continuazione dalle finestre dei palazzi del lungarno di fronte» – avrebbe rievocato anni dopo il Nostro – «per me, uomo di 54 anni ed in condizioni di forma un po’ precarie, ha rappresentato una impresa di notevole difficoltà» (N. Niccoli, Per la battaglia di Firenze, in La Resistenza in Toscana, Atti e studi dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, n. 8, La Nuova Italia, Firenze 1970, p. 9) Ciononostante, alle nove del mattino, Niccoli riesce a raggiungere incolume via Condotta, facendo rapporto col CTLN.

A seguito della proclamazione dell’insurrezione cittadina l’11 agosto 1944 da parte del CTLN, Niccoli partecipa a tutte le fasi centrali della battaglia per la liberazione della città, potendo contare stavolta anche sul più collaborativo atteggiamento degli Alleati e del comandante divisionale inglese, il quale lo convoca a rapporto tutte le mattine presso il comando installato all’Hotel Savoia di Piazza della Repubblica, prendendo nota della situazione delle forze partigiane e affidando a queste incarichi di perlustrazione. Come riconobbe più tardi lo stesso Niccoli, «si era formato tra noi un clima molto differente da quello da me riscontrato nella mia visita di là d’Arno. Segno evidente che il Comando Alleato aveva riconosciuto ed apprezzato il contributo dato dai partigiani alla guerra di liberazione» (N. Niccoli, Per la battaglia di Firenze, p. 11)

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Appunti di Nello Niccoli inerenti le disposizioni di scioglimento delle bande partigiane cittadine, s.d. (ISRT, Archivio Nello Niccoli)

L’impegno di Niccoli si protrasse anche a liberazione della città avvenuta, quando rivestì importanti incarichi amministrativi: nell’ottobre del 1944 fu nominato membro della Giunta della liberazione  insediata a Firenze dagli Alleati, contribuendo contemporaneamente al delicato processo di epurazione dello Stato post-fascista all’interno della Delegazione provinciale di Firenze dell’Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo.

Tuttavia, i disagi e le fatiche patite nel periodo resistenziale e in questi mesi di intensa attività, produssero il riacutizzarsi delle infermità contratte in Africa settentrionale e costrinsero Niccoli a presentare nell’ottobre del 1945 le proprie dimissioni dal Comando Militare Toscano, venendo quindi ricoverato nell’ospedale militare di Villa Natalia.

Rimessosi in salute, nel secondo dopoguerra Niccoli tornò di nuovo ad esercitare la propria professione, non venendo meno però al proprio impegno civico. Dal 1946 e sino alla morte fu consigliere della Cassa di Risparmio di Firenze e vicepresidente dell’Istituto Federale di Credito Agrario per la Toscana, nonché consigliere dell’Istituto Tecnico Agrario Statale di Firenze, socio dell’Accademia Economico-Agraria dei Georgofili, consigliere dell’Ordine degli agronomi fiorentini e loro rappresentante nel Consiglio Nazionale dal 1952 al 1969. Dopo lo scioglimento del Partito d’Azione nel 1946 aderì al Movimento della Democrazia Repubblicana, confluendo poi entro il Partito Repubblicano Italiano. Si dedicò altresì all’organizzazione dell’associazionismo partigiano rivestendo un ruolo esecutivo nella Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane (FIAP). Contribuì inoltre nel 1953 alla fondazione dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, di cui fu Presidente dal 1957 al 1975.

Niccoli morì a Firenze il 29 aprile 1977. La notizia della sua morte, per sua espressa volontà annunciata solo a esequie avvenute, «senza fiori e senza onori», per chi lo aveva conosciuto fu l’ennesima prova «della sua grande modestia e del suo desiderio di lasciare questa vita terrena “in punta di pedi”» (C. Arcangeli, È scomparso Nello Niccoli, «Il dottore in scienze agrarie e forestali», n.8, settembre 1977).

Articolo pubblicato nell’aprile del 2018.




“L’universo-oggetto di Fernando Melani”

Venerdì 27 aprile, alle ore 16,30

nel salone di Palazzo Fabroni a Pistoia

in via S. Andrea, 18

 

presentazione del volume

di Lorenzo Sergi

 

L’UNIVERSO-OGGETTO DI FERNANDO MELANI. Un archivio d’artista presso la Casa-Studio. Guida (1940-1985)

edito da Settegiorni Editore

 

Sono previsti gli interventi di

Alessandro Tomasi, Sindaco di Pistoia,

Annamaria Iacuzzi, Specialista in Storia dell’arte,

Laura Giambastiani, Docente di Archivistica dell’Università di Firenze,

Lucilla Saccà, Docente di Storia di Arte Contemporanea dell’Università di Firenze.

Sarà presente l’autore.




L’ARTE DENTRO LA MEMORIA: Del Casino e Szymkowicz espongono alle Stanze della Memoria di Siena

In questi giorni l’allestimento della Casermetta (le Stanze della Memoria di Siena) è stato arricchito dalle presenza delle opere di due tra gli artisti più significativi del nostro tempo, Charles Szymkowicz, noto per i celeberrimi richiami, all’interno di molte delle sue opere, all’Olocausto e Francesco Del Casino autore, tra l’altro, dei murales a sfondo sociale di Orgosolo.

In particolare il maestro belga espone venti disegni  a inchiostro di china su carta, diciannove tratti dal ciclo Les cicatrices (1981-1985), a cui si aggiunge L’esecution (1973).

Le due esposizioni temporanee (fino al tre di giugno) segnano una continuità tematica che arricchisce l’allestimento permamente di un luogo unico come le Stanze della Memoria.

La Casermetta di Siena fu, dopo l’otto settembre 1943, la sede della Guardia Nazionale Repubblicana  di Mussolini ed in particolare di un reparto fascista capeggiato da Alessandro Rinaldi, che si macchiò di alcuni dei crimini più efferati commessi sul territorio della città del Palio durante i mesi della Guerra di Liberazione.

Dopo la guerra, l’edificio, di proprietà Banca MPS, tornò ad ospitare degli uffici finchè nel 2007, grazie all’impegno di Vittorio Meoni (partigiano nonché fondatore dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea), non venne trasformato in percorso museale.

I locali ospitano oggi un allestimento fisso  composto principalmente da fotografie e testimonianze audio che ripercorrono la storia locale a partire dalla nascita del movimento operaio, alla fine dell’Ottocento, per poi approdare all’avvento ed al consolidamento del fascismo, culminato con l’ignobile tappa delle Leggi Razziali Italiane, seguita poi dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale e dalla Guerra di Liberazione.

Un primo innesto all’interno del percorso viene proposto per mezzo della comparsa discreta delle ceramiche e dei quadri di Francesco Del Casino, vere e proprie parentesi di colore all’interno della Casermetta, un ambiente, quest’ultimo, volutamente oscuro ed opprimente in ricordo delle torture e delle umiliazioni che decine di antifascisti dovettero subire tra queste mura.

Del Casino propone l’icona di Antonio Gramsci riletta alla maniera dei cubisti e scomposta in linee, angoli e suggestioni geometriche generanti una serie di punti di luce che suggeriscono la vicenda dello stesso pensatore sardo, morto prematuramente a causa della lunga detenzione per motivi politici; e proprio gli squarci di ceramica o acrilico costituiscono un bisogno prorompente di libertà che tenta di scardinare con ogni mezzo il grigiore umiliante della dittatura.

Dall’altra parte i disegni di Szymkowicz, legati in modo indissolubile alla corrente europea del neoespressionismo, sono una vera a propria galleria di volti angosciati e angoscianti, distrutti sia da una sofferenza fisica che morale e incatenati al nero dell’inchiostro di china (eccezion fatta per L’esecution, intrisa di rosso sangue che cola letteralmente sulla tela e che, non a caso, è stato messo nella sala della tortura). Les cicatrices costituiscono dunque un monito ingombrante ed una condanna senza appello contro la violenza e la bestialità che animava gli stessi membri della Banda Rinaldi, individui che,  tra queste mura, perpetravano i loro crimini contro l’umanità.

La mostra, a ingresso libero, è aperta nei seguenti orari martedì 9-13; gioverdì 11-16; mercoledì e venerdì 15,30-18,30 nonché su prenotazione contattando la seguente email: stanzedellamemoria@gmail.com.

 

 

Bibliografia

AA. VV., Gramsciart. Dai murales alla ceramica. Le opere di Francesco Del Casino nelle Stanze della Memoria Di Siena, Siena, Tipografia Senese, 2017

 

Alessandro Rinaldi, criminale di guerra dimenticato

 

CRISPOLTI E. (a cura di), Szymkowicz. Mémoire du passé mémoire du future, Catalogo della Mostra, Siena, Magazzini del sale, Stanze della Memoria, Santa Maria della Scala 7/01 – 03/06-2018.

 

MEONI V., La Casa del Popolo di Siena e il dono della vergogna, Siena, NIE, 2003.